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Stage a Helsinki (FI)

Ciao, sono un ragazzo di 18 anni, e quest'estate ho fatto uno stage all'estero, ad Helsinki... Partiti in una 15ina, tra cui ragazzi e ragazze di varie scuole dal veneto e piemonte, siamo arrivati li tutti disorientati e temevamo il peggio, ma alla fine è andata benissimo XD. Periodo: 14 giugno - 01 agosto Alloggiavamo in degli appartamenti che durante l'anno sono abitati da universitari e non solo, come distanza dal posto di lavoro eravamo a 20-30 minuti di autobus, quindi ci trovavamo anche bene. Il posto era stupendo, le persone un pò strane, ma d'altronde a 2000 km di distanza non è che puoi trovare le stesse abitudini. Tutti quanti eravamo tra i 17 ed i 19 anni, poi c'era la tutor, una ragazza di 23 anni in Erasmus. Col fatto dell'età non è che avessimo molta libertà, ma quel poco che siamo riusciti a fare l'abbiamo fatto nella migliore delle maniere. Abbiamo visitato tutto o quasi della città ed anche di paesi di periferia, poi siamo riusciti a vedere anche la capitale di un altro stato (grazie alla traghettata Helsinki-Tallinn), siamo riusciti a divertirci fin troppo... Abbiamo conosciuto gente del posto, ecc ecc... L'hotel in cui la maggior parte di noi lavorava era un 5 stelle sull'Esplanadi Park... Bellissimo... Ah, dimenticavo, faccio stage per "operatore e servizi di ristorazione"... In poche parole faccio il cuoco. Abbiamo lavorato con orari generati per la nostra età, tipo 8'00-16'00 oppure 14'00-21'00. All'inizio non riuscivamo a muoverci tanto liberamente (non conoscendo la lingua ed il posto) ma poi era come se avessimo sempre vissuto li... conoscevamo ogni angolo!!! Comunque mi scuso se ho saltato da un discorso all'altro, però ci sarebbe troppo da dire, e mi vengono in mente solo certe cose sparse. A dicembre dovrebbero darci la borsa di studio, una cosa come 480€, sempre dipende da quante ore ognuno ha fatto... Quello che penso, è che è stata una esperienza stupenda, che rifarei volentieri e credo sia stata anche molto utile. Spero di tornare a lavorare all'estero molto presto, e nelle migliori delle ipotesi vorrei aprire un'attività fuori dall'Italia, ancora qualche anno e si inizia il progetto. Grazie dell'attenzione, Kiitos!!!

Ultimo Post: 14 anni, 9 mesi fa

Di: Antonio_Scaggiante

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Sarà la crisi...

Ciao Eleonora, per quanto riguarda il primo stage, trovato rispondendo ad un annuncio su infojobs, le mie mansioni erano quelle di archivio, addetta selezione, e amministrazione personale. Ero l'unica stagista, gli altri 2 colleghi erano a tempo indeterminato; la mia assunzione era vincolata al numero dei lavoratori interinali dell'agenzia, che, con la crisi, si è notevolmente abbassato (così mi sono dimessa un mese prima della fine del contratto di stage per accettare la seconda proposta che mi sembrava più buona). Il secondo stage prevedeva mansioni diverse in quanto si svolgeva nel settore acquisti ma l'ho accettato comunque perchè mi avevano prospettato un futuro un po' diverso e invece è andata male

Ultimo Post: 14 anni, 9 mesi fa

Di: luna

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master post laurea

dimenticavo di raccontarvi dell'esperienza post master. Mi chiama una azienda dicendomi che mi proponeva un lavoro, un posto di lavoro. Mi faccio più di 100 KM di auto e mi sento dire che trattasi di stage e mi chiedono di dare una risposta prima delle vacanze estive, erano disperati praticamente era come dire 'ti prendiamo aspetta a te decidere'. Altra fregatura mi sono sentita dire 'le diamo un piccolo rimborso spese l'azienda non può permettersi altro'. Addirittura mi sono sentita dare in un'altra occasione un colloquio di lavoro per telefono e dire 'come si permette di chiedere la retribuzione?' e buttare giù il telefono. Ragazzi il mio consiglio, non fate un master è uno spreco di tempo, denaro e si offre la possibilità alle aziende di sfruttarci.

Ultimo Post: 14 anni, 9 mesi fa

Di: mefisto

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AIUTO!!!! SONO IN UNA SITUAZIONE DEL TIPO STAGE FALSO IN SEGUITO A MASTER ASFOR!

Caro Francesco, ti va di raccontarci un po' meglio la tua storia? Come hai scelto il master e com'è stato gestito il passaggio dalla parte di formazione in aula a quella di formazione sul campo? Come mai hai l'impressione di non imparare nulla? Il titolare dell'azienda ti ha detto chiaramente che non ha intenzione di assumerti alla fine dello stage, nemmeno se ti sarai dimostrato bravo e capace? Per quanto riguarda i consigli sul da farsi, qui nell'ultimo articolo ne trovi qualcuno: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/problemi-con-lo-stage-vanno-segnalati-subito-allente-promotore Facci sapere poi com'è andata! Eleonora

Ultimo Post: 14 anni, 10 mesi fa

Di: Eleonora Voltolina

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lo stage? un'occasione per l'azienda di avere manodopera a costo zero!!!!!!

Ciao Xeni, la questione del rimborso spese è assai delicata, ma lo è anche di più quella della "formazione". Le esperienze che ho vissuto, e quelle che hanno vissuto i miei amici, mi hanno insegnato che raramente da parte dell'azienda c'è la volontà di dare allo stagista l'opportunità di imparare, poiché nella maggior parte dei casi, alla fine del contratto il rapporto viene interrotto, e spesso cercano solo qualcuno che possa svolgere decentemente il proprio lavoro, pagandolo una miseria. Prendere trecento euro al mese, se ti vengono dati gli strumenti per crescere professionalmente, non è la fine del mondo. Il problema è che non ti formano, non ti assumono, e anche se impari qualcosa, lì fuori continui a trovare quasi esclusivamente proposte di stage, o contratti a progetto miseri. La mia impressione è che ogni volta si cominci da capo, e che non si vada mai avanti.

Ultimo Post: 15 anni fa

Di: Amber_Rain

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Vita da stagista

Vivo a Roma, mi sono diplomata in grafica allo IED l'anno scorso, e mi ritengo (lo sottolineo solo perché questo piccolo particolare avrà un peso nella storia) piuttosto preparata. A fine settembre vengo contattata da un'azienda che aveva avuto il mio cv dalla scuola. Sostengo il colloquio, e mi propongono la solita settimana di prova. Settimana che va benissimo, e che mi fa guadagnare un contratto di stage che avrei dovuto firmare dopo una ventina di giorni (per questioni burocratiche con le quali non vi tedierò). Il posto, se devo essere onesta, non era granché, e non c'era alcuna possibilità che imparassi qualcosa: insomma, si trattava di un part-time retribuito male. Però, non essendoci di meglio all'orizzonte, mi ero detta che valeva la pena accettare, nonostante avrei dovuto realizzare un portale, facendoli risparmiare persino sul programmatore, che a loro avrebbe fruttato parecchio! Piccolo particolare: ogni volta che chiedevo a quanto ammontasse il rimborso spese, mi veniva detto: "eh, qualcosina, lo quantificheremo più in là". E lì, stupida io. C'è da dire che, nonostante fossi totalmente autonoma, per il timore che potessero cambiare idea, visto che non c'era ancora nessun contratto, spesso facevo anche più delle quattro ore che mi spettavano. Una volta, però, mi sono fermata per quasi due orette, e all'uscita chi incontro? Una ragazza dello IED che si era diplomata lo stesso anno. In sostanza, i furbi, stavano sviluppando due progetti in parallelo, sfruttando sia me che l'altra. Schifata, rinuncio allo stage. Dopo aver fatto altri colloqui, e aver scoperto solo dopo aver perso intere giornate che si trattava di uno stage gratuito, o che era previsto un rimborso spese ridicolo, arriva un'altra buona occasione: la Stanhome. Il primo incontro va benissimo. Vengo ricontattata dopo qualche giorno per sostenere la prova pratica, che va benissimo. Mi viene detto: "la chiameremo al massimo tra una settimana, in ogni caso". Dopo dieci giorni, nessuna telefonata. Sfinita da tre mesi di incontri fallimentari li chiamo io, e mi rispondono "ci stiamo ancora pensando, ecco perché non ci siamo fatti vivi. Potrebbe essere una cosa lunga, però. Se dovesse trovare lavoro, potrebbe avvertirci?". Rassegnata, dopo qualche settimana sostengo un colloquio alla LoJack. Mi viene dato un brief di tredici pagine, e mi viene chiesto di realizzare un concept per la prossima campagna. Lo faccio, torno lì dopo tre giorni, e mi viene chiesto di realizzarne altri. Insomma, l'ennesimo lavoro retribuito male con la scusa dello stage. Anche in quel caso, sarei stata l'unica grafica presente in ufficio. Cosa avrei potuto imparare, non è chiaro. A gennaio vengo contattata per un altro incontro, durante il quale metto subito in chiaro che avrei voluto un rimborso spese decente. Faccio il primo mese di prova, alla fine del quale mi accorgo che il mio tutor ne sapeva meno di me, e che nessuno sembrava intenzionato a ufficializzare la mia presenza in quel posto. Dopo un po' vado a parlare con il responsabile, il quale mi dice che vogliono assolutamente che rimanga, e che avrebbe parlato con il capo non appena possibile, per stabilire a quanto sarebbe ammontato il rimborso. Per farla breve: alla fine mi hanno dato 400 euro al mese, non mi hanno pagato i primi quindici giorni, e per i primi tre mesi non ho visto un soldo. Dopo pochi giorni, mi sono dovuta occupare di interi progetti, di mandare in stampa file in tremila copie senza che nessuno mi avesse spiegato cosa fare esattamente. Il mio tutor, assieme all'altro grafico, mi ha sempre riempito di lavori che ha puntualmente presentato ai clienti senza permettermi di partecipare alle riunioni. Non ho mai avuto orari, e a volte sono uscita dall'ufficio alle 21. Visto che loro avevano altre società, spesso sono andata in veste di fotografa a delle serate, benché non mi competesse e onestamente non ne capissi molto, lavorando dalle nove del mattino fino alle due di notte. Dulcis in fundo, ho scoperto solo alla fine che, a causa delle loro "dimenticanze", il contratto di stage partiva da maggio, mentre io ero lì da febbraio! Insomma, a luglio avrei dovuto finire tutti e sei i mesi, e invece ne terminerò a malapena tre ad agosto. Adesso ho deciso di lasciare Roma e di trasferirmi, sperando che altrove le condizioni lavorative siano decenti. La cosa incredibile è che ho sempre pagato il fatto di essere autonoma e in grado di gestire ogni cosa per conto mio, perché ho solo faticato il triplo senza imparare niente di nuovo, nel vano tentativo di farmi assumere dopo lo stage. Ora sono parecchio scoraggiata, e onestamente non so cosa aspettarmi dal futuro.

Ultimo Post: 15 anni fa

Di: Amber_Rain

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tirocinii post laurea

Il problema è che ormai si sta abusando dello stage come strumento di inserimento lavorativo. nel negozio di calzature ho fatto effettivamente la commessa. Nulla di più. Lo usano come escamotage per prendere una persona giusto quei mesi che servono in ditta. Lavorando lì ho scoperto che io e altre ragazze prima di me hanno coperto una dipendente in maternità e che quindi le prospettive di assunzioni non esistevano (nè esistono tuttora). Abbastanza desolante. Ma l'azienda per cui ho lavorato non è la sola che usa stagiste al posto di commesse, lo fanno anche catene ben più grandi e non italiane...vorrei fare nomi, si può?)Ancora ora, alcuni mi contattano per propormi colloqui per fare stage su stage. Ma non si va oltre quello. Almeno una volta c'era il contratto di apprendistato, ora è un miraggio anche quello. Adesso, guardiamo al futuro: vediamo se dal 5 agosto ci sarà un nuovo tirocinio ad aspettarmi.

Ultimo Post: 15 anni fa

Di: angryeli

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Mi dite se è regolare?

Aggiungo: trattasi di stage post-laurea remunerato. Mi sono laureato a ottobre 2007 ed avevo già svolto uno stage pre-laurea obbligatorio (non remunerato), rinnovato, per un totale di 9 mesi.

Ultimo Post: 15 anni fa

Di: Freerider

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a che età si comincia a "vivere da grandi"?

Cara Ladybb, le tue riflessioni sono molto importanti. E' ormai urgente che la società dia una risposta alla domanda che hai scelto come titolo del tuo post: a che età una persona smette di essere "giovane" e diventa "adulta"? Oggi c'è uno scollamento tra l'età adulta "effettiva" (che inizia, o quantomeno dovrebbe iniziare, dopo la fine del percorso formativo, cioè indicativamente intorno ai 25 anni) e l'età adulta "completa", cioè quella in cui la persona raggiunge una sicurezza professionale e un'indipendenza anche economica, riuscendo quindi a costruirsi il suo futuro senza poggiare sul nucleo familiare di provenienza. Recentemente ho intervistato Gigi Furini, l'autore di "Volevo solo vendere la pizza" (se ti va di dare un'occhiata all'articolo, il link è questo: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/giovani-lavoro-e-stipendi-troppo-bassi-quando-al-mutuo-ci-pensa-papa-indebitandosi-parola-di-luigi-furini). E anche lui ha messo il dito nella piaga: «I ragazzi purtroppo molto spesso hanno redditi troppo bassi per mantenersi da soli. E allora capita che siano i genitori ad accollarsi il mutuo per la casa, o il finanziamento per la macchina. Dopo i venti, venticinque anni dovrebbero diventare adulti a tutti gli effetti, poter disporre di un reddito proprio e vivere una vita autonoma. Ma non ce la fanno, perché raramente hanno una busta paga decente: e allora per loro garantiscono i genitori». Più o meno gli stessi concetti espressi da Massimo Livi Bacci (http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/massimo-livi-bacci-stage-alleta-giusta-e-20mila-euro-a-ogni-18enne-perche-diventi-autonomo), professore di Demografia e oggi anche senatore, nel suo libro "Avanti giovani alla riscossa"... Insomma, il problema è sul tavolo anche se classe dirigenziale sembra ignorarlo. Sta a noi spingere affinchè sia messo nell'"agenda". Perchè una cosa è certa: così non si può andare avanti ancora per molto...

Ultimo Post: 15 anni, 1 mese fa

Di: Eleonora Voltolina

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Attenti ai "virtuosi"

Cara ElisaGro, ti va di raccontarmi un po' meglio la tua storia? Specialmente mi interesserebbe sapere a quale azienda ti riferisci, per fare le opportune verifiche. Puoi anche scrivermi direttamente una mail, l'indirizzo è direzione [chiocciola] repubblicadeglistagisti.it.

Ultimo Post: 15 anni, 1 mese fa

Di: Eleonora Voltolina

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