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Stage da tremila dollari al mese al Fondo monetario internazionale: candidature aperte fino al 15 gennaio

C’è tempo fino a venerdì 15 gennaio per presentare domanda di partecipazione alla sessione estiva degli stage del Fondo monetario internazionale. Ogni anno, infatti, questo ente – che ha sede a Washington, conta 186 Paesi membri e per statuto ha il compito di promuovere la cooperazione monetaria e  facilitare l'espansione del commercio internazionale – offre a 50 giovani laureati l’opportunità di uno stage attraverso il Fund internship program. Si tratta di un’esperienza di 10-13 settimane durante le quali i tirocinanti portano a termine un progetto sotto la supervisione di un economista esperto. Il programma è suddiviso di una sessione estiva (tra maggio e ottobre) per 35/40 posti e una invernale riservata a 10/15 persone. Si tratta di un tirocinio ben retribuito: il compenso è di tremila dollari al mese [equivalenti a circa 2100 euro], oltre al viaggio pagato per e da Washington e la copertura sanitaria, mentre non sono incluse le spese per l’alloggio. Per candidarsi bisogna essere nella fase finale di un dottorato di area economica o giuridica, avere una buona padronanza dell’inglese e un’età che consenta finito lo stage di fare domanda per l’Economist Program, il cui limite massimo d’accesso è fissato a 34 anni – quindi sostanzialmente ci si può candidare fino a 33 anni.Per partecipare è necessario presentare la domanda online, compilando l’apposito form sul sito del Fmi: la selezione avviene sulla base del curriculum di studi e delle pubblicazioni. Nelle scorse edizioni non sono mancati gli italiani: al Fund internship program estivo del 2009 erano cinque i dottorandi provenienti dal nostro Paese, quattro laureati in economia e uno in giurisprudenza, tutti tra i 27 e i 30 anni.Come funziona questo tirocinio? La Repubblica degli stagisti lo ha chiesto alla divisione recruiting dell’Fmi. «Il Fund internship program permette ai migliori talenti di fare un’esperienza concreta, portando avanti una ricerca sotto la supervisione di un economista di alto livello: al termine dei tre mesi i dottorati preparano una relazione spiegando i risultati ottenuti e la presentano allo staff interno del Fondo monetario internazionale. In lavori migliori vengono poi pubblicati». Oltre a rappresentare una buona occasione di esperienza all’estero, ben retribuita, il programma stage al Fund internship program apre anche le porte all’Economist program: «Questi stage, per cui il Fmi investe ogni anno tre milioni di dollari, sono finalizzati a potenziare la preparazione dei candidati all’Economist program, la porta di accesso per i migliori talenti interessati a seguire una carriera professionale nel mondo dell’economia e della finanza internazionale», spiegano dall’ufficio del personale del Fmi: «Inizialmente viene proposto un contratto di tre anni nell’ambito delle missioni di cooperazione internazionali o nelle diverse sedi degli Stati membri». In questo periodo si deve lavorare in almeno due diversi dipartimenti: alla scadenza del contratto viene valutato l’operato svolto e, se si ottengono buoni risultati, si viene assunti a tempo indeterminato.Eleonora Della RattaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:Stage al Fondo monetario internazionale, le voci degli «ex»: Elva Bova, la mia esperienza dall'economia dell'Africa a quella dei Paesi arabiE anche:Si apre il bando per seicento stage da mille euro al mese alla Commissione europea

Benevento, così 300 giovani hanno perso il lavoro. Le indagini della procura su una (presunta) truffa da 2,5 milioni di euro

C'erano tutti, il 23 giugno del 2005, per dare il benvenuto a due aziende marchigiane in procinto di aprire due importanti filiali in Campania: un progetto che avrebbe dovuto creare 290 nuovi posti di lavoro e contribuire alla formazione di altrettanti giovani, grazie anche a un importante finanziamento della Regione Campania. C'era il sindaco di Benevento, Sandro D'Alessandro; c'erano i dirigenti dell'Associazione piccole e medie imprese (Api) locale, Amleto Ocone ed Ettore Martini; c'era Nicola Di Raffaele, legale rappresentante dell'ente di formazione Aisform; c'erano Dario Scalella, presidente della Confapi regionale, e Corrado Gabriele, assessore del lavoro e alla formazione della Regione Campania. E non mancava Rosalba Scagnoli, in rappresentanza delle imprese calzaturiere marchigiane Eurocalzature e Tranceria Tomaificio Srl.Oggi, quasi cinque anni dopo quel mattino di belle speranze,  i 290 posti di lavoro sono svaniti nel nulla. E, su richiesta della procura della Repubblica, le due imprese sono state sottoposte dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Benevento a sequestro preventivo di beni immobili e conti correnti bancari per 2 milioni e mezzo di euro, con l’accusa di truffa aggravata e malversazione. Le aziende avrebbero disatteso i termini fondamentali dell’Accordo di inserimento formativo per l’assunzione (Aifa). Il patto tra aziende e Regione prevedeva la creazione di un vero e proprio polo calzaturiero nella provincia, con l’installazione di due stabilimenti produttivi in grado di dare lavoro a quasi 300 giovani. L’assunzione sarebbe stata preceduta da un tirocinio destinato a formare operai specializzati del settore calzaturiero (orlatori, tagliatori e montatori) della durata di 600 ore, di cui 180 di teoria (curate dall’ente di formazione Aisform) e 420 di pratica in azienda (circa 9 settimane di lavoro), con rimborso spese pari a 240 euro mensili. In realtà, dopo pochi mesi di produzione traballante a cavallo tra 2005 e 2007, gli stabilimenti hanno chiuso definitivamente i battenti e lasciando scoperto il pagamento di numerosi salari arretrati. Non prima, però, di avere incassato 2,4 milioni di euro sul totale di quasi 4 milioni previsti inizialmente dall’accordo.Il presunto comportamento fraudolento, scrive il procuratore Giuseppe Maddalena [nella foto], «è consistito nel produrre false dichiarazioni di conformità alle norme di sicurezza sul lavoro dell’infrastruttura utilizzata in Benevento per la formazione degli allievi; nel ridurre artificiosamente del 50% i costi inerenti l'insegnamento utilizzando le medesime attrezzature, gli insegnanti e gli ambienti di lavoro per entrambe le società beneficiarie dei finanziamenti regionali; nell’omettere la segnalazione alla Regione del licenziamento di 27 allievi e la mancata assunzione di altri 14 per ottenere ulteriori finanziamenti; nel distrarre denaro dai conti correnti dedicati alla formazione per pagare spese non finanziabili nonché rilevanti quantitativi di scarpe prodotte dagli stagisti per rivenderli in centri commerciali e soprattutto nel disattendere gli obblighi di assunzione e di mantenimento dei 290 posti di lavoro lasciando i corsisti dipendenti senza occupazione e retribuzione».Andrea CuriatPer saperne di più, leggi anche:- Benevento, progetto Aifa e calzaturifici fantasma: tutte le tappe di un fallimento annunciato- Benevento, i commenti della Cgil: «Mesi terribili che sono costati molto a chi sperava in un futuro assicurato». Dalla Regione: «Impossibile un controllo preventivo»E anche:- I controlli degli ispettori del lavoro sull’utilizzo dello stage nelle imprese – i risultati dell'inchiesta- Stagisti sfruttati, i casi finiti in tribunale- Controlli sugli stage, tutti i numeri dell'inchiesta della Repubblica degli Stagisti

Controlli sugli stage, tutti i numeri dell'inchiesta della Repubblica degli Stagisti

Per scoprire quanto e come gli ispettori del lavoro controllino l’utilizzo dello strumento dello stage, la Repubblica degli Stagisti è partita dal sito del ministero del Lavoro, dove è presente un elenco delle DPL. Su questo sito vengono segnalati 90 uffici, tutti contattati tra marzo e giugno tramite email e fax e in alcuni casi anche telefono. L’elenco non comprende gli uffici della Sicilia, che in quanto regione a statuto speciale ha mantenuto un’organizzazione diversa: lì convivono due realtà, l'ufficio provinciale del Lavoro e l'ispettorato provinciale del Lavoro. Questo secondo è quello competente in materia di ispezioni, e quindi la Repubblica degli Stagisti ha contattato anche i 9 ispettorati provinciali del lavoro siciliani. In questo modo il numero complessivo degli uffici contattati sale a 99. Le prime tre domande erano: la vostra Direzione provinciale del lavoro ha mai compiuto negli ultimi anni ispezioni per verificare il corretto svolgimento degli stage in relazione al decreto ministeriale 142/1998? Avete mai redatto verbali di ispezione riguardo a situazioni in cui lo stage veniva utilizzato impropriamente? Dalla vostra attività è mai scaturito qualche procedimento giudiziario?In aggiunta, alle DPL che avessero dichiarato di effettuare ispezioni di questo tipo venivano richieste altre tre informazioni: quante ispezioni fate mediamente in un anno? Con quali esiti? Quante segnalazioni ricevete da parte di stagisti o ex stagisti che considerano di aver ricevuto un trattamento non conforme alla normativa?Degli uffici contattati, 61 hanno risposto – in vario modo: nella maggior parte dei casi fornendo le risposte alle domande poste, chi più chi meno dettagliatamente, in tre casi rifiutandosi di rispondere e in un caso rimbalzandoci al ministero (che però, come la Repubblica degli Stagisti ha verificato, non dispone di dati ufficiali al riguardo). Quindi i risultati dell’inchiesta si basano su un campione casuale costituito da circa il 60% delle DPL italiane.Il 33% dichiara – talvolta molto genericamente – di non aver mai verificato irregolarità, e una su dieci ammette apertamente di non aver proprio mai effettuato controlli sui tirocini formativi. A fronte di questi dati, ce n'è un altro 10% che dichiara di aver fatto e fare verifiche ad hoc sugli stage, e un 26% che pur non effettuando azioni specifiche si premura di controllare anche gli stagisti nel corso delle normali attività ispettive. Sommando questi ultimi due dati, quindi, emerge che circa una DPL su tre (il 36%) svolge più o meno regolarmente un’attività di monitoraggio sul corretto utilizzo degli stagisti da parte delle imprese.Il 13% delle DPL ha riscontrato, negli ultimi anni, almeno un caso di stage che camuffava lavoro dipendente, procedendo quindi al “disconoscimento” e invitando l’impresa ospitante a mettersi in regola con l’assunzione dello stagista.  A questo si aggiunge un ulteriore 3% di DPL che dichiara di aver riscontrato irregolarità, ma solo “formali” (quindi sanzionate semplicemente con una multa). Se però i numeri si applicano non sull’intero campione, ma solo su quelle DPL che hanno dichiarato di essere attive sul fronte degli stage, la percentuale di casi aumenta in maniera significativa: il 36% delle DPL che ha svolto ispezioni sugli stage si è trovato di fronte a casi di stage impropri.Di queste, infine, solo tre – pari al 5% del totale – hanno avuto casi che sono poi passati in Tribunale.Da evidenziare un ultimo dato significativo: 29 DPL, quindi quasi la metà, non hanno mai ricevuto segnalazioni da parte di stagisti o ex stagisti scontenti. Se è vero che i controlli sono pochi, è altrettanto vero perciò che gli ispettori sono aiutati pochissimo dalla gente, che non segnala le situazioni di difficoltà e non richiede il loro intervento.Ogni anno per le imprese italiane transitano oltre 300mila stagisti, a cui si aggiungono altri 100mila – e forse più – stagisti degli enti pubblici. La Repubblica degli Stagisti ritiene che andrebbero intensificati i controlli, per smascherare i tirocini impropri e “farlocchi” utilizzati come paravento per nascondere normale lavoro dipendente, e scoraggiare le imprese e gli enti dal fare un utilizzo disinvolto degli stagisti.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- I controlli degli ispettori del lavoro sull’utilizzo dello stage nelle imprese – i risultati dell'inchiesta- Tanti stage impropri, nessuna segnalazione agli ispettori. Perché? Due testimonianze- Vademecum per gli stagisti: ecco i campanelli d'allarme degli stage impropri - se suonano, bisogna tirare fuori la voce- Intervista a Paolo Weber: «Gli ispettori a Milano vigilano anche sugli stage, ma quanto è difficile»- La proposta della Repubblica degli Stagisti al ministro Sacconi: imporre a chi sfrutta gli stagisti di fare un contratto di apprendistato- Stagisti sfruttati, i casi finiti in tribunale- Le (poche ma buone) DPL che si occupano (anche) di stage

Far west degli stage, la grande inchiesta della Repubblica degli Stagisti

Chi vigila affinchè nell'«universo stage» tutto si svolga secondo le regole? A chi si possono rivolgere gli stagisti sfruttati per chiedere aiuto? Quante ispezioni vengono realizzate in Italia per controllare che gli stage non siano utilizzati da imprese ed enti per poter disporre di personale senza doverlo pagare? Gli ispettori del lavoro sono sensibili a questo tema? Quanti sono gli stage impropri che vengono smascherati ogni anno, e quali sanzioni rischia chi non rispetta la normativa? Per scoprire questo e molto altro la Repubblica degli Stagisti ha bussato alla porta delle DPL italiane. Il risultato è una grande inchiesta che racchiude la fotografia della situazione, le voci degli stagisti e degli ispettori, i casi finiti in Tribunale e le storie di stage in nero, e una proposta al ministro del Lavoro. I risultati dell'inchiesta sono stati ripresi in anteprima dal settimanale Il Venerdì, in edicola oggi insieme al quotidiano La Repubblica, nell'articolo di Alessandro Trevisani «Fantasmi d'Italia, che invece di imparare lavorano» (a pag. 25).Leggi tutti i capitoli dell'inchiesta:- I controlli degli ispettori del lavoro sull’utilizzo dello stage nelle imprese – i risultati dell'inchiesta- Tanti stage impropri, nessuna segnalazione agli ispettori. Perché? Due testimonianze- Intervista a Paolo Weber: «Gli ispettori a Milano vigilano anche sugli stage, ma quanto è difficile»- La proposta della Repubblica degli Stagisti al ministro Sacconi: imporre a chi sfrutta gli stagisti di fare un contratto di apprendistato- Vademecum per gli stagisti: ecco i campanelli d'allarme degli stage impropri - se suonano, bisogna tirare fuori la voce- Stagisti sfruttati, i casi finiti in tribunale- Le (poche ma buone) DPL che si occupano (anche) di stage- Controlli sugli stage, tutti i numeri dell'inchiesta della Repubblica degli Stagisti

L'Italia può ancora essere un "paese per giovani", o la fuga è l'unica soluzione? Dibattito a Milano con Eleonora Voltolina e Alessandro Rosina

La lettera di Pier Luigi Celli ha fatto scalpore. Quella lettera aperta in cui il direttore generale della Luiss - una delle più importanti università private del nostro Paese - consigliava  al figlio laureando, dalla prima pagina del quotidiano Repubblica, di scappare dall'Italia: «Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio», perchè un giovane brillante e volenteroso guadagna «un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai». Ed è vero, purtroppo.Ma la soluzione è davvero solo quella della fuga «dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati», come suggerisce Celli? Davvero i giovani italiani non hanno altre possibilità, e devono scegliere tra emigrare o restare in Italia grazie all'aiuto dei genitori che pagano i conti, integrano i magri stipendi e fungono da "ammortizzatori sociali" nei periodi di vuoto tra uno stage e l'altro, tra un contratto a progetto e l'altro?Il dibattito è aperto. C'è chi è andato all'estero ed è contento della sua scelta, la consiglia ad amici e parenti, e guarda chi resta con un misto di compassione e irritazione, della serie: "Ma come fate a restare lì? Ma perché non gli ridete in faccia, a quelli che vi offrono contratti da tre mesi o stipendi da 900 euro al mese?". C'è chi resta e si piega al sistema, volente o nolente, accettando retribuzioni da fame e facendo finta che sia normale a trent'anni doversi fare pagare l'affitto da papà o il dentista da mamma. E poi c'è chi non ci sta e prova a ribellarsi, ad alzare la testa, a chiedere al mondo imprenditoriale opportunità e condizioni lavorative dignitose e alle istituzioni riforme e controlli. Restando in Italia, però: che non sarà un Paese per giovani, ma è il nostro Paese.Il circolo interuniversitario del PD di Milano organizza giovedì 17 dicembre un incontro su questo tema: «Non è un paese per giovani !!! per la nostra generazione è possibile un riscatto?» [nell'immagine qui sopra, la bella locandina disegnata per l'occasione da Danilo Aprigliano]. Gli ospiti sono Alessandro Rosina, docente universitario e autore del libro Non è un paese per giovani (Marsilio), ed Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti. Per una riflessione sull'Italia di oggi, sulle opportunità che offre ai suoi giovani, sui modi per uscire dallo stallo e tornare a investire sulle nuove generazioni.  A fare gli onori di casa il portavoce del circolo Guido Zichichi e Giorgio Uberti, membro della direzione regionale dei Giovani Democratici della Lombardia.L'appuntamento (anche su Facebook): è per le ore 21 a Milano, al Circolo di Porta Venezia in via Pergolesi 15 (a due passi dalla stazione Centrale - le fermate di metropolitana più vicine sono Loreto sulla linea rossa e Caiazzo sulla linea verde). Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Caro Celli, altro che emigrare all’estero: è ora che i giovani facciano invasione di campo e mandino a casa i grandi vecchi- «Non è un paese per giovani», fotografia di una generazione (e appello all'audacia)- Stage gratuiti o malpagati, ciascuno può fare la rivoluzione: con un semplice «no»- Trentenni italiani, la sottile linea rossa tra umili e umiliati nel libro «Giovani e belli»

Fiera Incontro a Vicenza giovedì 3 e venerdì 4 dicembre: la Repubblica degli Stagisti al convegno «I contratti del primo lavoro di neodiplomati e neolaureati»

Giovedì 3 e venerdì 4 dicembre per i giovani veneti l'appuntamento è a Vicenza con Incontro, fiera del lavoro [nell'immagine, l'homepage del sito], che l'anno scorso aveva contato 22mila visitatori e che quest'anno riceve il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Vicenza, oltre alla collaborazione della Fiera di Vicenza che ospita l'evento. Ci sarà anche la Repubblica degli Stagisti, invitata venerdì 4 al convegno «I contratti del primo lavoro di neodiplomati e neolaureati - Dagli istituti della legge Biagi alla proposta del nuovo contratto di transizione», per portare l'esperienza del Bollino OK Stage come modo per incentivare le aziende ad utilizzare in maniera virtuosa questo strumento di traghetto dalla formazione al lavoro. Il convegno, coordinato dal giornalista Romano Benini (autore tra l'altro della trasmissione Okkupati di Rai3) ha come relatori: Sergio Rosato, direttore dell'ente Veneto Lavoro; Morena Martini, assessore al Lavoro della provincia di Vicenza; Mauro Capitanio, presidente nazionale della Fondazione dei Consulenti del Lavoro; Maurizio Castro, senatore e membro della Commissione Lavoro del Senato; Alessandro Ramazza, presidente di Obiettivo Lavoro ed Elena Donazzan, assessore alle Politiche dell’istruzione e della formazione della Regione Veneto. Il convegno si tiene dalle 10 a mezzogiorno nella Sala Palladio della Fiera: la partecipazione è libera.Alla fiera partecipano un centinaio tra imprese pubbliche e private ed enti di formazione, tra cui anche una delle prime che hanno aderito al Bollino OK Stage sottoscrivendo la Carta dei diritti dello stagista: la società di consulenza PricewaterhouseCoopers, con la sua sezione Advisory. Ed ecco l'elenco degli altri partecipanti: acciaierie Valbruna, Actl - Sportello Stage,  Agenziapiù, Air Columbia, Alleanza, Andritz Hydro, Arma dei Carabinieri, associazione Artigiani della provincia di Vicenza, Auchan, Avant Job, azienda Ulss n. 6 di Vicenza, Bakeca, Banca Antonveneta, Banca Popolare Di Vicenza, Berendsohn Italiana, Bricocenter, C.S.F.O. Centro Studi Formazione, Camera di commercio di Vicenza, Cattolica Previdenza, centro edile Andrea Palladio, centro studi Comunicare L'impresa, Chebanca!, Cna Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, Comando militare Esercito Veneto, Confindustria Vicenza, Consiglio nazionale Ordine degli psicologi, De' Longhi, Dis, Enaip Veneto, ente bilaterale Settore Terziario nella provincia di Vicenza, ente di formazione I.Ri.Gem., Erdisu Di Udine, Esl Soggiorni Linguistici, Eurocom, Euroconsulting, Factory School, Fiamm, Fondazione Consulenti per il lavoro, Fondazione Cuoa, Fondazione Giacomo Rumor - Centro Produttività Veneto, Fondazione Studi universitari di Vicenza, Forgerossi, Forgital Italy, Gi Group, Goccia Di Carnia, Goodyear Dunlop Tires Italia, Guardia Di Finanza, Hr Soluzioni, Informagiovani, Isfol, Istituto Arte applicata e design, Istituto design Palladio, Istituto europeo di design, Italia Lavoro, Jest Junior Enterprise, Job Buster, Jobadvisor, Jobbing Centre, Kärntner Sparkasse Ag, Lavoro e formazione, Libera Accademia di belle arti, Ls - Learning Strategies, Luiss Guido Carli, Luxottica, Marelli Motori, Marina militare, Medialabor - Jobonline, Mercurius Network, Miur - ministero dell'Istruzione, Naba - Nuova accademia di belle arti di Milano, network delle università italiane, Network Training, Pietro Fiorentini Spa, Polizia municipale di Vicenza, Polizie locali Pedemontana, provincia di Vicenza, questura Di Vicenza, Regione Veneto, Risorse In Crescita,  Rondina Editore (Il Lavoro), Scuola Mediatori Linguistici, Sida Group, Trenitalia, Triveneto Lavoro, U.E.D. Alta Formazione Professionale, Uannabe.Com, Unhcr - Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Uno Magazine, Veneto Strade e Youcvm, e inoltre le università Bocconi, Ca' Foscari di Venezia, di Padova, di Trento, di Trieste, di Udine, di Verona e lo Iulm di Milano.A tutti è aperto anche il concorso fotografico Faccia da Cu... rriculum!, che mette in palio un weekend in Trentino e due iPod.L'appuntamento è al quartiere fieristico di Vicenza dalle 9 alle 18; l'ingresso è gratuito.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- «Giovani e lavoro, il mercato oggi cerca profili tecnici e commerciali»: intervista a Laura Cassetta, project manager di Fiera Incontro

Palazzo delle Stelline, 3 dicembre: al Jobmeeting di Milano anche le «aziende col Bollino» JT International e Johnson & Johnson Medical

Questa settimana il Jobmeeting sbarca a Milano, nella splendida cornice del Palazzo delle Stelline [nell'immagine]. La data: giovedì 3 dicembre, dalle 9 del mattino alle 5 del pomeriggio. Un'occasione di incontro tra giovani, imprese e intermediari che si occupano di formazione e placement ma non solo: anche un luogo di approfondimento, confronto e dibattito con l'obiettivo di fornire a chi sta completando gli studi o cercando lavoro una bussola per orientarsi nel labirinto delle proposte di lavoro e di stage, dei colloqui, delle opportunità di carriera. Nel corso del Jobmeeting, dalle 14 alle 15 la Repubblica degli Stagisti offrirà ai visitatori l’approfondimento «Stage, ecco come scegliere quello giusto e davvero utile»: insieme a Eleonora Voltolina ci sarà Marianna Fabiani dell'ufficio Risorse umane di JT International Italia, una delle aziende che hanno aderito all'iniziativa Bollino OK Stage sottoscrivendo la Carta dei diritti dello stagista. Il seminario avrà luogo nell’area centrale della manifestazione, l'Arena, che ospiterà durante tutto l'arco della giornata relatori che affronteranno diversi argomenti relativi al placement e raccoglieranno le opinioni e i commenti dei visitatori.All’evento, giunto alla nona edizione in quel di Milano, patrocinato  dall'università Statale e dall'Asfor e realizzato da Cesop con la collaborazione di Unyonair (il progetto di Radio24 per le web radio universitarie) partecipano una quarantina di espositori tra aziende ed enti, tra cui appunto JT International e anche un'altra azienda che ha recentemente aderito al Bollino OK Stage, Johnson & Johnson Medical. Ci saranno inoltre Accenture, Air Liquide Italia, AlmaLaurea, Arval, Auchan, Barclays, Bayer, Bnl - Gruppo Bnp Paribas, Bosch, Business School del Sole 24 Ore, Coca-Cola Hbc Italia, Credem Banca, E.ON Italia, Eni, Ernst & Young, Gi-Group, Gruppo Banca Sella, Gruppo Bancario Credito Valtellinese, Gruppo Ferrovie dello Stato, Gruppo Telecom Italia, Gruppo Zucchetti, Heineken Italia, Ice - Istituto nazionale per il commercio estero, Indesit Company, Intesa Sanpaolo, Istituto Europeo di Design, Mib School of Management, ObjectWay, Philip Morris Italia, Pirelli, Roche, Trovolavoro.it, Unilever, Visiant e Wind Telecomunicazioni.Gli altri appuntamenti della giornata: alle 10 e mezza si apre con il seminario «Le nuove professioni del web 2.0» con Giulio Xhaet, esperto di social media; a seguire «Myspace: “Social Entertainment & Video Advertising: contenuti di qualità per avvicinare passioni e aziende”» con Francesco  Barbarani, head di Fox Networks Italia. A mezzogiorno e mezzo è la volta di Antonio Incorvaia, autore dei libri Generazione mille euro e Jobbing e oggi web project manager di Blogosfere: il suo seminario si intitola «Professione Blogger: informazione made in internet». Dopo la pausa pranzo il seminario sugli stage della Repubblica degli Stagisti, a seguire «Opportunità di lavoro e carriera nel mondo delle professioni legali» con alcuni rappresentanti di studi legali d’affari, e infine «…e al momento della firma: alcune cose da sapere sui contratti di lavoro» con l'avvocato Emiliano Ganzarolli dello studio Tosetto, Weigmann e associati che farà al pubblico una panoramica delle informazioni utili rispetto al diritto del lavoro.L’ingresso al Jobmeeting è gratuito; per raggiungere il Palazzo delle Stelline, in corso Magenta, 61 la fermata della metropolitana più vicina è Cadorna (linea 1 rossa e linea 2 verde). Tutti i visitatori riceveranno in omaggio una copia di Ateneo&Azienda 2009 – the neojob directory. L’elenco completo e sempre aggiornato deille aziende partecipanti è disponibile sul sito Jobmeeting.it. Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Seminario sugli stage della Repubblica degli Stagisti al Jobmeeting di Milano: il video  

Si apre il bando per seicento stage da mille euro al mese alla Commissione europea

Da oggi 1° dicembre 2009 si aprono le candidature per circa 600 stage alla Commissione europea, con un rimborso spese di oltre mille euro al mese. 550 posti sono destinati ad administrative traineeships, dunque aperti a tutti, mentre i restanti 50 sono riservati a interpreti e traduttori (translation traineeship). Quasi tutti gli eurostagisti saranno spediti a Bruxelles, tranne una cinquantina che verranno dislocati a Lussemburgo.«Avviamo ogni anno circa 1200 stage, per i quali ci arrivano in media 11mila richieste [quindi statisticamente la probabilità di vincere una di queste occasioni è più o meno una su dieci, ndr]. Li dividiamo in due "training period", uno a marzo e uno a ottobre», fanno sapere alla Repubblica degli Stagisti dall'ufficio stage della Commissione. «Negli ultimi due anni gli stagisti italiani sono stati 301, il 12% del totale». Gli stage durano cinque mesi e non sono prorogabili; alla fine la Commissione rilascia un attestato di frequenza. Ogni stagista percepisce un rimborso spese di circa 1050 euro al mese (pari a un quarto del salario base di un dipendente di fascia AD 5/1), a cui si vanno ad aggiungere altri due benefit: la possibilità di utilizzare la mensa a prezzo agevolato e un rimborso spese per il viaggio di andata e ritorno (ma attenzione, non per i viaggi intermedi).Gli eurostagisti hanno in media 26 anni: prendendo in considerazione i 2403 stagisti del 2008 e 2009, il 30% aveva tra i 20 e i 24 anni, oltre il 60% tra i 25 e i 29 anni, e solo il 10% più di trent'anni. Netta la preponderanza delle ragazze: sono addirittura il 70%. Tutti devono parlare fluentemente almeno una delle tre lingue utilizzate per i lavori della Commissione (inglese, francese e tedesco).Il budget a disposizione per questo progetto è di circa 1 milione e 250mila euro ogni anno. Ma perchè dare agli stagisti un rimborso spese così congruo, quando si potrebbe averli senza sborsare un euro? La risposta di Annemarie Bruggink, responsabile dell'ufficio stage della Commissione, alla Repubblica degli Stagisti è lapidaria: «Far lavorare la gente senza pagarla? E come dovrebbero mantenersi? Questa non è l'immagine che l'Europa dovrebbe dare». Meditate, connazionali, e imparate...Tornando al bando in questione. I requisiti per potersi candidare sono: essere cittadini di uno dei Paesi membri dell'Unione europea (o candidati a diventarlo) e avere almeno una laurea triennale. Nella maggior parte dei casi i vincitori  risultano essere laureati in giurisprudenza o economia, ma il bando è aperto a tutti i tipi di laurea. Non ci si può candidare nella stessa sessione per gli stage amministrativi e per quelli di interpretariato: bisogna scegliere quale carta tentare. Sul sito [nell'immagine], l'ufficio stage della Commissione assicura che a tutti i partecipanti verrà data via email entro la metà di luglio una risposta, sia positiva sia negativa, e che poi i selezionati riceveranno tramite posta anche la documentazione cartacea per l'avvio dello stage.Inutile provare a candidarsi se si ha già nel curriculum un'esperienza retribuita in un'istituzione europea (Parlamento europeo, Consiglio dell'unione europea, Commissione europea, Corte di giustizia europea, Corte dei conti europea, Banca centrale europea, Banca europea di investimenti, Fondo europeo per gli investimenti, Comitato economico e sociale europeo, Comitato delle regioni, Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Ufficio europeo di selezione del personale, European administrative school, Ufficio dell'Ombudsman dell'Unione europea e Ufficio del Garante europeo della protezione dei dati), come stage o lavoro, di durata superiore a sei settimane.Le candidature restano aperte da oggi fino al 15 febbraio del 2010: i fortunati vincitori cominceranno il loro stage a ottobre 2010.Eleonora VoltolinaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Un lettore alla Repubblica degli Stagisti: grazie a voi ho vinto un tirocinio Schuman al Parlamento europeo- Opportunità di stage all'Agenzia europea per i diritti fondamentali con rimborso spese di mille euro al mese- Stage all'Agenzia europea per i diritti, le voci degli «ex»: Emanuele Cidonelli, ecco la mia esperienza a Vienna- Stage retribuiti all'ufficio dell'Ombudsman dell'Unione europea, ancora una settimana di tempo per candidarsi

Neolaureati, le aziende vi vogliono così: ecco i risultati dell'indagine Cilea - Stella

Arrivati alla laurea, finiti i festeggiamenti per il titolo di “dottore”, inizia la ricerca del lavoro. Quali sono le caratteristiche che le aziende prendono in maggiore considerazione? Prova a rispondere a questa domanda il network interuniversitario lombardo Cilea che utilizza il sistema Stella, tramite un’indagine su quelle aziende che nel periodo marzo 2007- giugno 2008 hanno attivato il servizio Vulcano, per la ricerca dei curriculum dei laureati dell’ateneo Milano-Bicocca. La ricerca è stata svolta sui dati forniti dagli atenei del capoluogo lombardo, con questionari rivolti alle aziende che hanno assunto o hanno ospitato per stage gli studenti laureati. Secondo il network Stella il tasso di “efficienza” degli atenei lombardi si attesta tra il 40 e il 50% di immatricolati a lauree triennali che ottengono il titolo in meno di quattro anni, contro una media del 25-30% per il resto d’Italia. Particolarmente elevate le percentuali nelle discipline mediche (80%), delll’architettura e psicologiche (entrambi 60%).Il campione comprende quasi 600 imprese, in gran parte concentrate nel capoluogo lombardo ma con una rappresentanza anche di tutte le altre regioni italiane. Al primo posto delle caratteristiche che attraggono l’attenzione dei direttori del personale vi sono dati anagrafici e carriera scolastica: due informazioni che, intrecciate tra loro, dicono molto rispetto alla velocità  e ai risultati con cui si sono conclusi gli studi universitari. Particolarmente importanti la facoltà e il corso di laurea prescelti e gli anni trascorsi sui libri, mentre nella maggior parte dei casi si fa minore attenzione al voto di laurea (meglio prima che meglio,  insomma) ed è poco significativo l’argomento scelto per la tesi. Ben più importante del titolo della tesi, infatti, è il poter vantare esperienze all’estero perché spesso sono sinonimo di buona conoscenza della lingua straniera: l’inglese è al primo posto in assoluto per importanza, così come è un buon punto a favore conoscere altre lingue europee; chi conosce qualche lingua orientale deve avere la scaltrezza di orientarsi verso un settore o un’azienda che abbiano degli interessi reali in quei Paesi, altrimenti questo ottimo punto nel curriculum rischia di non venire valorizzato. Scontate le conoscenze informatiche di base, di cui non può fare a meno qualsiasi neolaureato: richieste anche la capacità di destreggiarsi coi sistemi operativi, linguaggi di programmazione e sistemi di gestione database. Al momento di dover valutare una rosa di candidati, le risorse umane preferiscono chi ha già esperienza lavorativa, meglio ovviamente se nel settore in cui opera l’azienda: ben visti quindi i giovani che hanno già alle spalle stage aziendali, purché siano stati veramente formativi. Tra i criteri di scelta dei candidati non mancano gli aspetti attitudinali valutati in sede di colloquio, mentre pochissima importanza viene attribuita al genere (femmina o maschio) del candidato.Dalla ricerca emerge anche una frenata del boom di laureati triennali: molti, infatti, dopo aver conseguito un titolo di primo livello continuano gli studi intraprendendo la specialistica. L'81% dei laureati di primo livello ha meno di 23 anni, mentre la percentuale di chi è in pari con gli esami si abbassa alla specialistica: solo il 61% dei laureati di secondo livello, infatti, ha un'età inferiore ai 25 anni. Buone le medie dei voti: se il 62% dei dottori di primo livello ha una votazione superiore a 100/110, la percentuale aumenta all'84% nella specialistica. Se questa indagine potesse parlare, probabilmente direbbe ai giovani studenti universitari: pensate un po' meno al voto, e sbrigatevi a finire. Eleonora Della RattaPer saperne di più su questo argomento, leggi anche:- Stagisti e figli della riforma universitaria, l'identikit di Almalaurea- Ingegneria ma non solo: quali sono le lauree più utili per trovare lavoro?- Rapporto Excelsior 2009: sempre più stagisti nelle imprese italiane, sempre meno assunzioni dopo lo stage- Video curriculum per andare all'estero

Uno stage su due non prevede rimborso spese, meno di uno su cinque porta a un contratto: in anteprima i primi risultati del sondaggio Isfol - Repubblica degli Stagisti

Ricordate il sondaggio online Repubblica degli Stagisti - Isfol dedicato agli stagisti? Si è chiuso il 6 ottobre, raccogliendo quasi 3mila questionari. I risultati sono ora al vaglio dei ricercatori dell'Isfol, e l’identikit verrà presentato in un convegno a gennaio 2010. Ma eccone una piccola anteprima, presentata oggi nel corso della fiera Job&Orienta a Verona.All'appello hanno risposto soprattutto le donne (68,9%) e i 25-30enni, che sul totale dei partecipanti rappresentano la fetta più rilevante (65,2%), mentre solo il 16,1% ha più di trent'anni e il 18,7% meno di 24. A livello geografico, i ragazzi del nord sono i meglio rappresentati: costituiscono oltre la metà del campione (un terzo delle voci provengono da Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria; un altro quinto da Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna). «Ciò rispecchia un trend già evidenziato dalle indagini di Unioncamere, per cui al nord si fanno più stage che altrove» ricorda Pietro Taronna, dirigente dell’Isfol «Ma sicuramente conta anche il fatto che tra i siti che più hanno contribuito a promuovere il nostro sondaggio, pubblicando il banner o inserendo la notizia nella loro newsletter, vi siano tante università del nord: anche per questo, quasi tutti coloro che hanno partecipato sono laureati». Infatti la metà (44,6%) dei partecipanti ha una laurea specialistica o vecchio ordinamento; un 27,1% ha una laurea triennale, e un 13,7% addirittura un diploma di master. Ciò dimostra che lo stage è un'esperienza che oggi riguarda nella maggior parte dei casi persone con un alto grado di istruzione.Uno su tre ha fatto lo stage mentre studiava: il 29,6% durante l'università, il 6,9% durante il master, un interessante 4,1% già durante la scuola superiore, il 5,7% mentre faceva un corso di formazione professionale. «Ma ben due su tre hanno invece fatto stage solo dopo il periodo di formazione» commenta Ginevra Benini, ricercatrice dell'Isfol: «il 40,9% dopo l'università, l’8,2% dopo il master. Questo, come già avevamo rilevato nel manuale Isfol Progetta il tuo stage in Europa, comporta per i nostri giovani una perdita di tempo che in altri Paesi non si verifica».Nella maggior parte dei casi (37,8%) le persone che hanno partecipato al sondaggio sono oggi in cerca di lavoro; un'altra percentuale rilevante sta ancora studiando all'università (21,4%) o sta completando un master (2,4%). Solo uno su quattro (28%) è già occupato.Per quanto riguarda il numero degli stage, quelli che il direttore della Repubblica degli Stagisti Eleonora Voltolina definisce i "serial stagisti" – coloro che hanno fatto tre o più stage – sono quasi uno su cinque.Alla domanda "Cosa ti aspettavi di ottenere dallo stage?" la risposta secca di quasi la metà dei partecipanti (43,9%) è: trovare un lavoro. Molto distanziate le altre opzioni: "completare la mia formazione" raccoglie per esempio solo un quinto delle preferenze, "orientarmi nel mondo delle professioni" ancora meno (il 18,3%). «Dal sondaggio, come prevedevamo, emerge quindi che i ragazzi vedono nello stage essenzialmente una strada per entrare nel mondo del lavoro» rileva Voltolina: «Eppure questa aspettativa viene quasi sempre frustrata. In quasi la metà dei casi lo stage si conclude con una stretta di mano e un arrivederci, ed è allarmante che addirittura una volta su cinque (18,5%) la proposta che arriva sia quella di una proroga dello stage – che invece dovrebbe essere una circostanza più unica che rara». I casi in cui lo stage si trasforma in un vero e proprio contratto sono pochi: un 8% dei partecipanti al sondaggio dichiara di aver ottenuto un contratto a progetto, un 7,9% un contratto a tempo determinato, un 6,5% una collaborazione occasionale. Solo 3 stage su 100 si trasformano nel contratto più ambito, quello a tempo indeterminato.Ma dove si va a fare lo stage? In un terzo dei casi presi in esame attraverso il sondaggio in una piccola impresa, con meno di 50 dipendenti. Un'altra fetta sostanziosa (26,4%) va invece, all'estremo opposto, in una grande impresa, con oltre 250 dipendenti. In generale il settore più gettonato per i tirocini è "comunicazione, spettacolo e pubblicità"; seguono a ruota "servizi alle imprese e società di consulenza" e "turismo, ospitalità e tempo libero". Uno su cinque va in un ente pubblico. Nella maggior parte dei casi gli stagisti vengono inseriti nell'area "relazioni esterne, ufficio stampa, eventi" e in quella "marketing e pubblicità".Dal punto di vista logistico, dal sondaggio emerge che fare lo stage non sempre è comodo: meno della metà dei partecipanti lo fa nella sua città. «Uno su quattro fa il pendolare per raggiungere il posto di stage, e addirittura il 28,5% si deve trasferire in un'altra città» riassume Taronna. Con conseguenti costi di trasporto, vitto e alloggio «il più delle volte bellamente ignorati dai "soggetti ospitanti"», come sottolinea Voltolina: «Prova ne sia che quasi la metà delle voci che abbiamo raccolto dichiara di non aver ricevuto nemmeno un euro di rimborso spese, a cui se ne aggiunge un altro terzo che ha ricevuto un compenso poco più che simbolico, meno di 500 euro al mese». Pochi fortunati ricevono un rimborso spese sostanzioso: un 14% prende tra i 500 e i 750 euro al mese, e un 6,9% addirittura oltre 750 euro al mese. «Per fortuna c'è almeno l'abitudine a rimborsare i pasti» aggiunge Benini «quasi due stagisti su tre raccontano di aver avuto a disposizione la mensa o i ticket restaurant». Per trovare lo stage pochissimi - solo il 2,2% - si rivolgono a un centro per l'impiego. Più spesso si affidano all'ufficio stage dell'università o ad associazioni studentesche (28,2%) o al fai-da-te delle candidature spontanee e degli annunci su Internet (26%).In quasi la metà dei casi (45,3%) la durata dello stage è compresa tra i 4 e i 6 mesi. Uno stage su dieci dura addirittura di più, tra i 7 e i 12 mesi. «Un preoccupante 2% degli intervistati dichiara poi una durata superiore a 12 mesi», lancia l’allarme Voltolina: «essendo questo legale solo per gli stagisti portatori di handicap, si può supporre purtroppo un utilizzo disinvolto dei termini massimi indicati dalla normativa per la durata da parte di imprese ed enti meno seri».La percentuale di coloro che portano a termine lo stage è schiacciante: oltre il 90%. Chi lo interrompe prima, lo fa soprattutto (5,6%) perché insoddisfatto o per passare a un'offerta migliore (3,4% un lavoro, 0,7% uno stage a condizioni più vantaggiose). «È però la figura del tutor a rappresentare la nota dolente» rileva Benini: «Solo la metà dei partecipanti è soddisfatta del suo». Nell'altro 50% dei casi, il tutor viene definito poco presente (18,6%), o "un altro rispetto a quello indicato sul progetto formativo" (6,8%), o addirittura "niente di più che una firma sul modulo" (17,8%). «In generale, però, chi ha partecipato al sondaggio conserva un ricordo positivo del suo stage» sottolinea Taronna: «per oltre la metà dei nostri intervistati la qualità dello stage è stata "buona" (35,3%) o addirittura "ottima" (18,1%)». A fare da spartiacque, poi, il giudizio "sufficiente" scelto da un partecipante su cinque; sotto questa soglia c'è un 18% che definisce "mediocre" il suo stage, e quasi uno su dieci che lo bolla senza pietà come "pessimo".«A chi ha dato un giudizio negativo abbiamo chiesto infine di approfondire, spiegando nel dettaglio cos'è che era andato storto» chiude Ginevra Benini: «Nella maggioranza dei casi il problema è quello di non avere un ruolo preciso (18,3%), di aver svolto esclusivamente mansioni di basso profilo (17,4%) e di essersi sentiti abbandonati da un tutor poco presente (9,5%)».I risultati completi del sondaggio verranno presentati da Isfol e Repubblica degli Stagisti a gennaio.
 Per l’elaborazione di questa anteprima, prezioso è stato l’apporto dei due ricercatori dell’Isfol Giuseppe Iuzzolino e Silvia Lotito.Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita di questa iniziativa veicolando la notizia del sondaggio, e in particolare: la testata online Lavoratorio.it, i siti delle università Statale di Milano, di Genova, di Torino (in particolare con la facoltà di Economia), di Bergamo, di Parma, di Verona, di Padova, del Piemonte orientale, del Politecnico di Torino, della facoltà di Lettere di Roma Torvergata; i siti dei centri per l'impiego di Rimini (Riminimpiego) e di Frosinone (Frosinone Lavoro); i siti di Jobmeeting, Cesop e AteneoAzienda; Jobsoul; Veneto Lavoro; Stageadvisor; Step 1, giornale online dell'università di Catania.