Manovra, la palla passa alla Camera: appello della Repubblica degli Stagisti ai deputati affinché migliorino l'articolo sui tirocini

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 10 Set 2011 in Editoriali

Da quando la Repubblica degli Stagisti esiste, ormai quattro anni, ha sempre sostenuto che l'universo stage fosse un far-west con ben poche "oasi felici" e che la situazione fosse scappata di mano al legislatore, con il risultato di trasformare uno strumento di formazione di giovani inesperti in un escamotage - per imprese private ed enti pubblici - stageper poter disporre di dipendenti a basso costo (o gratis). Fin dalla Carta dei diritti dello stagista una delle richieste è stata la diminuzione della durata massima e l'introduzione di qualche paletto per evitare che si potessero proporre stage anche a persone già adulte, formate e magari esperte.
È stata una grande sorpresa trovare nel decreto legge 138/2011, la cosiddetta manovra di Ferragosto, un articolo dedicato agli stage e sopratutto un contenuto che andasse nella direzione da tempo auspicata. Per questo la Repubblica degli Stagisti ha salutato con favore l'introduzione dei due nuovi paletti. Vi sono però almeno quattro questioni che incidono molto negativamente sulla situazione, e che di fatto hanno trasformato questo decreto in un incubo per tutti gli attori coinvolti nell'universo stage: centri per l'impiego, università, centri di formazione, aziende e sopratutto persone. Eccole.

Il metodo / su questa materia ha davvero senso agire mediante decreto legge? Se di un intervento vi era certamente bisogno, appare  difficilmente comprensibile la scelta di inserire due soli paletti nel quadro di una manovra finanziaria d'urgenza - attuata con lo strumento del decreto legge che per sua natura è immediatamente operativo - anziché sedersi al tavolo con Regioni e parti sociali, com'era stato previsto a luglio, per preparare un testo accurato e organico, in grado di disciplinare la materia e di fungere da "legge quadro" per le successive normative regionali.
La chiarezza del contenuto / o meglio, la non chiarezza. Così come formulati, i nuovi paletti non sono chiari. Dimenticano cioé di specificare  alcuni dettagli che riguardano decine di migliaia di persone. Due su tutti: la definizione esatta della formula tirocinio curriculare e l'inquadramento di tutti i percorsi formativi che non siano scuole superiori (che si concludono col diploma) e corsi di laurea universitari (che si concludono appunto con la laurea). Mancando questi dettagli, e molti altri, si è creata una situazione di caos e di anarchia che si traduce in due effetti, entrambi deleteri. Il primo, l'anarchia interpretativa che fa sì che ogni soggetto promotore - in primis università e centri per l'impiego - faccia un po' come gli pare, supplendo alle deficienze del testo dell'art. 11 con una sua interpretazione. Il secondo, la paralisi: moltissimi soggetti, specialmente le grandi imprese che hanno uffici legali sempre all'erta, per paura di sbagliare hanno sospeso tutto, bloccando i tirocini in entrata in attesa di capire il perimetro esatto tracciato dalla nuova normativa. Urge quindi una circolare del ministero del Lavoro che specifichi nel dettaglio quello che il testo dell’art. 11 non dice chiaramente [qui l’elenco completo dei punti oscuri stilato già dieci giorni fa dalla Repubblica degli Stagisti]
L'efficacia immediata / perché di tutti gli articoli della manovra quello sui tirocini è uno dei pochi per i quali non è stata prevista un'attivazione posticipata? Qui il legislatore ha agito dimostrando una sostanziale incompetenza - o disinteresse - nei confronti delle consuete procedure di attivazione degli stage. In considerazione del fatto che spesso i bandi e le selezioni avvengono con molto anticipo, e che specialmente d'estate capita che il tirocinio venga concordato a luglio/agosto e che sia però formalizzato e attivato dopo qualche tempo (per esempio, a settembre), sarebbe molto più saggio prevedere un periodo di assestamento. I nuovi paletti cioè potrebbero essere stabiliti oggi ma resi operativi tra qualche mese, per esempio a partire dal 1° gennaio 2012. In questo modo si darebbe il tempo a tutti di adeguarsi e si rimetterebbe ordine nel caos attuale, permettendo che gli stage già concordati vengano regolarmente avviati, fermo restando che quelli previsti a partire dal prossimo anno dovranno rispettare i nuovi paletti.
Le categorie dimenticate. Vi sono alcune fasce di persone molto "deboli" sul mercato del lavoro, che però non sono comprese nell'elenco dei potenziali beneficiari dello strumento dello stage. Qui un suggerimento potrebbe essere quello di andare a ripescare alcune delle categorie elencate nella definizione di "lavoratore svantaggiato" contenuta nel  Regolamento comunitario 2204 del 2002, per esempio: i giovani che abbiano meno di 25 anni o che abbiano completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e che non abbiano ancora ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente; i lavoratore migranti e le minoranze etniche; i disoccupati di lungo periodo, ossia persone senza lavoro per 12 dei 16 mesi precedenti, o per 6 degli 8 mesi precedenti nel caso di persone di meno di 25 anni.

La proposta e l’appello che la Repubblica degli Stagisti lancia a tutti i deputati è quindi quella di accordarsi per introdurre almeno qualcuno di questi correttivi nel passaggio del decreto alla Camera, prima che esso venga definitivamente trasformato in legge dal Parlamento, in modo che i 500mila stagisti italiani, più tutti coloro che lavorano nel campo della formazione e dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, possano tirare un sospiro di sollievo e che soggetti promotori e soggetti ospitanti possano avere il tempo di organizzarsi in base alla nuova normativa.

Eleonora Voltolina
[grazie ad Arnald per la vignetta]

Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
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