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Stage Leonardo, duecento possibilità per partire in Europa

Decollato l'autunno, decolla anche il numero di tirocini Leonardo che enti ed associazioni mettono a bando, in molti casi utilizzando gli ultimi fondi europei 2007-2013 destinati. In attesa di conoscere il nuovo bilancio europeo, ecco le opportunità più interessanti. Scade il prossimo venerdì 9 novembre la prima fase di You Enef - Youth for Energy Efficiency, con cui Renael - Rete nazionale per le energie locali ed Eurocrea merchant promuovono i primi 12 dei 36 tirocini da 13 settimane l'uno finanziati dall'Ue nel settore energetico e ambientale. Protagonisti sono i laureati in materie scientifiche residenti nelle regioni meridionali e in Sardegna, a cui è riservato il 70% dei posti: per questa tranche, 6 sono stati individuati tra Bordeaux e Parigi (con una borsa di 980 euro mensili), 2 a Londra (1130 euro), 2 a Sofia (600) e 2 a Roosendaal (Paesi bassi, con 890 euro al mese). Ingegneria, Architettura, Chimica e Fisica le tipologie di lauree ammesse - è sufficiente il primo livello - da associare a una buona conoscenza di inglese o francese. Ci si candida via mail: la domanda va spedita entro venerdì a youenef [at] eurocreamerchant.it insieme a lettera motivazionale e cv, anche in inglese, e tutto in pdf (attenzione a nominare i file come indicato nel bando). Test scritto e colloquio orale decideranno infine i vincitori, che verranno avvisati per telefono o mail. E partiranno a inizio 2013. La onlus Mistral di Brescia inaugura invece il progetto YEAH! - Youth, Environment and Heritage, che fino a febbraio 2014 mette a disposizione 137 stage da 13 settimane l'uno nei settori turismo giovanile e ristorazione. Questo sabato scade intanto l'avviso per la prima tranche di partenze: 30 posti distribuiti tra  Regno Unito (6), Irlanda (12) e Spagna (12), a cui possono candidarsi tutti gli under 35 non occupati, in possesso almeno del diploma (di qualsiasi tipo). Le spese di viaggio, alloggio e assicurazione sono coperte dall'associazione, mentre ai tirocinanti è riservato un pocket money per vitto e alloggio. Il modulo di domanda va inviato entro il 10 novembre con gli allegati (tra cui una lettera motivazionale in italiano e inglese) a info [at] mistralcoop.eu e in cartaceo a Mistral (anche per posta semplice, e fa fede il timbro postale). I preselezionati sosterranno un  test psicologico e linguistico, più un colloquio in lingua (è sufficiente una conoscenza base, da A1 a B2). Dopo dieci giorni le graduatorie, e con l'anno nuovo si parte. I candidati esclusi a questo giro possono comunque riprovarci: il progetto finanzia altri 90 posti e un secondo bando è atteso in primavera.Altra Romagna lancia poi ISA - Innovative Skills in Agricolture and rural tourism, che offre 74 Leonardo da 13 settimane divisi tra gli under 35 residenti in quattro regioni: Emilia romagna (40 borse, con precedenza ai candidati del territorio Gal Altra Romagna), Sicilia (10), Veneto (12) e Basilicata  (12). Se non si appartiene a nessuna di queste regioni si può lo stesso presentare la propria candidatura, che confluirà in una lista di riserva. Si vola a Valencia (con un contributo di 840 euro al mese, amministrato per intero dall'ente), Portsmouth (Regno unito, con 1100 euro), Sofia (590 euro) e Berlino (800), per un'esperienza negli ambiti della tutela e promozione del territorio rurale e del patrimonio artistico, enogastronomico, artigianale. All'avviso, oltre a giovani laureati e diplomati, possono partecipare anche i lavoratori autonomi: l'importante è avere familiarità con i settori di azione. La domanda deve pervenire a mano o per raccomandata A/R a ad Altra Romagna entro venerdì 16 novembre, insieme a cv e copia delle certificazioni possedute. Sono previsti due test scritti (linguistico e di cultura) e due orali (motivazionale e in lingua), con date ancora da fissare. Di deciso c'è l'avvio delle prime partenze, a gennaio 2013.Rimanendo in Romagna, a Ravenna la fondazione Flaminia e il centro Educazione all'Europa avviano la seconda fase di "Giovani cittadini d'Europa", dedicato ai laureati under 32 del Polo universitario della città. Sono a bando 10 stage da 14 settimane l'uno a Bruxelles, Evora (Portogallo), Malta, Londra, Parigi, Salonicco (Grecia), Valencia e Castellon (Spagna) - tutte mete associate a determinate lauree, ben evidenziate nel bando. Un posto è poi riservato per accogliere le proposte dei candidati, in base a contatti autonomi con un ente estero. Ai vincitori verranno versati contributi che variano dai 570 euro mensili di Grecia e Portogallo agli 860 dell'Inghilterra, per il 60% all'inizio (su conto corrente) e per il resto dopo la consegna della documentazione finale. La candidatura deve arrivare in fondazione a mano o per raccomandata A/R entro le ore 12 del 19 novembre in duplice copia (con fototessera) e in copia digitale a edeu [at] mclink.net. Il 21 è poi in calendario il test linguistico, a scelta multipla, e cinque giorni dopo il colloquio orale. La graduatoria? Entro fine mese.Un salto più a nord: la Provincia di Pavia guarda avanti, al 2015, e  lancia "Pavia towards Expo", una sorta di palestra internazionale per aumentare l'occupabilità di un centinaio di giovani del territorio in vista della prossima esposizione universale, in programma a Milano. Ristorazione, marketing, turismo,  economia ed amministrazione sono i principali settori di riferimento, in cui vengono finanziati subito 43 Leonardo da 13 settimane l'uno in Francia (13 posti, con un contributo forfettario ai vincitori di 500 euro, versato per l'80% all'inizio), Irlanda (10 posti, con 750 euro), Regno Unito (11 borse da 500 euro) e Spagna (9 da 450 euro). Gli 57 posti verranno poi banditi nel corso del 2013, con altri due bandi ordinari attesi ad aprile e giugno. La selezione è aperta ai non occupati e precari tra i 18 e i 40 anni che in provincia risiedono o hanno ottenuto un titolo di studio (ammessi anche diplomi e qualifiche professionali). Le candidature - con copie dei titoli - vanno spedite entro il 20 novembre al settore Sviluppo sociale ed economico dell'ente, per raccomandata A/R, a mano, o tramite pec (il bando ricorda quali sono i formati ammessi). I preselezionati sosterranno un colloquio a fine novembre ed entro il 10 dicembre saranno formalizzate le vincite. A febbraio le prime partenze.Infine c'è tempo fino al 23 novembre per candidarsi a Learning by doing, l'iniziativa Leonardo con cui il Cesie di Palermo organizza 54 tirocini da 13 settimane nei settori dell'artigianato (arte orafa, tessile, lavorazione metalli) e del vivaismo. Inghilterra, Grecia, Portogallo, Romania e Francia sono le mete individuate, per le quali i vincitori beneficieranno di una copertura totale delle spese di viaggio, alloggio, vitto e assicurazione, più una somma forfettaria da gestire autonomamente, che il centro sta definendo con gli enti partner. Si tratta di una call sprovvista di bando e non esiste un modulo di domanda: per candidarsi è sufficiente inviare una mail alla responsabile del progetto, Rita Quisillo (rita.quisillo [at] cesie.org) entro venerdì 23, allegando cv in formato europeo e una lettera motivazionale, entrambi in inglese, e indicando i settori di preferenza. Annalisa Di PaloPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Programma Leonardo, stage in giro per l'Europa dai quindici ai sessant'anni sotto il segno della formazione permanente- A rischio i finanziamenti per l'Erasmus? Sì, con tutti quelli del Fondo sociale europeo- Grazie all'Erasmus Placement ho trovato lavoro a Bruxelles: la testimonianza di Nicola Corridore

Stage per lavapiatti. Ma il centro per l'impiego assicura: è un refuso

AAA Offresi stage di 6 mesi con qualifica di lavapiatti. È possibile che un Centro per l’Impiego pubblichi un annuncio di questo tipo? Evidentemente no. Lo ha pensato, con giusta indignazione, un lettore della Repubblica degli Stagisti. E ha subito segnalato il caso: «Mi sembra corretto che questo tipo di “sfruttamento” venga fatto conoscere».L’annuncio in questione è pubblicato sul sito della Provincia di Cuneo, tra le offerte di lavoro. La formulazione esatta recita: «Centro impiego di Alba rif.: 114445, azienda privata ricerca n:1 persona in tirocinio formativo (stage) con qualifica di lavapiatti. Durata del tirocinio mesi 6». L’indignazione del lettore è più che condivisibile. Dal testo originale dell’avviso traspare infatti l’ennesimo caso di sfruttamento dei ragazzi per ricoprire mansioni prive di valore aggiunto, senza alcun intento formativo ma con l’unico scopo di procurarsi manodopera a basso costo per un lungo periodo di tempo. Un caso grave, soprattutto se promosso da un ente pubblico che dovrebbe avere a cuore, in primo luogo, l’interesse dei ragazzi da inserire nel mondo del lavoro.La Repubblica degli Stagisti ha raccolto la segnalazione del lettore e ha chiesto spiegazioni direttamente alla Provincia di Cuneo, cui fa riferimento il Cpi di Alba. A quanto pare, ci sarebbe stato un disguido “tecnico”: «Grazie alla sua segnalazione» hanno risposto dalla Provincia « la responsabile del Centro per l'Impiego di Alba-Bra si è accorta di due refusi sull'annuncio del tirocinio. Il primo è la definizione di lavapiatti, perché in realtà la mansione richiesta dall'azienda è di aiuto cucina e di servizio ai tavoli per una attività di ristorazione».Anche sulla durata, per fortuna, arriva una correzione ufficiale: «Il secondo refuso» aggiungono dalla Provincia «riguarda la durata dello stage nei mesi indicati in 6 invece  di 3. Entrambi gli errori sono già stati corretti anche sul sito della Provincia [l'offerta risulta ad oggi scaduta, ndR]». Inoltre, il servizio per l’impiego ha specificato anche che è prevista una borsa lavoro pari almeno a 500 euro per il tirocinio.La società che ha inserito l’annuncio, insomma, non sarebbe alla ricerca di uno stagista da impiegare come lavapiatti a basso costo per un intero semestre. Tuttavia la nuova mansione specificata dal Cpi non differisce poi molto per livello e qualifica rispetto alla precedente; e probabilmente un contratto di lavoro stagionale o temporaneo sarebbe stato più adatto al ruolo che non un tirocinio formativo. Difficile pensare, infatti, che le mansioni in cui lo stagista verrà coinvolto richiedano più di pochi giorni di training intensivo, tantomeno tre mesi.Dinanzi a questa obiezione, la Provincia risponde così: «Il Cpi si occupa di segnalare per un  tirocinio i nominativi di potenziali candidati che abbiano dato la loro disponibilità, che abbiano un percorso formativo attinente alla mansione e che non abbiano avuto esperienze precedenti di lavoro significative. Ecco perché alcuni tirocini promossi dal nostro Centro per l’impiego riguardano anche mansioni meno qualificate: vengono coinvolti soprattutto i giovanissimi, con la sola licenza di media inferiore, che hanno bisogno di percorsi di "educazione al lavoro". In questo caso specifico non è richiesto alcun percorso di formazione, e l'azienda è conosciuta dal Cpi come realtà seria e collaborativa».Di certo la revisione dell’annuncio alla luce dei due refusi rende la situazione molto meno grave di quanto non apparisse dall’avviso originario. E le intenzioni del Cpi e dell’azienda sono senz’altro onorevoli: favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di ragazzi con licenza media e privi di qualsiasi formazione pratica, fornendo al tempo stesso un rimborso per le spese. Ma resta il fatto che, ancora oggi, lo strumento stage viene utilizzato lì dove potrebbero essere stipulati contratti più idonei alle reali mansioni dei lavoratori. Il lato positivo della vicenda? Il chiaro segnale che i ragazzi non sono più disposti ad accettare di essere sfruttati. E, computer alla mano, sono pronti a denunciare gli avvisi più scandalosi in cui si imbattono. Aiutando, magari, a individuare refusi come quelli pubblicati dal Cpi di Alba. di Andrea Curiat Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- «Cercasi stagista incline alla subordinazione. L'annuncio shock solleva la rete»- La sedia la portiamo da casa... per protesta! Flash mob a Roma contro gli annunci «indecenti» di stage;- «Stagisti sfruttati, ribellatevi: anche il sindacato sarà al vostro fianco»: la promessa di Ilaria Lani, responsabile Politiche giovanili della Cgil

Stage di un anno pagati dalla Regione, oltre 70 enti locali lombardi ottengono i finanziamenti

Ci sono volute poco meno di due ore al Pirellone per assegnare i 500mila euro della leva civica regionale, un bando finanziato con fondi europei erogati attraverso la presidenza del Consiglio dei ministri e destinato a promuovere progetti di stage negli enti locali lombardi per “giovani” under 35.Lanciata a luglio, l'iniziativa ha visto l'adesione di 73 tra singole cittadine e unioni di comuni che hanno presentato la propria richiesta, impegnandosi ad integrare il contributo erogato dalla regione attingendo dal proprio bilancio per una somma pari ad almeno il 50% di quella ricevuta. Apertosi il 20 luglio, il bando ha esaurito nel giro di poche ore i fondi messi a disposizione. Il comune che ha ricevuto il contributo più alto è quello di Monza, cui sono stati riconosciuti 40mila euro, la somma massima per singolo ente locale, seguito da Milano, che ha ottenuto un finanziamento pari a 38.400 euro. Il territorio della futura area metropolitana, capoluogo compreso, è quello che ha visto l'erogazione della maggior quantità di fondi, per un totale di poco più di 133mila. Da segnalare l'attivismo della bergamasca: 22 piccoli comuni, con l'esclusione del capoluogo, hanno avuto accesso ai bandi per i tirocini nella pubblica amministrazione, con fondi erogati per 100mila euro.La terza provincia per quantità di risorse ottenute è quella di Monza Brianza, cui andranno 82.500 euro. Seguono Como (52.500 euro) e Varese (40mila euro). Decisamente più basse le richieste bresciane, visto che dalla zona orientale della Lombardia sono arrivate istanze per 34.100 euro. Discorso analogo per Mantova (25mila euro) e per i territori di Pavia e Lodi, che hanno presentato richieste per 10mila euro ciascuno. Minimo, invece, l'impatto in provincia di Cremona, dove solo tre comuni hanno scelto di aderire al progetto, presentando richieste per 6.250 euro. Lo stesso vale per Lecco, dove le due amministrazioni interessate ad attivare dei tirocini riceveranno 3.750 euro. Mentre Morbegno, unico paese della provincia di Sondrio che ha aderito alla Leva civica, riceverà per questo un contributo pari a 2.500 euro. Da sottolineare inoltre che la Lombardia ha deciso di non escludere dalla partecipazione al bando i comuni che, nel corso del 2011, hanno sforato il patto di stabilità e che, per questo motivo, non possono assumere nemmeno a tempo determinato. E in effetti due di questi, ovvero Cesano Boscone in provincia di Milano e Tradate nel Varesotto, riceveranno un contributo pari rispettivamente a 17.500 e 5mila euro. E c'è da auspicare che gli stagisti non vengano 'impiegati' al posto di lavoratori che questi due enti non possono assumere. Nel giugno scorso l'assessore regionale allo Sport e ai giovani Luciana Ruffinelli, intervistata dalla Repubblica degli Stagisti, in effetti aveva ammesso la «congiunzione di interessi» confermando che «i comuni hanno bisogno di persone».Ma questa è solamente la prima delle molte ombre che si proiettano sulla Leva civica regionale. Intanto la durata: il decreto legge 138 dell'agosto 2011 ha fissato in 6 mesi il termine massimo di questo tipo di esperienze. La Regione Lombardia, con un regolamento approvato nel novembre dello stesso anno, ha però reso possibile l'attivazione di percorsi di durata annuale, come appunto possono essere quelli finanziati con questo bando. Il quale prevede che, oltre alle attività all'interno degli enti locali, i tirocinanti svolgano delle attività di formazione che però non rappresentano che il 5% dell'intero progetto: 36 ore su 539 in caso di stage della durata di 6 mesi, 72 ore su 1049 per quelli annuali. Il tutto poi senza alcun tipo di garanzia rispetto agli effettivi compiti che saranno assegnati ai ragazzi e alle ragazze, un eufemismo visto che il limite di età per la candidatura è di 35 anni, che prenderanno parte a questi percorsi formativi.La Ruffinelli aveva in effetti paragonato la leva civica ad una forma di «apprendistato della pubblica amministrazione». Dimenticando, forse, che nel settore privato gli apprendisti possono aspirare ad una assunzione, che negli enti locali deve invece passare attraverso un concorso. Ciliegina sulla torta, il fatto che la regione abbia destinato mezzo milione di euro per finanziare stage nella pa senza premurarsi di verificare quanti siano i tirocini attivati ogni anno dagli enti pubblici lombardi. E che, secondo una stima di RdS, sono invece tra i 10 ed i 20mila ogni anno.Resta da definire il numero di progetti che saranno attivati grazie a questi finanziamenti, visto che i comuni sono chiamati ad integrare il contributo con per un importo pari ad almeno il 50 per cento della somma ricevuta. Il che non esclude, ad esempio, che qualche ente locale aumenti il proprio impegno, incidendo così sulla quantità di stagisti che potranno essere inseriti. Quello che è certo l'ammontare massimo del rimborso spese: 300 euro al mese per un semestre o addirittura per un anno, a fronte di un impegno quotidiano paragonabile a quello di un contratto part-time. E senza garanzie rispetto al fatto che si impari qualcosa del funzionamento degli enti locali anziché finire a fare fotocopie.Riccardo SaporitiHai trovato interessante questo articolo? Leggi anche:- Regione Lombardia, mezzo milione di euro per stage di un anno negli enti pubblici- Stage in Lombardia, i punti controversi della bozza del regolamento regionale: niente rimborso spese obbligatorio, di nuovo 12 mesi di durata e apertura alle aziende senza dipendenti- Tutto sulle nuove regole degli stage in Lombardia- La Repubblica degli Stagisti lancia quattro proposte alla Regione Lombardia per regolamentare i tirocini in maniera innovativaE anche:- Stage, nuove norme regionali: sì all'obbligo di rimborso in Toscana e Abruzzo, no in Lombardia- I sindacati rispondono alla Regione Lombardia: «Nella proporzione numerica tra stagisti e dipendenti non si devono contare anche i precari»

Borse di studio, un montepremi complessivo a cinque zeri finanzia formazione e idee

L'università italiana non naviga nell'oro e questo si sa. Ma, anche in tempi di bilanci che si assottigliano un po' per tutti, ci sono comunque associazioni, enti, sindacati e imprese disposte ad allearsi con studenti e laureati per supportare la loro formazione e il loro talento. Guadagnandoci in buona reputazione. Una nuova, buona occasione arriva da Enel. Il suo centro studi, insieme alla Fondazione Crui - più nota per il programma di tirocini attivato con il Ministero degli esteri - ha da poco presentato all'università di Bari un bando per l'assegnazione di venti borse da 15mila euro l'una, 300mila euro totali, a finanziamento di progetti di studio in ambito energetico e tecnologico. Un bel modo di festeggiare il cinquantesimo compleanno della società. Possono farsi avanti tutti i laureati biennali (con meno di 30 anni) e i dottori di ricerca (meno di 37) di uno dei circa cento atenei che aderiscono al circuito Crui, che abbiano in mente studi originali in una delle venti aree indicate nel bando: dalla green university alla redazione dei piani di clima locali; dal nucleare di quarta generazione allo smaltimento dei pannelli fotovoltaici; ma anche sicurezza nei cantieri, CSR, accesso alle fonti di energia. Il percorso, da svolgere all'interno delle proprie università ma volendo anche presso la sede romana del centro studi, dovrà durare non più di dieci mesi, per ciascuno dei quali i vincitori riceveranno 1.500 euro netti. Ingegneria, economia, statistica, scienze ambientali sono, tra quelle ammesse, le lauree più ovvie; ma anche chi ha studiato scienze della comunicazione, giurisprudenza o scienze politiche può presentare un progetto. Inviando la domanda per raccomandata A/R entro il 21 dicembre 2012 (fa fede il timbro postale) al rettorato dell'università di provenienza. Tra gli allegati da presentare c'è anche una lettera di accompagnamento di un docente universitario, futuro tutor del percorso, una lettera motivazionale e l'attestazione di un buon livello di inglese (ma è preferibile dimostrare la conoscenza di due lingue straniere). La prima scrematura delle candidature spetta alle commissioni interne a ciascun ateneo Crui, che entro fine febbraio comunicheranno la rosa dei prescelti alla sede romana della Fondazione: alla commissione nazionale spetta infine la parola finale, attesa per la primavera 2013. La premiazione avverrà invece entro giugno 2012 in una cerimonia pubblica. Scade poi il 4 dicembre il nuovo Fulbright BEST- Business Exchange and Student Training promosso dall'ambasciata degli Stati uniti, che grazie alle donazione di grandi gruppi aziendali permette a una manciata di talentuosi under 35 di passare l'anno accademico 2013-14 in un'università americana impegnati in MBA, master, progetti imprenditoriali in ambito tecnologico o corsi di lingua. Il contributo è di 35mila dollari per studente, a copertura dei costi di iscrizione all'università - molto alti oltreoceano - e delle spese di soggiorno; altri 1500 euro attutiscono i costi del volo A/R e a carico del programma sono anche la copertura sanitaria, le tasse per il visto e l'orientamento pre partenza. Possono partecipare tutti i cittadini italiani (esclusi quanti hanno anche la cittadinanza statunitense), laureati di biennio o di vecchio ordinamento e i dottori di ricerca. Chiaramente un buon punteggio nelle certificazioni Toefl o Ielts è un altro dei requisiti necessari. La domanda va presentata online (dopo essersi registrati al portale) e integrata, sempre con deadline il 4 dicembre, con l'invio della documentazione cartacea alla commissione Fulbright, a Roma. In base a curriculum, referenze, qualità del progetto e conoscenza della lingua verrà stilata una graduatoria di preselezionati, che sosterranno una interview a febbraio. Grosso punto interrogativo è ancora il numero di borse a disposizione, che dipenderà dall'entità delle donazioni; l'edizione passata ne ha bandite 15.Rimanendo in Italia, l'Aigi - Associazione italiana giuristi d'impresa, offre tre borse per l'iscrizione alla sua scuola di formazione, in zona Duomo a Milano: una somma da 5mila euro a copertura totale dei costi e due da 2500 a copertura parziale, per un percorso della durata di 224 ore, da febbraio a luglio 2013,  che forma fino a 35 legali d'azienda ogni edizione. Le borse, che l'associazione dedica alla memoria del suo ex presidente Ezio Corfiati [a fianco, in foto] sono destinate ai migliori under 29 laureati nel 2012 con una tesi in diritto di impresa e un voto non inferiore a 105. «Requisito importante» è poi la buona conoscenza dell'inglese - di cui comunque non viene richiesta certificazione. Per partecipare basta inviare il modulo di domanda via mail all'indirizzo scuolanazionale [at] aigi.it entro il 14 dicembre. Vanno allegati anche il file di tesi, abstract, indice con intestazione, certificato di laurea e certificato storico. A fine gennaio è previsto test scritto e orale per accertare il grado di preparazione dei candidati. Per chi ama capovolgere i paradigmi, in questo caso quello dei vecchi che parlano dei giovani, un'interessante opportunità arriva infine dalla Fondazione società matura. Con il patrocinio della Uil, per la prima volta vengono messe a bando cinque borse da 5mila euro netti l'una per studenti e laureati biennali che - nell'anno europeo della solidarietà tra generazioni - scelgono di parlare (o lo hanno già fatto) di anzianità come risorsa invece che fardello. Sono ammessi i lavori discussi tra gennaio 2011 e marzo 2013 in una qualsiasi facoltà, ad eccezione di quelle dell'area medico-sanitaria. La candidatura deve giungere per raccomandata A/R alla Fondazione entro il 30 novembre (fa fede il timbro) ed entro il 30 maggio dovrà essere integrata con tesi in digitale, abstract, certificato di laurea e attestazione Isee. Per il pronunciamento della commissione bisognerà attendere fine 2013. Annalisa Di PaloPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Addio diritto allo studio? Fondi ministeriali ridotti all'osso- Una startupper sarda negli States: «Qui conta il merito. Ma si può fare anche in Italia»- A rischio i finanziamenti per l'Erasmus? Sì, con tutti quelli del Fondo sociale europeo

Fondazione Crui, sospesi tutti i programmi di stage negli enti pubblici in attesa delle nuove linee guida

Sono spariti tutti. Uno dopo l'altro sono stati sospesi i programmi di tirocinio organizzati dalla Fondazione Crui all'interno della pubblica amministrazione. Sotto accusa c'è la riforma del mercato del lavoro, che ha introdotto l'obbligo di rimborso spese per tutti gli stagisti: una norma che non è ancora operativa, visto che la sua applicazione è demandata a delle linee guida che dovrebbero essere approvate entro gennaio, ma che viene invocata per fermare esperienze consolidate.Il primo progetto ad essere fermato, come la Repubblica degli Stagisti ha raccontato quest'estate, è stato quello legato all'Agenzia del Demanio, sospeso a pochi giorni dall'avvio dei tirocini, quando i giovani selezionati erano pronti ad intraprendere questa esperienza. Un secondo tentativo si è avuto a luglio con i tirocini relativi al secondo bando 2012 del ministero degli Affari esteri, andato a vuoto grazie alle proteste dei 555 giovani selezionati che, oltre ad aver dato vita ad un agguerrito gruppo su Facebook, hanno portato la stampa ad occuparsi del caso e l'onorevole Marianna Madia (Pd) a presentare un'interrogazione parlamentare.Un movimento di opinione che non è però riuscito a fermare il blocco del terzo scaglione di stage, le cui selezioni si sarebbero dovute aprire a settembre. Di questo avviso si sono perse le tracce: «ho effettuato il log-in nel sito del ministero per iniziare le procedure della domanda, ma il bando è scomparso», scrive Guido sul forum RdS, «la home page dice che è stato sospeso ma non da altre spiegazioni e non riesco a reperire notizie da nessuna parte riguardo a questa chiusura».Possibile? «La pubblicazione del prossimo bando Mae–Crui è legata alla messa a punto, come previsto dalla legge 92 di quest’anno, dell’accordo tra governo e regioni sulle linee guida dei tirocini ed alle iniziative che da tale accordo deriveranno». Così si può leggere sul sito della Farnesina, che assicura di essere impegnata a seguire «la questione con la massima attenzione» e garantisce che fornirà «informazioni sugli sviluppi delle iniziative assunte dalle competenti amministrazioni per individuare possibili soluzioni».Anche la Fondazione Crui, sul proprio sito, chiama in causa la riforma del lavoro: «a seguito delle nuove disposizioni emanate dal governo con la legge 92 del 28 giugno 2012 che regolano l’istituto dei tirocini formativi e di orientamento ed in attesa di conoscere le “linee guida” che saranno definite dalla conferenza Stato-regioni, i bandi relativi ai programmi di tirocinio gestiti dalla Fondazione programmati per l’autunno 2012 hanno subito delle modifiche al calendario». Più che di modifiche, si tratta di vere e proprie sospensioni.Oltre a quelli del Mae sono stati infatti fermati gli stage al dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione sociale del ministero per lo Sviluppo economico, dieci percorsi formativi della durata di 4 mesi che si sarebbero dovuti svolgere tra il 26 novembre ed il 26 marzo. Discorso analogo per i tirocini semestrali alla Scuola superiore di economia e finanza, il cui inizio era previsto per il 7 gennaio. Il bando emesso dal dicastero dell'Economia e dalla Ragioneria generale dello Stato, esperienze della durata di quattro mesi prorogabili a sei, è invece stato rinviato a data da definirsi.Ma quali sono le ragioni che hanno portato a questa sospensione? E soprattutto, una volta che saranno state redatte le linee guida, che ne sarà di questi progetti? La Repubblica degli Stagisti ha chiesto chiarimenti alla Fondazione Crui, ma l'ufficio stampa non è stato in grado di fornire risposte.Resta quindi un punto interrogativo sul destino delle esperienze formative all'interno della pubblica amministrazione. Inascoltate le soluzioni proposte dalla RdS relativamente ai tirocini del Mae, ignorata la voce di chi afferma che l'obbligo di garantire una «congrua indennità» senza che questo genere «oneri aggiuntivi per la pubblica amministrazione» non è un controsenso logico, ma richiede una semplice modifica al bilancio interno dei ministeri. Come del resto ribadito dalla Camera dei Deputati con la recente approvazione di un ordine del giorno promosso da Madia. Per il momento si sa solo che la Fondazione Crui ha sospeso i tirocini, generando così anche un danno economico a sé stessa visto che, come documentato dalla Repubblica degli Stagisti, le università pagano una quota per le domande di iscrizione presentate dai propri studenti. Entrate che verrebbero meno se la sospensione degli stage per l'impossibilità da parte della pubblica amministrazione a garantire un rimborso spese diventasse definitiva. Possibile che i vari ministri coinvolti, che pure la riforma del lavoro l'hanno votata in CdM, lascino che i tirocini vengano fermati piuttosto che rivedere le proprie priorità di spesa così da consentire a tanti giovani di effettuare un'esperienza formativa di alto profilo?Riccardo SaporitiHai trovato interessante questo articolo? Leggi anche:- Ministero degli Esteri, 555 stage Mae-Crui bloccati e non si capisce il perché- Mae-Crui sospesi: una pressione per essere esonerati dal (futuro) obbligo di compenso agli stagisti?- Tirocini Crui, anche l'Agenzia del Demanio li sospende per non dover pagare rimborsi agli stagisti- Mae-Crui, parte l'interrogazione parlamentare. E il costituzionalista: «Nessun ostacolo al rimborso»E anche:- Stagisti Mae-Crui, grazie alla Camera il rimborso spese è (un po') più vicino- Mae-Crui, la vergogna degli stage gratuiti presso il ministero degli Esteri: ministro Frattini, davvero non riesce a trovare 3 milioni e mezzo di euro per i rimborsi spese?- Ministero degli Esteri, ancora niente rimborso per i tirocini malgrado i buoni propositi della riforma- Stage, il ddl Fornero punta a introdurre rimborso spese obbligatorio e sanzioni per chi sfrutta- Quanti sono gli stagisti negli enti pubblici? Ministro Brunetta, dia i numeri

Precari, allarme stipendi: troppo bassi anche per i lavoratori subordinati a tempo determinato

Essere occupati a tempo determinato è sempre meno vantaggioso per i dipendenti e sempre più conveniente per i datori di lavoro. Questo il messaggio che arriva dall’ultimo rapporto Isfol. L’istituto di ricerca lancia l’allarme: un lavoratore a tempo determinato guadagna meno rispetto a un collega assunto a tempo indeterminato e ha meno possibilità di vedere aumentare il proprio stipendio nel corso degli anni.È sufficiente dare un’occhiata alle cifre: nel 2011 lo stipendio netto medio mensile di un dipendente a tempo determinato è stato pari a  945 euro, rispetto ai 1.313 di un lavoratore a tempo indeterminato.In rapporto allo scorso anno lo stipendio netto mensile di un lavoratore a tempo determinato è aumentato solo di un euro, mentre il divario rispetto a un chi è assunto a tempo indeterminato risulta in crescita del 27,2%. Ma chi sono i lavoratori a tempo determinato? Si tratta dei cosiddetti subordinati, cioè chi, secondo l’articolo 2094 del codice civile, «si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore». I subordinati vanno distinti dai lavoratori parasubordinati - cioè coloro che lavorano con i cosiddetti contratti di lavoro atipici cioè essenzialmente cococo (contratto di collaborazione coordinata e continuativa) e cocopro (contratti a progetto) - che non hanno un riferimento come il contratto collettivo e spesso sono sottopagati.Tornando ai tempi determinati: nella sua ricerca l'Isfol non cita esplicitamente specifiche sottotipologie di lavoro a termine - come sostituzione maternità, sostituzione malattia e sostituzione ferie e lavoro ottenuto tramite contratto di somministrazione - ma si limita a parlare di lavoratori temporanei. Rilevando che, nonostante godano indubitabilmente di maggiori garanzie, come i salari minimi legati ai contratti collettivi nazionali,sono comunque penalizzati. Rientrano nella categoria soprattutto i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni: 713mila rispetto ai 520mila della fascia 35-44, 333mila di quella 45-54 e 110mila di quella 55-64. I settori in cui si ricorre maggiormente a questa tipologia contrattuale sono il secondario e il terziario, con particolare riferimento alla fascia 15-24 anni: sono 345mila gli occupati nel settore secondario a tempo determinato di età compresa tra i 15 e i 24 anni e 204mila quelli impiegati nel terziario, con la stessa tipologia contrattuale e di uguale fascia d'età. Al contrario, i lavoratori occupati a tempo indeterminato sono principalmente persone di età compresa tra i 35 e i 44 anni, quasi 5 milioni rispetto ai 3.238.000 della fascia 25-34. Questo soprattutto perché l’occupazione a tempo determinato rappresenta la principale modalità di inserimento nel mercato del lavoro.Un altro dato significativo riguarda la scarsa dinamica dei salari per i lavoratori a tempo determinato: al di là dell’età, lo stipendio netto medio mensile di un lavoratore a tempo determinato resta sotto i mille euro, mentre per uno a tempo indeterminato passa dai 900 euro della fascia 15-24 anni ai quasi 1.500 di quella 15-64.A spiegare le ragioni di questo differente andamento è Ilaria Lani, responsabile delle politiche giovanili della Cgil: «Innanzitutto un lavoratore a tempo determinato ha meno possibilità di usufruire di scatti di anzianità, in quanto la scadenza del contratto non ne permette l’applicazione, prevista dai contratti collettivi nazionali. Poi parte dei dipendenti a tempo determinato lavora part time e, inevitabilmente, gli stipendi risultano più bassi». Dalla ricerca emerge che un lavoratore a tempo determinato fa più spesso un part time: come mai? «Forse perché la richiesta di flessibilità estrema porta i datori di lavoro, specialmente in alcuni settori, a imporre contemporaneamente sia il part time che il tempo determinato, causando di frequente  la proliferazione di forme di lavoro nero nascoste dietro al part time, proprio perché il lavoratore a termine è più ricattabile». Non va dimenticato infine, come sottolinea anche l’Isfol, che i lavoratori a termine beneficiano meno dei colleghi assunti a tempo indeterminato di straordinari e altri emolumenti. Secondo la Lani «una spiegazione potrebbe essere che le aziende preferiscono proporre straordinari ai lavoratori fissi perché il tempo determinato può essere utilizzato solo per motivi eccezionali e quindi l'uso indiscriminato degli straordinari potrebbe  avvalorare davanti ad un giudice il profilo di illegittimità». In ogni caso, «il lavoro a tempo determinato continua a essere largamente utilizzato: la flessibilità è conveniente per le aziende in termini retributivi. Dovrebbe essere pagata di più e invece costa sempre meno» chiude Ia responsabile giovani della Cgil. Anche se per completezza bisogna aggiungere che a livello contributivo il contratto temporaneo costa esattamente quanto quello fisso, quindi almeno dal punto di vista degli oneri previdenziali non si può dire che sia un risparmio per i datori di lavoro.La riforma del lavoro, approvata in via definitiva alla Camera lo scorso 27 giugno, interviene, tra le altre cose, anche sui contratti a tempo determinato: una novità importante riguarda la conversione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato nel caso in cui esso prosegua per più di 30 giorni (se il contratto ha durata inferiore a sei mesi) o di 50 giorni (se la durata è maggiore di sei mesi) rispetto alla normale scadenza. Una misura che in parte potrebbe ridurre l’abuso di questa tipologia contrattuale. Peccato che per entrare in vigore necessiti di un decreto attuativo, annunciato ma non ancora realizzato.Chiara Del PrioreLa foto di Ilaria Lani è di Salvatore Contino   Per approfondire questo argomento, leggi anche:- Riforma del lavoro approvata. E adesso che succede?- Interinali, 226mila sono under 30: «Buona flessibilità e diritti» garantisce Assolavoro- In Italia si guadagna troppo poco: per rendere dignitose le retribuzioni dei giovani bisogna passare dal «minimo sindacale» al «salario minimo»

Stagisti Mae-Crui, grazie alla Camera il rimborso spese è (un po') più vicino

Il primo tentativo, a fine luglio, non era andato a buon fine. Al secondo è andata meglio: così la Camera dei deputati porta a casa una piccola vittoria sul fronte dei tirocini Mae-Crui - e, più in generale, sulla prospettiva che presto anche gli stagisti in forza presso gli enti pubblici possano godere di un minimo di rimborso spese. Il Mae-Crui è quel programma di stage, di cui la Repubblica degli Stagisti ha spesso parlato, che si svolgono alla Farnesina e nelle sedi del ministero degli Esteri dislocate in tutto il mondo - ambasciate, consolati, istituti di cultura - coinvolgendo ogni anno quasi 2mila giovani studenti universitari e neolaureati attraverso la mediazione della Fondazione Crui. I Mae-Crui sono assurti all'inizio dell'estate di quest'anno agli onori della cronaca perché uno dei bandi era stato inopinatamente sospeso, suscitando la preoccupazione e la rabbia dei ragazzi in procinto di partire, a causa di un malinteso tra ministero degli Esteri e ministero del Lavoro sull'immediata efficacia di quella parte della riforma Fornero che riguarda gli stage, e che dovrebbe introdurre l'obbligo di erogare una congrua indennità a favore dei tirocinanti. Ad oggi, invece, i maecruini non ricevono un euro: anzi devono sostenere di tasca propria tutte le spese legate allo stage, con l'eventuale trasferimento a Roma o all'estero.Il caso, attraverso la Repubblica degli Stagisti e altri media ma sopratutto attraverso un agguerritissimo gruppo su Facebook, era arrivato fino in Parlamento grazie all'iniziativa della deputata del Partito democratico Marianna Madia, che aveva raccolto intorno a sé altri 13 parlamentari (i compagni di partito Oriano Giovannelli, Marialuisa Gnecchi, Donella Mattesini, Giovanna Melandri, Amalia Schirru, Guglielmo Vaccaro, Lucia Codurelli, la pattuglia radicale composta da Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci ed Elisabetta Zamparutti, più l'esponente di Fli Aldo di Biagio) presentando a metà luglio una interrogazione parlamentare indirizzata al ministro del Lavoro e a quello degli Esteri, e la settimana successiva un ordine del giorno legato alla proposta di legge 9/05312/007. Interrogazione rimasta senza risposta, ordine del giorno subito dichiarato inammissibile. Diversa la sorte dello stesso ordine del giorno a settembre: la settimana scorsa il documento, classificato con il codice AC 5325 e collegato al disegno di legge sull'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012, è stato approvato. Nel testo viene riportato brevemente in premessa il fulcro del problema: «la recente approvazione della riforma del mercato del lavoro, […] in previsione della stesura e approvazione di linee guida concordate tra Ministero del lavoro e conferenza Stato-regioni relativamente ai tirocini formativi, preannuncia l'introduzione di un obbligo a riconoscere a ciascun tirocinante/stagista una congrua indennità [...] in relazione alla prestazione svolta; ma dall'altra, al comma 36, dispone che non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Come garantire, stanti queste premesse, la prosecuzione del programma di tirocini Mae-Crui? Per quantificare di quanti soldi ci sarebbe bisogno, l'ordine del giorno riprende un calcolo effettuato proprio dalla RdS: «la testata giornalistica online Repubblica degli Stagisti ha calcolato che per garantire 500 euro al mese a tutti gli stagisti Mae-Crui in forza presso la Farnesina e altre località europee, e 1000 euro al mese a tutti coloro che vengono assegnati a destinazioni extraeuropee, servirebbero tra i 3 milioni e 500 mila e i 4 milioni di euro».Pochi spiccioli di fronte all'enorme bilancio del ministero degli Esteri: ma in tempi di spending review anche pochi spiccioli sembrano difficili da reperire. L'ordine del giorno, rispetto alla prima versione, contiene però un paragrafo nuovo: un riferimento tecnico che potrebbe essere molto importante per incentivare gli enti pubblici a reperire i fondi per la «congrua indennità» da dare ai propri stagisti una volta che - indicativamente a partire dall'inizio del 2013 - essa sarà stata resa obbligatoria dalle linee-guida che Stato e Regioni dovranno concordare in questi mesi. Il paragrafo si rifà  alla «disciplina dell’istituto dell’assestamento del bilancio dello Stato […] recante la legge di contabilità e finanza pubblica» e in special modo alla «disposizione in materia di flessibilità di bilancio» che prevede «la possibilità di effettuare variazioni compensative, in corso d’anno, tra programmi della stessa missione, ivi comprese le spese predeterminate per legge, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica» e inoltre cita una circolare emanata a maggio di quest'anno dal ministero dell'Economia che ha esplicitamente previsto «che per il biennio 2012-2013 possano essere valutate e accolte in sede di assestamento anche proposte di rimodulazione di risorse tra programmi di missioni diverse».L'ordine del giorno impegna il governo, ovviamente «nel rispetto degli equilibri di finanza», ad «adottare ulteriori iniziative, anche normative, volte a prevedere nell'attivazione dei futuri stage Mae-Crui [...] delle somme anche forfettarie a titolo di rimborso spese e/o indennità, da attingere, a risorse invariate, dagli stanziamenti rimodulabili». «Si tratta di un piccolo passo per rendere lo stage un percorso dignitoso per i giovani, a cominciare dal settore pubblico» commenta Marianna Madia alla Repubblica degli Stagisti: «Un modo concreto di far vivere ciò che di buono c'è nella riforma del mercato del lavoro, che almeno in principio introduce dei miglioramenti nella materia stage. Ora occorre vigilare per l'attuazione della volontà del Parlamento».Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Ministero degli Esteri, 555 stage Mae-Crui bloccati e non si capisce il perché- Mae-Crui, il ministero degli Esteri avrebbe già i fondi per l'indennità agli stagisti: ecco dove- Tirocini Mae-Crui, la Crui non vuole rischiare che siano cancellati: forse perchè ci guadagna?E anche:- Mae-Crui, la vergogna degli stage gratuiti presso il ministero degli Esteri: ministro Frattini, davvero non riesce a trovare 3 milioni e mezzo di euro per i rimborsi spese?

I giovani sono i più colpiti dalla crisi, il Cnel: «Sempre più difficile trovare il lavoro per cui si è studiato»

Oltre un milione di lavoratori under 34 in meno rispetto al 2008: è solo uno dei risultati - forse il più esemplificativo - della crisi in atto, dell'ultimo Rapporto sul mercato del lavoro elaborato dal Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Un esercito di giovani e meno giovani messi ai margini e «solo parzialmente compensato» dice la relazione «dalla crescita dell'occupazione tra i 35 e i 74 anni» come conseguenza del processo di invecchiamento della popolazione. Le stime prevedono infatti che nel 2020 i 57- 66enni arriveranno a rappresentare il 47% della popolazione occupata totale, «a tutto svantaggio delle nuove generazioni». Con un ulteriore paradosso: il tasso di disoccupazione generale è cresciuto solo in forma contenuta nel 2011, ma questo per effetto della contrazione della domanda (ovvero delle imprese che assumono). Senza considerare che a detta del Cnel il mercato del lavoro non ha ancora risentito della nuova recessione. Ad aggravare il quadro generale è poi la composizione dello stock di disoccupati, costituito per quasi un terzo da persone tra i 25 e i 34 anni che – insieme al 22,9% di 15-24enni – formano la maggioranza degli individui in cerca di occupazione. Altra nota dolente: l'incremento della disoccupazione riguarda soprattutto i laureati, passati in un anno dal 5 al 6,8% (per i 25-34enni la percentuale sale dal 10,5 al 13,6%). «I giovani non hanno la possibilità di mettere a frutto le conoscenze acquisite nell’iter formativo» si legge nel rapporto: «Il mancato impiego delle competenze conseguite annulla il rendimento dell’investimento pubblico in istruzione, generando una perdita netta per il paese». A preoccupare è ancora un'altra rilevazione: stavolta sulla durata media della disoccupazione, salita per la prima volta dal 2007 oltre i 20 mesi. Per chi è alla prima esperienza, quindi per i giovani, il periodo di inattività può aumentare anche fino a 25 mesi. lnoltre il sottoinquadramento e il fenomeno dell'overeducation dilagano. Rispetto al 2008 i laureati italiani hanno infatti maggiore probabilità di ritrovarsi a svolgere una mansione non corrispondente alle competenze acquisite. Cresce anche il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, divario molto presente nel nostro paese, con tassi di disoccupazione decisamente superiori alla media per i laureati del gruppo geo-biologico, letterario, giuridico e psicologico (tutti intorno al 25% contro una media generale del 18%). «Ne emerge la necessità di migliorare la corrispondenza tra i titoli di studio richiesti dal mondo produttivo e quelli in possesso delle persone attive sul mercato del lavoro», è l'analisi del Cnel, che individua in questa caratteristica del mercato italiano una delle cause della fuga dei cervelli. La sottoutilizzazione del capitale umano si conferma poi anche per le donne, vittime in Italia di un grave ritardo nel processo di femminilizzazione del mercato del lavoro: l'aumento della forza lavoro al femminile – prevede il Cnel – si protrarrà ancora a lungo portando a processi di cambiamento nelle abitudini di consumo e nel welfare. E ancora, anche per loro è l'overeducation a far sì che tra il 2004 e il 2011 siano cresciute solo le occupate nei settori di medio o basso livello di competenze, «a scapito delle figure a elevata specializzazione». Eppure c'è un dato che fa riflettere: si registra per il 2011 una maggiore «partecipazione al mercato del lavoro» con parallelo consolidamento del fenomeno del 'lavoratore aggiunto', cioè di chi si vede costretto a cercare lavoro a causa del peggioramento delle condizioni di reddito familiari: si tratta quindi soprattutto di donne (11mila unità in più), che spesso per necessità entrano a far parte del mercaro del lavoro. Ma aumentano anche i 'lavoratori aggiunti' immigrati, residenti del Sud e laureati (il 17,6% di chi chiede lavoro). Italia maglia nera poi per il fenomeno Neet (Not in employment, education or training): oltre due milioni di giovani, di cui un quarto è tra i 25 e i 29 anni, contro una media europea - nella stessa fascia di età - del 15,6%.Prova ad aprire uno spiraglio il ministro del Lavoro Elsa Fornero, intervenuta alla conferenza di presentazione del rapporto. «La riforma del lavoro ha il duplice obiettivo di rendere più inclusivo e dinamico il mercato e di modellarlo nel senso di includere donne, giovani e anziani» ha rassicurato, definendo la precedente situazione «un mercato dalle fattezze inaccettabili». Spiegando le misure adottate Fornero ha espresso il «rifiuto della logica 'vai via tu e entra un altro', logica per troppo tempo incoraggiata». La flessibilità in entrata e in uscita per contenere la precarietà e rendere più conveniente il contratto a tempo indeterminato, obiettivi a cui punta la nuova normativa, serviranno a «rendere più dinamico il mercato, con tasso di disoccupazione più basso e transizione scuola lavoro meno lunga, e a ridurre i tempi tra disoccupazione e nuova occupazione». Interrompere il nuovo ciclo di recessione che ha colpito l'Italia «e di cui al momento non si vede il termine» diventa quindi la priorità assoluta. Cosa aspettarsi allora? Di fronte ai dati che mettono in guardia su un'ulteriore contrazione della domanda di lavoro sono diverse le soluzioni che gli studiosi del Cnel suggeriscono: tra queste il sostegno alla competitività delle imprese per la creazione di nuovi posti di lavoro, l'indennità per giovani disoccupati, il potenziamento dei servizi per l’impiego, una formazione pertinente ed in funzione del mercato del lavoro, informazioni attendibili e tempestive sul mercato del lavoro giovanile. Tutte idee che andrebbero messe su un tavolo da subito, perché il ritardo è già molto marcato.Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Cresce la disoccupazione giovanile europea. Scarpetta, dirigente Ocse: «necessari più sussidi per i precari»- Tre milioni di giovani esclusi o sottoinquadrati: Monti, questa è la vera sfida da vincere- Disoccupazione giovanile, la vera emergenza nazionale: l'SOS di Italia Futura e le interviste a Irene Tinagli e Marco Simoni- In Italia un giovane su tre è senza lavoro. Ma è davvero così?

Autunno, è tempo di start-up: finanziamenti e bandi da cogliere al volo

Un’idea che frulla per la testa e la volontà di provare a metterla in pratica? Ecco alcune occasioni da cogliere al volo per ottenere un finanziamento e/o un servizio di tutoraggio nelle prime fasi di start-up. Ogni mese sono diverse le opportunità offerte da regioni, Unione Europea, camere di commercio, fondazioni ed enti privati per fare il primo passo. La Repubblica degli Stagisti ne ha selezionate alcuni, ma attenzione alle date di scadenza per la presentazione delle domande!Il concorso OpenApp Lombardia è un’iniziativa dell’Agenda digitale lombarda, agenzia nata per indirizzare e sostenere la crescita dell’innovazione tecnologica sul territorio. Saranno premiate le prime dieci proposte di applicazioni web o per dispositivi mobili, basate sull’utilizzo di dati pubblici messi a disposizione dalla Regione Lombardia sul sito e da altri soggetti pubblici e privati. Il concorso è aperto ai giovani tra i 18 e i 35 anni. Le proposte (massimo tre per ciascun partecipante) possono essere inviate fino alle ore 12 di venerdì 28 settembre: l'invio deve essere effettuato compilando un form online, previa iscrizione gratuita. Alle dieci idee presenti in graduatoria che avranno ottenuto il punteggio migliore verranno assegnati premi in denaro da  14mila euro per il primo premio a mille euro per il decimo classificato. Chi desiderasse ulteriori informazioni  può scrivere a: adl [chiocciola] regione.lombardia.it.Sempre di premi alla creatività digitale si parla con l’iniziativa della Regione Piemonte che intende premiare i progetti ideati da giovani under 35 che abbiano già avviato un’attività nel settore. Beneficiari dell’intervento sono le micro imprese piemontesi o i liberi professionisti  che al momento della presentazione della domanda abbiano avviato la propria attività da almeno 6 mesi e siano costituite in modo maggioritario da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Anche per questo bando la scadenza è fissata per venerdì 28 settembre e la dotazione finanziaria disponibile è pari a due milioni di euro. Per chi invece ha un progetto ma non ha ancora pensato a come realizzarlo concretamente, l’acceleratore di imprese di Telecom Italia - Working Capital, che investe nelle start-up italiane del settore digital, internet e green inclusi - mette a disposizione venti grant d’impresa da 25mila euro per progetti della durata di dodici mesi. Per partecipare  è necessario registrarsi al sito, scaricare il kit per proporre l’idea e poi caricare il progetto dettagliato entro domenica 30 settembre. Per qualsiasi dubbio o ulteriore chiarimento è possibile utilizzare l’account Twitter @workingcapital, oppure inviare una mail all'indirizzo info.workingcapital [chiocciola] telecomitalia.it. E manca meno di una settimana - scadenza martedì 25 settembre - alla chiusura di Start Cup Milano Lombardia che premia le nuove proposte in tre categorie: ICT/Tecnologie industriali e servizi, Clean technologies & agroalimentare, Scienze della vita (biotech, dispositivi biomedicali, farmaceutica). Sei vincitori, due per categoria, si spartiranno un primo premio di 10mila euro e un secondo di 2mila. I migliori progetti parteciperanno anche al Premio nazionale dell'innovazione che si terrà a Bari a fine novembre. Sono previsti inoltre premi speciali da 5mila e 4mila euro, offerti rispettivamente dalle Camere di commercio di Milano e di Lecco alla migliore idea imprenditoriale della città. Un autunno ricco di progetti per i più giovani che hanno voglia di scendere in pista, a giudicare anche dal pacchetto di misure che il governo ha promesso di tradurre in legge entro breve: nelle intenzioni del ministro Passera, insomma, le start-up dovrebbero diventare il canale principale per l’innovazione e la crescita.Lorenza MargheritaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- «L'Italia riparta dalle start-up»: ecco il piano del ministro Passera- Startupper, nuova rubrica della Repubblica degli Stagisti dedicata ai giovani che creano impresa- Imprenditoria giovanile, ecco chi la sostiene

Superstage calabresi, la storia infinita: ancora 1 milione e 800mila euro per trasformarli in cococo

Nuova pagina per il programma superstage della Calabria. Quando la Repubblica degli Stagisti ha sollevato, nel lontano gennaio del 2009, la questione dell'anomalo programma di tirocini istituito dalla Regione Calabria, poi sfociata in varie interrogazioni parlamentari del giuslavorista e senatore Pietro Ichino, sarebbe stato difficile immaginare che si sarebbe arrivati al settembre 2012 con i (non più!) giovani stagisti ancora alle prese con il programma della Regione. Ebbene sì: dopo tre anni e mezzo la vicenda non può ancora dirsi chiusa. Perchè è appena arrivato un nuovo stanziamento da parte della Regione per consentire il proseguimento del progetto per i 340 ragazzi ancora coinvolti. Non più con tirocini formativi, ma con contratti di collaborazione dalla remunerazione simile (intorno ai mille euro lordi al mese). Cambia la forma, resta il problema: i cococo non potranno comunque sfociare in un altro tipo di contratto. E nel frattempo 340 giovani con curriculum brillanti sono di fatto impiegati come dipendenti subordinati negli enti locali calabresi, in attesa dell'ennesima proroga.La nuova puntata della "telenovela" è emersa con la richiesta del Comune di Cosenza, che ha sollecitato la Regione a prolungare ulteriormente il programma ex-stage - la cui durata era già stata aumentata di 12 mesi alla prima scadenza, nell’agosto 2011. La sollecitazione è stata prontamente recepita dalla Regione che con i soldi risparmiati grazie alla spending review ha indirizzato nuovi finanziamenti agli enti locali (e non solo al Comune di Cosenza) interessati a concedere una proroga ai propri stagisti: un nuovo stanziamento di un milione e 800mila euro.Il consigliere comunale Marco Ambrogio, che ha sollevato la questione nella riunione consiliare del Comune di Cosenza, giura alla Repubblica degli Stagisti che non vi è ombra di assistenzialismo: «I ragazzi coinvolti nel programma della Regione sono usciti dall’università con 110 e lode e percepiscono uno stipendio di tutto rispetto, pari a 10mila euro lordi l’anno. Sono brillanti e non avrebbero difficoltà a vincere un concorso per essere assunti definitivamente. La proroga al programma, quindi, va letta in quest’ottica. Non è assolutamente una forma di assistenzialismo, tutto il contrario». Il consigliere suggerisce inoltre che «in futuro si potrebbe pensare di inserire, tra i criteri di valutazione di un eventuale concorso pubblico, anche il fatto di aver partecipato al programma della regione come criterio di merito».Dalla Regione specificano che gli ex-superstage sarebbero stati convertiti in contratti a tempo determinato già da un anno. «Lo stage si è svolto nel periodo dal 20 ottobre 2008 al 20 ottobre 2010, senza alcuna interruzione» assicura alla Repubblica degli Stagisti il portavoce del presidente del consiglio regionale calabrese: «Successivamente a far data dal settembre 2011 gli ex stagisti hanno sottoscritto con enti pubblici calabresi contratti di lavoro a tempo determinato o contratti di collaborazione a termine per la durata di almeno dodici mesi. A seguito dell’approvazione della legge regionale n. 36 del 10 agosto 2012 verranno sottoscritti, tra i predetti enti e gli ex stagisti, contratti a tempo determinato di durata di almeno sei mesi». Ma il portavoce sostiene di non essere in grado di fornire ulteriori dettagli circa la natura dei contratti e la remunerazione dei ragazzi coinvolti, perchè la Regione non ha più alcun legame con la gestione pratica del progetto. Il consiglio si sarebbe limitato a stanziare il finanziamento, per poi lasciare tutto nelle mani degli enti locali.Le affermazioni della Regione trovano conferma nelle notizie che giungono dai comuni: da Crotone assicurano che ci sono 9 giovani tuttora impiegati negli uffici con contratti di collaborazione continuativa e coordinata. A Catanzaro, nella "task force anti-evasione", lavorano 12 ex superstagisti con contratti di collaborazione retribuiti quasi interamente dalla Regione (fatta eccezione per un bonus variabile attribuito sulla base dei risultati) con uno stipendio annuo lordo di circa 12-13mila euro.Il presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, spiega così la decisione di prorogare i finanziamenti del progetto ex-superstage: «Vogliamo offrire un’opportunità a giovani brillanti che vogliono lavorare nella Regione Calabria e che, nonostante la difficile congiuntura economica, non si arrendono all’idea di allontanarsi dalla propria terra. Gli interventi adottati non costituiscono una soluzione definitiva; la Regione Calabria ha inteso erogare un contributo in favore di enti pubblici disponibili a sottoscrivere contratti di lavoro a tempo determinato con gli ex stagisti e non già a proseguire con questi ultimi attività di formazione e di stage. Tale soluzione rappresenta un’occasione per restare ancora un anno in Calabria nella speranza che nel frattempo l’esperienza acquisita permetta agli ex stagisti un inserimento occupazionale definitivo senza dover lasciare il territorio calabrese impoverendolo di un importante capitale umano».All’epoca della loro istituzione, i tirocini furono ribattezzati “superstage” perchè sin dall’inizio presentavano una durata anomala: 24 mesi, ben al di sopra del limite di legge di 12 mesi consentito dalla legge per gli stagisti non portatori di handicap. Uno strappo alla regola già di per sè straordinario anche visto il target del programma costituito da laureati a pieni voti entro i 37 anni di età, residenti nella regione Calabria, da inviare a lavorare – pardon, a “formarsi” – presso gli enti pubblici e i soggetti istituzionali locali.Il controsenso di un tirocinio formativo lungo due anni e destinato anche ad attempati ultratrentenni era diventato evidente anche al consiglio regionale, che a un certo punto aveva ribattezzato l'iniziativa “programma voucher” dismettendo il nome “stage” per placare le polemiche sugli aspetti più controversi. Un cambiamento solo formale, ovviamente non in grado di modificare la sostanza del programma. Nel 2010, in concomitanza con le elezioni regionali, era stata ventilata l’ipotesi di mettere un punto fermo ai tirocini e istituire un canale preferenziale per l’assunzione dei ragazzi con contratti a tempo indeterminato: impossibile fare a meno di un concorso pubblico, ma si era ipotizzato di attribuire punti in più ai tirocinanti per favorirli nella competizione. In realtà nell’autunno del 2010, scaduti i 24 mesi di stage, e dopo un periodo di stallo, ogni ipotesi di assunzione diretta o indiretta era caduta e il consiglio aveva optato per una proroga di altri 12 mesi, per non lasciare ancora casa i tirocinanti. Nel frattempo il senatore Ichino, uno dei pochi a seguire da vicino la vicenda, sollevava interrogazioni parlamentari  a raffica per chiarire l'anomala (e illegale) questione degli stage infiniti. Senza purtroppo mai ricevere risposte dal ministero del Lavoro.Oggi il problema si ripresenta, anche se non si parla più di stage ma di cococo. Il consigliere comunale Ambrogio torna a prospettare concorsi pubblici con punteggi bonus per gli ex stagisti, mentre dalla Regione si smentisce ogni intenzione di assistenzialismo e anzi presenta il programma come un piece de resistance contro l’emigrazione di ritorno. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole rispetto al 2011, al 2010, al 2009.di Andrea CuriatPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Superstage calabresi, in arrivo un emendamento-traghetto verso l'assunzione- Superstagisti calabresi assunti? Una bella notizia solo in apparenzaE anche:- Consiglio regionale calabrese, la lettera aperta di una superstagista al presidente Bova: non siamo altro che manovalanza per enti assetati di personale- Superstage calabresi, ancora nessuna risposta all'interrogazione parlamentare. Pietro Ichino: il governo non sa che pesci pigliare- Superstage calabresi, l'interrogazione parlamentare di Ichino- Serena Carbone: una proposta al consiglio regionale per valorizzare davvero noi superstagisti- Francesco Luppino, l'ingegnere stagista- Francesco Bonsinetto, dalla cattedra allo stage- Michele Tiraboschi e Michel Martone sui superstage calabresi: «Per i giovani sono un boomerang»- In Calabria il consiglio regionale attiva i «superstage»