A Bruxelles e Ginevra manifestazioni per i diritti degli stagisti: sono 4 milioni e mezzo solo in Europa

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 08 Nov 2018 in Notizie

International Interns' Day protesta stagisti transparency at work unpaid is unfair

Tirocini gratis: non è una novità bensì purtroppo una costante che da anni, ormai, affligge i giovani in Italia e nel resto del mondo. Lo stage è un appuntamento pressoché obbligatorio nel percorso di accesso al lavoro; spesso si protrae per mesi se non anni. Chi li fa ha pochi diritti, nonostante la situazione in alcuni Paesi – Italia compresa – sia negli ultimi anni parzialmente migliorata. A loro, agli stagisti, è dedicata la quarta edizione dell’International Interns’ Day 2018.

L’evento si svolge a Bruxelles e comincia proprio
questo pomeriggio alle cinque e mezza in Place du Luxembourg, al ristorante The Grapevine, dove gli stagisti potranno “dare un voto” alle aziende ed enti che li ospitano, ascoltare le storie di altri tirocinanti e prendere informazioni sulla battaglia contro gli stage senza rimborso spese. Sarà possibile anche dare un’occhiata a Transparency at Work, la piattaforma che capovolge la realtà a cui siamo abituati e in cui sono i giovani stagisti a valutare i tirocini e le esperienze lavorative. Un appuntamento, quindi, per avere maggiore consapevolezza sulla situazione attuale di stagisti e giovani lavoratori.

La vera manifestazione, però, è per domani, venerdì 9 novembre: dalle nove del mattino fino alle tre del pomeriggio presso l’ufficio dello Spanish National Research Council, a Bruxelles, si discute il tema “Stage di qualità: primo passo verso un lavoro adeguato?”. Al dibattito, durante il quale studenti, universitari e responsabili politici avranno modo di esprimere il loro punto di vista sul ruolo che un tirocinio di qualità gioca nella società odierna, è prevista anche la partecipazione, in rappresentanza del Parlamento europeo, dell'eurodeputato spagnolo Javi López, membro della Comm
issione per l’occupazione e gli affari sociali. Di nuovo, un'occasione anche per spiegare come utilizzare gli strumenti della campagna Transparency at work (Trasparenza al lavoro) per responsabilizzare i datori di lavoro e i giovani professionisti.

Sempre venerdì c'è un secondo appuntamento in programma, dal titolo “Il quadro europeo di qualità per tirocini per gli studenti”, dalle nove e mezza fino all'ora di pranzo presso il Management Centre del CEN, il Comitato europeo di normazione, l’ente normativo che ha lo scopo di armonizzare e produrre norme tecniche in Europa in collaborazione con gli altri enti nazionali e sovranazionali. Durante questo appuntamento il progetto europeo Sprint (Standardizzare le migliori pratiche sui tirocini) e il Comitato europeo di normazione lanceranno una consultazione pubblica per creare una comune norma europea sui tirocini. Non solo, sarà presentata anche la mappatura delle normative sui tirocini in Europa e le migliori pratiche adottate fino ad oggi.

Per quanto essenziali per colmare il gap tra istruzione e lavoro, gli stage molto spesso infatti non raggiungono il loro scopo. E nonostante siano sorte molte iniziative in tutta Europa, talvolta anche seguite da interventi normativi, per fornire un quadro di qualità e garantire lo sviluppo professionale degli stagisti, «la proliferazione di vari quadri di qualità comporta una mancanza di credibilità e ostacola la mobilità dei giovani professionisti in quanto norme diverse possono essere applicate in paesi diversi, rendendo più difficile identificare facilmente uno stage di qualità». Per questo motivo il Cen WS 95 svilupperà un quadro di qualità per gli stage confrontando le legislazioni dei vari Stati membri dell’Unione europea.

Ma quanti sono i giovani oggi che fanno uno stage gratuito o svolgono un tirocinio senza alcun contenuto educativo? «Sfortunatamente non ci sono dati più recenti di quelli relativi al 2017 perché non sono state fatte nuove indagini», spiega alla Repubblica degli Stagisti Alexandre Beddock di InternsGoPro
, una organizzazione che mira a migliorare le condizioni generali dei tirocini in Europa: «Per questo motivo l’anno scorso abbiamo lanciato Transparency at work,  per collezionare nuove statistiche. E un anno dopo più di 850 aziende sono state votate dagli ex stagisti: abbiamo collezionato 1500 votazioni».

L’obiettivo di questo “Trip Advisor per gli stage in azienda” è di raggiungere un milione di persone – con lo scopo, appunto, di armonizzare gli standard di lavoro nell’Unione europea. Per valutare i datori di lavoro sono stati utilizzati una ventina di indicatori focalizzati su sei criteri: retribuzione, offerta e contratto, supervisione e gestione, contenuto dell’apprendimento, sviluppo della carriera e contratto, ambiente di lavoro. In base a questi criteri vengono lasciati i voti e si riesce a capire quali siano le migliori aziende secondo gli stagisti. Con l’obiettivo di riuscire a produrre degli incroci migliori tra datori di lavoro e giovani. Venerdì, durante l’International Interns Day, InternsGoPro pubblicherà l’elenco delle migliori aziende a Bruxelles, in base ai dati collezionati durante l’anno.

Risultati che potranno tornare sicuramente utili agli oltre 4,5 milioni di giovani che fanno un tirocinio in Europa di cui, secondo i dati relativi al 2017, quasi il sessanta per cento senza un rimborso spese, quattro su dieci addirittura senza un contratto di stage e poco meno di un terzo senza alcun contenuto educativo.

Oltre all’evento bruxellese di InternsGoPro ce ne sarà anche un altro organizzato dalla Fair Internship Initiative a Ginevra:
una manifestazione fissata per lunedì 12 novembre, dedicata agli stagisti alle Nazioni Unite. Entrambi gli eventi hanno lo scopo di evidenziare all'opinione pubblica e ai decision maker come quasi la metà degli stagisti oggi, in Europa e non solo, debba contare necessariamente sul sostegno economico dei propri genitori durante lo stage – se esso non prevede un congruo rimborso spese. Con la conseguenza scontata che non tutti possano permettersi questa esperienza. E così lo stage, paradossalmente, diventa un odioso elemento di blocco dell'ascensore sociale.

Marianna Lepore

 

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