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Indennità di stage da mille euro al mese, percentuale di assunzione al 90%: la Repubblica degli Stagisti premia le aziende "top" per i giovani

Anche quest’anno in occasione di “Best Stage”, l’evento della Repubblica degli Stagisti dedicato all’occupazione giovanile, sono state premiate le aziende che hanno realizzato le migliori “performance” per giovani. Oggi a Milano, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi, la direttrice Eleonora Voltolina ha consegnato gli AwaRdS, i premi alle aziende che si sono particolarmente distinte per alcuni aspetti della loro policy verso i giovani. I nomi dei vari AwaRdS sono ormai conosciuti da tempo a tutti i lettori della testata, ma a questi si aggiunge dal 2018 un nuovo premio: il label “Future@Work” per riconoscere le aziende che credono nel potenziale dei giovani e delle mamme al lavoro.Ma chi sono le aziende vincitrici del 2018?Il primo dei premi attribuiti è l’AwaRdS per il “miglior rimborso spese”, consegnato quest’anno ex aequo a due aziende, Everis e Nike Group. La prima è una multinazionale che si occupa di consulenza e system integration e outsourcing in vari settori tra cui quelli assicurativo, bancario e delle telecomunicazioni. Oggi conta più di 19mila professionisti nel mondo – circa 700 in Italia – e questo riconoscimento è una conferma, visto che lo ha già ricevuto negli ultimi tre anni. La seconda è, invece, una pmi – occupa una settantina tra dipendenti e collaboratori – “RegTech”, specializzata nella trasformazione dei sistemi di internal governance, che da vent'anni opera per clienti del settore finanziario, assicurativo e bancario. Entrambe offrono ai loro stagisti un rimborso spese mensile di ben mille euro, a cui Everis aggiunge i buoni pasto e il notebook aziendale.Il secondo AwaRdS assegnato è dedicato a un tema molto caro alla Repubblica degli Stagisti: il “miglior tasso di assunzione post stage”, cioè la propensione ad assumere i tirocinanti al termine del percorso formativo. Si aggiudicano quest’anno questo premio ben otto aziende dell’RdS network: Bip, Cefriel, Everis, EY, Medtronic, Mercer, Prometeia e Tetra Pak. Tutte, infatti, hanno assunto oltre il 90% degli stagisti ospitati nel corso del 2017, con un contratto di almeno dodici mesi. Questi i numeri in particolare: Bip, tra le principali società di consulenza in Europa, ha attivato 130 stage di cui 27 curriculari; Cefriel, società partecipata dal Politecnico di Milano specializzata in progetti di innovazione digitale, nove stage di cui sette curriculari; Everis ha attivato 84 stage, quasi tutti extracurriculari; EY [nella foto, Eleonora Voltolina con Giulia Martini, recruiting manager di EY], società di consulenza in ambito fiscale, contabile e direzionale, 560 stage di cui 130 curriculari; Medtronic, tra le più grandi aziende nel settore delle tecnologie mediche, dei servizi e soluzioni, 29 stage; Mercer, che si occupa di consulenza per lo sviluppo e l’organizzazione del capitale umano, 8 stage di cui quattro curriculari; Nike Group,  azienda Regtech, 10 stage di cui uno curriculare; Prometeia, società di consulenza, sviluppo software e ricerca economica, 77 stage di cui 22 curriculari; e infine Tetra Pak, tra i principali fornitori al mondo di sistemi integrati per il trattamento e confezionamento degli alimenti, 37 stage di cui 10 curriculari. Una buona pratica, quella delle assunzioni post stage, che per alcune di queste aziende è una conferma degli anni passati. È il caso di Bip, che aveva già ricevuto il premio nel 2017 e nel 2015, di Everis, che lo ha ritirato ininterrottamente dal 2014, e di EY che lo ha ricevuto l’anno scorso.Non solo però premi legati agli stage. Nel corso dell’evento, infatti, è stato consegnato anche l’AwaRdS per la “miglior performance di assunzioni dirette di giovani” e in questo caso i vincitori ex-aequo sono stati EY e Flixbus. La prima perché nel 2017 ha assunto senza passare attraverso lo stage ben 628 giovani, di cui 351 con contratto di apprendistato e 170 a tempo indeterminato, su un organico di quasi 3.900 dipendenti. Mentre Flixbus ha assunto nel corso del 2017 undici giovani senza passare attraverso il tirocinio su un totale di 56 dipendenti. Certo i numeri sono molto differenti, ma quel che conta è la proporzione, visto che in entrambi i casi un sesto dei giovani lavoratori è entrato in azienda senza fare prima qualche mese di stage.Dopo i premi “classici” è stato il momento dei titoli speciali. Il primo è stato consegnato a Nestlé, azienda vincitrice dell’AwaRdS Speciale Candidati RdS. Un riconoscimento che viene attribuito alle aziende che ricevono il voto più alto dai lettori della Repubblica degli Stagisti, che possono dare un giudizio sulle aziende presso cui hanno fatto un colloquio di lavoro, proprio come se fosse una sorta di “tripadvisor”.Il secondo premio speciale è, invece, l’AwaRdS Speciale Lavoro Agile, assegnato a Danone Company, Flixbus e il gruppo Nestlé, azienda che ha ricevuto lo stesso riconoscimento ininterrottamente dal 2015 [nella foto di gruppo, da sinistra a destra: Chiara Imbrogiano e Maria Luisa Funaro di Flixbus,  Veronica De Sanctis e Martina Boriani per Danone, Laura Ciccarelli e Moreno Iachini per Nestlé]. Un riconoscimento ideato grazie alla collaborazione tra la Repubblica degli Stagisti e il Comune di Milano e consegnato alle aziende dell’RdS network che lo scorso maggio hanno aderito alla Settimana del lavoro agile, indetta dal Comune di Milano, dimostrando un’attenzione concreta al tema della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, ad esempio attraverso politiche di flessibilità oraria.Ai classici riconoscimenti quest’anno si è aggiunto anche il nuovo label “Future@Work” nato dalla sinergia tra la Repubblica degli Stagisti e Life Based Value, la startup innovativa proprietaria del Master MAAM. Il titolo è stato attribuito a Danone Company, Bip e Ferrero, tre aziende che credono nel potenziale dei giovani e delle mamme al lavoro. Attraverso questo label, infatti, si vogliono premiare, ma soprattutto rendere visibili quelle aziende che investono nel futuro, che può essere ben rappresentato proprio dalle donne e dai giovani, i due soggetti più penalizzati sul mercato del lavoro. Con l’auspicio che sempre più aziende seguano lo stesso esempio e aderiscano all’RdS Network e a MAAM, per essere più attenti ai dipendenti, più forti sul mercato, più produttive e innovative.Marianna Lepore

Best Stage 2018, tutte le anticipazioni sull'evento dell'anno della Repubblica degli Stagisti

Se la mission della Repubblica degli Stagisti è quella di fungere da bussola per i giovani italiani, aiutandoli a orientarsi nel momento di passaggio dalla formazione al lavoro, l’evento annuale Best Stage è il momento in cui si fa il punto della situazione: una sorta di “stati generali dell'occupazione giovanile in Italia”, e in particolare dell'attività di questa testata giornalistica che è anche un laboratorio di proposta politica, ma anche un network che federa aziende virtuose, ma anche uno spazio di informazione e di sfogo aperto ai giovani attraverso lo strumento del Forum, ma anche... tanto altro.Best Stage serve a fare bilancio dei 12 mesi appena passati, con tutte le novità normative, i risultati ottenuti, i riconoscimenti e le sfide e le battaglie portate avanti. E poi a dare uno sguardo sul futuro, su quel che c’è ancora da fare, sulle nuove priorità, sui progetti speciali. Infine ogni anno c'è anche un focus, un argomento specifico al quale dedicare un surplus di riflessione: dopo aver parlato negli anni scorsi di Jobs act, di alternanza scuola lavoro, di occupazione femminile, quest’anno il focus di Best Stage 2018 è il momento di raccordo tra l’università e il lavoro.A Best Stage partecipano ogni anno persone autorevoli e capaci, ciascuno per le proprie competenze, di dare un contributo alla discussione. Quest’anno Best Stage 2018 avrà luogo a Milano, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi, venerdì 29 giugno a partire dalle 10: faremo un approfondimento specifico sul quadro normativo, con due politici appena eletti che in campagna elettorale avevano abbracciato le stanze della Repubblica degli Stagisti sottoscrivendo il Patto per lo stage 2018: si tratta di Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Partito Democratico eletto al Consiglio regionale della Lombardia, e Massimo Ungaro, segretario del circolo PD Londra-UK eletto alla Camera dei deputati nella Circoscrizione Estero. Alle loro considerazioni su cosa si possa fare per migliorare nei prossimi mesi anni, a livello normativo, il settore degli stage proprio anche sulla spinta delle proposte della Repubblica degli Stagisti si aggiungerà la testimonianza di Marta Pepe, una sindacalista della Cisl che ha seguito da vicino la genesi della nuova normativa lombarda sugli stage, entrate in vigore definitivamente lo scorso 9 giugno. Marta Pepe è l’ideatrice di una delle proposte accolte dalla Regione, e cioè quella di definire la durata massima degli stage in base alla complessità delle competenze da acquisire, facendo riferimento al quadro regionale degli standard professionali. A questa immersione nelle negli aspetti normativi del tema stage farà da contraltare la tavola rotonda dedicata al passaggio dell’università al lavoro. Qui si concentreranno gli interventi di Barbara Rosina, che da direttrice del Cosp (il centro per l’orientamento allo studio e alle professioni) della Statale ogni anno entra in contatto con migliaia di aziende del territorio lombardo e attiva un numero ancor più alto di stage; Marina Timoteo, docente di Diritto privato comparato all’università di Bologna e direttrice del consorzio Almalaurea che svolge la doppia funzione di raccogliere e pubblicare dati annuali sugli studenti universitari e sulla condizione occupazionale dei laureati e poi di favorire il matching tra domanda e offerta di lavoro attraverso il database di curriculum di laureati che Almalaurea costudisce. La voce delle aziende sarà rappresentata da Paolo Costa, che è co-founder e direttore marketing e comunicazione di una società di consulenza che fa parte dell’RdS network da molti anni, Spindox. Costa racconterà non solo le collaborazioni che la sua azienda costruito in questi ultimi anni con alcuni atenei italiani, ma presenterà anche in anteprima i risultati di una ricerca che Spindox ha condotto indagando i programmi delle facoltà di Informatica delle università italiane, scoprendo che alcuni linguaggi informatici molto richiesti dalle imprese di questo settore vengono completamente ignorati - e dunque i giovani iscritti a Informatica di fatto non apprendono delle competenze che invece sono sempre più richieste dal settore del mercato del lavoro nel quale si apprestano entrare. Un problema dunque di comunicazione e di collaborazione tra chi le competenze le forma, e che poi le richiede. Un altro contributo interessante a questa tavola rotonda sarà quello di Cristina Tajani, che da ormai sette anni è assessora al lavoro per il Comune di Milano. Un ruolo istituzionale che la permesso di osservare da ogni punto di vista le best practices e le storture del momento di passaggio dei giovani dalla formazione al lavoro. Last but not least, il giornalista Francesco Cancellato, direttore de Linkiesta.it, porterà alla discussione alcuni dei temi approfonditi nel suo libro “Né sfruttati nei bamboccioni - Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia”, pubblicato pochi mesi fa dalla casa editrice Egea.L’evento del 29 giugno sarà anche l’occasione per presentare una survey attraverso cui la Repubblica degli Stagisti ha indagato il rapporto tra le aziende del suo network e il mondo delle università e dei master, facendo emergere dati molto interessanti sulle modalità di collaborazione - dalla partecipazione ai career day all’utilizzo delle bacheche universitarie per pubblicizzare le posizioni aperte di stage e lavoro, alla sponsorizzazione di borse di studio… - e sulla percezione che le aziende hanno dei neolaureati, con proposte concrete per migliorare il rapporto tra università e mondo aziendale in una logica win-win che riduca anche il mismatch tra domanda e offerta.E come ogni anno anche in questa quinta edizione di Best Stage non possono mancare gli AwaRdS, i premi speciali che RdS conferisce alle aziende del suo network che si sono distinte in qualche particolare aspetto della propria policy HR. Verranno premiate le aziende (un po’ di suspence sui vincitori è d’obbligo!) che prevedono l’indennità mensile più alta a favore dei propri stagisti, quelle che registrano il miglior tasso di assunzione post stage (superiore al 90%!), quelle con la miglior performance di assunzione diretta di giovani (cioè le assunzioni di under 30 senza il passaggio preventivo del tirocinio), più il premio speciale Candidati RdS  che ogni anno viene attribuito all’azienda che riceve il “voto” più alto dai lettori della Repubblica degli Stagisti (che come una sorta di “tripadvisor” possono dare un giudizio sulle aziende presso cui hanno fatto un colloquio di lavoro). C'è poi l’AwaRdS speciale “Lavoro Agile”, conferito in collaborazione con il Comune di Milano per premiare quelle aziende che hanno aderito lo scorso maggio alla Settimana del lavoro agile indetta dal Comune, dimostrando un’attenzione concreta al tema della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.E infine una assoluta novità: il label “Future@Work” per riconoscere le aziende che credono nel potenziale dei giovani e delle mamme al lavoro. Un'idea nata dalla partnership tra la Repubblica degli Stagisti e Life Based Value, la startup innovativa proprietaria del Master MAAM: durante Best Stage il label verrà per la prima volta attribuito a tre aziende (e anche qui, un po' di suspence!).Tutto questo e molto altro sarà Best Stage 2018, con anche alcune sorprese “in itinere” nel corso della mattinata. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti (Palazzo Isimbardi, sede della Città metropolitana di Milano, ingresso da via Vivaio), ci si accredita attraverso questo link. Tutti gli interessati sono i benvenuti!

Penalizzati dalle lauree umanistiche? Non per forza: Bip e la Business school del Politecnico di Milano lanciano un training accellerato

Chi l'ha detto che una laurea in Lettere o in Antropologia debba essere considerata “debole”? Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, di solito è così: le aziende, specialmente in Italia, cercano più i profili tecnico-scientifici. Le lauree “forti” sono quelle in ingegneria, informatica, tutt'al più economia. Ma ci sono anche datori di lavoro illuminati. Senza scomodare la mitica figura di Adriano Olivetti, che negli anni Cinquanta nella sua fiorente azienda in quel di Ivrea si narra facesse le assunzioni a gruppi di tre – un laureato scientifico, un tecnico e un letterato, per il buon peso – anche oggi il valore delle competenze umanistiche ha i suoi estimatori. E con ragione.«Le discipline umanistiche predispongono lo studente alla capacità critica, all’immaginazione e al ragionamento interdisciplinare» conferma Carlo Maria Capé, amministratore delegato di Bip – Business Integration Partners, la più importante società di consulenza a matrice italiana: «Da tempo noi non ci limitiamo ad assumere ingegneri ed economisti: il mestiere dei consulenti di management è cambiato».Certo, nella consulenza sono essenziali le competenze scientifiche, e molti annunci cercano espressamente ingegneri: ma «l’ideazione di nuovi prodotti e servizi digitali particolarmente innovativi è legata allo studio e alla comprensione della società in cui viviamo e del comportamento delle persone», continua Capé, «attività che richiedono anche laureati in antropologia, psicologia o design». E non solo: «Immaginando lo scenario che ci aspetta, in un futuro non così lontano la diffusione dell’automazione e dell’intelligenza artificiale renderanno necessario l’impiego di specialisti per valutare gli impatti sociali del fenomeno e “istruire” robot e macchine, tenendo sempre presente anche l’aspetto etico». Un fenomeno che «non riguarda solo la consulenza, ma più in generale le industrie del digitale e del tech»: Capé ricorda che la Silicon Valley pullula di imprenditori che alle spalle hanno studi umanistici – «il fondatore di LinkedIn ha scelto filosofia, l’ideatore di Pinterest ha frequentato scienze politiche e perfino Mark Zuckerberg, prima di specializzarsi in programmazione, ha studiato psicologia». Dunque le facoltà universitarie umanistiche forniscono una buona, talvolta ottima base di partenza. Però è vero che per lavorare in contesti fortemente innovativi spesso ci vuole  una preparazione un po' più tecnica; ed è vero anche che molti laureati umanistici a volte hanno bisogno di trovare un modo per impreziosire il loro cv, per evitare che venga scartato a priori da selezionatori che storcono il naso di fronte alle lauree “non Stem”.E qui entra in gioco una partnership tra Bip e il MIP, la Business school del Politecnico di Milano, che insieme hanno messo a punto un percorso formativo ad hoc – una formula peculiare e “accelerata” per permettere ai laureati umanistici di ampliare le proprie competenze e rendersi più appetibili per il mercato del lavoro, aggiungendo alla loro preparazione di base anche un'infarinatura di Economics & Finance, marketing, management e trasformazione digitale.Si chiama “bootcamp” – «il termine evoca dinamicità: un percorso di allenamento intenso su una selezione di tematiche di business fondamentali» spiega alla Repubblica degli Stagisti Ursula Buchmeiser, a capo dell'area People Engagement & Development di Bip – e dura solo quattro mesi: un mese in aula e poi tre mesi in stage. Venti posti disponibili, in aula docenti della Graduate School of Business del Politecnico di Milano e professionisti di Bip con elevata seniority.«Il percorso nasce dalla consapevolezza che l’innovazione della nostra azienda è legata alla diversificazione delle competenze e alla ricchezza della nostra cultura aziendale» continua Buchmeiser: «In una condizione dove lo scambio del sapere e dei dati avviene in modo esponenziale, il valore distintivo di una società di consulenza dipende sempre di meno dal sapere e sempre di più dal saper fare».Buchmeiser, austriaca di nascita ma italiana d'adozione – vive a Milano da oltre dieci anni – laureata in Economia a Vienna e “masterizzata” alla Bocconi, ha lavorato in precedenza alle Nazioni Unite e alla Commissione europea; è anche  membro esterno del cda dell'università Statale di Milano, e per Bip ha seguito fin dal primo giorno la genesi del progetto del bootcamp. «Alle risorse che concludono con successo il percorso in aula Bip offre uno stage di tre mesi», anticipa; stage con la consueta indennità mensile che Bip – che da anni fa parte del network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti e ha il “Bollino OK Stage” –  prevede a favore dei suoi stagisti: 800 euro al mese, senza distinzioni tra curricolari ed extracurricolari (in effetti, facendo due calcoli, due mensilità dell'indennità sono praticamente sufficienti a compensare il costo totale della quota di iscrizione al bootcamp, che ammonta a 1.500 euro + Iva).Alla fine dei tre mesi verrà il momento di trarre le conclusioni: ciascun giovane potrà capire se si sente tagliato per una carriera nella consulenza, e Bip a sua volta valuterà i talenti più promettenti da trattenere con una proposta di assunzione. «Il percorso costituisce in ogni caso un forte incremento del valore del cv per i partecipanti» sottolinea Ursula Buchmeiser: «Questo significa naturalmente aumentare le opportunità di inserimento nel mondo del lavoro».«Questo bootcamp è una novità per noi: rappresenta il primo esperimento costruito ad hoc con e per un’azienda» dice Davide Chiaroni, direttore scientifico del programma “Bip Bootcamp & Stage” per il MIP – Politecnico di Milano: «Abbiamo inserito già da due anni il concetto di bootcamp nel nostro International Full-time MBA e lo abbiamo disegnato insieme ad un panel di aziende; con questa iniziativa si arriva ad uno step ancora più innovativo, perché il bootcamp è pensato per una singola realtà partendo dalle esigenze dell’azienda stessa». Il Politecnico e Bip non sono nuovi alle collaborazioni: insieme avevano riprogettato, nel 2015, un master in “Energy Management”.«I contenuti del programma sono stati definiti a quattro mani partendo dalle definizioni delle competenze necessarie per poter diventare consulente e business analyst in realtà dinamiche e internazionali» aggiunge Chiaroni: «Si è voluto enfatizzare il ruolo che figure professionali con un background umanistico e creativo possono apportare alle organizzazioni e società di consulenza. L’obiettivo è quindi quello di sviluppare il pensiero analitico e le capacità di business analysis e problem setting e solving». Non è scontato per una realtà universitaria avviare un master – o, come in questo caso, un bootcamp –  in collaborazione con un'azienda. Ma «docendo discimus: insegnando apprendiamo» sottolinea Chiaroni: «È uno dei detti latini che si attribuiscono a Seneca, e credo rappresenti bene il nostro spirito. Avviare un progetto in collaborazione con un'impresa significa innanzitutto comprendere la sua prospettiva. Adattare il proprio bagaglio di competenze e di “saper insegnare” in un contesto sempre diverso e – soprattutto con i talenti – particolarmente stimolante e creativo, è il miglior risultato che come Scuola possiamo portare a casa da progetti di questo tipo».Le iscrizioni al “Bip Bootcamp & Stage” sono aperte fino a fine giugno. Gli unici requisiti essenziali richiesti sono una laurea magistrale (meglio se conseguita da meno di un anno) e una conoscenza dell'inglese almeno a livello B2. Per i selezionati il percorso di training accelerato inizierà lunedì 17 settembre 2018 e avrà la durata di un mese. In bocca al lupo a chi proverà a candidarsi!

Torna «Young Tax Professional of the Year», competizione internazionale su temi fiscali organizzata da EY

Neolaureati magistrali in economia o giurisprudenza e laureandi con data di discussione prevista entro marzo 2019: c’è tempo fino al 28 giugno per approfittare dell’opportunità offerta da EY, società di consulenza che aderisce all’RdS network, composto dalle aziende che si impegnano a offrire buone condizioni di stage e lavoro ai giovani. «Are you ready to be the Young Tax Professional of the Year?»: questo il nome dell’evento con cui EY andrà a selezionare «le figure junior che entreranno nei prossimi sei mesi nello studio legale tributario e i candidati per lo Young Tax Professional of the Year, che potranno successivamente essere inseriti in azienda», spiega alla Repubblica degli Stagisti Diana De Filippis, dell’ufficio HR di EY.L’evento è giunto ormai alla sua ottava edizione, la sesta nella quale è inclusa anche l’Italia: ad oggi hanno partecipato in totale cento candidati italiani: i sei finalisti hanno poi partecipato alle finali internazionali.Tutti gli interessati al diritto tributario, con una passione per il mondo della digital transformation, che hanno un inglese fluente e sono dotati di curiosità e spiccate capacità relazionali, e sono interessati a partecipare possono dunque mandare la propria application.Per candidarsi basta andare al link del form e registrarsi per partecipare all’evento in programma giovedì 5 luglio a Roma o a quello di mercoledì 11 a Milano. L’evento è strutturato in due fasi: nella prima i candidati con i requisiti richiesti faranno un test online di lingua inglese e i migliori saranno convocati per partecipare alle due giornate di incontro in cui scopriranno i valori del gruppo EY e si cimenteranno nella risoluzione di un caso concreto da risolvere in gruppo. Quelli che supereranno con successo le prove di gruppo e il colloquio motivazionale saranno poi invitati a settembre a Milano per lavorare individualmente a un case study da discutere sia in italiano sia in inglese davanti ai professionisti del gruppo EY.«Nel corso dello stesso evento faremo anche le selezioni tra gli studenti per lo Young Tax Professional of the Year» spiega De Filippis «individuando un vincitore e creando una lista di candidati da inserire in un secondo momento nel gruppo». La giornata parte con un benvenuto del «partner responsabile del Tax & Law per avere una panoramica sulla strategia e sul nostro posizionamento sul mercato. Poi i candidati lavoreranno in gruppo su un case study che metterà in evidenza le loro competenze ed evidenzierà le capacità di problem solving, efficacia personale, cooperazione e lavoro in team. La giornata si chiuderà con i colloqui motivazionali e un aperitivo di networking». Il tempo limite per chiudere il caso, che avrà un’anima legale relativa al diritto societario e una parte fiscale che va dalle tematiche di benefici fiscali per investimenti societari a quelle di digital transformation, è al momento in via di definizione e dovrebbe essere tra una e due ore. Per selezionare lo YTPY «valuteremo sia le competenze che l’approccio al lavoro di team. Poi a settembre ci sarà il secondo step per i finalisti italiani». In pratica tra le cinque e le otto persone saranno convocate a Milano. Lì lavoreranno a un piccolo caso in inglese e si decreterà un solo vincitore che poi «sarà seguito da un tutor di EY attraverso un contatto telefonico, via mail e con incontri one to one sia per l’aspetto tecnico relativo a tematiche di fiscalità internazionale sia per una preparazione a livello di presentation», fino ad arrivare alla seconda fase, quella internazionale.Gli altri candidati arrivati fino a Milano, se positivi al contesto di EY, «potranno avere l’opportunità di ricevere una proposta di ingresso, che può essere uno stage tra i tre e i sei mesi o direttamente il contratto da consulente con partita iva», spiega De Filippis.Il vincitore italiano avrà, invece, un ulteriore step da affrontare: la sfida internazionale che si terrà ad Amsterdam dal 24 al 28 novembre, con spese di trasferimento e alloggio coperte da EY. L’anno scorso per l’Italia ha partecipato la 25enne Marica Azzola, assunta da EY a gennaio 2018 e ora consultant junior nel dipartimento International tax. Come Azzola, anche il vincitore di quest’anno ritroverà nella capitale olandese i finalisti di più di trenta paesi del mondo, che si sfideranno risolvendo casi e facendo interviste. Poi ci sarà una cerimonia di premiazione in cui saranno annunciati i tre vincitori. Nel 2017 il titolo di Young Tax Professional of the Year è stato vinto dalla russa Natalia Averina [nella foto a destra], che ha avuto l’opportunità di fare esperienza pratica presso gli uffici EY a Londra, New York e Hong Kong attraverso un tour globale di un mese che le ha permesso di entrare in contatto con alcuni dei professionisti fiscali più importanti del mondo. Ad oggi i candidati italiani sono arrivati principalmente dalle università di Roma e Milano, come Cattolica, Bocconi, Luiss, Roma Tre, la Sapienza. Ma in misura più ridotta hanno partecipato anche studenti della Federico II di Napoli, della Ca Foscari di Venezia, dell’università di Trento e dell’Alma Mater di Bologna. Ai giovani interessati, dunque, non resta che affrettarsi, e provare a dimostrare di essere lo Young Tax Professional of the Year.Marianna Lepore

Neet, in Bosch un progetto sperimentale per portarli nel mondo del lavoro: 6 mesi di stage a 1.000 euro

L'Italia è maglia nera in Europa per numero di giovani che non studiano e non lavorano. Secondo gli ultimissimi dati statistici diffusi dall'Eurostat il nostro è il Paese europeo con più Neet (Not engaged in education, employment or training): nel 2017 un giovane italiano su quattro (25,7%) di età compresa tra i 18 ei 24 anni non era né occupato né impegnato in un percorso di istruzione o formazione. Nonostante il lieve miglioramento rispetto al 2016 (26%), restiamo fanalino di coda nell'Ue, dove la media è del 14,3%.  Proprio per contribuire a ridurre la quota di Neet nasce la nuova iniziativa di Bosch, azienda che fa parte dell'RdS network ed è da sempre molto attiva nei percorsi di orientamento e formazione. Qualche giorno fa, presso l’Auditorium Bosch Milano, si è tenuto il kick off del nuovo progetto NEETandiamoavincere contro la disoccupazione giovanile. L’obiettivo è quello di aiutare i Neet a inserirsi nel mondo del lavoro, attraverso una serie di attività mirate a orientarli verso il loro futuro professionale.Per la prima edizione del progetto, ancora sperimentale, sono stati selezionati otto ragazzi di età compresa tra i 20 e i 29 anni, disoccupati da almeno dodici mesi e residenti in Italia. «Tre ragazzi si sono candidati tramite la piattaforma JustKnock, inviando un proprio progetto, e due di loro sono stati scelti. Per i restanti sei, il recruiting è avvenuto attraverso la banca dati del nostro partner Randstad», spiega alla Repubblica degli Stagisti Francesca Bosco, HR Employer Branding per Bosch Italia e già Project Manager del progetto Allenarsi per il futuro. I giovani selezionati hanno subito iniziato il loro percorso di formazione e lavoro presso Bosch e altre aziende partner dell’iniziativa, tra le quali Randstad; la start up teramana Aperegina; Carter&Benson, agenzia di consulenza manageriale; ed Oerlikon, società metallurgica svizzera. «Il progetto è ovviamente inclusivo», precisa Bosco «e resta aperto a tutti gli attori del mondo del lavoro che hanno competenze, voglia e coraggio nel dare un contributo in favore della lotta alla disoccupazione giovanile, vera piaga sociale della nostra Italia».Il percorso durerà sei mesi, durante i quali i ragazzi percepiranno un rimborso spese mensile di 1.000 euro netti, molto più di quello “consueto”, il che è sicuramente un segnale significativo. Tante e diverse le loro storie. Come quella di Antonio, barese, diplomato geometra, e già iscritto a Garanzia Giovani, senza però aver ottenuto un tirocinio. A convincere i selezionatori è stato il suo progetto di un metodo di selezione alternativo al colloquio conoscitivo. O quella di Marilena, nata in una piccola realtà abruzzese, e sfiduciata dalla mancanza di opportunità del suo territorio di origine. Le attività ruoteranno intorno a dodici transversal life skills: pensiero critico, intelligenza emotiva, spirito d’iniziativa, comunicazione attiva, problem solving, creatività, diversità, autocoscienza, decision making, flessibilità/trasversalità, visione di insieme, e gestione del tempo, dello stress e del proprio lavoro. I giovani NEET saranno accompagnati  dai “campioni di vita”, sulla scia dell'altra fortunata iniziativa di Bosch, Allenarsi per il futuro. Hanno partecipato al kick off del progetto i runner Ivana De Martino e Alberto Cova, la ginnasta Daniela Massironi, il calciatore Moreno Torricelli, il cestista Marco Mordente, la pallavolista Rachele Sangiuliano, il serial driver Gian Maria Gabbiani e il campione di apnea Mike Maric. Gli sportivi resteranno in costante contatto con i giovani NEET - attraverso call, messaggi e periodici incontri - per motivarli e aiutarli a mettere a frutto le loro passioni e i loro obiettivi. Inoltre i ragazzi saranno seguiti da un mentor aziendale, che coordinerà il progetto e permetterà di sviluppare una formazione efficace. E ancora, mensilmente incontreranno degli esperti di benessere, che li indirizzeranno verso stili di vita corretti ed equilibrati; e una psicologa, recruiter e coach, che li aiuterà a curare il loro personal branding e i loro profili social.Perché si parla di creare futuri “imprenditori di se stessi”? «L’hashtag del progetto è #conoscitestesso» spiega Francesca Bosco «perché partiamo dal presupposto che se questi ragazzi sono arrivati a non avere un’occupazione per almeno un anno è probabilmente anche per mancata conoscenza della propria personalità. Per questo vorremmo rinfrescare i loro talenti e seguirli, partendo dalla persona per arrivare all’insegnamento di un mestiere. E magari non tutti, ma almeno uno di loro potrebbe arrivare ad aprire una start up». Se il lancio del progetto darà i risultati attesi, si ripartirà ufficialmente a gennaio, quando la selezione dovrebbe essere allargata a venti ragazzi, al fine di offrire sempre più possibilità a quei giovani “invisibili” della società che non svolgono né attività formativa né lavorativa.Rossella Nocca

Pochi giorni ancora per candidarsi al NeaPolis innovation Campus, opportunità per i giovani campani appassionati di elettronica

«Al giorno d’oggi bisogna saper fare non solo sapere»: questo è il NeaPolis innovation Summer Campus nella sintesi di uno dei giovani che vi hanno partecipato. Il programma è un'opportunità destinata ai giovani campani dalla STMicroelectronics insieme a cinque università: la Parthenope e la Federico II di Napoli, l’università di Salerno, gli atenei della Campania e del Sannio.Il Summer Campus è un evento, giunto alla sua quinta edizione, che si svolge con cadenza annuale nella sede dell’azienda ad Arzano, Napoli. Un campus che, questa volta per 11 giorni, ospita dalle 9 del mattino alle 6 del pomeriggio laureati o laureandi in ambito tecnico scientifico provenienti dagli atenei campani. Quest’anno i posti a disposizione sono per cento partecipanti che gratuitamente – quindi senza pagare alcun costo di iscrizione – seguono seminari intensivi sui microcontrollori a 32 bit e sui sistemi operativi real time. Poi, dopo una prima fase di lavoro individuale, vengono raggruppati in team per ideare e sviluppare un progetto, avvalendosi anche della scheda di sviluppo che gli viene fornita gratuitamente a inizio campus, che viene presentato l’ultimo giorno ad un pubblico selezionato.Nelle prime quattro edizioni il Summer Campus ha visto partecipare 250 studenti, quasi tutti entusiasti dell'esperienza. Come Rocco Marco Guglielmi, 31 anni, laureato presso l’università di Salerno e affezionato frequentatore del Summer Campus fin dal 2014, prima come student tutor e dal 2017 come tutor. «All’evento partecipano due figure: i tutor aziendali, professionisti che lavorano su determinate tematiche, e gli student tutor, studenti che danno un contributo attivo avendo partecipato a precedenti edizioni» spiega: «Io feci uno stage in ST per la laurea triennale e il mio tutor dell’epoca e organizzatore dell’evento mi chiese una mano per preparare le lezioni della prima edizione, con il ruolo di tutor studente volontario». Quell’anno su circa 40 partecipanti la stragrande maggioranza era della Federico II di Napoli, mentre dall’università di Salerno oltre a Guglielmi c’erano altre sei-sette persone. Da allora è tornato ogni anno come student tutor all’evento fino al 2017 quando è stato assunto in ST ed è diventato tutor.I tutor sono, quindi, professionisti assunti in ST che lavorano regolarmente con i microcontrollori e a cui viene affidato il compito di organizzare il corso, indicare il percorso didattico, dare una mano agli studenti. «I tutor aziendali sono però al massimo due – tre persone, troppo poche per gestire tutti i partecipanti», spiega Guglielmi. «Ecco perché sono affiancati da studenti, che chiamiamo tutor studenti volontari, figure esterne ad ST che hanno partecipato a precedenti edizioni del Campus e che vengono solo per gli undici giorni del programma, dando supporto al tutor nel fare lezione. E talvolta fanno anche lezioni di una mezz’ora, anche per farli esercitare a parlare in pubblico. Come se fossero degli assistenti dei tutor». L’azienda STMicroelectronics si è insediata a Napoli nel 2001 e si è subito scontrata con la difficoltà di entrare in sintonia con i tanti atenei che in regione offrono corsi di laurea in ingegneria elettronica. Da qui l'idea di avviare NeaPolis Innovation, «un programma per alleggerire i problemi burocratici e di regolamentazione degli stage tra un’azienda non napoletana con le università del territorio» spiega alla Repubblica degli stagisti Laura Sipala, dell’ufficio stampa e relazioni pubbliche di ST.Il NeaPolis Innovation diventa un accordo di collaborazione stabile con le università campane nel campo della ricerca e della formazione tecnico scientifica, con eventi e seminari aperti a studenti e piccole e medie imprese del territorio, a cui aderiscono anche, Micron, Confindustria Campania, Cnr, Enea. Cuore del programma, il Summer Campus: «Con l’obiettivo di dare agli studenti un’idea del lavoro in azienda. La nostra è un’operazione culturale: ha l’obiettivo di far conoscere il mondo dell’elettronica e microelettronica e far crescere nei partecipanti la conoscenza di quello che possono fare», spiega Sipala.Così è stato anche per Guglielmi che dice: «Di solito il dieci per cento degli studenti torna come student tutor l’anno seguente, rispondendo a una chiamata sui social media durante il mese di aprile. Anche quest’anno c’è stata una forte risposta, con dieci volontari». Per prendere parte al campus ci sono, logicamente, delle competenze richieste: avere un profilo quanto più tecnico possibile e saper programmare quantomeno in C. L’aggiunta di competenze di base di elettrotecnica ed elettronica è un aiuto in più. «Di solito gli studenti arrivano da ingegneria informatica, elettronica e delle telecomunicazioni, a volte anche qualche matematico e chimico».Per partecipare al Summer Campus la regola base è non avere alcuna esperienza di sistemi embedded, di microcontrollori, che è poi l’argomento di cui si parla nel corso degli undici giorni. «La vera selezione la fanno i docenti universitari che raccolgono le partecipazioni degli studenti selezionando chi ha un profilo abbastanza formato per apprendere i progetti di cui si parlerà», spiega Guglielmi. «Di solito studenti al terzo anno della laurea di primo livello, ma anche ragazzi all’inizio della magistrale. Se poi qualcuno scopre del campus attraverso i social media e vuole iscriversi, chiediamo un parere al docente di riferimento e accettiamo tutti». Iscrizioni che al momento sono in corso e vanno effettuate entro il 30 giugno. Poi il campus si svolge a inizio settembre, - quest’anno per la precisione da giovedì 30 agosto a domenica 9 settembre.Lo stretto rapporto tra le università e il Campus lo dimostra anche la testimonianza di Matteo Caiazzo, 22 anni, neolaureato dell’università Parthenope, che ha partecipato al programma nel 2017. «Il mio professore di architettura di sistemi a micro processione, Luigi Cozzolino, aveva organizzato una giornata all’università con il direttore della STMicroelectronics, Alan Smith, per introdurci l’argomento. Mi aveva proposto di partecipare ma ero solo un laureando e pensavo di non essere all’altezza, ci ho messo un po’ prima di dire sì. I posti sono limitati per ateneo e alla Parthenope eravamo in pochi, quindi non avevamo difficoltà a rientrare nel numero». Oggi è convinto che il Summer Campus gli abbia dato degli sbocchi lavorativi in più: «Presa la triennale sono stato contattato da parecchie aziende che hanno visto il mio curriculum su Almalaurea e apprezzato questa esperienza. Ho ricevuto varie proposte di stage ma per ora aspetto, perché ho intenzione di prendere la laurea magistrale che comincerò a settembre». L’esperienza non si è conclusa qui, perché quest’anno farà lo student tutor, rientrando quindi nel gruppo di studenti delle edizioni precedenti che aiutano i tutor nello svolgimento delle lezioni. «Il Campus fa un po’ da tramite tra l’università e il mondo del lavoro: si inizia a capire com’è una vita in azienda, anche negli orari. Ed è una voce importante in curriculum che non bisogna lasciarsi scappare». Nel 2017, quando ha partecipato, c’erano una cinquantina di persone ma la percentuale di donne era soltanto del venti per cento. Un dato più alto della media di donne partecipanti, che in quattro edizioni si attesta intorno al dieci per cento.Qualche ragazza comunque per fortuna c'è. «È un dato che rispecchia la situazione attuale universitaria» si rammarica Maria Elena Gragnaniello, che ha partecipato l’anno scorso a 25 anni appena laureata in ingegneria biomedica, informatica e delle telecomunicazioni alla Parthenope. Oggi è iscritta al corso magistrale di ingegneria delle telecomunicazioni alla Federico II e, dice, «anche qui, in media seguo corsi dove su quaranta partecipanti siamo solo sette donne». Consiglia il Summer Campus perché permette di ampliare «la conoscenza pratica che all’università manca, per un deficit di organizzazione di laboratori e corsi pratici. Per me è stata un’ottima esperienza, invito tutte le donne a partecipare, perché è importante dal punto di vista tecnico, personale e professionale».Uno degli aspetti del Summer Campus che piace molto è la possibilità di costruire un progetto e presentarlo in fase finale a un pubblico, di solito costituito da un assessore regionale – negli ultimi anni quello all’internazionalizzazione e start up della regione Campania, Valeria Fascione - dal direttore di ST e da altri docenti universitari. «Sono stata la portavoce del mio gruppo» racconta la giovane ingegnera. «Così ho scoperto una certa dedizione agli aspetti di marketing del prodotto, che ora cerco di approfondire». Oggi oltre a studiare ha fondato una start up, Carpitech, inserita nell’incubatore Campania New Steel, che ha sede a Città della Scienza. Proprio il posto in cui aveva trovato l’annuncio del NeaPolis innovation Summer Campus con l’elenco dei professori a cui chiedere informazioni.Ma è il confronto con il pubblico che ascolta la presentazione dei progetti finali il punto forte secondo i tre ex partecipanti del Summer Campus: «Per me» aggiunge Guglielmi, «è stato fondamentale, dandomi la possibilità di imparare a parlare in pubblico, prima non ero per niente un gran chiacchierone». Agli interessati al programma non resta che affrettarsi, contattare i docenti di riferimento delle cinque università campane indicati nel bando o, nel caso si provenga da università fuori regione, direttamente l’organizzazione del NeaPolis innovation.Marianna Lepore

Scuola di Politiche 2019, candidature fino al 29 giugno

Fino alla mezzanotte del prossimo venerdì 29 giugno i ragazzi nati tra il 1° gennaio 1992 e il 31 dicembre 1999 potranno partecipare al bando per la Scuola di Politiche 2019. Nata nel 2015 per iniziativa del politico sardo Marco Meloni e di un Enrico Letta desideroso di dedicarsi alla formazione delle nuove generazioni dopo le dimissioni da presidente del consiglio e da parlamentare, la Scuola di Politiche (per semplicità, SdP) arriva quest’anno alla sua quinta edizione. Si tratta di un corso annuale che va da settembre a maggio e le cui lezioni si svolgono un venerdì al mese, dalle 10 alle 18, a Roma presso la sede dell’Arel – il centro di ricerca fondato da Nino Andreatta, economista democristiano più volte ministro tra gli anni Ottanta e Novanta, alla cui memoria la scuola è dedicata. L’intento del corso è quello di veicolare «contenuti che danno un senso effettivo alla politica, intesa come passione per il bene comune, tensione etica, sistema di valori che sta alla base dell’impegno pubblico», come si legge sulla home del sito. L’offerta didattica della scuola si articola in lezioni frontali su temi generali come Europa, economia internazionale ed organizzazione dello Stato. Il corso è arricchito da seminari, conferenze, simulazioni d’aula e workshop monografici su grandi temi di attualità come la robotica, le politiche pubbliche in materia di sanità o il rapporto tra Stato e mercato –  non a caso, gli argomenti su cui si sono focalizzati i corsi specialistici del 2017-18. I ragazzi che partecipano alla Scuola di Politiche hanno inoltre l’opportunità di visitare le istituzioni europee con una due giorni di full immersion a Bruxelles, che si chiude con la simulazione dei lavori di una commissione parlamentare, con gli studenti che per un giorno prendono posto sugli scranni degli eurodeputati. Perché «la politica, e ancor più le “politiche”, non si possono studiare in modo manualistico, ed è necessario dare una vera idea di come si svolge l’attività politica».La SdP può contare su più di settanta tra docenti qualificati e speaker, oltre che su ospiti autorevoli che, nel corso degli anni, hanno contribuito alle attività del corso. Tra le figure che hanno tenuto conferenze o lezioni straordinarie vi sono Emma Bonino, Romano Prodi, Giorgio Napolitano, Marc Lazar, Herman Van Rompuy e Carlo Cottarelli, e tanti altri. Fondamentale è il ruolo del board esecutivo, formato dal direttore Marco Meloni e da Grazia Iadarola, Elisabetta Calise, Alessandro Aresu, Marco Bani, Andrea Garnero, Marco Laudonio e Valerio Bordonaro. Figure giovani e già affermate nel mondo delle relazioni internazionali e delle scienze politiche, spesso già in posizioni di prestigio in enti pubblici nazionali o organismi internazionali: alcuni rappresentano veri e propri punti di riferimento per i ragazzi che partecipano alla Scuola.L’ingresso alla SdP è riservato a cento ragazzi tra i diciannove e i ventisei anni, maturandi inclusi. Partecipare al bando di ammissione è semplice: basta andare sul sito, cliccare sul link in homepage e, seguendo i passaggi, inserire le informazioni richieste. (Qui i “quattro motivi per candidarsi” formulati nel 2016 dalla fondatrice della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina – validi ancor oggi!)Oltre alle informazioni personali, alla carriera scolastica, universitaria e lavorativa, e al curriculum, ogni candidato deve anche descrivere in mille battute quali sono a suo parere le priorità politiche per l’Italia del futuro. Va allegato anche un video di autopresentazione di un minuto, da caricare su YouTube o su Vimeo. Le candidature saranno valutate da un Comitato guidato da Emma Bonino, storica leader radicale e già commissaria europea e ministra, e dall'ex direttore dell’OMC Pascal Lamy; le selezioni saranno fatte «sulla base di criteri di diversità e inclusione (di genere, territoriale, cultura politica), di performance negli studi, di passione per la cosa pubblica». In media ogni anno arrivano oltre 600 richieste di ammissione alla scuola, da tutta Italia e specialmente dal Lazio – anche perché le lezioni si svolgono a Roma. Ma dalla Scuola fanno sapere che, tra i criteri di selezione utilizzati, vi è quello di far sì che gli studenti della SdP provengano da tutte le zone del Paese. Nelle quattro precedenti edizioni la Scuola ha accolto complessivamente 400 studenti provenienti da percorsi di formazione molto diversi tra loro. Studenti o laureati in medicina, ingegneria, fisica, scienze politiche, economia, giurisprudenza, relazioni internazionali, scienze della comunicazione, cooperazione e sviluppo e non solo: la differenza di background è una caratteristica su cui alla SdP puntano molto. Tutti i partecipanti sono uniti dal filo rosso della passione per l’impegno politico e dalla curiosità per l’apprendimento, in un’ottica molto internazionale. Per chi desidera mettere a frutto la propria passione per la cosa pubblica, a prescindere da quello che è il proprio background, anche quest’anno la Scuola di Politiche potrebbe essere il posto giusto. Ulteriore incentivo il fatto che la SdP sia completamente gratuita – i costi sono, infatti, tutti a carico dell’Arel – e che per gli studenti che vivono fuori Roma sia possibile richiedere un sostegno economico per le spese di viaggio. E per chi ha già compiuto ventisei anni? È possibile iscriversi alla community «Amici della Scuola» o chiedere di partecipare alla Summer School organizzata dalla Scuola di Politiche ed aperta anche a non studenti sino ai trent'anni. L'edizione 2018 della Summer School, come gli scorsi anni, si terrà a settembre a Cesenatico.Giulio Monga

Tutto quello che c'è da sapere sullo stage, iscrizioni aperte per il workshop gratuito di Eleonora Voltolina alla Job Fair della Statale

Quali sono i diritti e doveri degli stagisti? Come si riconosce una buona opportunità di tirocinio da una fregatura, quali sono i fattori da tenere in considerazione nel momento in cui si valuta una proposta di stage? Il web è stracolmo di annunci che propongono tirocini di tutti tipi: sembra proprio che questa modalità sia ormai la principale per permettere di fare i primi passi nel mondo del lavoro. Ma scegliere bene è molto importante, per evitare di perdere tempo, incappare in delusioni e frustrazioni, fare in modo che l’esperienza di stage sia effettivamente formativa e arricchisca il curriculum. La Repubblica degli stagisti in questo panorama è da quasi un decennio a fianco dei giovani, e ha sviluppato negli anni un enorme know-how su questo tema. Proprio per questo la sua fondatrice, la giornalista Eleonora Voltolina [qui a fianco, un fotogramma del mini-video di lancio con i suoi tre consigli agli aspiranti stagisti], di recente ha messo a punto un workshop formativo per guidare i giovani nell'intricato mondo dello stage e aiutarli a orientarsi.Già realizzato con grande successo in alcuni nell’ambito di alcuni master, il workshop “Tutto quello che c'è da sapere per scegliere uno stage di qualità” approda ora alla Job Fair dell’università Statale di Milano. L’appuntamento è per la mattina di mercoledì 20 giugno: gli stand saranno allestita nei bellissimi cortili e corridoi della sede centrale della Statale, in via Festa del Perdono 7. Il workshop, a ingresso gratuito, comincerà alle 10:30 nella Sala di rappresentanza; avrà una durata di due ore e un ampio spazio nella parte finale sarà dedicato a rispondere alle domande specifiche dei partecipanti. L’iscrizione al workshop è aperta tutti: non solo quindi studenti e neolaureati della Statale, ma anche di altri atenei, e più in generale a tutti coloro che sono interessati a saperne di più su questo tema. Per iscriversi basta compilare il form a questo link: l'iscrizione sarà possibile fino a esaurimento posti. Per tutta la durata della giornata, inoltre, saranno a disposizione anche gli stand di oltre 100 aziende selezionate dal Cosp della Statale tra quelle che offrono effettivamente opportunità di stage e lavoro, soprattutto per i profili professionali correlati alle facoltà esistenti in ateneo. In particolare saranno presenti con il loro stand anche ben sei aziende che fanno parte dell’RdS network, il circuito di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti, che si sono impegnate a garantire ottime condizioni di stage e trasparenza in merito alle proprie policy di recruiting e assunzione: si tratta di Everis, EY, Flixbus, Mars, Mercer, Sdg Group. Se siete interessati a partecipare al workshop non vi resta che cliccare sul format inviare la vostra prenotazione. Ci vediamo mercoledì 20!

Opportunità di stage a 800 euro al mese all'Italian Trade Agency: il bando Ice scade il 22 giugno

C’è tempo fino a venerdì 22 giugno per candidarsi al nuovo bando dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, l'Ice, che mette a disposizione tirocini curriculari ed extra-curricolari da svolgere presso i suoi uffici di Roma e Milano.L’Ice – da qualche anno ribattezzata Italian Trade Agency – è l’agenzia governativa che si occupa di sviluppare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani con l’estero e opera al fine di sviluppare l’internazionalizzazione delle imprese italiane nonché la commercializzazione dei beni e servizi italiani nei mercati internazionali. Una vera e propria agenzia che agisce per affermare le eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo, e che apre ogni anno le porte delle proprie sedi a studenti, laureati o inoccupati con la volontà di vivere un’esperienza stimolante e professionalizzante.I tirocini messi a bando sono infatti di due tipi: 16 tirocini extra-curricolari, rivolti a candidati in stato di inoccupazione/disoccupazione iscritti al centro per l’impiego; e un numero non predefinito di tirocini curricolari, per studenti iscritti a percorsi di formazione universitari italiani (ossia corsi di laurea, master o dottorato di ricerca) che richiedono il rilascio di crediti formativi (cfu). Da notare un aspetto curioso: vengono inspiegabilmente considerati curricolari anche i tirocini svolti entro 12 mesi dal completamento del percorso formativo, sebbene «ciò non impedisca che gli stessi soggetti possano candidarsi anche per un tirocinio extra-curricolare», spiegano dall'ufficio stampa Ice. Attenzione però: l'indennità mensile è un diritto per i tirocinanti extracurricolari, mentre è facoltativa  per quelli curricolari. E infatti purtroppo l'Ice paga i suoi stagisti extracurriculari, mentre non paga quelli curricolari.Niente indennità nemmeno per i tirocini all'estero: l'Ice consente infatti ai ragazzi interessati di svolgere tirocini curricolari anche presso le sue sedi estere, posti che non rientrano nel presente bando ma a cui l'aspirante stagista dovrà candidarsi autonomamente contattando di persona la sede prescelta. Il problema è che anche per questi tirocini non è prevista un'indennità, costringendo così gli studenti a sborsare soldi di tasca propria per trasporti, vitto e alloggio. Ma in quanti potranno permetterselo? Tornando al bando, e sopratutto alle 16 opportunità che prevedono un rimborso di 800 euro al mese: per quanto riguarda i requisiti di accesso, per entrambe le tipologie di tirocinio (extracurricolari e non), non sono previsti limiti di età. Competenze minime per la presentazione della candidatura sono un’ottima conoscenza dell’inglese e del pacchetto Office, oltre ad alcune competenze aggiuntive specifiche (v. sotto).Le candidature pervenute in occasione del precedente bando, che era stato pubblicato nel luglio del 2017, erano state circa 400; quelle al momento pervenute per questo bando, dice l'Ice alla Repubblica degli Stagisti, sono già circa 200. Numeri decisamente alti se si pensa che i tirocini extra-curricolari messi a disposizione sono solamente 16; qualche speranza in più può essere invece nutrita dai candidati curricolari, il cui numero di chances resta però ignoto.I tirocini hanno una durata massima di sei mesi e si svolgeranno nel periodo che va dall’autunno 2018 alla primavera 2019. A beneficiare di un’indennità finanziaria saranno però, come detto, solo i beneficiari dei tirocini extra-curricolari, che prevedono un’indennità lorda di 800 euro mensili, in linea con la nuova legge regionale del Lazio, dove l'Ice ha la sua sede legale; mentre per i tirocini curricolari è previsto solamente il rilascio di crediti formativi.Andando a vedere nello specifico le attività proposte, si può fare subito una distinzione tra quelle per lo svolgimento delle quali è sufficiente avere un titolo di laurea triennale e quelle per cui è invece richiesta la laurea magistrale. Basta una laurea triennale per le posizioni di stage presso gli uffici di sei delle strutture dell'Agenzia: Comunicazione e relazioni esterne, per candidarsi al quale è richiesta, come competenza specifica aggiuntiva, la conoscenza degli applicativi di illustrazione grafica; Pianificazione strategica e controllo di gestione; Coordinamento attrazione investimenti e Promozione e investimenti (si tratta apparentemente di due uffici distinti), per cui serve una qualche esperienza o studi in campo internazionale; Servizi formativi; e l’agenzia Ice-sede di Milano, per cui è richiesta una laurea in materie giuridico-economiche più conoscenza di Google app (drive, sites), MailChimp o Eloqua. Bisogna invece avere una laurea magistrale se ci si vuole candidare alle posizioni nelle restanti strutture Ice. In particolare, per il settore Coordinamento marketing sono richieste competenze nel campo del marketing e della gestione del cliente, nonché degli applicativi cms siti web; per il Supporto affari giuridico-legali e assistenza organi istituzionali, una formazione giuridica e l’aver svolto preferibilmente la pratica forense; per il Coordinamento, amministrazione e organizzazione risorse umane una laurea in economia; per la Gestione giuridica e sviluppo risorse umane è preferibile una laurea in giurisprudenza. Ci sono poi la Presidenza, dove è richiesta una specifica capacità di analisi statistica;  il Coordinamento promozione del made in Italy, per il quale è indispensabile una base di conoscenze contabili; l'fficio Tecnologia industriale, energia e ambiente, che richiede ai candidati conoscenze informatiche avanzate; e infine l'ufficio Agroalimentari e vino, per il quale non sono richieste competenze specifiche. Sono disponibili sul bando informazioni più dettagliate sulle attività che i tirocinanti svolgeranno presso ciascuno degli uffici.Come candidarsi? Una volta scelta l’area di interesse, basta accedere al form online e inserire dati anagrafici, tipologia di stage per cui ci si vuole proporre, titolo di studi, ente di formazione – per i tirocini curricolari – ed eventuale iscrizione al centro per l’impiego per quelli extracurricolari. Dopodiché non resta che aspettare e sperare: sul bando è precisato infatti che «solamente i candidati ritenuti maggiormente idonei alle attività da svolgere saranno contattati dall’Agenzia per svolgere un colloquio conoscitivo presso la sede di Roma o di Milano». Per i non selezionati resta invece la possibilità di presentare nuovamente la propria candidatura al prossimo bando, la cui uscita è prevista a novembre di questo anno per tirocini da svolgere a partire dalla primavera 2019.Giada Scotto

Regione Lombardia, dal 9 giugno in vigore la normativa sugli stage extracurriculari

Finalmente la Lombardia ha pubblicato i decreti dirigenziali che definiscono i suoi standard di convenzione e di progetto formativo per gli stage extracurriculari, e da sabato 9 giugno entra in vigore la nuova normativa. Era questo, infatti, l’ultimo scoglio da superare per vedere le nuove misure diventare ufficialmente operative. La Repubblica degli Stagisti ha seguito fin da dicembre l’iter legislativo, pubblicando in anteprima i contenuti della bozza del provvedimento e intervistando un sindacalista della Cisl per fare il punto sulla novità dell’utilizzo del Quadro regionale degli standard professionali.I contenuti di base della normativa sono quelli che erano già stati resi noti con la bozza: in particolare, aumento a 500 euro al mese di rimborso spese (100 in più di quanto era indicato nella normativa precedente) e 300 euro nel caso di stage all’interno della pubblica amministrazione. La durata massima, invece, è stata collegata al Quadro regionale delle competenze e al livello delle competenze EQF (European Qualifications Framework) del tirocinio. In sostanza, mentre per le mansioni con competenze referenziate con EQF di livello 1 (per esempio, manovale) non sarà più attivabile lo stage, per i tirocini che richiedono competenze referenziate con EQF di livello 2 e 3 (gelatiere, cassiere...) la durata massima sarà di sei mesi, prorogabili fino a dodici nel caso sia prevista l’acquisizione di competenze EQF almeno di livello 4 – la scala arriva fino al livello 8. Di conseguenza, i tirocini con EQF pari o inferiore a 3 dureranno al massimo 6 mesi. Vengono inoltre confermati tutti gli altri aspetti contenuti nella bozza, in particolare le deroghe numeriche in base alla percentuale di assunzione post stage. In una recente riunione di approfondimento promossa dallo Ial Cisl Lombardia due tecnici della Regione, Alessandro Corno e Agostino Gagliardi, hanno fatto il punto su alcune delle prime FAQ che sono state condivise sul sito di Regione Lombardia – aggiornate al 1° giugno 2018 e disponibili a questo link. In particolare gli esperti hanno spiegato come la convenzione di tirocinio sia rimasta di fatto uguale a quella della normativa precedente, soltanto un po’ snellita: si ricorda, a questo proposito, che ciascuno stage richiede una convenzione diversa a seconda che si tratti di tirocini curriculari o extracurriculari, individuali o collettivi e così via. Il tirocinante firma il progetto formativo e prende visione della convezione tra le due parti, soggetto promotore e soggetto ospitante. Questi documenti non devono più essere inviati alla Regione - una scelta comprensibile, dato che con 75mila tirocini attivati soltanto l’anno scorso, la Lombardia rischiava di vedersi di nuovo sommersa da tonnellate di carta. L’indicazione però è che, in caso di ispezione, entrambi questi documenti debbano trovarsi a portata di mano da parte del soggetto ospitante. Fanno eccezione i tirocini extracurriculari per cittadini comunitari residenti all’estero, per i quali Regione Lombardia invierà la documentazione al consolato competente. E per quanto riguarda potenziali punti critici? Sui freelance la Regione chiarisce come per questi lavoratori il tirocinio possa essere attivato a patto che la Partita Iva non abbia avuto “movimentazione” negli ultimi dodici mesi. Ma molte Partite Iva sono giovani che, vivendo di lavori occasionali, di fatto così vengono esclusi dalla possibilità di intraprendere uno stage per fare fronte a una situazione di instabilità lavorativa. Secondo Corno e Gagliardi questo non è stato un punto oggetto di discussione in sottocommissione: il problema, in sostanza, rimane. Altro caso emblematico è quello dei parrucchieri e degli estetisti, per i quali – malgrado le proteste di alcuni... – non potranno essere attivati stage: avendo seguito una formazione specifica, svolto 400 ore di tirocinio curriculare e fatto un esame abilitante, si tratta di figure che vanno inserite necessariamente con un contratto di apprendistato piuttosto che con un tirocinio. Un ulteriore chiarimento arriva poi sul tema dell’indennità mensile: se in Lombardia, nel caso di un tirocinio part-time non superiore a 4 ore giornaliere, il rimborso spese minimo è 300 euro mensili, viene specificato come, nel caso in cui un tirocinante rimanga per un periodo inferiore (ad esempio una settimana) il rimborso spese è comunque da considerarsi forfettario, e quindi non ricalcolabile a mo’ di “paga oraria”, proprio perché, vale la pena di ribadirlo ancora, il tirocinio non è lavoro.Per tutelare la qualità e migliorare il rapporto tra tirocinante e tutor, poi, nella nuova normativa è stato ridotto il numero di tirocinanti per ciascun tutor del soggetto promotore (quindici invece dei venti indicati nelle linee guida): i tutor dovranno organizzare incontri abituali con i propri tirocinanti, da segnare nel registro dei tirocinanti, e seguirne l’andamento. La Regione offre anche una risposta su come distinguere tra tirocinio estivo e tirocinio stagionale: in particolare, il tirocinio estivo si caratterizza come tale in quanto diretto a studenti durante il periodo di chiusura delle scuole. Questo poi vale tra il secondo e il terzo anno delle scuole superiori, quando anche durante l’estate si è considerati studenti; tra il terzo e il quarto anno, invece, dato che si è assolto l’obbligo scolastico, non si è più annoverati tra gli alunni. Inoltre, nel nuovo testo della legge lombarda decade l’obbligo da parte delle università di attivare i tirocini per i propri studenti fino a 12 mesi dopo il conseguimento del titolo: se questo ha preoccupato le università, nel timore che i laureati potessero presentarsi e bussare alle porte degli uffici di placement anche a distanza di anni per vedersi attivare un tirocinio, gli esperti hanno chiarito che a ciascuna università basterà stilare dei regolamenti interni, in modo da porre i propri limiti.La circolare dell’Ispettorato del lavoro ha anche imposto alla Regione di farsi carico del monitoraggio dei tirocini e dei relativi provvedimenti in caso di violazioni (sanabili e non): entro 30 giorni dall’avvio del tirocinio, quindi, i soggetti promotori dovranno inserire i dati del tirocinante, oltre ad una serie di altre informazioni normalmente non contenute nella convenzione di tirocinio, sul portale Gefo – sulla base di questi saranno analizzate eventuali criticità e quindi fatti dei controlli a campione.Mediamente negli ultimi anni in Lombardia sono stati attivati circa 65mila tirocini all'anno, circa un sesto di tutti gli stage a livello nazionale, il che la colloca tra le Regioni più importanti in questo campo – visto anche il suo peso nell’ultima conferenza Stato-Regioni di maggio 2017, quando sono state elaborate le nuove linee guida per i tirocini extracurriculari. Il testo della nuova legge ha sì introdotto dei miglioramenti delle condizioni degli stagisti (un maggiore rimborso spese mensile, l’utilizzo del Quadro degli standard professionali), ma d’altra parte rimangono ancora degli aspetti poco soddisfacenti: l’allungamento della durata a 12 mesi e il rimborso spese a 300 euro per i tirocinanti della pubblica amministrazione, solo per citarne due. Dal 9 giugno inizia dunque un nuovo capitolo tra le vicende degli stagisti lombardi: si spera che, con l’ausilio dell’Ispettorato del lavoro nel controllo a tappeto degli stage, le novità normative contribuiscano a creare un ambiente trasparente – un esempio per il resto del Paese.Irene Dominioni