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Stage di 6 mesi per 130 giovani nei beni culturali: ma poi tutti a casa, non c'è possibilità di assunzione

Ci risiamo. Centotrenta nuove opportunità di tirocinio nel settore dei beni culturali con un rimborso spese mensile di mille euro per sei mesi: il ministero dei beni culturali ci ricasca e pubblica un nuovo bando  per  stage «formativi e di orientamento» che in realtà richiedono figure iper specializzate, le migliori sul mercato, per tirocini a tempo senza alcuno sbocco professionale.«Puntuale come un orologio. Carenza di personale negli archivi, nelle biblioteche, nei musei, nella catalogazione? Ecco oggi pubblicato un bando per 130 tirocinanti specializzati freschi freschi, pagati con i fondi per l'occupazione giovanile, da distribuire in tutta Italia», è l’allarme lanciato immediatamente dall’associazione Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, che dal 2015 porta avanti una battaglia per la valorizzazione dei lavoratori dei beni culturali.Sul sito della Direzione generale dei beni culturali si precisa che i nuovi tirocinanti «saranno impiegati per la realizzazione di specifici progetti inerenti al sostegno delle attività di tutela, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale presso gli uffici centrali e periferici del Ministero e degli istituti e luoghi della cultura». Il ministero intende promuovere «l’attività formativa di alto livello» nel settore del patrimonio culturale «già avviata con successo in anni precedenti, disciplinando le modalità di accesso al Fondo giovani per la cultura per lo svolgimento di tirocini formativi e di orientamento destinati a giovani particolarmente qualificati per l’anno 2021».Nulla di nuovo, comunque. La Repubblica degli Stagisti aveva già previsto questo scenario quando a fine gennaio aveva raccontato del primo bando per tirocini formativi per 40 giovani fino a 29 anni previsto con il «Fondo giovani per la cultura» finanziato con ben 1 milione di euro per l’anno in corso. «In pratica nel 2021 potrebbe essere pubblicato un nuovo bando, che a questo punto potrebbe arrivare a coprire lo svolgimento di oltre 100 stage sempre nel settore dei beni culturali», era stata la nostra previsione. Viene fuori che avevamo sbagliato solo sui numeri, e per difetto – visto che i tirocini ora a bando sono 130.La premessa è che offrire degli stage per giunta ben pagati non è sbagliato. Ma farlo nel settore pubblico dove non potranno mai sfociare in un contratto vero e proprio, farlo in un campo come quello dei beni culturali dove la crisi post pandemia è altissima e le offerte di lavoro sono poche, farlo ricalcando programmi o progetti di tirocinio che non hanno portato a nulla se non allo sconforto ulteriore di una larga platea di laureati brillanti, e farlo in pubbliche amministrazioni che spesso sono sotto organico e che quindi tendono a usare gli stagisti per rimpiazzare i dipendenti mancanti – un modo per rimandare, di anno in anno, un vero concorso e vere assunzioni – questo sì, è sbagliato.«Ci sarà la fila per questi tirocini, che sono pagati 1000 euro lordi al mese. E per certi versi si tratta di un (misero) miglioramento, rispetto ai 400 euro di servizio civile offerti per posizioni simili fino a pochi anni fa. Ma è il sistema a non avere senso: questi giovani professionisti, dopo sei mesi, saranno sbattuti fuori dal ministero, con un enorme spreco di tempo e soldi, e nessuna possibilità di trasmettere le competenze acquisite», sintetizzano bene gli attivisti di Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali  sulla loro pagina Facebook.E infatti all’articolo 3 del bando in esame a chiare lettere è scritto che alla conclusione del programma formativo «è rilasciato un apposito attestato di partecipazione, valutabile ai fini di eventuali successive procedure selettive nella pubblica amministrazione». Ma questo «non comporta alcun obbligo di assunzione da parte del ministero della Cultura». Quindi il Mic, esattamente come ha fatto con l’altro bando, mette fin dall’inizio le mani avanti: è solo uno stage, non illudetevi di rimanere.Eppure, come accennato, il ministero è in una cronica mancanza di personale da tempo. Nell’atto di programmazione del fabbisogno di personale per il triennio 2019-2021, pubblicato ad aprile dello scorso anno, si legge della «carenza di personale di questa amministrazione, rilevata al 25 marzo 2020 e quantificata in complessive 5.295» unità distribuite tra area I, II e III e personale dirigenziale. È vero, il ministero negli ultimi anni ha bandito dei concorsi pubblici, ma evidentemente il personale continua a non essere sufficiente e si preferisce creare dei programmi ad hoc per reclutare brillanti laureati da lasciare poi in mezzo ad una strada dopo sei mesi di stage.Le premesse, insomma, non sono positive. Ma per quanti in questo momento siano alla ricerca di uno stage, potrebbe convenire tentare anche questa carta. La domanda di partecipazione va compilata e inviata soltanto in modalità telematica entro le ore 14 del 13 ottobre al link procedimenti.beniculturali.it/giovani È necessario aver conseguito una laurea magistrale tra quelle indicate nel bando con una votazione pari o superiore a 105/110 entro 12 mesi antecedenti la data di pubblicazione dell’avviso pubblico.Come già nel bando precedente, più si è brillanti e qualificati, più chance si hanno di essere selezionati. Per il voto di laurea si va dagli zero punti per la votazione di 105 ai quattordici per il 110 e lode, a cui si sommano i punteggi per gli eventuali titoli ottenuti in seguito: come ad esempio 20 punti per un titolo di studio post universitario o per precedenti tirocini in ambito culturale o 30 per un dottorato. A quel punto sono ammessi alla fase selettiva i candidati con il punteggio più elevato in un numero pari al triplo dei posti a disposizione, quindi 390, che sono ammessi a sostenere un colloquio per accertare le competenze. I 130 posti di stage sono così suddivisi: 40 presso la Direzione generale archivi; 30 presso la Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore; 10 presso la Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio; 10 presso l’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale; 10 presso la Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali; 30 presso la Direzione generale Musei. I candidati possono far domanda per ognuna delle varie categorie, senza limiti.  I colloqui, si specifica nel bando, «si svolgeranno unicamente in modalità telematica, nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid-19». A quel punto, al termine della selezione i candidati con il punteggio più alto sono ammessi al tirocinio e a parità di punteggio prevale il candidato più giovane. Che comincerà il suo stage di sei mesi, per 25 ore settimanali, e al termine, tornerà a casa senza che quel tirocinio possa portare a un vero inserimento lavorativo.Il ministero, quindi, ancora una volta tamponerà la mancanza di personale con degli stagisti. Ripetendo un progetto già sviluppato nel 2013 e nel 2015 su cui intervenne anche la Corte dei Conti nell’ottobre del 2016 con la relazione «I tirocini formativi nel settore dei beni culturali (2013-2015)»  in cui certificò il fallimento di quel programma, sottolinenando il limite comune a tutti i tirocini fatti negli enti pubblici, «la loro non prevista valorizzazione all’interno di un progetto finalizzato all’assunzione, come ovvia conseguenza del divieto di reclutamento al di fuori delle procedure concorsuali di accesso agli impieghi nella pubblica amministrazione».     A chi, nonostante tutto, è interessato al bando conviene affrettarsi a far domanda di partecipazione. Sullo sfondo resta il settore dei beni culturali fortemente vittima della crisi economica e pandemica, un ministero che non impara dai propri errori e tanti giovani che hanno deciso di specializzarsi nel settore dei beni artistici e culturali, forse attratti dalla ricchezza che in questo campo l’Italia offre. Del resto, abbiamo pur sempre il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco, ben 55 sui 1154 totali. Peccato non saper valorizzare le professionalità che dovrebbero prendersene cura e valorizzarli – e saper offrire, anno dopo anno, solo stage senza sbocchi lavorativi.Marianna Lepore

Servizio civile all'estero, salta la partenza di 350 giovani. Diciannove paesi nella black list

Trecentocinquanta volontari del servizio civile universale in partenza per progetti di volontariato all'estero sono rimasti bloccati in Italia. La doccia fredda è arrivata con una nota del Dipartimento per le politiche giovanili che a metà agosto ha pubblicato sul sito un avviso in cui invitava gli enti per il Servizio civile a sospendere i progetti già avviati tra maggio e giugno e quelli in avvio a settembre. Una decisione presa sulla scorta del parere negativo espresso dal Maeci sull'invio di operatori in alcuni paesi esteri «in ragione dell’emergenza sanitaria globale e delle conseguenti misure restrittive, del contesto securitario o di entrambi i fattori». Non solo motivi legati al Covid dunque. Con un comunicato congiunto è arrivata la risposta delle organizzazioni attive nella gestione del serivizio civile, il Forum nazionale servizio civile, la Cnesc, Conferenza nazionale enti servizio civile, l’Aoi, associazione ong italiane, e la Rappresentanza dei Volontari, con la richiesta di trovare al più presto una soluzione. Molti dei trecentocinquanta volontari coinvolti dal blocco non erano ancora espatriati «perché per queste esperienze è prevista una precedente formazione in Italia» fa sapere Laura Milan, vicepresidente Cnesc. Quelli in loco sono al momento settanta: «Solo due persone della nostra associazione, la Papa Giovanni, si trovavano in Kenya già da luglio, ma per il momento non è stato predisposto nessun rientro». La direttiva del dipartimento per gli enti interessati all'invio di operatori è infatti quella di «sospendere le partenze» oppure, «nei casi in cui l’invio in tali territori fosse già avvenuto, a portare a conoscenza il dipartimento del nominativo dei giovani che già si trovano nei territori, indicando la data di arrivo dei giovani». Non esiste insomma un vero e proprio divieto, ma un invito a enti e volontari a prendere coscienza della situazione rispetto ai rischi presenti in quei Paesi, considerate zone rosse. Nella black list Bielorussia, Camerun, Etiopia, Kenya, Madagascar, Mozambico, Congo, Sudan, Uganda, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guatemala, Perù, Cina, Filippine e India. Paesi per cui però non sono sconsigliati i viaggi di studio e di lavoro. «Non mi sento di dire che non ne capisco il motivo» afferma Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum nazionale servizio civile. I ragazzi del servizio civile «sono contrattualizzati dallo Stato, che di conseguenza assume delle responsabilità». Ci sono contesti, «come per esempio quello dell'India, in cui è complicatissimo assicurare la protezione necessaria di fronte all'emergenza sanitaria» prosegue Borrelli: «Lì sono addirittura presenti zone franche dove la sanità proprio non arriva». In aggiunta la crisi afghana «ha creato uno sconquassamento in tutta l'Eurasia e aperto a potenziali conflitti». Comprensibile dunque la preoccupazione del ministero. Il problema è però il futuro dei ragazzi coinvolti. La soluzioni alternative proposte dal Dipartimento sono due: «il ricollocamento degli operatori presso altra sede all’estero situata in paesi considerati sicuri o presso altra sede in Italia» oppure «la prosecuzione del progetto in Italia con attività da remoto per l’estero in attesa che si ripristino condizioni favorevoli alla partenza». Nessuna delle due convince però gli enti interessati. «I progetti del servizio civile all'estero non sono realizzabili da remoto» spiega Borrelli. Sarebbe possibile in Italia, dove si fanno «attività informative o di promozione culturale». Ma i ragazzi che partono per l'estero sono assegnati a «progetti in cui si gestisce la mediazione di un conflitto: come si possono ricollocare?». Dello stesso avviso Milani: «I ragazzi vengono inseriti in realtà che già operano, con personale pronto a accoglierli». Le attività riguardano «lo sviluppo dei diritti umani, la promozione della pace, il supporto alla popolazione». Compiti precisi insomma, impossibili da spostare altrove. Domani, giovedì 16 settembre, è previsto un nuovo tavolo di confronto con il Dipartimento per le politiche giovanili. Nella precedente riunione, avvenuta a fine agosto ci sono state delle aperture su alcuni paesi, considerati 'arancioni': Mozambico, Kenya, Etiopia, Ecuador, Perù, Colombia. «Un centinaio di volontari potrebbero ricevere l'ok per le partenze in questi Paesi» fa sapere Milani, «ma ancora non possiamo dirlo finché il dipartimento non si esprimerà». Anche perché le indicazioni del Maeci riguardano solo alcune zone del Paese, «dunque restiamo in attesa di sapere quali». Da parte degli enti la richiesta è di «chiarire lo status di sospensione laddove dovesse adottare questo strumento» e in più di riconoscere il diritto «a chi non sia potuto partire o abbia deciso di interrompere il servizio di ricandidarsi ai prossimi bandi anche dopo il superamento del 29esimo anno di età» si legge nel comunicato. In più che per i volontari sia fissata «una data di avvio straordinaria ad ottobre solo se c’è la certezza di poter partire per i relativi paesi esteri compresi nella lista, evitando di lasciare così i giovani in un limbo di incertezza». Infine «che il ministero delle Politiche giovanili, di concerto con il Maeci, chieda al ministero della Salute di inserire i giovani in servizio civile tra le categorie che possono recarsi nei Paesi del cosiddetto elenco E del dpcm 2 marzo 2021, per i quali gli spostamenti dall’Italia sono consentiti solo in presenza di precise motivazioni quali, tra gli altri, il lavoro». Già nel marzo 2020, in pieno lockdown, «il governo equiparò il servizio civile ai lavori socialmente importanti per la comunità» si legge ancora nel comunicato. Nel frattempo anche la politica si è mossa con una interrogazione parlamentare, ancora senza risposta, promossa dalla parlamentare Pd Francesca Bonomo. La richiesta è nuovamente di «rivedere il blocco». In attesa di capire quale sarà la soluzione proposta dal governo, «per i progetti da avviare negli scenari di rischio l'unica soluzione è quella di rimandare al 2022 nella speranza che le condizioni mutino» chiarisce Borrelli. «Altrimenti salteranno». Ilaria Mariotti 

“Devolvi allo studio i tuoi 600 euro di indennità Covid”, partite Iva vessate dai furbetti del bonus

«Voi richiederete questo bonus e il vostro stipendio sarà decurtato di 600 euro. In sostanza continuerete a prendere quello che prendete e lo studio risparmierà su tutti quelli che possono permettersi di richiedere questa cifra»: non usa mezzi termini Monica Tricario, partner dello studio di archittetura milanese Piùarch. La richiesta risale all'aprile 2020, ovviamente, e viene diretta durante una riunione ai tanti lavoratori a partita Iva dello studio per i quali, a detta dei soci, il lavoro diminuirà causa pandemia. Per evitare di non avvalersi più delle loro prestazioni ecco l’escamotage: risparmiare 600 euro dallo stipendio di ognuno di quelli che potranno richiedere l’indennità covid alle Casse o all’Inps.Lo scandalo era già uscito un anno fa sulle pagine di Fanpage e nel luglio 2020 era anche partita un’interrogazione a risposta immediata al ministero del lavoro di Chiara Gribaudo, in cui la deputata PD evidenziava come questo bonus fosse divenuto «oggetto di trattative nella quantificazione del compenso» tanto che non pochi titolari di studi professionali avevano cominciato a decurtare le retribuzioni mensili dei collaboratori professionisti proprio dei 600 euro di bonus, «trasformando la provvidenza assistenziale loro riconosciuta in un arricchimento indebito» e soprattutto finendo per trasformare un bonus che doveva sostenere i redditi dei professionisti in difficoltà, in un vantaggio per i datori di lavoro.Gribaudo chiedeva quindi quali urgenti iniziative sarebbero state adottate per garantire la corretta percezione del bonus «per i lavoratori autonomi riconosciuto agli avvocati in regime di mono committenza, agli architetti a partita Iva e a tutti i professionisti che risultano aver subìto una corrispondente decurtazione da parte dei titolari dei propri studi professionali di riferimento». All’interrogazione aveva risposto l’allora sottosegretario al lavoro Stanislao Di Piazza, dichiarando la pratica come «palesemente illegittima» perché «verrebbe meno il presupposto stesso del bonus, che viene erogato sulla base dei redditi prodotti». Ma precisando anche che nel caso specifico della stessa prassi adottata da alcuni studi di avvocati il ministero della Giustizia «organo che esercita la vigilanza sugli ordini professionali degli avvocati ha comunicato che non risultano pervenuti al ministero esposti o denunce relativi ai fatti descritti». In pratica, senza la denuncia circostanziata dei fatti non si poteva fare nulla.Ora la notizia dello sfruttamento improprio del bonus da parte, nel caso specifico, dello studio di architettura Piùarch è ritornata alla ribalta dopo che sull’account Instagram @riordine_degli_architetti, che da mesi denuncia tutti gli annunci choc o le malefatte nell’ambiente di lavoro, è stato pubblicato l’audio di quella riunione dell’aprile 2020 in cui sfacciatamente i soci dello studio avanzavano questa richiesta ai propri collaboratori a partita iva. Trattati, a parole, come dei dipendenti.La storia è stata rilanciata sempre su Instagram da Giuditta Pini, 36 anni, deputata del Partito democratico, che l’ha definita «abbastanza deprimente». E ha presentato ieri un’interrogazione al ministro del lavoro per sapere «se è a conoscenza di questa pratica che al di là del caso specifico è stata segnalata come prassi di moltissimi studi non solo di architettura», spiega Pini alla Repubblica degli Stagisti. Nel testo dell'interrogazione viene anche chiesto cosa il ministero stia facendo «per verificare quello che è successo e quali iniziative intende prendere per fermare l’uso distorsivo della norma sulle partite iva» che permette un utilizzo massiccio di collaborazioni di questo tipo al posto di assunzioni da parte degli studi professionali. Secondo i primi dati, pubblicati dal Sole24Ore nel giugno 2020, quasi quattro professionisti su dieci iscritti alle Casse ha chiesto e ottenuto il bonus di 600 euro. E più della metà degli oltre 420mila bonus concessi sono stati distribuiti tra avvocati, quasi 140mila domande liquidate, e architetti e ingegneri, quasi 100mila. Sempre secondo questi dati, ben sei iscritti su dieci alla cassa forense e all’Inarcassa hanno ricevuto il bonus.In pratica la categoria degli architetti e ingegneri, stando a questi dati, è stata sensibilmente colpita dalla crisi. Oppure in qualche caso alcuni studi hanno approfittato di un aiuto statale per risparmiare? Già a maggio del 2020 l’Associazione di intesa sindacale degli architetti e ingegneri liberi professionisti italiani, Inarsid, aveva lanciato l’allarme sul proprio blog: «Giungono segnalazioni da parte di ingegneri e architetti ai quali, da parte di certi colleghi tra virgolette, vengono fatte richieste di ‘compensare’ il bonus di 600 euro ricevuto da Inarcassa con le loro spettanze mensili. Attenti ai “furbetti del bonus” …. Pratica inaccettabile».   Ora che si ritorna a parlare di questo comportamento scorretto, lascia stupito confrontare le dichiarazioni espresse nel file audio con la realtà. I soci di Piùarch parlano di difficoltà economiche, ma secondo la classifica annuale Guamari pubblicata nel dicembre 2020 si tratta del quarantesimo studio in Italia per fatturato. E secondo i bilanci 2020 in realtà non ha attraversato nessun periodo difficile, come invece dichiarato nella “famosa” riunione: nell’anno della crisi Covid ha avuto ricavi in aumento a 3,8 milioni di euro, con un +700mila euro sul 2019, e l’anno si è chiuso con un avanzo di utili di oltre 466mila euro, quasi triplicato rispetto al 2019. Facendo così chiudere il 2020 con 833mila euro di disponibilità liquide, come riportato in un articolo  di Francesco Floris pubblicato sul Fatto quotidiano qualche giorno. Numeri che stridono non poco con quanto detto durante la riunione registrata dal partner dello studio Monica Tricario, che parlava di crisi e contrazione del lavoro, e poi più palesemente rivelato da un altro partner Francesco Fresa con la frase «dal primo maggio non c’è lavoro per tutti quanti».Lo studio in questione ha lavorato con le maggiori case di moda, da Dolce & Gabbana a Fendi o Gucci; solo qualche mese fa ha vinto il concorso nazionale a inviti per la nuova sede milanese di Snam, e nel 2020 ha vinto il concorso architettonico internazionale indetto da Fondazione Human Technopole e Arexpo per la progettazione dell’area ex Esposizione universale 2015 dell’istituto, il Campus e l’edificio della nuova Fondazione sull’area Expo. Se lo studio fosse stato realmente in difficoltà avrebbe potuto semplicemente chiedere, per non tagliare organico, di pagare meno i propri collaboratori per qualche mese. Non di “sottrarre” loro un aiuto di Stato.In tutto questo bisogna ricordare che esistono delle sanzioni penali per i contributi a fondo perduto non spettanti. E sono precisate nello stesso decreto Rilancio che istituitiva il bonus, dove all’articolo 25 comma 14 si precisa che “nei casi di percezione del contributo in tutto o in parte non spettante si applica l’articolo 316-ter del codice penale” che punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni chi presenti dichiarazioni false. Non solo: l’Agenzia delle entrate può anche procedere al recupero dell’intero importo ricevuto e applicare delle sanzioni dal cento al duecento per cento. Nel caso specifico in realtà i beneficiari non avevano dovuto dimostrare alcun calo di reddito, tanto che Tricario nella stessa riunione, a uno dei collaboratori coinvolti che chiedeva come fare per dimostrarlo, rispondeva «Non devi farlo se nel 2018 hai guadagnato meno di 35mila euro».  Quindi in realtà né lo studio né i suoi lavoratori a partita iva hanno commesso un reato. Diverso sarebbe se qualcuno dei coinvolti decidesse di sporgere denuncia. Al momento Riordine degli architetti si sta adoperando per far arrivare il video ai sindacati e al tribunale del lavoro di Milano.  Nel frattempo i singoli coinvolti potrebbero denunciare il fatto all’Inps o fare causa, ma trattandosi di collaboratori a partita Iva è improbabile che ciò avvenga, perché c'è sempre il timore di perdere il lavoro, di inimicarsi gli studi professionali, di diventare dei paria e non lavorare più. «Bisogna denunciare il fatto» dice invece Giuditta Pini «e capire attraverso ministero e suoi organi di controllo come e se si possono sanzionare questi studi. Visto che probabilmente avranno ricevuto altri tipi di agevolazioni, capire con ministero del Tesoro e Agenzia delle entrate se ci sono eventuali danni per l’erario e come punire». Nel frattempo nell’ultimo post disponibile sulla pagina facebook di Piùarch si susseguono commenti sconfortati e arrabbiati nel confronti dello studio.Che, è bene ricordare, è il caso più importante uscito ora: ma non l’unico. Tra i più eclatanti del 2020, infatti, c’è anche l’episodio dei tanti giovani avvocati le cui testimonianze sono state raccolte da Antonio De Angelis, presidente di Aiga, Associazione dei giovani avvocati, che ha raccontato come in tanti l'anno scorso avessero chiamato per denunciare il comportamento scorretto dei titolari degli studi in cui lavoravano a partita iva. Ovvero il taglio del compenso mensile, decurtato proprio dei 600 euro ricevuti dallo Stato.È probabile che la stessa situazione si sia verificata in molte altre collaborazioni a partita iva nel corso del 2020 e forse anche del 2021. Ecco perché invitiamo i lettori della Repubblica degli Stagisti a segnalarci i singoli casi per verificare quanto ampia e trasversale questa prassi, scorretta, si sia diffusa in quest'ultimo anno e mezzo.Marianna Lepore

Stage all'estero, decine di opportunità con buone indennità nelle Agenzie europee meno conosciute

Non solo Parlamento o Consiglio dell’Unione europea: sono tante le agenzie meno conosciute che offrono tirocini ben pagati e che possono essere un buon trampolino per il futuro. A differenza delle istituzioni, sono costituite come entità giuridiche separate per svolgere compiti tecnici e scientifici specifici che aiutano le istituzioni UE e gli Stati membri ad attuare politiche e prendere decisioni. Quasi tutte ospitano dei tirocini e per alcune di queste i bandi sono al momento aperti, quindi è bene non lasciarsi scappare l’occasione di fare domanda.Tra gli enti poco conosciuti c’è l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, EU-Osha, con sedi a Bilbao, in Spagna, e Bruxelles, in Belgio, che ospita un suo programma di tirocini. L’agenzia offre ai partecipanti la possibilità di comprendere le attività che svolge, acquistare esperienza pratica e lavorare in un ambiente multiculturale e multilingue. Al momento ha in corso una selezione per otto tirocini, da distribuire in quattro dipartimenti, che si svolgeranno durante l’annata 2021/22. Lo stage dura da un minimo di sei a un massimo di 12 mesi e prevede un’indennità mensile di circa 1.200 euro oltre al rimborso delle spese di viaggio di inizio e fine tirocinio se si vive in una città a più di 50 chilometri dalla sede dello stage. Per partecipare c’è tempo fino alle ore 13 del 7 settembre, data ultima entro cui spedire all’indirizzo recruitment [chiocciola] osha.europa.eu l’application form disponibile sul sito dell’agenzia. È necessario avere una laurea di primo livello, essere cittadino di uno stato membro dell’UE, avere una buona conoscenza dell’inglese e di un’altra lingua dell’unione. Si può far domanda per una sola o per più unità dell’EU-Osha e nel corso della selezione i candidati che superano un primo screening possono essere contattati telefonicamente per un’intervista per verificare disponibilità, conoscenze linguistiche e aspettative. Alla fine solo i candidati selezionati riceveranno una lettera dalle Risorse umane con i dettagli del contratto. Sul sito dell’agenzia è disponbile anche un documento con tutte le norme che disciplinano il tirocinio. L’Agenzia europea per l’uguaglianza di genere, Eige, offre due posizioni di tirocinio per cui è possibile candidarsi rispettivamente entro il 9 e il 10 settembre. Lo stage dura sei mesi, si svolge a Vilnius, in Lituania, e ha una borsa di studio mensile di 950 euro. L’Eige è un organismo autonomo dell’Unione europea attivo dal 2007 con lo scopo di promuovere la parità tra uomini e donne e, infatti, svolge attività di raccolta, analisi e diffusione di dati e informazioni sul tema dell’uguaglianza di genere. Chi volesse far domanda deve non aver già svolto uno stage in un’altra istituzione europea, avere un inglese fluente sia scritto sia parlato, un’ottima conoscenza di almeno un’altra lingua europea e dimestichezza con l’ambiente Windows. I due stage sono offerti rispettivamente uno nella Knowledge Management and Communication Unit, l’altro nell’Operation Unit. Nel primo caso lo stagista svolgerà diversi compiti nel campo della comunicazione visto che si occuperà dei social media, di redigere presentazioni in Power Point e newsletter, di organizzare meeting ed eventi. Lo stage nell’Operation Unit sarà invece nel campo dell’uguaglianza di genere, e lo stagista assisterà tutte le fasi del lavoro di ricerca dell’Istituto sui temi dell’uguaglianza e della violenza di genere, contribuendo alle attività di comunicazione dell’Eige. Per questo stage, tra i requisiti, c’è anche la richiesta di un’iniziale esperienza nel campo delle tematiche chiave dell’Istituto: vanno bene un tirocinio, una tesi o una specializzazione. Per fare domanda è necessario compilare in inglese in ogni sua parte e inviare l’application form scaricabile da questo link entro le 13.30 del giorno di scadenza all’indirizzo mail eige.hr [chiocciola] eige.europa.eu I candidati devono essere pronti, qualora selezionati, a inviare attestati o documenti che accertino le qualifiche inserite in fase di domanda. La commissione esaminatrice può anche decidere di sottoporrli a un colloquio. Se selezionati, partirà lo stage che oltre al rimborso spese mensile prevede anche un’indennità di viaggio ma non l’assicurazione sanitaria a cui deve pensare lo stagista direttamente. Per avere informazioni su com’è vivere in Lituania si può dare un’occhiata ai link messi a disposizione da Eige. Anche il Centro comune di ricerca (Joint Research Center) ha al momento le application aperte per fare un tirocinio  in una delle sedi in cui sono dislocati i suoi uffici: Belgio, Italia, Germania, Spagna o Olanda. È possibile mandare la propria candidatura entro la mezzanotte del 13 settembre. Questo ente offre sia tirocini legati alla redazione di una tesi sia un tirocinio entro i cinque anni seguenti alla laurea. Per il 2022 il JRC cerca in particolare degli stagisti scientifici in 18 aree, i cui dettagli sono disponibili nella descrizione. Non è specificato il numero totale di posti – verosimilmente almeno uno per area per un totale di 18 stage. La prossima sessione di stage comincerà il primo marzo e durerà cinque mesi e il rimborso spese mensile sarà tra i 1.100 e i 1.400 euro a seconda del paese in cui si svolgerà. Anche in questo caso per fare domanda è necessario registrarsi, creare un account e a quel punto compilare tutte le sezioni previste.  C’è tempo ancora fino al 30 settembre, invece, per far domanda per uno stage presso il Comitato economico e sociale europeo con sede a Bruxelles. Quest’organo consultivo dell’Unione europea ospita due sessioni di tirocinio nel corso dell’anno, primaverile e autunnale, per un totale – almeno stando alla specifica dello scorso anno – di 26 stage distribuiti in altrettanti dipartimenti. La prima sessione si svolge da febbraio a luglio ed è quella per cui c’è ancora tempo per fare l’application, la seconda va da settembre a febbraio e di solito si può far domanda a partire dai primi giorni di gennaio. Il rimborso spese, che normalmente viene rivisto a inizio anno, al momento è di circa 1.230 euro al mese. Sul sito è disponibile una pagina con tutte le faq relative agli stage offerti. Per partecipare è necessario compilare online l’application form, solo dopo aver completato tutte le sezioni è possibile l’invio e si riceve un numero di registrazione. Se pre-selezionati si riceverà un’email con richiesta di copia dei documenti come il diploma di laurea o la carta d’identità. Solo se selezionati verrà richiesto anche il casellario giudiziario e un certificato medico.Altra interessante opportunità quella offerta dall’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale (Euspa) con sede a Praga. L’Euspa offre, infatti, tirocini pagati per la durata massima di un anno per vari dipartimenti. Al momento è possibile fare l’application per sei diverse sezioni: risorse umane, legale, market development, Galileo services e Egnos services. Solo per quest’ultimo dipartimento lo stage potrebbe essere o nella capitale ceca o a Tolosa in Francia. Il rimborso spese offerto è di 1.200 euro al mese, che può essere riparametrato se si sceglie uno stage part time. A questo si aggiunge l’eventuale rimborso delle spese di viaggio di inizio e fine tirocinio. Tra i requisiti c’è la richiesta di un casellario giudiziario pulito e un’iniziale esperienza o conoscenza del settore di cui si occupa l’Agenzia. Le candidature sono aperte tutto l’anno con la data ultima di registrazione del 15 dicembre. Poi non appena c’è un posto libero disponibile il candidato viene contattato per un colloquio telefonico. Tutti i candidati saranno informati del corso della loro application e del relativo esito. Per partecipare alla selezione è necessario registrarsi sul portale dedicato e creare il proprio account. A quel punto sarà possibile far domanda e completare tutte le nove sezioni del modulo.  Anche l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) ospita tirocini per cui l’apertura delle domande è partita a fine marzo ed è tutt’ora in corso fino al 31 dicembre. In questo caso la sede dell’agenzia è Parigi, in Francia. L’ESMA è un’autorità indipendente che contribuisce a preservare la stabilità del sistema finanziario dell’Unione europea promuovendo la stabilità e il buon funzionamento dei mercati finanziari. L’agenzia offre tirocini sia a laureati di primo livello che agli studenti universitari. Nel primo caso il rimborso spese mensile sarà di circa 1.800 euro, nel secondo di circa 1.200. Tre i profili per cui è possibile far domanda da questo link: finanziario, legale e trasversale. Per ognuno dei tre percorsi, che possono durare dai sei ai dodici mesi, ci sono dei requisiti specifici che è bene consultare sul sito. Per fare domanda è necessario prima creare il proprio profilo sul portale per le assuzioni dell’ESMA e completare nella sezione “Mio Profilo” le informazioni personali e il curriculum. A quel punto basterà selezionare “Apply” vicino al profilo prescelto per registrare la propria domanda.Anche l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer) ha un programma di tirocini rivolto principalmente ai giovani laureati. In questo caso non c’è nessuna scadenza per fare domanda, le application sono sempre aperte. Come per l’Eige, anche in questo caso non bisogna aver svolto precedentemente stage in un’istituzione o organo dell’Unione europea, avere almeno 18 anni, essere cittadino di uno Stato membro e aver completato almeno un ciclo di studi universitario triennale. È necessario avere una buona conoscenza della lingua inglese e di un’altra lingua europea. Il tirocinio dura da un minimo di tre a un massimo di sei mesi e può essere rinnovato una volta fino a un massimo totale di 12 mesi. Lo stage si svolge a Lubiana, in Slovenia, e prevede un rimborso spese mensile che da quest’anno è pari a 1.058 euro. In aggiunta per chi svolge un tirocinio di almeno tre mesi è possibile chiedere il rimborso spese del viaggio di andata e ritorno dal proprio paese di origine e tutti gli stagisti hanno l’abbonamento mensile gratis al trasporto pubblico cittadino. Se interessati bisogna quindi compilare l’application form presente su questa pagina, allegare copia del proprio diploma e inviare tutto alla mail traineeship[at]acer.europa.eu L’Agenzia stila un elenco dei candidati idonei in base ai posti disponibili e alle esigenze attuali e prima della decisione finale il Team Risorse umane può cntattar ei candidati per verificare idoneità, competenze linquistiche e reciproche aspettative. Sarà poi il Direttore dell’Acer a decidere chi selezionare. Tutti i candidati, però, sono informati sugli esiti della procedura. Causa pandemia Covid e conseguenti restrizioni di viaggio, l’Acer avvisa che ha adottato test scritti online e colloqui orali, ma che le informazioni in merito saranno date solo ai candidati preselezionati. Marianna Lepore

No al lavoro al massimo ribasso, il ministero modifica un bando per restauratori dopo le proteste

Un bando per la selezione di tre sole figure professionali che riesce a fare molto rumore e obbliga il Ministero della cultura a una retromarcia. È la selezione di restauratori di materiali cartacei pubblicata dal Mic il 15 luglio per una procedura comparativa finalizzata al «conferimento di tre incarichi individuali, per lo svolgimento di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di beni la cui tutela è affidata all’Istituto centrale per la grafica».  Apparentemente una buona notizia per il settore cultura, che viene da due anni di lavoro ai minimi termini, ma in realtà più che un’offerta di lavoro sembra una richiesta di prestazione gratis.Il bando, infatti, nella sua prima versione prevedeva all’articolo 7 per la “valutazione comparativa delle candidature” la nomina di una Commissione interna che avrebbe accertato il possesso dei requisiti e attribuito dei punteggi per la valutazione di merito del curriculum secondo dei parametri ben definiti per titolo di studio ed esperienza lavorativa. Scorrendo la specifica saltano all’occhio i comma 7 e 8. Nel primo si precisava che sarebbero stati attribuiti 0,50 punti «per ogni riduzione di un euro sulla tariffa oraria definita nel bando di 35 euro per prestazioni per l’Istituto e per gli esterni», nel secondo, addirittura, che sarebbe stato attribuito un punto aggiuntivo «per la disponibilità di ogni ora lavorativa settimanale gratuita a favore dei beni dell’Istituto». In pratica il ministero della Cultura nel bando per la selezione di restauratori per l’Istituto centrale per la grafica metteva nero su bianco che chiunque avesse offerto una riduzione in euro quanto più alta sulla tariffa base oraria definita e una disponibilità a lavorare gratis per più di un’ora a settimana avrebbe avuto più punti e quindi più possibilità di essere selezionato.Accetta di lavorare gratis e sarai selezionato. Un concetto a cui i giovani italiani, purtroppo, sono abituati, ma che stride più del solito se a dirlo è un ministero. Ad accorgersi dell’incredibile refuso è stata l’associazione Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, che dal 2015 porta avanti una battaglia per la valorizzazione dei lavoratori dei beni culturali. E che il 20 luglio è partita all’attacco con una campagna sui social «Più lavori gratis più hai punteggio» o «Se lavori gratis, scali la graduatoria» chiedendo direttamente al ministero, su Twitter, «Stavolta l’hanno addirittura scritto nero su bianco, in una guerra al massimo ribasso. Non vi vergognate a speculare così sulle nostre vite?».Grande stupore anche perché nemmeno due settimane prima, nel corso del G20 cultura, l’associazione era stata a Roma a manifestare e lì aveva incontrato il sottosegretario Lorenzo Casini portando come sempre avanti tutte le battaglie intraprese in questi anni. «A fine giugno avevamo manifestato davanti al ministero della cultura con le lavoratrici e i lavoratori esternalizzati di tutta Italia, da Taranto a Roma a Milano», spiega alla Repubblica degli Stagisti Rosanna Carrieri, 25 anni, portavoce dell’associazione . La decisione di manifestare era stata presa dai lavoratori del settore culturale, «noi abbiamo colto questa richiesta e deciso di unirci alla protesta, vista anche la situazione sempre più difficile nel nostro settore, peggiorata a causa della pandemia». Grazie a questa manifestazione l'associazione aveva finalmente ottenuto un primo incontro con il ministero. Contatto stabilito, interlocuzione partita, e da qui la prima richiesta concreta: modificare il bando (di cui curiosamente, a oggi, è impossibile reperire la prima versione). Ricapitolando: con questa selezione chi si offriva per una retribuzione più bassa aveva più chance di essere chiamato. Ma già il compenso di partenza scelto dal ministero – da cui quindi partire per la cifra al “ribasso” – era minimo: una tariffa oraria di soli 35 euro. La protesta sollevata sui social dall’associazione Mi Riconosci? questa volta ha ottenuto un grande risultato. La denuncia pubblica, infatti, è del 19 luglio e già il giorno seguente l’ufficio stampa del Mic era uscito con un comunicato dichiarando che «Il capo di gabinetto del ministero della cultura professor Lorenzo Casini ha provveduto a richiedere la modifica immediata del bando emanato dal Direttore dell’Istituto centrale per la grafica, con la richiesta di cancellazione della parte relativa all’attribuzione di un punteggio nella valutazione delle candidature che offrano “disponibilità di ore lavorative gratuite a favore dei beni dell’Istituto”. Il bando in questione dovrà essere modificato anche nel punto in cui si fa riferimento all’attribuzione di punteggio nei casi di “riduzione della tariffa oraria settimanale definita nel bando”, che dovrebbe essere ritenuta congrua per lo svolgimento delle attività ipotizzate». Il comunicato è stato condiviso sui social network: «Per il ministero della Cultura nessuna prestazione professionale, per di più specializzata e altamente qualificata come quella dei restauratori, dovrebbe essere oggetto di meccanismi di ribasso retributivo» è la precisazione del capo di gabinetto Casini. La soddisfazione dell’associazione Mi Riconosci? è palpabile: «Abbiamo dovuto lavorare e lottare per più di cinque anni, ma alla fine per la prima volta è successo: il ministero della Cultura ha modificato un bando facendo seguito a una nostra denuncia, con parole che sembrano uscite dal nostro ufficio stampa».Un risultato importante che, però, è solo «una goccia in un vaso», visto che servono «riforme che blocchino tutti i bandi di questo tipo». E resta sullo sfondo una domanda: com’è possibile che dal ministero nessuno avesse pensato prima della pubblicazione del bando che una richiesta di quel tipo fosse sbagliata? L’associazione dopo questo importante traguardo raggiunto non demorde e va avanti contro tutti i bandi che chiedono il massimo ribasso e il lavoro gratuito.Nel settore culturale «la situazione concorsi è abbastanza variegata, e la pratica delle richieste al ribasso è abbastanza diffusa» spiega Carrieri: «Ma non dimentichiamo, ad esempio, il bando per la digitalizzazione che cercava figure altamente specializzate per dar loro solo dei tirocini sottoretribuiti con una cifra forfetaria». Come a dire: potrebbe andare anche peggio, anzi a volte va peggio.Al momento è ancora possibile far domanda per questa selezione: il termine ultimo di partecipazione è la mezzanotte del 31 agosto. Bisogna ricordare che gli incarichi non hanno limiti temporali precisi, visto che all’articolo 5 il bando spiega che «quando il primo operatore raggiungerà un fatturato complessivo compreso tra i 10mila e i 12mila euro, gli subentrerà il secondo e così via il terzo e poi nuovamente il primo, fino a un massimo di tre». Il tutto per tre anni rinnovabile una sola volta, con un contratto «professionalmente autonomo».L’associazione Mi Riconosci?... nel frattempo continua a portare avanti un dialogo con il ministero sulla gestione più ampia del settore culturale e dello sfruttamento dei lavoratori e lavoratrici del settore: «È la prima volta che il ministero accoglie in modo così evidente una nostra richiesta. In passato abbiamo evidenziato altre problematiche simili ma quando abbiamo chiesto tavoli di confronto siamo stati spesso ignorati», osserva Carrieri: «Perciò questo risultato è importante, probabilmente anche frutto della mobilitazione degli ultimi mesi. Non basta, però, rettificare un bando per risolvere tutte le difficoltà che ci sono nel settore». L’obiettivo, infatti, è continuare il dialogo con il ministero e «riuscire man mano a ottenere un vero riconoscimento delle professioni dei beni culturali tale da renderle professioni sostenibili».Per questo motivo l’associazione era presente il 29 e 30 luglio a Roma per organizzare un Oltre il G20 insieme all’Unione sindacale di base, all’associazione nazionale archivistica italiana, all’associazione italiana biblioteche e a tante altre. L’obiettivo era porre in contraddizione questa riunione dei ministri della Cultura delle venti più grandi economie del mondo con lo stato attuale del mondo culturale. «C’è stato uno spettacolo passerella al Colosseo» si rammarica Carrieri, mentre il ministro Franceschini «continua a parlare a pochi eletti ignorando le lavoratrici e i lavoratori del settore culturale». Emblematico resta il video del dialogo tra il Presidente del Consiglio Draghi e Franceschini che l’associazione è riuscita a catturare durante una passeggiata all’interno del Colosseo nel G20, in cui a proposito delle critiche degli archeologi nei confronti del progetto Colosseo, l’attuale presidente del Consiglio diceva che «se uno ascolta troppo gli esperti non fa niente».  Una frase «che ci sembra abbastanza emblematica di quello che è stato il G20 cultura e di quanto ci fosse stato bisogno di manifestare in quei giorni».Ora restano vive le battaglie per la stabilizzazione dei lavoratori esternalizzati e la richiesta di pieno riconoscimento: «Fin quando il ministero tratterà la cultura come un passatempo o un hobby non ci sarà un vero riconoscimento delle professioni dei beni culturali».Marianna Lepore

Ufficio per il processo, 8mila posti da 1.800 euro al mese: quattro punti in più per i tirocinanti degli uffici giudiziari

Annunciato, alla fine è arrivato il bando più cospicuo della rimessa a nuovo del settore giudiziario, quello che assegna la metà dei posti totali a disposizione. La ministra Marta Cartabia l’ha definito «un cantiere, da cui immagino la giustizia italiana possa uscire rivitalizzata».  Protagonisti assoluti sono le oltre 16mila nuove assunzioni, che saranno impiegate nel costituendo Ufficio per il processo, una struttura che fa squadra e supporta il giudice nell’amministrazione della giustizia. Ora è il momento del bando per il reclutamento a tempo determinato di 8.171 unità di personale non dirigenziale, in fascia economica F1 dell’area funzionale terza, con il profilo di addetto all’Ufficio per il processo, da inquadrare tra il personale del Ministero della giustizia. Data ultima per fare domanda: le ore 14 del 23 settembre 2021.Si conosce già la distribuzione territoriale dei posti messi a bando che è di 200 unità presso la Corte di Cassazione a Roma e il restante numero suddiviso nei distretti della Corte di Appello diffusi in tutto il territorio italiano. La richiesta maggiore di personale arriva da Napoli, con 956 unità, seguita da Roma, 843, e Milano, 680. A seguire ci sono Firenze, con 446 posti a bando, Bologna, 422, Palermo con 410 posti e Torino con 401. A Venezia la richiesta è per 388 addetti, seguita da Catania con 331 e da Bari, Catanzaro e Lecce con, rispettivamente, 306, 304 e 303 posti vacanti. Genova cerca 251 unità, mentre Brescia e Cagliari 248, a cui segue Salerno con 218 e Reggio Calabria con 208. Per la Corte di Appello dell’Aquila il bando cerca 190 addetti, seguita da Messina con 148 e da Trieste e Ancona con 141 e 140. Seguono Potenza con 125, Perugia e Caltanissetta, rispettivamente con 107 e 106 unità, e Campobasso con 51 posti.Il primo stipendio per chi vincerà il concorso sarà di circa 1.770 euro al mese  per tredici mensilità. Gli 8mila vincitori di concorso saranno assunti a tempo determinato con un contratto individuale di lavoro a tempo pieno della durata di due anni e sette mesi,  sulla base della preferenza di sede espressa dai vincitori secondo l’ordine delle singole graduatorie finali di merito.  Per partecipare sono richiesti gli stessi requisiti del bando per 168 posti distribuiti tra Consiglio di Stato e Tribunali amministrativi regionali di varie città, scaduto il 5 agosto, ovvero la cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione europea, la maggiore età, il godimento dei diritti civili e politici e il titolo di studio previsto dal bando all’articolo due: dalla laurea in Giurisprudenza a quella in Scienze economiche o in Relazioni internazionali. L’elenco tra discipline e tipologie di vecchio o nuovo ordinamento è lungo e conviene leggere nel dettaglio il bando. Ai candidati in possesso della laurea in economia e commercio o in scienze politiche è, inoltre, riservata una specifica quota di posti.Ogni candidato può presentare domanda di partecipazione per un solo ufficio giudiziario tra quelli indicati. La domanda di partecipazione va inviata esclusivamente per via telematica attraverso il portale Step One 2019 raggiungibile all’indirizzo ripam.cloud. Per attivare la funzione “candidati” è necessario accedere con lo Spid: a quel punto si vedrà l’elenco di tutti i concorsi a cui si può partecipare e le relative scadenze. A disposizione, sul sito Formez, anche l’elenco di tutte le faq relative alla selezione. Per la partecipazione al concorso deve essere effettuato, a pena di esclusione, il versamento della quota di 10 euro entro le ore 23 del giorno di scadenza mediante il pagamento del bollettino postale precompilato scaricabile online nella prima pagina del form di candidatura o attraverso il sistema di pagamento online, tramite carta di credito o PostePay.Anche questo bando, come quello di luglio, potrebbe essere una soluzione, solo temporanea, per alcuni dei tanti tirocinanti della giustizia – spesso persone over 30 ma anche over 40 e 50 – distribuiti negli uffici giudiziari di mezza Italia, che da dieci anni continuano a vedere rinnovato il proprio tirocinio in questi enti pubblici contro tutte le leggi che disciplinano gli stage e ne vietano la reiterazione nel tempo. All’articolo 6 del bando di concorso, infatti, si specifica la valutazione dei titoli fatta, secondo l’ultima riforma Brunetta, prima della prova scritta con relativo punteggio determinante per accedervi. I punti totali attribuibili sono 15, di cui fino a sei per il voto di laurea (3 punti per la votazione massima di 110 e lode e via via a scendere, ma raddoppiati se è stata conseguita non oltre sette anni prima), fino a 5 punti per eventuali ulteriori titoli universitari in ambiti attinenti al profilo a concorso (come master o diplomi di specializzazione), 3 punti per l’abilitazione alla professione di avvocato e per l’abilitazione di esperto contabile o commercialista. Infine 4 punti attribuiti a chi abbia svolto, con esito positivo, il tirocinio presso gli uffici giudiziari.Una volta fatta la graduatoria in base ai punteggi dei singoli candidati, Formez PA trasmetterà alla commissione esaminatrice gli elenchi dei candidati in ordine decrescente di punteggio e suddivisi per codice di concorso. Saranno ammessi a svolgere la prova scritta un numero di candidati per ciascun distretto pari a venti volte il numero dei posti messi a bando oltre a eventuali ex aequo. A quel punto sul sito del Ministero della giustizia e sul sistema Step-One 2019 sarà pubblicato, almeno dieci giorni prima, il diario delle prove scritte, con sede e ora, le modalità di svolgimento, il numero dei quesiti, la durata della prova e i criteri di attribuzione dei punteggi. Oltre a tutte le misure a tutela della salute pubblica vista la situazione epidemiologica. Non è prevista la pubblicazione di una banca dati da cui estrarre le domande prima della provaAll’articolo 7 del bando si specifica che il test «consiste in quaranta quesiti a risposta multipla da risolvere nell’arco di sessanta minuti con un punteggio massimo attribuibile di trenta punti». E viene ritenuta superata con un minimo di 21/30. La prova sarà svolta mediante strumentazione informatica e piattaforme digitali anche presso sedi decentrate che saranno comunicate con il diario del concorso.Dopo la prova scritta sarà stilata una graduatoria definitiva di merito ed è qui che, a punteggio  pari, sarà preferito chi è più giovane. L’aver partecipato a uno degli stage negli uffici giudiziari, però, potrebbe fare la differenza anche in quest’ultima fase. Il bando, infatti, prevede all’articolo 9 comma 2 che costituiscano titoli di preferenza l’aver svolto l’ulteriore periodo di perfezionamento nell’ufficio per il processo, lo stage presso gli uffici giudiziari, e aver completato il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari. Nomi diversi e riferimenti a leggi diverse che in realtà richiamano sempre gli stessi soggetti che da oltre dieci anni affollano tribunali e corti di appello svolgendo un lavoro con contratti di tirocinio rinnovati nel tempo.Per i vincitori ci sarà alla fine la firma di un contratto a tempo determinato di trenta mesi, possibile solo grazie ai fondi del Recovery Plan. La ministra Cartabia ha già dichiarato però che la «proficua partecipazione all’Ufficio per il processo attribuirà benefici agli assistenti di giustizia, in termini di titoli, posti riservati e punteggi aggiuntivi per futuri concorsi, a cominciare da quello in magistratura, nelle pubbliche amministrazioni, nell’accesso alla professione forense o a quella notarile, nella scuola di specializzazione o alla magistratura onoraria». Insomma, per trenta mesi si avrà il brivido di avere un vero contratto e un vero stipendio e in seguito si potrebbe sfruttare questa nuova competenza con relativo punteggio per accedere a nuove assunzioni. Non resta che munirsi di Spid e fare domanda e cercare di rientrare in questa rivoluzione del sistema giustizia che dovrebbe, secondo le previsioni, finalmente velocizzare i processi portando ad abbattere la durata del quaranta per cento in quelli civili e di un quarto in quelli penali.Marianna Lepore

Gratis la nuova Guida Best Stage, tutto quel che c’è da sapere sugli stage durante e dopo il Covid

Siamo giunti all’edizione numero sette della Guida Best Stage. Con questa agile pubblicazione in pdf, che potete scaricare gratuitamente su questo sito, vogliamo fornire ai nostri lettori un compendio di tutto quel che c’è da sapere in materia di tirocini. Informazioni sintetiche ma esaustive sui diritti e i doveri degli stagisti, i riferimenti normativi (che cambiano da Regione a Regione!), i più frequenti dubbi e dilemmi su cui si incappa quando si sta facendo – o si è in procinto di iniziare – un tirocinio riassunti in una corposa sezione di FAQ.La copertina della Guida Best Stage quest'anno non poteva che essere dedicata a come il Covid ha impattato il mondo degli stagisti, in Italia e nel mondo. Perché la pandemia ha avuto un effetto fortissimo su molti aspetti dello stage: dal banale dato numerico – le opportunità di stage si sono ridotte molto, tra il 2019 e il 2020, proprio a causa del Covid – alle modalità di esecuzione: chi avrebbe mai pensato possibile la fattispecie dello stage da remoto? Eppure – adesso esiste!Ed ecco quindi la scelta di una immagine di una giovane donna che lavora da casa, di fronte a un computer portatile, indossando una mascherina.Come di consueto, una sezione della Guida è dedicata alle aziende virtuose del network della Repubblica degli Stagisti, che abbracciano i nostri valori di trasparenza e di rispetto dei “diritti degli stagisti”, prevedendo per i giovani delle opportunità di stage e di lavoro di grande qualità.Se pensate che questa Guida sia utile potete aiutarci a diffonderla, condividendo il link e la copertina sui vostri profili social. E se vi accorgete che manca qualcosa che potrebbe arricchire la prossima edizione della Guida… scriveteci e fatecelo sapere!

Giustizia, primi 168 posti a concorso: il tirocinio negli uffici giudiziari è titolo preferenziale

La ministra Marta Cartabia l’aveva annunciato a giugno: «I fondi del Recovery plan ci danno la possibilità di assumere, sia pur a tempo determinato, 16mila 500 giovani giuristi», per il costituendo Ufficio per il processo, una struttura che fa squadra e supporta il giudice nell’amministrazione della giustizia.Il primo bando è arrivato: 168 i posti a disposizione, di cui 130 per funzionari di vario profilo in area II e fascia retributiva F1 e 38 assistenti informatici in area II  e fascia retributiva F2. Data ultima per far domanda: le ore 17 di giovedì 5 agosto. Chi supera il concorso firmerà un contratto dal 2 gennaio 2022 della durata di 30 mesi, non rinnovabile, per il supporto delle linee di progetto di competenza della Giustizia amministrativa.Nello specifico i posti a disposizione sono per 120 funzionari amministrativi, sette funzionari informatici, tre funzionari statistici e 38 assistenti informatici. Si conoscono anche già le città di destinazione: per i funzionari amministrativi 34 posti al Consiglio di Stato, 40 presso il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio a Roma, sei presso il Tar di Milano, 4 al Tar per il Veneto, 9 presso il Tar di Napoli e 5 presso quello di Salerno, 10 al Tar di Palermo e 12 in quello di Catania. I 7 funzionari informatici saranno assegnati al Consiglio di Stato, Servizio per l’informativa e i 3 funzionari statistici sempre al Consiglio di Stato ma al Segretariato generale della Giustizia amministrativa. I 38 assistenti informatici, invece, saranno ripartiti: 8 al Consiglio di Stato, 9 al Tar del Lazio a Roma, 2 al Tar di Milano e 2 a quello del Veneto, 5 a Napoli e 2 a Salerno, 5 a Palermo e sempre 5 a Catania.Il primo stipendio, per chi vincerà il concorso sarà: circa 1.770 euro al mese per i funzionari amministrativi e circa 1.800 per gli assistenti, per tredici mensilità. Per partecipare è richiesta la cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione europea, il godimento dei diritti civili e politici e il titolo di studio previsto per l’accesso alla posizione per cui si sceglie di partecipare: quindi il diploma di istituto tecnico per la figura di assistente informatico e la laurea di primo livello per gli altri tre profili di funzionario. L’elenco delle lauree necessario è lungo, conviene leggere nel dettaglio il bando: non solo Giurisprudenza ma anche Scienze della politica, Scienze dell’economia, Fisica, Informatica, Matematica, solo per citarne alcune. È importante ricordare che ogni candidato può presentare domanda di partecipazione per un solo profilo e all’interno di questo per un solo ufficio giudiziario tra quelli indicati. La domanda di partecipazione va inviata esclusivamente per via telematica dal sito dedicato ai concorsi della Giustizia amministrativa dove sono presenti anche le faq e i documenti relativi al concorso. Prima di far domanda è necessario versare il contributo di ammissione di 10 euro per le spese sul  conto corrente postale 37142015 intestato a Banca d'Italia -  Tesoreria  centrale dello Stato - entrate Consiglio di Stato e  tribunale  amministrativo regionale  -  Ufficio  bilancio o fare un bonifico al seguente iban IT97L0760103200000037142015 con la causale   «contributo concorso a tempo determinato di n. 168 unità» e allegare alla domanda copia del versamento.Il bando potrebbe essere una soluzione, anche se solo temporanea, per alcuni dei tanti tirocinanti della giustizia – spesso persone over 30 ma anche over 40 e 50 – distribuiti negli uffici giudiziari di mezza Italia, concentrati per numero di partecipanti in particolare in Calabria, che da dieci anni continuano a vedere rinnovato il proprio tirocinio in questi enti pubblici contro tutte le leggi che disciplinano gli stage e ne vietano la reiterazione nel tempo. Per il solo profilo di funzionario amministrativo, infatti, costituisce titolo preferenziale nella formazione della graduatoria aver svolto il tirocinio presso gli uffici giudiziari, averlo completato pur non facendo parte dell’Ufficio per il processo, aver concluso il periodo di perfezionamento nell’Ufficio del processo. In pratica aver partecipato a una delle tante fasi dei rinnovi dei tirocini presso gli uffici giudiziari negli ultimi dieci anni. Elementi che vanno indicati in fase di compilazione della domanda.Certo, la richiesta della laurea tra i requisiti permetterà solo ad alcuni di parteciparvi, ma potrebbe consentire dopo anni di tirocinio di firmare un vero contratto di lavoro. In questo senso il concorso è ancora più importante perché si svolgerà con le nuove modalità di valutazione dei titoli prima della prova scritta, secondo la riforma Brunetta, consentendo a questi ex stagisti di ottenere subito il punteggio aggiuntivo. E non solo dopo l’eventuale superamento delle varie fasi selettive, come era stato fino ad ora e ampiamente criticato dai tirocinanti. Una volta fatta la valutazione dei titoli, i candidati con un punteggio minimo di 21/30 sono ammessi allo scritto in ordine di punteggio fino a cinque volte il numero dei posti a disposizione per ciascun profilo. La prova scritta consisterà in un elaborato con due risposte su materie che variano a seconda del profilo prescelto per cui si avranno a disposizione tre ore. La somma del voto della prova scritta e del punteggio dei titoli permetterà poi di stilare la graduatoria finale.Il concorso si svolgerà su sedi decentrate secondo un calendario già deciso, ma che dovrà essere confermato tramite avviso pubblicato il primo ottobre 2021 sempre sul sito istituzionale della Giustizia amministrativa ed eventuali variazioni di giorni e orari a causa dell’andamento dell’emergenza epidemiologica da Covid saranno comunicate sullo stesso sito dal 2 al 10 ottobre. Se nulla dovesse cambiare le date sarebbero: 11 ottobre ore 8 a Roma per le procedure gestite dalla Commissione per gli uffici del processo di Roma e per i profili di funzionario informatico e statistico; stessa data ma ore 15 per il Tar di Milano; 12 ottobre ore 8 per il Tar di Napoli e ore 15 per quello di Salerno; 13 ottobre la mattina a Palermo e il pomeriggio a Catania; 14 ottobre per il Tar del Veneto.Una volta stilata la graduatoria finale, con preferenza del candidato più giovane a parità di punteggio, e attribuiti i posti, nel corso dei trenta mesi successivi l’amministrazione potrà utilizzarla per eventuali sostituzioni necessarie. Il 30 giugno 2024 la graduatoria cessa la sua validità e non sarà più possibile il suo scorrimento. Nel bando si precisa che i vincitori saranno assunti con contratto a tempo determinato soggetto a un periodo di prova di quattro settimane, ma c’è anche un’altra novità rispetto al passato: l’attività è svolta prevalentemente in modalità lavorativa da remoto. Nei prossimi mesi dovrebbero essere pubblicati altri bandi per riuscire a reclutare le quasi 17mila risorse necessarie per avviare definitivamente l’ufficio per il processo. Le prime immissioni in ruolo partiranno a gennaio 2022.Il contratto, come detto, è a tempo determinato ma costituirà per il personale assunto con la qualifica di funzionario amministrativo in possesso di una laurea in giurisprudenza titolo per l’accesso al concorso per magistrato ordinario e anzianità per quello a referendario del Tar. Vale anche come titolo di preferenza per l’accesso alla magistratura onoraria ed equivale a un anno di tirocinio professionale per l’accesso alla professione di avvocato o a un anno di frequenza dei corsi della scuola di specializzazione per le professioni legali.In più già nel bando è specificato che nelle successive procedure di selezione per il personale a tempo indeterminato, l’amministrazione della Giustizia amministrativa potrebbe prevedere l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo per chi ha avuto questo contratto di 30 mesi. Non resta quindi che munirsi di Spid, per chi ancora non lo avesse, far domanda e cercare di far parte di quella che, finora sulla carta, dovrà essere una delle grandi rivoluzione del sistema giustizia in Italia.Marianna Lepore

Le dieci aziende che hanno brillato nell'annus horribilis 2020 per la gestione virtuosa dei giovani

È di nuovo tempo di AwaRdS, i premi che la Repubblica degli Stagisti assegna annualmente alle aziende che si distinguono per una particolare eccellenza nelle policy dedicate ai giovani. Quest’anno i premi sono ancor più significativi del solito perché sono riferiti alle performance dell’annus horribilis 2020: sono stati attribuiti, cioè, in base ai dati che le aziende che fanno parte dell’RdS network hanno fornito alla Repubblica degli Stagisti rispetto a quanti tirocinanti hanno accolto tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020, quanti ne hanno assunti, con quale tipo di contratti e così via.  L’AwaRdS per il miglior rimborso spese va quest’anno a everis, Ferrero e Flex: queste tre aziende garantiscono ai propri stagisti ben 1000 euro al mese di indennità (e anzi, anche di più, perché prevedono anche altri benefit come i buoni pasto, la mensa gratuita…)«Il modello di everis poggia sui giovani, e il 2020 è stato un anno difficilissimo» ha detto Francesca Muscillo del Dipartimento People di everis [nella foto accanto] nel ritirare il premio: «Se dal vivo è tutto più semplificato – la relazione, il rapporto con i colleghi – chiaramente da remoto è mancato questo aspetto. Però noi abbiamo deciso di aumentare gli incontri di monitoraggio per verificare l’andamento degli stage e intercettare eventuali situazioni di disagio. E i numeri ci hanno dimostrato che i ragazzi hanno apprezzato il nostro modello». «Noi siamo una grande azienda: questo – il rimborso agli stagisti – è un “dovuto”. Ce lo possiamo permettere, è giusto» le ha fatto eco Mauro Clara, Talent Manager, ricordando come anche in Ferrero nel 2020 il numero di stage sia stato molto inferiore agli anni precedenti: «Eravamo molto preoccupati sulla sicurezza dei lavoratori; come tante aziende abbiamo privilegiato la sicurezza, in questo caso agli stage. Stiamo riprendendo, perché la situazione si sta normalizzando: l’obiettivo è quello di aumentare il numero degli stage».Un rimborso così alto non è proprio un “dovuto”, basti pensare che la Regione Lombardia pone come indennità minima per legge 500 euro, e per giunta i tirocini curricolari in tutta Italia possono ancora essere gratuiti, perché non c’è nessuna normativa che garantisca il diritto a una indennità mensile per questa tipologia di tirocini: mentre le tre aziende che hanno vinto l’AwaRdS per il miglior rimborso spese assicurano anche agli stagisti curricolari lo stesso trattamento economico degli extracurricolari. Del resto, come ha ricordato Melissa Friedman, HR manager di Flex,  «I ragazzi che vengono da noi provengono da design e da ingegneria; quello che offriamo come esperienza è sicuramente un’esperienza reale, fanno parte di un project team, è corretto che siano rimborsati in un modo adeguato per quello che danno».Un’altra categoria premiata con gli AwaRdS è quella delle aziende che assumono oltre il 90% degli stagisti (con un contratto di almeno 12 mesi). Quest’anno il premio è andato a T4V, Prometeia ed everis.T4V in particolare ha accolto nel corso dell’anno scorso 10 stagisti, di cui 3 curricolari, e poi li ha assunti con contratto a tempo indeterminato. La Talent Manager Monica Cremaschi, ritirando l’AwaRdS “in delega” all’amministratore unico di T4V Stefano Ciavatta, ha ricordato come l’adesione di T4V al network di aziende virtuose della Repubblica degli Stagisti sia stata, nel febbraio del 2020 appena prima dello scoppio della pandemia, «un po’ una scommessa mia: ho portato in azienda l’idea di dare visibilità agli stage che facevamo» e al fatto che «siamo tra quelli del 98%, e gli stagisti da noi vengono assunti direttamente a tempo indeterminato!».Premiata anche Prometeia per i suoi 60 stage del 2020, di cui 26 curriculari, che in più del 90% dei casi si sono trasformati in un’assunzione con contratto di apprendistato. «Questo è una grande soddisfazione e la riprova di quanto l’attenzione verso i giovani sia legata al dna di Prometeia» ha commentato Gioia Di Summa, responsabile del Professional Development in Prometeia, citando il lavoro di tutto «il team di recruiting guidato da Tommaso Musillo. Anche durante la pandemia siamo riusciti attraverso lo stage a garantire esperienze formative importanti, sopratutto grazie alla capacità di fare coaching alle persone più giovani: una dimensione indispensabile per sviluppare competenze e permettere poi che emergano i talenti». La terza azienda premiata in questa categoria è everis - che ha realizzato così una “doppietta” di AwaRdS: con 103 stage attivati nel 2020, di cui 6 curriculari, quasi tutti poi assunti a tempo indeterminato, everis è una “veterana” di questo premio: «È un onore essere qui» ha detto Giada Trovato, Talent Acquisition & Employer Branding Specialist: «Noi facciamo tanti stage, basiamo la nostra azienda sulla formazione di figure junior per poi farle crescere», e rispetto alla nuova modalità di tirocinio da casa, nata e cresciuta impetuosamente in tempo di lockdown, ha scherzato: «Stiamo cercando di far tornare i nostri ragazzi, invogliarli a tornare in ufficio e a vivere la realtà aziendale». Perché uno stage “in presenza” è certamente più efficace di uno “a distanza”!Vi è poi un AwaRdS slegato dalle performance sugli stage: è quello che viene assegnato per il miglior rapporto tra organico aziendale e nuove assunzioni di under 30 senza passare per la fase del tirocinio. Quest’anno il riconoscimento va a quattro aziende: BIP, Nestlé, EY e illimity.In BIP, che conta oltre 2.164 dipendenti in Italia, sono stati 220 i giovani portati a bordo nel corso del 2020 senza passare attraverso lo stage, quasi tutti direttamente a tempo indeterminato. «Stiamo investendo tantissimo nella fase post-stage, che è una fase cruciale dell’inserimento: seguiamo molto da vicino le persone almeno per 12-18 mesi nel loro inserimento con un affiancamento costante sia lato progettuale sia come HR business partner, per far sentire forte la presenza dell’azienda» ha detto il Chief HR officer Fausto Fusco: «Vogliamo creare percorsi per i neolaureati e i neodiplomati cercando di fare dello stage semplicemente una tappa in un percorso più ampio». Nestlé nell’anno della pandemia ha assunto 345 under 30, prevalentemente con contratto a tempo determinato della durata di un anno, su un organico aziendale in Italia di oltre 3.600 dipendenti. «Siamo felici di poter dire che Nestlé assume, e che assume ragazzi anche al di là dello stage» è stato il commento di Giovanna Raffi del Talent Acquisition team di Nestlé nel ritirare il premio: «Il nostro impegno sui giovani è un impegno non solo a livello nazionale: Nestlé ha una grande responsabilità anche a livello di gruppo, a livello globale».Premiato anche il Gruppo EY, che ormai di questo specifico premio ha una vera e propria “collezione” data la sua propensione ad assumere direttamente: nel 2020 ha messo sotto contratto 339 under 30, prevalentemente con contratto di apprendistato e 82 direttamente a tempo indeterminato, su 4.155 dipendenti. Maria Casagrande, Employer Branding Specialist, si è detta «contentissima quest’anno di questo premio perché abbiamo fatto una quantità di sforzi verso i nuovi assunti, verso i nostri stagisti e i nostri tantissimi apprendisti. Già nell’apprendistato abbiamo una formazione che è obbligatoria ma ne facciamo anche di più, tanta di più: in EY la formazione è di una qualità incredibile».Ad aggiudicarsi l’AwaRdS per la miglior performance di assunzioni dirette di giovani anche illimity, l’unica banca attualmente presente nell’RdS network, con 31 giovani assunti nel 2020 senza passare attraverso lo stage, quasi tutti direttamente a tempo indeterminato, su 443 dipendenti. A ritirare il premio la Team Leader Talent Acquisition & Development Ilaria Pascutti e la Talent Acquisition & Development Junior Specialist Melany Bresciani, che ha sottolineato come in illimity puntino «tantissimo sul potenziale delle persone». Bresciani, a sua volta fresca di laurea, non ha nascosto «a volte è anche difficile trovare aziende che puntino su di te anche quando magari non hai nessuna esperienza», citando l’assurdità purtroppo frequente degli «stage solo per persone con esperienza!». Per quanto riguarda le assunzioni dirette, sono un modo per «dare una possibilità anche a quei giovani che sono già pronti per fare il salto, sia con un’assunzione a tempo indeterminato sia con apprendistato». Un AwaRdS speciale è quello “10anni+ con RdS” consegnato quest’anno a Danone per celebrare il (primo!) decennio di collaborazione con la Repubblica degli Stagisti. Danone ha aderito all’RdS network nel lontano 2011: «Grazie per questi dieci anni insieme» ha detto Martina Boriani, HR business partner: «In questi dieci anni Danone è cresciuta tantissimo, siamo diventati una Bcorp, facciamo parte di questo gruppo di aziende virtuose. Siamo cresciuti tantissimo anche nella gestione degli stageurs: e su questo devo ringraziare anche la Repubblica degli Stagisti. Abbiamo fatto dei passaggi importanti, l’ultimo e più significativo che mi viene in mente è quello di garantire il welfare ai nostri stagisti, che beneficiano di 2.300 euro netti all’anno suddivisi per semestre, oltre al rimborso spese; e se l’abbiamo fatto è anche grazie al vostro supporto». Il “Bollino OK Stage” della Repubblica degli Stagisti, infine, quest’anno è andato a: Arval, Bip, Bruschi, Danone, Everis, Ferrero, Giappichelli, EY, Sapio, illimity, Manpower, Marsh, Mercer, Meta System, NWG Energia,  Prometeia, Sic, Sperlari, Spindox e T4V.

Tirocinanti degli enti pubblici calabresi (e non solo), 85 milioni dal decreto Sostegni Bis: assunzioni più vicine

Presentati, poi bocciati, infine riammessi e ieri definitivamente approvati: sono gli emendamenti al decreto Sostegni bis dedicati ai tirocinanti calabresi presentati da Francesco Cannizzaro, esponente di Forza Italia, in commissione bilancio alla Camera dei deputati. Ieri il decreto legge, il 73/2021, ha ricevuto 444 voti favorevoli e dovrà ripassare al Senato per ricevere l’approvazione finale entro il 24 luglio.In linea di massima il testo non dovrebbe più cambiare. Quindi gli articoli si possono dare per definitivi. In questo caso sono due quelli che interessano i tirocinanti calabresi: le proposte 50.051 e 50.056 con primo firmatario appunto Cannizzaro, che poi nel testo definitivo sono diventati articolo 50 ter e 50 quater.Con il primo articolo si consente al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, «Al fine di promuovere la rinascita occupazionale delle regioni comprese nell’obiettivo europeo Covergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e migliorare la qualità degli investimenti in capitale umano» di bandire «procedure selettive per l’accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di 18 ore settimanali, della durata di 18 mesi alle quali sono prioritariamente ammessi i soggetti già inquadrati come tirocinanti nell’ambito dei percorsi di formazione e lavoro presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell’istruzione». E qui c’è il primo cambiamento rispetto all’emendamento iniziale del deputato calabrese. Nel primo testo, infatti, gli emendamenti erano indirizzati prettamente ai tirocinanti che avevano svolto il tirocinio negli uffici pubblici della Calabria. Mentre nella versione finale si fa riferimento alle regioni dell’obiettivo Convergenza, ovvero quelle il cui prodotto interno lordo pro capite è inferiore al 75 per cento della media dell’Unione europea allargata. E quindi, appunto, nel caso specifico italiano di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Il che significa che il dipartimento della funzione pubblica può bandire queste selezioni in tutte le quattro regioni. Prima devono essere individuate le unità di personale da assegnare a ciascuno dei ministeri e l’area di inquadramento economico, come specificato nel comma 2. I requisiti di accesso sono specificati nel comma 3: il titolo di studio pari o superiore a quello della scuola dell’obbligo e i requisiti previsti per l’accesso al pubblico impiego. A organizzare le selezioni sarà il Dipartimento della funzione pubblica tramite il Formez PA e le graduatorie approvate a conclusione delle procedure potranno essere utilizzate per assunzioni a tempo determinato anche da parte di altre amministrazioni pubbliche, come specificato al comma 5. Il nodo risorse arriva subito dopo: per la realizzazione di questi interventi «è autorizzata la spesa complessiva di 60 milioni di euro, di cui 20milioni per il 2021 e 40milioni per il 2022».Risorse, quindi, che potrebbero essere utilizzate per i circa 2mila tirocinanti calabresi “ministeriali” ovvero quelli che hanno svolto tirocini presso ministero della Giustizia, dell’Istruzione e della Cultura ma non per i tirocini di inclusione sociale, che riguardano circa 4.700 persone, come già spiegava Saverio Bartoluzzi, coordinatore provinciale dell’Unione sindacale di base (Usb) di Vibo Valentia, qualche settimana fa alla Repubblica degli Stagisti. Non solo, i 20 milioni per il 2021 e i 40 per l’anno seguente a questo punto potrebbero essere utilizzati per selezioni anche nelle altre tre regioni Convergenza con un evidente taglio di possibili contrattualizzazioni calabresi.Il secondo articolo rivolto sempre alla platea degli stagisti in questo caso solo calabresi, riguarda la platea dei 4.700 esclusi dall’altro provvedimento, ovvero i partecipanti ai tirocini di inclusione sociale rivolti a disoccupati già percettori di trattamenti di mobilità in deroga prorogati dalla regione Calabria. Per loro «è assegnato alla medesima regione un contributo di 25 milioni di euro per l’anno 2021, finalizzato all’integrazione dell’indennità».Un successo di dialettica politica visto che nell’iniziale emendamento presentato da Cannizzaro si parlava di 10 milioni di euro. Ma l’ennesima proroga contra legem di tirocini cominciati anni fa e rinnovati negli anni senza alcuna possibilità di un vero inserimento occupazionale.In pratica, quindi, i ministeriali potranno accedere a delle selezioni riservate per contratti a tempo determinato di 18 mesi, con il miraggio di essere trasformati a tempo indeterminato complice il turn over e la carenza di organici, mentre i Tis per il momento devono accontentarsi di una proroga del tirocinio ma potranno contare su un aumento dell’indennità. Le nuove risorse impegnate, infatti, consentiranno un aumento di circa 400 euro al mese del rimborso ad oggi previsto, arrivando quindi a quasi il doppio. Ma come Bartoluzzi aveva spiegato, consentirebbero solo un’ulteriore agonia per questi stagisti, che dopo un anno si ritroverebbero esattamente allo stesso punto di partenza. Nonostante i punti oscuri, su tutti l’ennesimo rinnovo di un tirocinio e la non sicurezza per i ministeriali di vedere tra 18 mesi l’assunzione, il deputato Cannizzaro è soddisfatto, al punto da scrivere sulla sua pagina facebook «È qualcosa di straordinario, perché conferma la grande attenzione del Governo per la prima volta nella storia dei tirocinanti calabresi. E ciò permetterà loro un cammino meno ripido fino alla stabilizzazione». La Repubblica degli Stagisti ha provato per due settimane a richiedere un’intervista a Francesco Cannizzaro che ad oggi, però, non ci è stata ancora concessa. Nel frattempo il direttivo del costituendo Comitato “Centriamo l’Art. 1”, formato dagli stagisti calabresi, ringrazia con una lettera aperta per i risultati ottenuti ma ricorda come il percorso verso la stabilizzazione definitiva richieda tempi lunghi e non dimentica di «essere stati per quasi un decennio abbandonati a noi stessi e confinati all’interno del limbo di un precariato mortificante». Dieci anni di tirocini rinnovati in enti pubblici contra legem con appoggi trasversali di tutto l’arco politico, senza ferie, malattia, maternità, a soggetti over 30, anche over 40 o 50, per ricoprire ruoli anche molto delicati spesso senza alcuna supervisione. Tutto questo potrebbe veramente avere una fine vicina. Ma vista la cronaca degli ultimi anni meglio essere cauti e vedere cosa realmente accadrà nei prossimi mesi. Marianna Lepore