«Non volevo nemmeno andare all’università: e invece grazie alla laurea oggi lavoro in SdG»

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 29 Dic 2019 in Storie

Apprendistato Bollino OK Stage SDG Consulting storie di stage

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Fabio Sist, 27 anni, oggi con un contratto di apprendistato in SDG.

Sono friulano, della provincia di Pordenone, e dopo l’istituto tecnico, indirizzo informatico, mi sono spostato a Milano per frequentare il Politecnico. Non è stata una scelta scontata: all’inizio non ero molto propenso a continuare gli studi. In un piccolo paesino di campagna l’idea di cominciare a lavorare subito è decisamente la più quotata. Poi visti anche i buoni risultati dell’esame di maturità ho cambiato idea. Scelta la facoltà, ingegneria informatica, bisognava scegliere la destinazione: Milano, Padova, Trieste. Tra tutte ho scelto Milano: se dovevo cambiare dovevo scegliere il meglio, come città e come università. Mai scelta è stata migliore! Vivo qui ormai da otto anni, sto spostando la residenza e sono innamorato di questa città.


Prima di iscrivermi all’università e nei primi anni di frequenza ho lavorato durante le estati in una falegnameria. È stato il padre di una mia amica, che è anche l’unico lavoratore della falegnameria, a insegnarmi il mestiere. Facevamo mobili su misura: dalla materia prima alla consegna. La prima estate ho imparato a fare piccole cose ma con il tempo sono diventato sempre più autonomo. Venivo pagato circa 1.200 euro al mese per circa tre mesi, da metà giugno a metà settembre. Questa esperienza è stata di grande aiuto: guadagnavo un po’ di soldi e tutt’ora grazie a quello che ho imparato posso fare piccoli lavoretti in casa, dal sistemare le porte ai mobili.

All’inizio il trasferimento a Milano per l’università non è stato facile: la mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi. Solo di affitto c’erano 500 euro più le spese per vivere e la retta dell’università. Fortunatamente alla fine ho ottenuto una borsa di studio del Politecnico: alloggio in residenza, buono mensa, retta pagata. La borsa di studio, sia per merito che per reddito, ammontava a circa 700 euro a semestre e mi ha sostenuto tutti e cinque gli anni universitari. Senza, molto probabilmente, avrei dovuto lasciare gli studi. In residenza ho vissuto quattro anni in una stanza doppia e l’ultimo anno e mezzo in una singola. Logicamente in doppia poteva andare bene o male, mi sono capitate entrambe le esperienze, ma oggi i migliori amici sono i miei ex compagni di stanza in residenza. Certo all’inizio non è stato facile socializzare ma per fortuna dopo un po’ è cambiato tutto.

L’ultimo anno della laurea magistrale ho anche preso parte al progetto Erasmus: un’esperienza incredibile che consiglio di fare a qualsiasi costo. La mia destinazione è stata Israele: lì ho vissuto quattro mesi all’interno del Campus del Technion, l’Università di Haifa, una delle migliori al mondo. Alcuni corsi, purtroppo, erano solo in ebraico e, infatti, sono tornato in Italia con solo cinque crediti. Ho, però, conosciuto persone fantastiche e il mio inglese ha fatto un balzo incredibile. Sono stato nel Campus da metà ottobre a metà febbraio, con una borsa di studio del Politecnico di 500 euro al mese e rimborso delle spese del volo. Per coprire tutte le altre spese, però, ho chiesto un prestito a tasso agevolato tramite il Politecnico, di circa 7mila euro che sto restituendo pian piano. Una cifra che ho usato durante l’Erasmus ma anche nei mesi seguenti. Ancora oggi sono in contatto con gli altri studenti Erasmus conosciuti in Israele e appena possiamo cerchiamo di trovarci tutti insieme: è difficile ma è già successo una volta a Madrid!

Sono stato contattato da Sdg telefonicamente, senza inviare nessuna candidatura! L’azienda ha trovato il mio curriculum e contatto tramite il Career service del Politecnico di Milano: uno strumento potentissimo per i neolaureati. L’iter di selezione è stato abbastanza veloce: prima un colloquio telefonico conoscitivo, poi uno di gruppo in cui ognuno dava prova di abilità di problem solving e team working, infine un colloquio più dettagliato con un partner. Il mio stage è durato solo due mesi: dai primi di marzo 2017 alla fine di aprile, data della seduta di laurea. Subito dopo sono stato assunto in apprendistato. Nella fase di stage sono stato affiancato da un collega che mi ha seguito in tutte le attività, sia tecniche sia operative. Avevo un rimborso spese di 700 euro al mese e lavoravo quattro giorni su cinque visto che avevo bisogno di tempo per terminare la tesi. Sono stato messo subito sul campo, dopo un breve training iniziale, occupandomi di analisi di dati, costruzioni di nuove strutture di memorizzazione, lavori di quadratura del dato e così via. Finito lo stage mi hanno proposto un apprendistato di tre anni con una Ral di 24mila euro che è andata via via aumentando arrivando a 34mila più bonus. Alla fine del mio periodo di apprendistato, aprile 2020, sarò quindi assunto a tempo indeterminato.

Sono passati più di due anni ma ricordo ancora il mio primo giorno di stage! Sdg in quel periodo stava traslocando ed era l’ultimo giorno nella vecchia sede. Non avevo ancora un pc e così ho passato buona parte della giornata a leggere regolamento, policy aziendali e guardare video per capire come funzionava l’utilizzo della piattaforma aziendale. Nonostante fosse il mio primo giorno ho conosciuto subito dei colleghi che mi hanno fatto sentire parte del team. Ho incrociato un ragazzo alle macchinette che mi ha invitato a una partita di calcetto tra colleghi: niente di meglio per conoscerli e sentirsi parte di un gruppo.

In Sdg oggi faccio parte della Business Unit SAP, che lavora principalmente con strumenti Sap. Sono diversi anni che prova a spiegare a mia madre cosa faccio e ancora non ci sono riuscito! In pratica leggiamo, lavoriamo e visualizziamo dei dati in modo automatico: quindi recuperiamo da diverse sorgenti i dati, li memorizziamo in altre strutture, i database del cliente, li lavoriamo e prepariamo dei report e delle dashboard da fornire agli utenti finali. I primi due anni ho lavorato principalmente come sviluppatore, ora sto pian piano diventando una figura funzionale: meeting di raccolta requisiti, project management, disegno di una soluzione di un problema. Divido le giornate della mia settimana tra il lavoro dal cliente e quello in ufficio, ma dipende molto sia dalla fase in cui si trova il progetto, sia dal tipo di cliente. Ormai gestisco le attività di progetto in autonomia. Del mio lavoro mi piace molto la dinamicità, non mi sono mai annoiato, ho cambiato spesso strumenti e clienti. Sdg si distingue anche per il fatto di essere sempre avanti rispetto alle nuove tecnologie. In questo esatto periodo stiamo esplorando un nuovo strumento mai installato da altri e noi potremmo essere i primi.

Mi è sempre piaciuto lavorare con i dati e con strumenti tecnologici e mi piace quello che sto facendo. Penso di essere ad un ottimo punto del mio percorso professionale, incredibilmente meglio rispetto alle aspettative che avevo, la prospettiva di data architect mi piace e mi diverte. Sdg mi ha dato la possibilità di lavorare all'estero, io e un mio collega siamo stati trasferiti per tre mesi a Chicago per seguire un cliente importante. Quando ho cominciato a lavorare non avrei scommesso un euro su una possibilità del genere: tre mesi negli Stati Uniti dopo appena un anno di lavoro da neolaureato! Ma mi piace troppo Milano e credo che al momento non ci siano altre città per cui valga la pena trasferirsi.

La mia esperienza di stage è stata breve e senza problemi, ma so perfettamente quali sono i problemi principali dei tirocini oggi in Italia: il rimborso spese e l’assunzione finale. E lo dico perché proprio per uno stage mi sono dovuto trasferire a Milano. Un neolaureato che vive in un’altra regione e venisse chiamato a fare uno stage qui per sei mesi, dovrebbe trasferirsi senza alcuna garanzia di assunzione, cercare casa in affitto, ormai un lavoro a tempo pieno, e vivere con dei soldi messi da parte, che di solito i neolaureati non hanno, o gravare sulla propria famiglia. Una situazione decisamente difficile. In questo senso penso che la Repubblica degli Stagisti sia una grande opportunità per i giovani proprio per le offerte di stage, che sono di qualità e certificate. E perché la filosofia che è dietro alla Carta dei diritti dello stagista è quella di investire sui giovani.

E ricordatevi: l’ambiente di lavoro condizionerà l’ottanta per cento il vostro rendimento: quindi cercate di cominciare in società di dimensioni medie, dove si possono realmente conoscere le persone con cui lavori e dove si può crescere tecnicamente. All’inizio potrebbero esserci solo documentazione e copia di fogli excel… ma anche quelli servono! Non si riuscirà mai a gestire un progetto senza essere in grado di utilizzare gli strumenti base.


Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

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