Master dei Talenti, le voci degli «ex»: Michele Bertolini, l'artista della computer graphic sospeso tra Milano e Los Angeles

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 28 Feb 2010 in Storie

In occasione della pubblicazione del nuovo bando del progetto Master dei Talenti della Fondazione CRT, che quest'anno mette in palio 75 stage in giro per il mondo lautamente rimborsati dalla Fondazione e destinati ai migliori neolaureati degli atenei del Piemonte e della Valle d'Aosta, la Repubblica degli Stagisti ha raccolto le storie di alcuni ex. Ecco quella di Michele Bertolini.

Sono nato a Saluzzo nel 1981. Da sempre vado matto per i videogiochi: con l'età della ragione (mia) e con l'evoluzione tecnologica (loro), trovo che alcuni, al giorno d'oggi, possano emozionare tanto quanto un film o un'opera d'arte. Fin dal liceo il mio obiettivo era chiaro: andare a lavorare in questa industria. Ho fatto il Politecnico di Torino nella facoltà di Vercelli: avere un’università prestigiosa a pochi passi da casa mi ha permesso di continuare a fare pallavolo a livello agonistico – ho giocato fino alla serie C, oggi alleno i giovani. Dopo la laurea di primo livello in ingegneria elettronica decisi di passare all'informatica pura e cominciai a valutare la possibilità di diventare un artista della computer grafica.  Diciamo che lavorare per dodici ore su un modello di un aeroplano fu un discreto campanello di allarme su cosa mi piacesse veramente fare!
Da queste considerazioni all'iscrizione al master in Digital entertainment del Virtual Reality e Multimedia Park, ente legato all'università del Piemonte orientale che organizza corsi di computer grafica, il passo fu breve. Il master costava la bellezza di 6mila euro: fortunatamente io pagai solamente la metà perchè vinsi una delle due borse di studio a disposizione. Per la tesi andai in stage in Milestone, attualmente la più grande azienda di videogiochi in Italia. Già alla fine del secondo mese di stage il grande capo mi propose un contratto annuale: e proprio mentre mi crogiuolavo nella mia nuova occupazione ricevetti la fatidica mail dalla Fondazione CRT. Inizialmente del bando del Master dei Talenti avevo notato solo le posizioni più tecnico-scientifiche, ma poi leggendo meglio vidi due posizioni patrocinate dalla View Conference che prevedevano la frequentazione della prestigiosa Gnomon School Of Visual Effects di Hollywood… Il mio sogno da anni! Immediatamente il mio interesse crebbe a dismisura e passai due settimane buone di notti insonni per poter mettere insieme uno showreel
cioè un video di pochi minuti che presenta il meglio dei lavori di un CG artist degno di questo nome.
Ad aprile del 2008 feci a Torino un colloquio con la presidentessa della View Conference, Maria Elena Gutierrez. La comunicazione dell’esito della selezione mi arrivò per telefono mentre ero in automobile, e infatti rischiai un incidente... Dopo alcuni mesi di sincopata preparazione di visti, autorizzazioni e documenti vari, a metà settembre fui pronto a partire – anzi, fummo: insieme a me c’era Silvia Colonna Romano, l'altra vincitrice della borsa di studio, una persona stupenda con cui da quel momento in poi condivisi difficoltà e dubbi e feci il salto nel vuoto verso Los Angeles.
L'impatto con LA fu, ovviamente, devastante: la città è gigantesca ed assolutamente folle, un melting-pot di culture ed etnie. Dopo alcune settimane di difficoltosa ricerca trovammo una bella casetta a ridosso di West Hollywood, non molto distante dalla scuola. I 3300 euro lordi di rimborso spese della Fondazione CRT bastavano ed avanzavano: per l’affitto pagavamo 2000 dollari, circa 1400 euro.
Il corso alla Gnomon School durò tre mesi, da ottobre a dicembre. Eravamo in dodici: una filippina, un tedesco, un inglese, un giapponese, due italiani, un indiano… Gli insegnanti erano tutti veterani dell'industria del cinema o dei videogiochi, una vera manna per imparare e per trovare occasioni d'impiego. A marzo cominciò lo stage vero e proprio, in EntityFX, una casa di produzione di effetti visuali per il cinema e la tv: venimmo immediatamente catapultati in produzione, prima su uno show per la tv americana, Jesse James is a Dead Man, poi in un paio di piccole produzioni. Infine, il colpo grosso: fummo presi lavorare agli effetti speciali per la serie di concerti di Michael Jackson. Sfortunatamente, la morte dell'artista bloccò per un periodo la produzione, ma i nostri sforzi sono stati comunque premiati perchè tutto ciò a cui lavorammo è stato incluso nel film This is it. Il giorno della morte di Jackson eravamo ad LA: la notizia fu uno shock per tutti, noi ci trovammo da un momento all’altro in mezzo ad un ingorgo causato da un assembramento di persone venute a ricordarlo sulla sua stella in Hollywood Blvd [nell'immagine].
La EntityFX si sarebbe dimostrata ben disposta a confermarci, ma purtroppo lo stop alla produzione ed i problemi di visto lavorativo bloccarono il discorso sul nascere. Venni però contattato appena prima del mio ritorno in patria dalla mia vecchia azienda, che mi offrì una nuova posizione ed ovviamente uno stipendio superiore al precedente. Avevo mantenuto i contatti con i miei ex colleghi: in occasione dell'Electronic Entertainment Expo di LA, la più importante fiera del videogioco al mondo, i due inviati dall'azienda erano anche venuti a trovarmi. Decisi dunque di tornare in Italia e riprendere l'avventura in Milestone. Non posso parlare del mio stipendio, ma la mia nuova posizione è decisamente più di responsabilità della precedente e le prospettive di carriera sono ben più rosee. Oggi riesco a mantenermi completamente da solo, anche se vivendo a Milano – tra affitti salati e costo della vita – non metto via molto.
In questo momento sono combattuto per il mio futuro. Sto bene nella mia azienda e stiamo crescendo a vista d'occhio, ma le sirene di Hollywood continuano a farsi sentire, ed è difficile resistere al richiamo...

testimonianza raccolta da Eleonora Voltolina

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