La lettera di un addetto ai lavori: «Le nuove norme impediscono di utilizzare il tirocinio per i disoccupati in situazione di svantaggio ed emarginazione»

redazione

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Scritto il 09 Set 2011 in Lettere

Sulla questione delle nuove norme in materia di tirocini contenute nella manovra di Ferragosto, alla redazione della Repubblica degli Stagisti è arrivata nei giorni scorsi la lettera di un addetto ai lavori. Volentieri la pubblichiamo.

«Ho letto con attenzione i vostri commenti sull’art.11 della finanziaria e mi sento di condividere in buona parte le vostre analisi, ma vorrei porre alla vostra attenzione il caso particolare delle persone disoccupate in condizione di svantaggio.
stageMi chiamo Marco e da anni lavoro nel campo dell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate che fanno fatica ad inserirsi nel mercato del lavoro. All’interno dei vari progetti e servizi per l’inserimento lavorativo che seguo non ci sono solo le categorie tradizionali delle persone in difficoltà (disabili, alcolisti, tossicodipendenti, malati psichici e carcerati), ma anche persone che fino a poco fa erano inserite nel mondo lavorativo e che ora si trovano disoccupate, con situazioni personali problematiche (cosiddetti “adulti in difficoltà” con scarsissime risorse personali, persone seguite dai servizi sociali, persone che hanno alle spalle situazioni famigliari difficili, ecc.).
Rientrano in quest’area del disagio “non certificato” anche le persone rimaste disoccupate a causa di crisi aziendali che vivono in luoghi in cui la concorrenza è alta e si trovano, magari a 50 anni a doversi re-inventare un lavoro.
Negli ultimi anni i programmi che più sono risultati efficaci sono stati quelli che hanno permesso alle aziende di conoscere lavoratori poco appetibili (perchè con bassa scolarità, poca conoscenza informatica, età avanzata, lunghi periodi di disoccupazione...) attraverso lo strumento del tirocinio. Strumento che permette anche al lavoratore di imparare mansioni e tecniche nuove, diverse da quelle che venivano richieste in un mondo lavorativo che oggi non esiste più.
L’art. 11 del decreto legge del 13 agosto mette fine alla possibilità di utilizzare il tirocinio per i disoccupati e quindi anche per i disoccupati in situazione di svantaggio ed emarginazione. In questo modo se da una parte si limita giustamente l’uso indiscriminato del tirocinio a danno di giovani che si trovano costretti a lavorare gratis, dall’altra si mette la parola fine ai percorsi rivolti a disoccupati, persone in mobilità e tutta quella galassia di persone che vengono classificate nella variegata categoria dello svantaggio sociale.
L'articolo 11, che da una parta limita lo stage di neo-diplomati/laureati da 12 mesi a 6, e quindi, in qualche modo migliora la tutela, andrebbe però riscritto comprendendo anche le categorie escluse: disoccupati, ivi comprese le persone in mobilità e minori affidati ai servizi sociali (categoria compresa nella legge 381 sulle cooperative sociali e maldestramente dimenticata). Magari si potrebbe specificare "disoccupati in situazione di disagio sociale" facendo riferimento all'art. 2 del Regolamento CE n. 2204/2002 che fornisce una definizione di “fasce deboli”. Ciò darebbe l'adeguata copertura legale per continuare ad aiutare ad uscire dalla situazione di indigenza le persone più deboli che sono in cerca di un lavoro. Marco Forlani».

Un intervento lucido e argomentato, che riflette la competenza di chi svolge il difficile mestiere di collocare i disoccupati "problematici". Il regolamento comunitario cui si fa riferimento ricomprende sotto il cappello di «lavoratori svantaggiati» una lunga serie di categorie. Eccole:
1) qualsiasi giovane che abbia meno di 25 anni o che abbia completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e che non abbia ancora ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente;
2) qualsiasi lavoratore migrante che si sposti o si sia spostato all'interno della Comunità o divenga residente nella Comunità per assumervi un lavoro;
3) qualsiasi persona appartenente ad una minoranza etnica di uno Stato membro che debba migliorare le sue conoscenze linguistiche, la sua formazione professionale o la sua esperienza lavorativa per incrementare le possibilità di ottenere un'occupazione stabile;
4) qualsiasi persona che desideri intraprendere o riprendere un'attività lavorativa e che non abbia lavorato, né seguito corsi di formazione, per almeno due anni, in particolare qualsiasi persona che abbia lasciato il lavoro per la difficoltà di conciliare vita lavorativa e vita familiare;
5) qualsiasi persona adulta che viva sola con uno o più figli a carico;
6) qualsiasi persona priva di un titolo di studio di livello secondario superiore o equivalente, priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo;
7) qualsiasi persona di più di 50 anni priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo;
8) qualsiasi disoccupato di lungo periodo, ossia una persona senza lavoro per 12 dei 16 mesi precedenti, o per 6 degli 8 mesi precedenti nel caso di persone di meno di 25 anni;
9) qualsiasi persona riconosciuta come affetta, al momento o in passato, da una dipendenza ai sensi della legislazione nazionale;
10) qualsiasi persona che non abbia ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente da quando è stata sottoposta a una pena detentiva o a un'altra sanzione penale;
11) qualsiasi donna di un'area geografica al livello NUTS II nella quale il tasso medio di disoccupazione superi il 100 % della media comunitaria da almeno due anni civili e nella quale la disoccupazione femminile abbia superato il 150 % del tasso di disoccupazione maschile dell'area considerata per almeno due dei tre anni civili precedenti.
Due di questi criteri (il nono e il decimo) sono già di fatto compresi nell'art. 11 del decreto 138/2011.
L'ipotesi di applicare tutti e nove i criteri esclusi permetterebbe a molte persone in difficoltà di poter accedere a tirocini, ma al contempo rischierebbe di vanificare l'obiettivo dei nuovi paletti, e cioè quello di ridurre la platea di potenziali stagisti, facendo sì che la situazione tornasse simile a quella pre-decreto, in cui sostanzialmente chiunque poteva sentirsi proporre uno stage, e questo inquadramento era spesso preferito a quello di un contratto "vero" perchè meno oneroso.
Cosa ne pensano i lettori della Repubblica degli Stagisti? Quali sono le categorie che andrebbero ripescate, tra quelle elencate dal regolamento qui sopra?


Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Nuova normativa sui tirocini nella manovra di Ferragosto, il diario di bordo: tutti gli articoli, gli approfondimenti e le interviste della Repubblica degli Stagisti

E in particolare:

- Nuove norme sui tirocini, per applicarle bisogna capirle: ecco i punti ancora oscuri
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