Categoria: Notizie

Dopo un anno di stop riparte il servizio civile: ma i posti sono solo 15mila

Finalmente è uscito il bando del servizio civile. La pubblicazione arriva dopo l’annus horribilis del 2012 in cui il bando non era stato emanato a causa dei tagli ai fondi. La Repubblica degli Stagisti aveva denunciato la soppressione ed era partita un’interrogazione parlamentare dei deputati Pd Alessia Mosca e Guglielmo Vaccaro, ma a nulla erano valse le proteste: i fondi non c'erano e per il 2012 non c'è stato verso di ripristinare, nemmeno in extremis, il bando ordinario. Tutte le aspettative si sono dunque concentrate sul  bando 2013, la cui uscita era stata inizialmente promessa per la scorsa primavera, poi per settembre. Invece si è dovuto attendere il 4 ottobre per vederlo pubblicato: gli aspiranti candidati hanno tempo fino alle ore 14 di lunedì 4 novembre per fare domanda di partecipazione ai progetti disponibili in Italia e all’estero. Ma si dovranno contendere un numero di posti davvero ridotto rispetto agli altri anni: poco più di 15mila. Le condizioni e le modalità di accesso alla selezione sono identiche a quelle degli anni precedenti. Il bando è rivolto ai cittadini italiani con un’età compresa tra i 18 e i 28 anni, mentre sono esclusi coloro che fanno parte dei corpi militari o di polizia, hanno riportato condanne penali, hanno già prestato il servizio civile o che vi hanno rinunciato prima della scadenza senza motivo giustificato. Inoltre i partecipanti non devono aver avuto un rapporto di lavoro con l’ente prescelto per più di tre mesi, nell’anno precedente alla richiesta.Le domande vanno compilate secondo il modello contenuto nell’allegato 2 e la scheda dell’allegato 3 del bando nazionale, senza dimenticare di inviare i titoli e una fotocopia di un documento d’identità valido; a questo punto la documentazione potrà essere indirizzata alla sede dell’ente attraverso la posta elettronica certificata (Pec) in formato pdf, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno oppure a mano. L’ente avvierà in seguito le procedure selettive al fine di stilare le graduatorie finali, che dovranno essere trasmesse al Dipartimento, via internet o via Pec, entro e non oltre il 31 marzo 2014, pena la mancata attivazione del progetto.I candidati sono tenuti a presentare una sola domanda per un solo progetto di servizio civile, da scegliere tra quelli inseriti nel bando nazionale e quelli presenti nei diversi bandi delle regioni e delle province autonome. Per avere informazioni più dettagliate in questo senso è saggio controllare il contenuto dei singoli bandi nonché i siti degli enti promotori.I criteri per orientarsi nella scelta possono essere di vario tipo, certamente uno di questi è il numero di opportunità: ad esempio, come si legge nell’elenco dell’allegato 1 del bando nazionale, l’Arci offre 106 progetti e cerca 937 volontari, l’Anpas propone 21 progetti e recluta 600 volontari, mentre all’estero spicca Focsiv-Volontari nel mondo, alla ricerca di 233 persone per 11 progetti.Invariati restano l’assegno mensile di 433,80 euro per i volontari in Italia così come il contributo aggiuntivo di 15 euro giornalieri per i volontari all’estero, che godono anche di un ulteriore concorso sia per le spese di vitto e alloggio sia per quelle dei viaggi di andata e ritorno.Se da una parte dunque il servizio civile ha ripreso la sua ordinaria attività, dall’altra è necessario correggere alcuni aspetti problematici e ottimizzare il potenziale di un’iniziativa così preziosa per i giovani. A partire dall’aumento del numero di posti disponibili, molto modesto in questa edizione, «uno tra i più bassi degli ultimi anni» come conferma alla Repubblica degli Stagisti Raffaele De Cicco, coordinatore dell’Ufficio per il Servizio civile nazionale: si tratta di un contingente complessivo di poco più di 15mila persone, sommando i 14.700 volontari da impegnare nei progetti nazionali e i 450 volontari destinati all’estero.Volontari che anche quest'anno saranno però esclusivamente cittadini italiani. Uno degli obiettivi per il 2014 è quello di risolvere proprio la questione del requisito tassativo della cittadinanza italiana, che esclude i cittadini comunitari ed extracomunitari regolarmente soggiornanti. «Un’odiosa ed intollerabile discriminazione» si legge nell’interrogazione parlamentare del Pd dello scorso 22 ottobre rivolta dai deputati Guerini, Laforgia, Pastorino e dal senatore Scanu al Presidente del consiglio richiedendo un celere intervento.In realtà il tema era già stato affrontato il 17 luglio scorso, durante l’incontro tra la Consulta nazionale del servizio civile e il ministro per l'integrazione Cécile Kyenge, a cui è passato il testimone della delega alle politiche giovanili dopo le dimissioni di Josefa Idem. De Cicco, presente a quell’incontro, ribadisce che si sta lavorando in questo senso, con un impegno più ampio, non limitato al servizio civile, e che chiama in causa la legge sulla cittadinanza: «Se non si modifica la normativa attuale non è possibile che i ragazzi non cittadini italiani possano partecipare al servizio civile nazionale. La sfida del ministro è quella di porre a sistema questa questione nell’ambito di un quadro più generale, quello della cittadinanza e del modello culturale per cui gli immigrati devono essere visti come una risorsa e non come un problema».Una sfida che si affianca a quella del recupero dei fondi, indispensabile per aumentare il numero dei posti. Per il 2013 il finanziamento ha potuto contare su un budget finale superiore ai 70 milioni, non senza passare attraverso un percorso piuttosto spinoso, conclusosi con l’approvazione a fine luglio in Senato dell’emendamento al decreto legge 76: l’emendamento ha stabilito l’incremento del fondo nazionale di 1 milione e mezzo di euro per l'anno 2013 e di 10 milioni di euro per il 2014. Per il 2014 inoltre la nuova legge di stabilità ha messo in cantiere 105 milioni: questi, se si accerta che i 10 milioni del decreto legge sono aggiuntivi, determinerebbero un bilancio totale di 115 milioni. Per la prima volta dal 2007/2008 dunque la legge di stabilità inverte la tendenza e gli stanziamenti registrano un’ascesa. Tuttavia in entrambe le occasioni è stata denunciata l’insufficienza di queste cifre. Ad agosto Sel ha proposto un altro emendamento, a firma del deputato Giulio Marcon, poi bocciato, per aumentare i fondi a 15 milioni per il 2013 e a 50 milioni per il 2014. Invece in merito alla recente finanziaria i soggetti rappresentati dalla Cnesc, la Conferenza nazionale enti per il servizio civile, hanno apprezzato la legge, trovando però l’inganno, dal momento che «i circa 73 milioni di euro previsti per ciascuno dei due anni successivi sono assolutamente inadeguati».Senza dubbio per migliorare la situazione le risorse stanziate devono essere integrate ulteriormente. E in questo senso Garanzia per i giovani è stato individuato come uno dei percorsi aggiuntivi; in generale il rapporto con gli altri paesi europei potrebbe rivelarsi una strada che porta lontano. Tanto che il prossimo 5 e 6 novembre De Cicco incontrerà a Bruxelles alcune associazioni di Francia, Belgio, Germania e Lussemburgo, per iniziare a parlare dell’idea di un servizio civile europeo volontario perché «va ridisegnato un servizio civile che deve uscire modificato dalla crisi senza perdere la sua matrice originaria». Un’idea che potrebbe essere messa sul tavolo del semestre europeo del prossimo anno e formalizzata con protocolli d’intesa tra i paesi che hanno il servizio civile volontario, istituzionalizzando gli scambi, con l’obbligo della reciprocità. Un progetto in nuce che si affianca ad altri obiettivi urgenti e ben precisi. Il servizio civile 2013 è appena partito ma ci sono già abbastanza argomenti per cominciare a pensare sin da adesso alla prossima tornata.Marta LatiniPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Servizio civile: il bando slitta a settembre e il numero di posti sarà il più basso di sempre- Servizio civile, dalla legge di stabilità nessun aiuto- 20mila posti per il servizio civile, aperto il nuovo bando. Ma Giovanardi chiede alle Regioni un cofinanziamento: «La coperta è sempre più corta»

Farsi le ossa nella cooperazione internazionale, la World Bank apre le porte a 200 stagisti

Per chi cerca un'esperienza di formazione nella cooperazione internazionale l'occasione è d'oro: ci sono ancora pochi giorni, fino a giovedì 31 ottobre, per candidarsi a una delle circa 200 posizioni di stage con ricco rimborso spese aperte dalla Banca Mondiale, l'organizzazione che dal 1944 - anno della sua fondazione - affianca i Paesi in via di sviluppo nella lotta alla povertà e alla fame. La durata è di minimo quattro settimane fino a un massimo di quattro mesi. Ogni anno vengono organizzate due tornate di internship. Per la prima, quella estiva, che si svolge tra giugno e settembre, ci si candida dal primo dicembre alla fine di gennaio; mentre per quella invernale (dicembre-marzo) le selezioni sono aperte dal primo settembre alla fine di ottobre. Dunque chi si candida ora entra in lizza per le partenze di giugno 2014. La sede centrale, e quindi la più probabile meta di destinazione, è Washington Dc, ma è specificato sul sito che alcuni stage saranno attivati presso le filiali dell'istituzione che sono sparse in tutto il mondo - una anche a Roma. Talvolta si aprono posizioni anche a Parigi, Bruxelles, Londra o Marsiglia (questo il link per conoscere i posti liberi). La distribuzione degli stagisti dipende però dalle necessità dell'organizzazione, così come il numero dei selezionati. Come è scritto sulla sezione online dedicata al programma, la World Bank «riceve ogni anno in media circa 5mila candidature per la sessione estiva e 2-3mila per quella invernale. Lo stage viene offerto a circa 150-200 di loro, a seconda delle esigenze dei manager e della disponibilità di budget». Sono infatti i capi dei vari dipartimento «a dover fornire ogni anno i dati sui posti disponibili. Entro la fine di marzo per gli stage estivi, entro la metà di novembre per quelli invernali». Quanto all'emolumento versato ai trainee, il regolamento non dà dettagli - così come in verità per molti altri aspetti degli stage. La norma è che ciascuno prende un «salario in base al monte ore accumulato». Come spiega alla Repubblica degli Stagisti Roberto Ramorosino delle settore Risorse umane della World Bank «il rimborso è in media di circa 2mila dollari al mese» [circa 1450 euro, ndr], più la copertura delle spese di viaggio. Un trattamento economico niente male, anche se le possibilità di futuro impiego non sono molte. «Non c'è collegamento tra internship e ulteriori opportunità all'interno dell'organizzazione» conferma infatti Ramorosino, chiarendo però anche che «il fatto di familiarizzare con la struttura e le sue problematiche può contribuire a creare presupposti per nuovi sbocchi attraverso altri programmi, consulenze o posizioni di staff». Per i requisiti di accesso è specificato che bisogna avere almeno una laurea triennale ed essere ancora iscritti all'università per la specialistica, oppure frequentare un master o studiare per un Phd. Generalmente i prescelti sono laureati inseriti in programmi di specializzazione. È inoltre richiesta la conoscenza fluente dell'inglese, mentre sono considerati requisiti aggiuntivi - ma non imprescindibili - una seconda lingua (francese, spagnolo, russo, arabo, portoghese o cinese), competenze informatiche e precedenti esperienze lavorative. Vastissimo il campo delle materie in cui si cercano candidati: economia, finanza, sanità, formazione, educazione, scienze alimentari. E ancora scienze sociali come antropologia e sociologia, oppure agricoltura, ambiente e ambiti connessi. È possibile inviare la domanda solo tramite il formulario online qui (in inglese). Importante è compilare tutto entro massimo due ore, pena la scadenza dell'iscrizione e la cancellazione di quanto inserito (qui i consigli pratici per l'application). Per farlo è necessario registrarsi e ottenere una password, che si potrà utilizzare in seguito per verificare lo status della propria candidatura e quindi avere notizie circa l'ammissione o meno al programma. In caso di inserimento nella shortlist, i candidati potranno essere contattati per un'intervista telefonica. Da segnalare che esiste anche un canale speciale - e molto selettivo - per gli italiani sotto i 30 anni (33 per chi è laureato in Medicina), che abbiano ottenuto almeno una laurea breve e conoscano l'inglese. Si chiama Jpo, junior professional officers, ed è pensato, si legge sul sito, «per compiere un’esperienza formativa e professionale nelle attività di cooperazione promosse dagli organismi internazionali per un periodo di due anni», con il finanziamento del ministero degli Esteri italiano. Il settore di lavoro è sempre la cooperazione allo sviluppo e i profili richiesti spaziano dai giuristi agli esperti in materia di alimentazione, ambiente, economia dello sviluppo, diritti umani. Anche per questo programma, le candidature (scaricabili dal sito e da inviare via posta insieme al certificato di laurea non tradotto, ma in italiano) sono aperte fino al 31 ottobre. Per i preselezionati vengono fissati colloqui conoscitivi a Roma tra giugno e luglio. Le partenze sono tra ottobre e dicembre di ogni anno, e ogni comunicazione ai candidati avviene per email, anche in caso di esclusione.La Banca Mondiale impiega circa 10mila persone provenienti da 170 Paesi diversi, che si occupano, recita l'homepage della sezione Jobs, «di rendere il mondo un posto migliore, riducendo la povertà, promuovendo l'educazione e migliorando la salute dei cittadini dei Paesi in via di sviluppo». Per i finalisti si prospetta insomma uno stage di quelli che segnano il background lavorativo.  Ilaria MariottiPer saperne di più si questo argomento, leggi anche: - Da Longarone al Ghana passando per il Mae-Crui a New York: la testimonianza di Paolo Dalla Stella, ex stagista UNV- Tirocini UNV e programma Fellowship, due opportunità formative ben pagate nel mondo della cooperazione internazionale- UNV Internship Programme: trenta tirocini in Paesi in via di sviluppo finanziati dal ministero degli Esteri- Tirocini estivi alla Banca Mondiale, 200 posti per Washington

Tirocini in Europa, più di 300 opportunità col programma Leonardo

Turismo sostenibile ma anche architettura, marketing e commercio. Per chi fosse interessato ad un'esperienza all'estero, ecco in scadenza bandi per ben 316 tirocini nell'ambito del progetto Leonardo.Quello per il quale la scadenza è più imminente è “Step towards a european profession”: c'è tempo solo fino a venerdì 18 ottobre per candidarsi per uno degli 81 tirocini previsti dalla settima edizione di questo bando promosso da Apic (Associazione programmi iniziative comunitarie) e riservato a giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni che si siano laureati o abbiano conseguito un diploma entro il 9 novembre 2013, data nella quale si svolgeranno i colloqui per le selezioni a Padova. In altre parole, non può inviare l'application chi è iscritto all'università.Germania, Regno Unito e Spagna sono i Paesi che ospiteranno i progetti, della durata di 13 settimane ciascuno, attivati in settori come il commercio, il marketing, le risorse umane, l'architettura, l'informatica ed il turismo. A ciascun tirocinante verrà riconosciuta una borsa che coprirà le spese di viaggio, di vitto e alloggio, oltre che di trasporto locale. Anche se queste ultime «dovranno essere anticipate dai singoli stagisti e saranno poi rimborsate a fronte della presentazione di ricevute», spiega alla Repubblica degli Stagisti Andrea Zanovello, responsabile dell'accoglienza per conto di Apic.Nella borsa è compreso anche il soggiorno a Padova per la partecipazione ad un corso di formazione che si terrà all'inizio di dicembre. «Questi incontri si concentreranno sugli aspetti linguistici, ma prevedono anche una parte dedicata alle basi culturali», così da approfondire i costumi del Paese ospitante. I progetti prenderanno il via tra gennaio e marzo del prossimo anno e, anche se manca una banca dati, all'Apic sanno già che qualcuno non tornerà: «spesso i tirocinanti tendono a cercare di restare nel Paese di destinazione, in più di un'occasione sono stati assunti. Ad esempio uno dei selezionatori che lavora per il nostro partner inglese è partito partecipando ad un bando Step un paio d'anni fa».Non si pone obiettivi di questo tipo invece "Taste", bando promosso in collaborazione da Iscom Fondazione Modena e “Scuola&Formazione” Confartigianato di Cagliari: «l'obiettivo è quello di acquisire competenze sia linguistiche che legate alla professionalità. In generale i nostri tirocinanti fanno rientro in Italia», spiega infatti Flavio Capizzi, uno dei referenti del progetto. A disposizione ci sono 85 tirocini della durata di 13 settimane che si svolgeranno per tutto il 2014 in Irlanda, Spagna, Portogallo, Germania, Grecia, Olanda, Polonia e Repubblica Ceca.Il bando è aperto a persone di età compresa tra 18 e 40 anni che possiedano le qualifiche di base o vantino già un'esperienza nel settore del turismo, della ristorazione e della promozione territoriale. In particolare, 22 posti sono riservati a residenti in Sardegna e 61 a persone che abitano in Emilia Romagna. Due posti, con destinazione Siviglia, sono dedicati esclusivamente a persone diversamente abili. Tra i requisiti quello di essere disoccupati, inoccupati o in cerca di prima occupazione e di avere una buona conoscenza del pacchetto office. Ai selezionati, le domande devono essere inviate entro il 4 novembre, verranno garantiti il viaggio di andate e ritorno, alloggio in camera doppia e trasporti in loco. «È previsto anche un buono giornaliero per il vitto, la cui cifra esatta sapremo solo più avanti, una volta che riceveremo i budget dei nostri partner all'estero».Sono aperte infine a diplomati di età compresa tra 18 e 30 anni le candidature per “Pro.Les.Tour”, bando che mette a disposizione ben 150 tirocini promosso dall'Isis “Ciuffelli-Einaudi” di Todi tramite l'associazione “E.In.E. - L'Europa incontra l'Europa”. Irlanda, Spagna e Francia le mete previste per questo progetto che offre la possibilità di formarsi nel settore del turismo sostenibile. Ai partecipanti verrà garantito il volo di andata e ritorno e, al termine del percorso, un rimborso forfettario delle spese sostenute. Verrà inoltre richiesto di iscriversi al sodalizio che propone il progetto, al costo di 50 euro. Le domande devono essere presentate entro il 25 ottobre, le partenze saranno scaglionate a gennaio, aprile e settembre del prossimo anno.Riccardo Saporiti

Cercasi stagisti-traduttori per il Parlamento Ue, compenso di 1200 euro al mese

Non solo borse Schuman al Parlamento europeo: dal 15 settembre si è aperta la seconda tornata (ce ne sono quattro ogni anno) di selezioni 2013 per stagisti traduttori. Gli interessati hanno tempo fino al 15 novembre a mezzanotte per candidarsi a uno stage di tre mesi, con inizio il primo aprile 2014, prorogabile solo a titolo eccezionale – è specificato sul sito – per altri 3 mesi. Di solito la base è a Bruxelles, anche se «non sono escluse destinazioni come Lussemburgo (10%) o Strasburgo, quest'ultima più raramente», come spiega alla Repubblica degli Stagisti Ivan Martelli, responsabile dell'ufficio milanese dell'Europarlamento. Anche per questi tirocini, come di norma per questa istituzione, il rimborso spese è considerevole: 1200 euro lordi al mese, l'equivalente del 25% dello stipendio di un funzionario di grado AD5. Per la tassazione però ogni tirocinante dovrà rispondere al fisco nazionale e alle aliquote applicate nel proprio Paese di origine. In più c'è un rimborso spese per il viaggio di andata e ritorno per raggiungere la sede del Parlamento, nel caso in cui questa sia distante più di 50 chilometri dalla propria città, e con una tariffa stabilita in base al chilometraggio. Non solo: per le missione in uno dei tre luoghi di lavoro dell'istituzione, a ogni stagista è riconosciuto un importo forfettario di 180 euro per la prima giornata, e di 90 euro per quelle successive. Rispetto alle questioni economiche le disposizioni sono però stringenti, e per ogni dettaglio è consigliabile consultare le regole del tirocinio scaricabili dal sito. Per partecipare, i requisiti sono quelli consueti: la maggiore età, il possesso di un diploma universitario (per gli italiani è necessaria almeno la laurea triennale), la cittadinanza di un Paese membro Ue o candidato a esserlo, non aver usufruito di una borsa a carico delle istituzioni europee per più di quattro settimane consecutive. Trattandosi di stage per traduttori, le richieste di conoscenza delle lingue sono un po' più severe. Sul sito si legge che occorre avere «una perfetta conoscenza» di una delle lingue ufficiali dell'Unione europea o della lingua ufficiale di uno dei Paesi candidati, e una «conoscenza approfondita» di altre due lingue ufficiali Ue. Tuttavia il compito dei tirocinanti è facilitato dal fatto che si traduce da una lingua straniera verso quella propria.La candidatura si fa online cliccando a questo link, attraverso un form la cui compilazione, in inglese o francese, non può durare più di 30 minuti, pena la chiusura della sessione e la perdita di tutti i dati inseriti. La spedizione delle informazioni è però agevolata da un modulo (scaricabile qui) dove preparare l'atto di candidatura prima di procedere all'invio. Passo molto utile se si considera che uno dei punti da completare è la lettera motivazionale da 1550-2mila caratteri, da redigere nella propria lingua madre. Premuto il tasto 'submit' si riceve un numero di registrazione e una copia dell'atto di candidatura, da conservare con cura perché dovrà essere presentata in caso di preselezione. La domanda viene quindi accolta ed esaminata dall'Unità di formazione e tirocinio, che vaglia la presenza dei requisiti di ammissibilità e successivamente trasmette i dati ai Servizi di assegnazione della Direzione generale delle traduzioni. Questi a loro volta – sulla base delle necessità dei singoli dipartimenti – stilano un elenco di selezionati che rispediscono all'unità di partenza. Oltre ai criteri di merito, per la graduatoria vengono presi in considerazione il genere e la nazionalità dei candidati, in modo da stilare una classifica il più equilibrata possibile per Paese di origine e presenza di uomini e donne. C'è poi il capitolo numero massimo di ammissioni. Ogni anno, dopo l'approvazione del bilancio del Parlamento europeo, è «l'autorità competente» si legge nelle rules, a stabilire la quota di tirocinanti da ammettere, che in genere sono tra i 40 e i 60 per sessione (ma non esiste una regola certa in questo senso). «Nel 2012 sono arrivate 6270 candidature» dice Martelli «di cui 177 andate a buon fine». Vale a dire che circa uno su quaranta dei giovani che si presentano ce la fa. Scalare la classifica è dunque un percorso non facile. I primi risultati arriveranno agli aspiranti eurostagisti dopo il 15 dicembre: i candidati preselezionati vengono informati personalmente dell'esito attraverso una mail – non è prevista la pubblicazione della graduatoria – in cui si richiede la spedizione di una serie di documenti cartacei (atto di candidatura firmato, documento di identità, diploma di laurea, libretto esami etc.). L'obbligo è perentorio e senza i documenti l'esclusione è automatica. I finalisti che ricevono la proposta ufficiale di tirocinio, tramite lettera formale inviata per posta, devono invece inviare al Parlamento Ue il contratto di stage firmato e la dichiarazione di assenso al segreto professionale. Nel caso poi si venisse iscritti alla shortlist, ma non fossero disponibili per quel periodo sufficienti posti vacanti, la candidatura non si perde e rimane comunque valida per i successivi dodici mesi. Nelle norme dei tirocini per traduttori si legge che obiettivo dell'esperienza è «consentire di completare le conoscenze acquisite durante gli studi e familiarizzarsi con l'attività dell'Unione europea». Sperimentare un tirocinio come questo significa infatti avere a che fare con tutta la documentazione europea, maneggiare dati e atti molto tecnici e approfonditi, talvolta addirittura confidenziali. Una via privilegiata dunque per vedere da vicino cosa accade nelle stanze degli... "eurobottoni". Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Europarlamento a caccia di stagisti (anche giornalisti), 200 opportunità a 1200 euro al mese- Sorbona e poi stage al Parlamento Ue: «Ora sono pronta per un lavoro nelle istituzioni»- Quando la passione per l'estero diventa un lavoro: Roberta D'Amore racconta il suo tirocinio per traduttori al Parlamento Ue- Trenta centesimi per tradurre un articolo, l'associazione interpreti: «un'offesa alla dignità professionale». Ma l'impresa ribatte: «così si tengono allenati»

Progetto Neet, caos su Cliclavoro: ma il ministero rassicura gli aspiranti stagisti

È arrivata fino ai grandi giornali - ieri era sul Fatto.it - la notizia del portale internet del ministero del lavoro andato in tilt a poche ore dall'apertura delle candidature per i giovani a un progetto pubblico di stage pagati dallo Stato e destinati ai Neet laureati delle regioni del Sud. Ma solo la Repubblica degli Stagisti è arrivata fino in fondo, sentendo la voce diretta del ministero, andando al vertice e raccogliendo le informazioni più dettagliate su cosa è successo, sta succedendo e succederà nelle prossime ore. Migliaia di giovani fremono: in questi tempi grami anche uno stage con un compenso di 500 euro al mese sembra una manna dal cielo. Specialmente per chi vive nelle regioni più depresse d'Italia. Ricapitolando: il bando Neet di Italia Lavoro, di cui la Repubblica degli Stagisti si era occupata pochi giorni fa, è stato preso letteralmente d’assalto non appena è scattata l’ora x. In tanti - troppi per Cliclavoro - hanno provato ad andare sul sito e tantissimi si sono dovuti fermare anche solo alla fase della registrazione dei propri dati. Per i fortunati che sono riusciti a superare questo scoglio, spesso e volentieri è iniziata soltanto una nuova battaglia. Link da selezionare che inspiegabilmente sparivano, credenziali necessarie per proseguire nell’adesione che non venivano spedite ai destinatari, impossibilità di accedere al proprio profilo, ricevute di avvenuta iscrizione che non riuscivano ad essere scaricate, candidature che all’improvviso non riuscivano ad essere visualizzate. Così mentre i giovani si disperavano sui social network chiedendo informazioni su cosa fare, o provavano a scrivere mail all’indirizzo indicato da cui non ricevevano risposta, il sito cliclavoro a un certo punto è stato proprio sospeso con questo avviso ai naviganti: «Sappiamo che i disservizi di questi giorni non stanno permettendo ad alcuni di voi di aderire al progetto e di candidarvi alle offerte di tirocinio. Stiamo lavorando ininterrottamente per risolverli e per ripristinare al più presto l’accesso al portale e alle offerte per tutti. Vi daremo comunicazione non appena ci saranno aggiornamenti». Scatenando così l’ira di quanti da ore aspettavano di registrarsi. Ma cosa è successo? Qual è stato l'elemento che ha mandato nel pallone il sistema? La Repubblica degli Stagisti lo ha chiesto direttamente alla fonte: il ministero del lavoro. Che non si aspettava tutta questa ressa. «Avevamo il numero delle aziende che si erano registrate precedentemente» mette le mani avanti Grazia Strano, direttore generale mercato del lavoro «e visto che con loro non c’erano stati problemi, non ci siamo preallarmati». Una prima risposta a dir la verità abbastanza disarmante: davvero il ministero del Lavoro non aveva gli strumenti per prevedere che per un bando del genere le aziende interessate a candidarsi sarebbero state poche migliaia, mentre i giovani Neet cui esso è dedicato sono decine e decine di migliaia, e sarebbero corsi per cercare di agguantare l'opportunità?In ogni caso, il sistema non era preparato. «Siamo passati dalle 8mila visite del sito a oltre 67mila arrivando anche a 300 utenti al secondo» aggiunge la Strano. Troppo per il portale cliclavoro. Così il sito è stato sospeso poche ore dopo l'apertura delle candidature del 23 settembre e reso nuovamente disponibile il 25. Ma anche dopo questo intervento tecnico i problemi non sono finiti. I giovani che hanno poi ripreso a registrarsi hanno trovato ancora difficoltà: stavolta il blocco riguardava i pc dei singoli su cui bisognava annullare la memoria cache. Ma visto che non tutti sono pratici di computer, non sapendolo, è di nuovo esploso il panico sui social network. Panico su cui la Strano cerca di rassicurare perché «non ci sono problemi di precedenza». Cioè l'ordine di arrivo delle candidature, assicura la dirigente del ministero, non influirà sulla scelta dei 3mila tirocini da attivare.Eppure per qualcuno registrarsi prima è servito: è quello che denuncia la Cgil Sicilia con un comunicato diffuso ieri mattina, in cui si scrive che rischia di «trasformarsi in una grande bufala, se non addirittura in una truffa», il bando del Ministero del lavoro. E si solleva anche il dubbio che «dietro ai problemi tecnici si nasconda una realtà non trasparente con aziende che hanno scelto i propri stagisti senza passare dalla selezione». Lo spiega alla Repubblica degli Stagisti Andrea Gattuso, responsabile delle politiche giovanili del sindacato siciliano: «Mentre tutti cercavano di registrarsi da tre giorni, c’erano aziende che si erano registrate, avevano fatto i colloqui, selezionato e cominciato il tirocinio. Succedeva il 25 settembre, quindi a due giorni dall’apertura dei termini per le candidature e in particolare c’erano due aziende di Cosenza. A questo punto viene il dubbio che poiché i criteri del bando non erano assolutamente trasparenti era possibile si fossero già messi d’accordo tirocinanti e azienda per poter far partire il tirocinio. Certo non è illegale, però allora attenzione, questo bando non è per niente trasparente». E per essere più esplicito Gattuso fa un altro esempio: «Non si capisce quali siano i criteri di selezione sui progetti, così è possibile che ci siano progetti senza alcun valore formativo che vengano attivati al contrario di altri molto più formativi. Come è possibile che non ci sia un controllo meritocratico nella scelta dei tirocinanti?» Il punto debole del sistema lo individua subito: «ci sono aziende che sanno dell’esistenza di questo bando, risparmiano sul costo del lavoro e possono assumere chi vogliono senza fare una selezione. Non è una cosa illegale, ma immorale. L’azienda può prendere chi vuole senza pagarla direttamente e nelle condizioni di disoccupazione giovanile in Italia è assurdo». Da parte sua il ministero assicura che non appena ci sono stati i primi segnali di blocco del sistema, è stato sospeso tutto, e la Strano ripete che «non c'è nessuna graduatoria di precedenza per cui si continuerà sia a candidarsi da parte dei ragazzi sia le aziende inseriranno vacancy». Il tentativo è quindi quello di riportare alla calma, anche se la dirigente ammette che è stata presa in considerazione l’ipotesi di stoppare tutto. Ma «poiché il progetto va avanti fino al 31 dicembre non ci è sembrato opportuno bloccarlo perché non ci sono problemi di precedenza». Ma non è detta l'ultima parola. Nelle prossime ore ci saranno incontri con i vertici del ministero per decidere se eventualmente sospendere tutto e ora che la Cgil Sicilia ha pubblicamente chiesto spiegazioni bisognerà aspettare i prossimi giorni per capire cosa succederà. Se anche il bando dovesse essere sospeso, a discapito dei pochi fortunati che passando la notte davanti al pc sono riusciti a registrarsi – magari in orari assurdi – , resta sempre la domanda di fondo sulla funzionalità reale del tirocinio in questione. Non prevedendo incentivi all’assunzione, si deresponsabilizza l’azienda che in alcuni casi, come è stato denunciato da alcuni ragazzi, ha contattato direttamente i giovani in anticipo annunciando della possibilità di fare questo stage retribuito. Incitando quindi i ragazzi ad aderire, ad intasare il sistema, con il miraggio di ricevere 500 euro per qualche mese e aggiungere un nuovo tirocinio in curriculum. «In questo modo ci può essere anche una salumeria che può fare domanda per avere un giovane laureato per fargli tagliare la mortadella», dice Gattuso della Cgil Sicilia in maniera provocatoria. Ma in Italia dove quasi il 24% dei giovani è nella condizione di “neet”, tutto è possibile. Anche che un bando aspettato da mesi, su cui era prevedibile la calca dei giovani, andasse in tilt in pochissime ore e creasse ulteriore frustrazione nei tanti che, anche passata la soglia dei trent'anni, devono fare la lotta all’ultimo sangue anche solo per presentare una candidatura. Marianna LeporePer saperne di più su questo articolo leggi anche l'intervista esclusiva della Repubblica degli Stagisti a Grazia Strano del ministero del Lavoro:- Blocco delle candidature al bando di stage per Neet, il ministero: «Troppi accessi, non ce lo aspettavamo»E anche:- Progetto Neet: per 3mila giovani del Sud sei mesi di tirocinio pagati dallo Stato. Ma servono davvero?- Tirocini per laureati, Cliclavoro in down per i troppi accessi: non si parte proprio col piede giusto...- Emergenza Neet, all’Europa i giovani che non studiano e non lavorano costano 2 miliardi di euro a settimana

Progetto Neet: per 3mila giovani del Sud sei mesi di tirocinio pagati dallo Stato. Ma servono davvero?

Nel 2012 in Italia erano, secondo l'Istat, quasi il 24%, contro una media europea di ben otto punti percentuali in meno: sono i Neet (not in employment, education or training) i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non seguono corsi di aggiornamento professionale. In pratica dei vuoti a perdere su cui da anni si concentra l’osservazione a livello europeo senza però che i governi riescano a proporre, e sopratutto a realizzare, soluzioni concrete. In Italia è stato da poco lanciato il progetto Amva (apprendistato e mestieri a vocazione artigianale) – Giovani laureati Neet, curato da Italia Lavoro e finanziato con 10 milioni di euro a carico del Fondo di rotazione dal Ministero del lavoro, che offrirà a 3mila giovani laureati (in lettere, geologia, biologia, giurisprudenza, lingue, psicologia, agraria e scienze politiche) disoccupati o inoccupati e residenti in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia tra i 24 e i 35 anni non compiuti l’opportunità di svolgere un percorso di tirocinio di sei mesi che riesca a riavvicinarli al mercato del lavoro attraverso una concreta esperienza in azienda. La scelta di concentrarsi su queste quattro regioni è dettata dal fatto che proprio qui il fenomeno dei neet è particolarmente grave con più di un milione di giovani tra i 15 e i 29 anni che nel 2012 era in questa condizione, pari al 35% di tutti i ragazzi di quella età nelle quattro regioni. Con questa iniziativa l’azienda ospitante, che potrà appartenere a qualsiasi settore economico, potrà valutare le competenze del tirocinante e decidere se in seguito assumerlo. Da parte sua lo stagista riceverà una borsa di studio del valore di 500 euro lordi mensili, che saranno erogati direttamente dal ministero e non dall'azienda ospitante, che possono salire a 1.300 per quei tirocini - è previsto che siano 200 sul totale dei 3mila - che saranno svolti «in mobilità» (quindi in tutte le altre regioni), sempre a patto che abbia partecipato ad almeno il 70% delle ore mensili. Una grande opportunità, ma per chi? Per i giovani, certo. Ma anche - senza ipocrisie - per le imprese. Perché, come spiega Italia Lavoro sul suo sito, non vi sono «vincoli di successiva stabilizzazione» e la «copertura delle spese» viene assicurata dallo Stato che pagherà gli stagisti senza alcun aggravio dei costi per le aziende ospitanti. Creando quindi un circolo, se non vizioso, quantomeno critico: perché se è ormai noto che anche attraverso l'investimento economico si può testare la reale propensione di un'impresa a investire su una nuova risorsa, permettere a centinaia di aziende di poter usufruire di migliaia di stagisti senza dover sborsare un euro è sicuramente deresponsabilizzante. E quella frase di Italia Lavoro sulla copertura delle spese si presta purtroppo ad essere parafrasata in un modo molto triste: "care aziende, qui vi offriamo stagisti che paghiamo noi e non vi mettiamo alcun vincolo rispetto alla loro successiva assunzione".Nella speranza che il messaggio non venga recepito in questa maniera malsana, le aziende dal 9 settembre hanno già cominciato a presentare la propria candidatura per ospitare tirocini, mentre i giovani interessati a fare questa esperienza potranno, invece, aderire a partire dalle ore 12 di lunedì 23 settembre. Da quel giorno e fino al 31 dicembre 2014 l’avviso resterà aperto fino a esaurimento risorse. Per iscriversi bisogna andare sul sito cliclavoro,  aderire al Progetto Neet (che sarà visibile solo da quel giorno) e candidarsi a una delle vacancy rese disponibili dalle aziende partecipanti. Una volta inviata la propria candidatura, saranno i due soggetti (azienda e candidato) che potranno contattarsi reciprocamente e avviare il processo di selezione senza alcuna intermediazione di Italia Lavoro. Se poi il giovane supererà la selezione allora dovrà inviare, stessa cosa dovrà fare anche l’azienda, a Italia Lavoro una mail con tutti i documenti amministrativi necessari per l’avvio del tirocinio.Un progetto che sembra avere tutte le basi per aiutare realmente i tanti neet presenti oggi nel nostro Paese anche se non è possibile sapere in anticipo quanti di questi saranno poi assunti dalle imprese. Interpellata dalla Repubblica degli Stagisti, Italia Lavoro assicura che nei loro tirocini «la percentuale di assunzioni è intorno al 90%, perché questi percorsi vengono gestiti e controllati correttamente e non si tratta di lavoro nero mascherato. Nel caso dei neet, però, non si possono fare previsioni sia perché il progetto è nuovo sia perché è un bacino difficile da identificare». Così si possono prendere in esame i dati degli altri progetti Amva avviati fino ad oggi da Italia Lavoro. Con il bando che promuove l’assunzione di giovani in apprendistato attraverso l’erogazione di un bonus alle aziende che va dai 4.700 ai 5.500 euro, a seconda se si tratti di apprendistato professionalizzante o per la qualifica e il diploma professionale, al 25 agosto 2013 - quindi circa 22 mesi dopo la pubblicazione del bando - risultano essere stati assunti con apprendistato professionalizzante quasi 27mila giovani e più di 1.500 con apprendistato per la qualifica professionale. Prima fra tutte le regioni è la Lombardia, con più di 3.200 richieste di contributo per contratti di apprendistato professionalizzante, seguita dal Veneto e dal Lazio a 2.800 e 2.200 e con una crescita generale in tutte le Regioni per le richieste di contributo dell’apprendistato professionalizzante passata dall’agosto 2012 al 2013 da poco più di 9mila a quasi 27mila. Con il bando Botteghe di mestiere, invece, che mirava all’attivazione 3.300 tirocini all'interno di 110 "botteghe", ad oggi il progetto ha riguardato 1.300 tirocinanti che sono stati selezionati in seguito alla partecipazione a due avvisi separati, ma non ci sono ancora dati circa l'efficacia dell'iniziativa dal punto di vista delle successive assunzioni. Se questi sono i numeri dei progetti già avviati, non ci sono invece statistiche che possano aiutare a capire quanto il progetto Neet riuscirà realmente a inserire i giovani in azienda. Il programma ha certamente il lato positivo di corrispondere allo stagista un rimborso spese più elevato della media - anche se qui bisognerebbe aprire un capitolo a parte sul fatto che un 35enne laureato possa ritenersi soddisfatto dal ricevere 500 euro al mese per sei mesi solo perché è al momento disoccupato, quando i suoi coetanei europei hanno retribuzioni ben più alte - resta sempre il dubbio sulla capacità di questi provvedimenti di aiutare realmente i giovani. Perché c'è il rischio che vengano invece presi in considerazione, tanto dalle aziende quanto dai neet, come un modo per coprire vuoti di organico da una parte e guadagnare qualcosa dall’altra. Nell’illustrare il programma Italia Lavoro pone l’accento sul fatto che per i giovani sia un’opportunità «per arricchire il curriculum con un’esperienza professionale e crearsi degli utili contatti per la ricerca del lavoro nel medio periodo» (il che, a ben vedere, suona un po' come mettere le mani avanti: della serie "ragazzi non vi aspettate di trovare lavoro subito, quel che vi offriamo vi servirà non nell'immediato bensì nel medio periodo") e aggiunge che per le aziende è un’occasione per offrire opportunità formativa a un giovane e valutarne le potenzialità «senza vincoli di successiva stabilizzazione avendo già una copertura delle spese». Una frase, questa sui vincoli di stabilizzazione, che non fa presagire nulla di buono. Di questo progetto comunque si potranno vedere gli esiti, che Italia Lavoro assicura positivi, non prima di sette-otto mesi ovvero alla conclusione del programma. Ai tantissimi ragazzi che già da settimane affollano la mail di Italia Lavoro con richieste di informazioni non resta, invece, che provare a iscriversi aderendo all’avviso e confidando in una reale assunzione finale.Marianna LeporePer saperne di più su questo argomento, leggi anche gli articoli:- Youth Guarantee anche in Italia: garantiamo il futuro dei giovani- Emergenza Neet, all’Europa i giovani che non studiano e non lavorano costano 2 miliardi di euro a settimana- In Italia un giovane su tre è senza lavoro. Ma è davvero così?

Europarlamento a caccia di stagisti (anche giornalisti), 200 opportunità a 1200 euro al mese

Riaprono i battenti del Parlamento europeo. Si è aperta a metà agosto e chiuderà martedì 15 ottobre la nuova selezione per candidarsi ai tirocini per laureati promossi da questa istituzione: resta dunque poco più di un mese per cercare di aggiudicarsi uno delle centinaia di posti messi a bando attraverso il suo programma di traineeships più noto - ce ne sono diversi ogni anno - e cioè i cosiddetti "Schuman". Che prevede due opzioni, la generale e quella giornalismo, entrambi della durata di cinque mesi non prorogabili, e per questa edizione in partenza il primo marzo 2014. L'importo della borsa, oltre chiaramente al prestigio dell'ente, è uno degli aspetti che più attrae le migliaia di giovani che tentano la sorte inviando la propria candidatura: 1.213,55 euro lordi al mese, tassati a seconda della normativa in vigore nel paese di provenienza del candidato - e per la prima mensilità è anche possibile chiedere un anticipo fino al 90% del totale. Ma non finisce qui, perché il regolamento dei tirocini prevede anche il rimborso delle spese di viaggio di andata e ritorno: il versamento è 'forfettario' e si basa sul chilometraggio, ma non può essere applicato a chi abita a meno di 50 chilometri dalla sede del tirocinio - che è Bruxelles nella stragrande maggioranza dei casi, anche se capita di essere assegnati a Lussemburgo o Strasburgo o altrove, a seconda delle esigenze. Non solo: perfino le missioni 'extra tirocinio' sono rimborsate – con una diaria che arriva fino a 180 euro – perché non è da escludere che i tirocinanti vengano inviati presso una delle sedi di lavoro del Parlamento europeo. Tutte condizioni che, per dirla con un eufemismo, un aspirante giornalista italiano si può scordare. Ed è tra gli italiani infatti che le borse Schuman riscuotono maggiore successo, probabilmente proprio tra gli aspiranti giornalisti o tra chi già lo è (anche se le statistiche ufficiali non suddividono le candidature tra l'opzione generale e quella giornalismo e quindi non è possibile saperlo con certezza). E ciò pur essendo la selezione piuttosto dura, con solo il 5% di ammessi su migliaia di candidati a ogni edizione. Karolina Kochajkiewicz dell'ufficio tirocini dell'Europarlamento conferma i dati alla Repubblica degli Stagisti: «Nel 2012 abbiamo ricevuto 7.856 candidature per tirocini rimborsati, delle quali 2.364 provenivano dall'Italia». Ovvero un terzo. «I selezionati sono stati 431, di cui 68 italiani». Nel 2013 c'è stato un vero e proprio boom: «Solo per la prima tornata sono arrivate 6.027 domande, di cui 1.906 da italiani. Gli ammessi del vostro Paese sono stati 26 su 233» prosegue la Kochajkiewicz. Per il secondo periodo non ci sono ancora statistiche ufficiali ma «le application pervenute sono state circa 7.900». Con queste premesse, insomma, il totale di candidature del 2013 dovrebbe battere ogni record. A livello di requisiti di accesso, le differenze tra le due opzioni – generale e giornalismo – non sono comunque così marcate. È sufficiente essere maggiorenni, provenienti da un Paese Ue o candidato a esserlo, aver conseguito un diploma universitario almeno triennale, avere una conoscenza approfondita di una delle lingue ufficiali dell'Unione europea e non aver in precedenza goduto di una borsa di studio o di un impiego retribuito per più di quattro settimane a carico dell'Unione. Per chi opta per le borse di giornalismo - è possibile scegliere entrambi i rami contemporaneamente - si richiede una comprovata esperienza in questo settore professionale, come l'iscrizione all'Ordine dei giornalisti per l'Italia, aver pubblicato articoli o possedere un titolo di studio attinente. Una volta assegnati alle diverse Direzioni generali, le mansioni per le due opzioni di tirocinio cambiano nel senso che per i giornalisti, si legge nelle faq, ci si aspettano abilità «tipiche del mestiere come l'editing». Per gli altri la scelta del dipartimento dovrà essere orientata dal tipo di studi e dalle competenze maturate. Se ne possono indicare solo due su un organigramma che spazia dal legale, alle politiche interne o esterne, alle traduzioni, finanza o logistica, solo per indicarne alcuni. Ma come funziona la selezione? Il primo step è la compilazione dell'application form, senza per il momento inviare nessun documento cartaceo (e ricordando che ogni sessione online scade dopo 30 minuti, per cui è bene tenere a mente tutte le informazioni del caso quando ci si iscrive). Le candidature ricevute dall'ufficio tirocini vengono sottoposte alle Direzioni generali, in base alle richieste evidenziate nell'application e alle esigenze manifestate da queste ultime. E sono loro, valutando titoli, curriculum e cercando di rispettare un equilibrio tra nazionalità e genere dei candidati, a stilare la graduatoria. In genere entro due o tre mesi dall'inizio dello stage, in caso di esito positivo si riceve una mail da parte dei selezionatori contenente la proposta di stage e la richiesta di spedizione dei documenti cartacei, come per esempio la copia del diploma universitario. Stessa cosa per chi viene escluso o inserito in lista d'attesa, in caso qualche selezionato rinunciasse: tutto si comunica via mail e senza nessuna pubblicazione di graduatorie. L'iter si chiude con l'invio di una lettera formale che sancisce l'inizio ufficiale dello stage. Unico neo del programma di stage dell'Europarlamento è quello di non fornire nessuna possibilità di impiego post tirocinio. Come istituzione pubblica, bisogna passare per un regolare concorso, al pari di ogni altro funzionario europeo. L'esperienza però, a detta degli ex, è di quelle che restano impresse. Ilaria MariottiPer saperne di più su questo argomento, leggi anche: - Duecento stage da 1.200 euro al mese al Parlamento europeo, tutte le informazioni su come rispondere al bando- Parlamento europeo, risoluzione contro i tirocini gratis e le aziende che sfruttano gli stagistiE le storie di chi ha fatto questa esperienza di stage:- Il sogno di un lavoro nella comunicazione: una ex stagista Schuman a caccia della buona occasione- Un lettore alla Repubblica degli Stagisti: grazie a voi ho vinto un tirocinio Schuman al Parlamento europeo- Tirocini Schuman, un giurista precario tra Napoli e resto del mondo: la storia di Giuliano

Nuova normativa sui tirocini, il ritardo della Lombardia

La Lombardia da sola ospita circa 90mila stagisti ogni anno: un tirocinio su sei in Italia ha luogo in questa Regione. Un numero e una percentuale impressionanti, che rendono molto grave il ritardo che la giunta Maroni sta accumulando nel mettere a punto, come richiesto dalla Conferenza Stato-Regioni, la nuova regolamentazione della materia secondo le linee guida sottoscritte a fine gennaio.Questa settimana dovrebbe arrivare qualche novità: ma attenzione, si tratterà comunque solo di un passaggio intermedio. Verosimilmente la nuova regolamentazione regionale in materia di stage non sarà ultimata - e dunque operativa - prima di ottobre.Sul sito della Regione Lombardia la pagina "Lavori della giunta" è ferma a prima della pausa agostana: l'ultima news riportata è il resoconto della seduta del 2 agosto, durante la quale sarebbe dovuto essere approvato anche il nuovo schema di regolamentazione dei tirocini, in linea (più o meno) con le linee guida. «Sarebbe», perché all'ultimo momento la giunta ha giudicato la materia «non urgente», rimandando la votazione alla prima seduta utile dopo le vacanze. Cioè a settembre. Cioè adesso. Ci si potrebbe chiedere se davvero altri punti discussi e approvati il 2 agosto, come le «determinazioni in merito alla revisione del progetto “Luoghi e vie della fede in Provincia di Lecco”», oppure la «approvazione delle linee di indirizzo regionale recanti i criteri e le procedure per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa a dirigenti sanitari», o ancora lo «schema di convenzione regolante i rapporti tra Regione Lombardia e la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia per il triennio 2013-2015», le «determinazioni in merito ai piani di indirizzo forestale della Valle Brembana» e quelle in merito «alla banca dati regionale dei richiami vivi di cattura e di allevamento detenuti dai cacciatori per la caccia da appostamento e in merito alle modalità di identificazione dei richiami vivi di cattura», fossero davvero più urgenti che dare un quadro normativo certo e tutelante alle decine di migliaia di giovani che ogni anno fanno stage sul territorio lombardo. Ma tant'è: ormai la seduta del 2 agosto è passata, e non c'è che da guardare al futuro.«La regolamentazione dei tirocini sarà approvata dalla prossima Giunta attualmente prevista per il 6 settembre» conferma alla Repubblica degli Stagisti Gianni Bocchieri, a capo della Direzione generale Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia [nelle foto, in mezzo ai consiglieri regionali di opposizione Ambrosoli e Scandella, al momento di prendere la parola durante l'evento del 25 luglio]: «Il percorso di approvazione prevede un parere della competente Commissione consiliare ed una conseguente ri-deliberazione di Giunta finale ed immediatamente esecutiva». Quanto ci vorrà? «I tempi saranno definiti da autonoma calendarizzazione del Consiglio, prevedibilmente un mese».E rispetto alle proposte che la Repubblica degli Stagisti aveva lanciato alla Regione Lombardia a fine luglio con l'obiettivo di migliorare il testo normativo in fase di approvazione? «I tirocini devono essere considerati un'opportunità importante per l'orientamento e per l'inserimento lavorativo, soprattutto in una situazione di difficoltà del mercato del lavoro. Certo vanno combattuti ed evitati gli abusi, proprio come ha iniziato a fare l'articolo 11 del decreto legge 138/2011». Ma, secondo la Regione, senza porre troppi limiti numerici all'utilizzo degli stage, come invece caldeggia la RdS: «Non abbiamo accolto quelle indicazioni che ritengo siano conseguenza di un approccio preventivamente disincentivante del ricorso ai tirocini». Accolto invece il suggerimento che metteva in guardia dal permettere che, utilizzando differenti definizioni di attività simili allo stage, si potesse sfuggire alla normativa: «Abbiamo chiarito nel testo che il regolamento vale per tutte le attività di tirocinio, anche diversamente nominate, fatto salvo quelle disciplinate da norme specifiche».Una buona notizia è che anche gli enti pubblici in Lombardia saranno tenuti a erogare un compenso ai propri stagisti extracurriculari: «Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, l'obbligo dell'indennità resta ed in nessun modo viene escluso dalla nostra proposta di regolamentazione» assicura Bocchieri.Niente da fare invece per la questione delle sanzioni ai soggetti ospitanti (aziende private, uffici pubblici, associazioni non profit) scoperti ad abusare dello strumento dello stage: «Riteniamo che la competenza sanzionatoria riguardi la Direzione Regionale del Lavoro, a cui si segnaleranno le situazioni di irregolarità» ripete il direttore generale, confermando appieno l'impostazione indicata anche nel suo intervento nel convegno del 25 luglio: «Abbiamo posto la giusta attenzione al monitoraggio ed alla pubblicità degli esiti delle esperienze di tirocinio. Infatti ricordo che, essendo i tirocini soggetti alle comunicazioni obbligatorie, Regione Lombardia ha visione puntuale delle situazioni in essere e può monitorare il rispetto dei diversi parametri previsti dalla disciplina». In realtà la storia delle comunicazioni obbligatorie è un po' più complessa di così: basti qui dire che primo, le comunicazioni di avvio degli stage sono obbligatorie esclusivamente per quelli extracurriculari, e restano dunque fuori da questo potenziale "censimento" le decine di migliaia di stage classificati come curriculari svolti da studenti universitari, laureandi, allievi di master e di scuole di formazione; secondo, che queste comunicazioni obbligatorie contengono un numero piuttosto limitato di informazioni e sopratutto che queste informazioni restano in pratica "lettera morta" fintanto che non si decide di analizzarle in maniera organica, realizzando davvero un «monitoraggio».Rrispetto alla decisione eccentrica della Regione Lombardia di andare a normare anche i tirocini curriculari, Bocchieri aggiunge: «Senza entrare nello specifico, ritengo che gli elementi di regolazione minima potranno ben essere compatibili con eventuali discipline nazionali che immagino saranno più orientate agli elementi di integrazione con i piani di studio, e comunque nel caso manterremo approccio di cedevolezza». L'intento della Regione è dunque di colmare la vacatio legis attualmente esistente rispetto a questa tipologia di tirocini: «In questo modo diamo chiarezza ad un ambito che ad oggi ne è privo».La bozza, così come chiusa a fine luglio, è stata inviata alla Regione a tutte le parti sociali [qui il testo più aggiornato]. Uno dei passaggi più controversi  prevede che non si applichino per gli stage curriculari i vincoli numerici parametrati alle risorse umane presenti nelle unità operative di svolgimento. Questo punto di fatto permetterà alle aziende e agli enti di avere un numero potenzialmente infinito di stagisti curriculari, peraltro già molto più "convenienti" perché non soggetti all'obbligo/diritto di vedersi riconoscere un rimborso spese.Il rischio poi è che, una volta che la Regione Lombardia avrà licenziato la sua nuova normativa sugli stage, si realizzi sul suo territorio un fuggi-fuggi verso gli studenti di ogni ordine e grado, da avviare a stage curriculari che di fatto risultano completamente deregolamentati - non essendo per loro previsto un importo minimo di indennità di partecipazione, né il vincolo di non aver effettuato licenziamenti nei 12 mesi precedenti l’attivazione del tirocinio o di avere in corso procedure di cassa integrazione per mansioni equivalenti a quelle del tirocinio, né  il vincolo per il soggetto ospitante di poter realizzare con il medesimo tirocinante un solo tirocinio; e ancora, appunto, che non si applichino i vincoli numerici parametrati alle risorse umane presenti nelle unità operative di svolgimento, né l'obbligo di specificazione della figura professionale di riferimento nel progetto formativo e di rilascio di attestazione specifica della formazione ricevuta o registrazione sul libretto formativo. Non resta che attendere gli ulteriori sviluppi.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Tirocini, la Regione Lombardia scopre le carte: normiamo anche i curriculari- Regole per gli stage in Lombardia, le proposte della Repubblica degli Stagisti alla Regione- C'è attesa per il 25 luglio: che norme introdurrà la giunta Maroni?E anche:- Un censimento degli stagisti e dei praticanti negli enti pubblici: appello al ministro D'Alia- Subito una legge statale sui tirocini curriculari: appello al ministro Carrozza

Consiglio dell'Unione europea, bando da 80 tirocini da 900 euro al mese in scadenza

Per avvicinare i giovani alle istituzioni europee la segreteria generale del Consiglio dell'Unione Europea, ente che si occupa di coordinare le politiche e le normative europee tra gli stati membri - in particolare quelle di politica estera ed economica - e ha sede a Bruxelles, apre 80 opportunità di tirocinio della durata di 5 mesi, prevedendo a favore degli stagisti un compenso di 900 euro al mese. Non è (ovviamente) prevista la possibilità di assunzione al termine del periodo formativo, ma si tratta comunque di un ottimo strumento per sperimentare le proprie conoscenze all'interno di una struttura europea. I termini per inviare la candidatura, tramite form online collegandosi al sito ufficiale, scadono lunedì 2 settembre. Dopo aver creato il proprio account è possibile compilare la domanda e convalidarla. Non è necessario inserire i dati tutti in una volta sola: si possono salvare più sessioni. L'importante è convalidare la domanda perché questa venga inviata agli esaminatori. Dopo questo passaggio non è più possibile apportare modifiche. Ogni anno il Consiglio dell’Unione Europea offre una media di 160 tirocini pagati suddivisi in due tornate all'anno. La prossima tornata prenderà avvio il 1° settembre, mentre quella per cui sono in questo momento aperte le candidature inizierà il 1 febbraio 2013 per concludersi il 30 giugno. Sono davvero tante le domande che ogni anno arrivano: la segreteria riceve infatti più di 4mila candidature ad ogni turno (contando due turni all'anno, dunque, in media di 8mila domande da esaminare), ma poi solo 80 a tornata superano la selezione. Durante i cinque mesi di stage ogni giovane viene assegnato a un reparto specifico della Segreteria generale del Consiglio e lavora come parte del team. Con la possibilità di partecipare, per esempio, alle riunioni dei gruppi di lavoro o di svolgere lavori preparatori o di ricerca su un argomento particolare. Le lingue impiegate sono l'inglese e il francese. Non molti i requisiti richiesti: essere cittadini di uno degli stati membri dell'Unione europea; aver completato almeno il primo ciclo di un corso di studi universitari; una buona conoscenza delle due lingue ufficiali dell'Ue e non aver ancora svolto un periodo di formazione in un'altra istituzione Ue. In ogni caso costituisce titolo preferenziale l'aver completato o iniziato una tesi di laurea o di ricerca sul tema dell'integrazione europea, aver sostenuto durante il proprio percorso di studi esami sulle politiche europee oppure aver ricoperto incarichi nel settore pubblico o privato attinenti all'attività dell'Unione. Le domande compilate online verranno esaminate nei mesi di ottobre e novembre. I candidati selezionati verranno contattati a dicembre per fornire tutti i documenti giustificativi tra cui una copia leggibile del passaporto o della carta d'identità, una copia dei diplomi e se necessario, anche le copie degli attestati dell'esperienza professionale e i certificati che comprovino la conoscenza delle lingue indicate sul modulo di domanda.Maurizio BongioanniPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Stagisti, denunciate lo sfruttamento: l'appello in un fumetto francese- La lista dei tirchi: la "black list" degli organismi internazionali che non pagano gli stagisti

Più Erasmus, «Erasmus +»: tutte le novità per formarsi all'estero

L’Italia e l’Europa strizzano l’occhio a istruzione e formazione. Se il nostro governo ha acceso i riflettori sull’universo giovanile attraverso l’ormai noto «Decreto Fare», la Commissione Europea ha rilanciato attraverso il programma Erasmus +.Si tratta di una versione riveduta e «ampliata» del più celebre programma di mobilità internazionale, che dal 1987 a oggi ha permesso a oltre tre milioni di studenti (più di 250mila soltanto nell’anno accademico 2011-2012) di svolgere un’esperienza accademica all’estero e a più di 46mila membri di personale accademico e amministrativo di formarsi al di fuori del proprio paese.Di recente, è stato, infatti, annunciato a Bruxelles uno stanziamento di 16 miliardi di euro per attività a sostegno di istruzione, formazione, gioventù e sport in tutti i paesi dell’Unione Europea, per il periodo 2014 - 2020. Una cifra che sarà, però, confermata solo dopo l’approvazione nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale, fissata per ottobre di quest’anno. Complessivamente si prevede che oltre 4 milioni di persone possano beneficiare del fondo, raddoppiando l’attuale numero dei destinatari di questo genere di iniziative. Il progetto è indirizzato non solo agli studenti che vogliono svolgere un periodo di università all’estero, ma anche a giovani che intendono effettuare tirocini e periodi di volontariato a livello internazionale, insegnanti che puntano ad arricchire la propria formazione in un contesto europeo.Quando si parla di Erasmus +, infatti, non bisogna pensare solo al programma di mobilità destinato agli studenti universitari, ma a una serie di attività, fino a questo momento comprese in altre iniziative Ue.La nuova denominazione raggruppa, infatti, tutti i «fratelli» dell’Erasmus, relativi ai settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e, novità per questo tipo di progetti, dello sport. Nel dettaglio: programma di apprendimento (in cui rientrano Erasmus, Leonardo, Comenius e Grundtvig), Gioventù in azione, Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink, Programma di cooperazione bilaterale con i paesi industrializzati. Probabilmente, almeno per il periodo iniziale, il Leonardo e gli altri manterranno comunque i propri nomi, per evitare di confondere le idee e per permettere di abituarsi piano piano alla «novità». I programmi attualmente esistenti dunque non scompaiono, semplicemente sono inclusi sotto l’etichetta Erasmus +, che altro non è che la denominazione definitiva attribuita a quell’Erasmus for all lanciato dalla Commissione a fine 2011. «La grande novità rispetto al passato è che con Erasmus + sarà possibile dare vita a progetti trasversali rispetto ai diversi programmi. Uno stesso progetto può prevedere, ad esempio, un periodo di studio all’estero, come nell’Erasmus, e un periodo di tirocinio, tipico del Leonardo» spiega alla Repubblica degli Stagisti Ramon Magi [nella foto], presidente di Eurodesk, struttura dedicata all’informazione e all’orientamento sui programmi a favore dei giovani promossi dall’UE: «La maggior parte del budget, un 77,5% circa, sarà destinata alle iniziative di istruzione e formazione. L’incremento rispetto ai fondi attualmente stanziati per le iniziative europee è stimato intorno al 20%, relativamente al periodo 2007/2013, anche se già si è assistito a un ridimensionamento in rapporto a quanto annunciato più di un anno e mezzo fa: allora si parlava di 19 miliardi di euro, per un aumento di budget del 40%».Sedici miliardi di euro sono comunque una cifra ragguardevole. Come verranno suddivisi tra i singoli Paesi? La ripartizione dei fondi si basa su una formula che tiene conto del numero di giovani presenti in ciascun paese europeo e della distanza rispetto al centro dell’Europa.  Per quanto riguarda l'Italia, «la percentuale dovrebbe aggirarsi tra il 10 e il 15% del totale dei fondi», chiarisce il presidente di Eurodesk: dunque sei-sette miliardi di euro spalmati su sette anni.Quanto alle modalità di gestione delle risorse e ai soggetti deputati a occuparsi di questa attività, per ciascun membro Ue è prevista la scelta di un soggetto istituzionale, proposto dal singolo paese e approvato dagli altri stati membri, e di una o più agenzie nazionali, che saranno impegnate nella gestione dei progetti. Per ora non c’è nessuna indicazione ufficiale a riguardo, anche se per l’Italia, secondo i rumors, il soggetto prescelto potrebbe essere il ministero dell’Istruzione.Al momento si attende l’approvazione formale di Erasmus + da parte del Consiglio Ue e del Parlamento e il Quadro Pluriennale. Step successivo, la pubblicazione degli avvisi relativi alle iniziative comprese nel programma Erasmus + attive da gennaio 2014.Chiara Del Priore Per approfondire questo argomento, leggi anche: - Vivere e lavorare all'estero, il web insegna come fare- Uno stage all'estero nelle istituzioni UE?Ecco oltre 700 opportunità- 25 anni di Erasmus: una scelta vincente, anche per l'occupabilità