La campagna Transparency at work pubblica la lista dei datori di lavoro virtuosi di Bruxelles

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 17 Dic 2018 in Notizie

classifica datori di lavoro Interns' Go Pro transparency at work

Una classifica dei venticinque datori di lavoro che offrono le migliori condizioni nella città di Bruxelles: è quella presentata oggi da InternsGoPro, impresa sociale attiva dal 2014 che ha la missione di garantire pari opportunità per i giovani e una migliore transizione dall’istruzione al lavoro. Si realizza, quindi, la campagna Transparency at work, lanciata un anno fa  con l’obiettivo di rendere i datori di lavoro più responsabili, incoraggiare le buone pratiche e raccogliere dati per sostenere una migliore integrazione dei giovani nel mercato del lavoro.

La classifica pubblicata è il frutto dei dati raccolti nel corso di un
anno da più di 500 giovani professionisti che hanno deciso di dare un voto alle aziende in cui lavorano a Bruxelles, in quello che è stato definito «il primo database partecipativo sulle condizioni di lavoro in Europa», grazie al quale i giovani possono giudicare esperienze come l’apprendistato, il tirocinio e contratti di lavoro di primo livello in pochi minuti, oltre a trovare le valutazioni sui loro prossimi datori di lavoro.

In totale sono state valutate più di cento tra aziende, società, organizzazioni, attraverso un questionario compilati online, in cui era necessario indicare lo status (tirocinio, apprendistato, contratto di primo livello) e il nome della realtà che si giudicava, oltre a rispondere a un paio di domande concernenti l’esperienza, le condizioni economiche e le aspettative sul futuro.

Non essendoci alcuna indicazione iniziale nel questionario, i giovani hanno potuto votare qualsiasi azienda, l’unico requisito era effettivamente averci lavorato (o fatto uno stage). «Non abbiamo censurato nessuno dei dati raccolti, ma li abbiamo controllati soprattutto nel momento in cui i voti erano estremamente positivi o negativi,
per evitare risultati falsi», spiega alla Repubblica degli Stagisti Alexandre Beddock di InternsGoPro. «D'altronde non era possibile votare aziende per cui non si era lavorato, visto che avevamo i dati personali dei votanti e i loro contatti che abbiamo usato per fare alcune verifiche, poi ricontrollate anche tramite i profili Linkedin. Quindi se dopo un doppio controllo risultavano falsi, non li abbiamo pubblicati».

Al primo posto della classifica c’è il WWF European policy office, che offre agli stagisti un rimborso spese medio di circa mille euro e ha ricevuto il punteggio massimo in tre dei sei criteri chiave per stilare la graduatoria (che sono: remunerazione, offerta e contratto, supervisione e gestione, contenuto didattico, sviluppo di carriera e contratto, ambiente di lavoro). Leggendo la classifica ci sono delle piacevoli notizie per la Repubblica degli stagisti: nell’elenco sono presenti ben tre aziende del network virtuoso della RdS. Nestlé occupa la terza posizione, offrendo un rimborso spese medio di 525 euro e il punteggio più alto per offerta e contratto, ottenendo il 100% di raccomandazioni da parte dei giovani. Altra azienda dell’RdS network presente in classifica è Danone in 18esima posizione, che riceve punteggi molto alti per contenuto didattico e ambiente di lavoro. In questo caso il rimborso spese medio per stagista è di circa mille euro. Terza azienda dell’Rds network presente è la società di consulenza EY che occupa la 20esima posizione.

«L’obiettivo è quello di raccogliere dati per potenziare più di 100mila giovani nei possimi due anni», spiega Alexandre Beddock. «Grazie a questa classifica potranno leggere le informazioni sui potenziali datori di lavoro ed essere in grado di prendere delle decisioni migliori basate su questi numeri».
La campagna è stata lanciata proprio da InternsGoPro, che è l’organizzazione leader, ma conta molti partner che hanno dato una mano nei diversi momenti del lancio: università, organizzazioni giovanili, sindacati, aziende.

Lo scopo ultimo lo spiega Pierre Bosser, cofounder di InternsGoPro: «Molti giovani cadono nella trappola dei tirocini: finiscono per fare quattro, cinque o più stage prima di ottenere il loro primo vero lavoro. Per la prima volta, invece, possono avere voce in capitolo, dando risonanza e riconoscimento ai datori di lavoro che li supportano nello sviluppo del loro pieno potenziale».

Ma c’è veramente bisogno di un mercato del lavoro trasparente? Non serve neanche chiederlo: i giovani alle continue prese con lavori poco degni di questo nome sanno perfettamente che è necessario. Le prime esperienze di occupazione sono spesso fonte di difficoltà, con la richiesta di competenze e abilità che un giovane difficilmente ha, con stage o contratti precari ormai obbligatori spesso e volentieri mal pagati, mal progettati e con poca trasparenza.

In questo contesto Transparency at work può essere un buon mezzo per aiutare i giovani a trovare valutazioni sulle aziende e le università e i siti partner ad avere uno strumento di valutazione comune sulle condizioni di lavoro dei giovani nelle aziende.

Marianna Lepore

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