«Il problema degli stage? La disparità tra Nord e Sud»

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 28 Set 2019 in Storie

Apprendistato Ferrero storie di stage

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Antonio Affuso, 31 anni, che oggi ha un contratto a tempo indeterminato in Ferrero.

Sono napoletano ed è proprio nella mia città che ho fatto tutto il mio percorso universitario: sia la laurea triennale che il biennio specialistico in Economia Aziendale alla Federico II.
Ho scelto questa facoltà per i suoi sbocchi lavorativi: chiave di scelta è stata sicuramente la possibilità di avere una porta aperta anche nell’ambito della libera professione. Nonostante durante gli studi abbia concluso i tre anni di tirocinio per diventare dottore commercialista, contemporaneamente all’ultimo anno del triennio e ai due della magistrale, non ho poi portato a termine il percorso con l’esame di abilitazione. Questo studio, però, mi è stato utile proprio per capire quello che non volevo fare.

In realtà sapevo fin dall’inizio che volevo fare marketing. È sempre stata la mia materia preferita: anche gli esami a scelta erano tutti indirizzati verso quest’ambito. Così, presa la specialistica nell’aprile del 2014 ho subito cominciato il master in Marketing and Service Management dell’università Federico II, terminato nell’agosto 2015. È stata una scelta naturale quella di specializzarmi in questo settore. Il master durava 12 mesi comprensivi di stage e costava 1.500 euro, con la possibilità di borse di studio all’ingresso di 1.500 euro, in base al merito - quindi al voto di laurea, attestati di lingua e voto al colloquio - e 1.500 euro all’uscita, assegnati sulla base delle competenze sviluppate, sulla media del voto agli esami e la qualità del project work. Ho ricevuto entrambe le borse di studio, quindi mi è andata più che bene perché ho chiuso con un attivo di 1.500 euro!

Il master prevedeva anche uno stage curriculare. Il nostro tutor ha iniziato a diffondere i curricula dei partecipanti a varie aziende, io ho partecipato alla fase di selezione in Ferrero che era divisa in tre step: test online di ragionamento logico, numerico e verbale, colloquio di gruppo nella
sede Ferrero con società di recruiting e risorse umane, e infine colloquio individuale con responsabile marketing e Hr. Ho superato tutti i tre step e cominciato lo stage il 31 agosto 2015: cinque mesi con un rimborso spese di 250 euro, l’alloggio in residence per tutta la durata del tirocinio, pc aziendale, mensa e palestra. Sin dal primo giorno ho supportato i colleghi sui brand di competenza imparando sistemi e procedure che ancora oggi applico nel mio lavoro quotidiano.

Mi sono logicamente dovuto trasferire a Torino, visto che la prima sede di lavoro è stata Pino Torinese. Il residence era in pieno centro in zona quadrilatero: questo mi ha permesso di ambientarmi facilmente al nuovo contesto. Anche grazie ai colleghi che ancora oggi rappresentano la mia comitiva extra. Avevo un bilocale dove vivevo da solo. Il rimborso spese, è vero, sembra basso, ma considerando che pranzavo in mensa aziendale e l’alloggio era pagato, tutto sommato sono riuscito ad avere una vita privata e sociale più che dignitosa! Anche se l’aiuto dei miei genitori è stato fondamentale, soprattutto per tutti gli spostamenti di viaggio.

Una delle prime cose che mi è stata detta una volta entrato in Ferrero dal mio tutor era: «la tua opinione conta». Dovevo tirar fuori le mie idee perché in azienda tutti vengono ascoltati. Il rapporto lavorativo e umano è sempre stato fantastico. Ma la cosa più bella in questa azienda è sentirsi parte di una famiglia. A un mese dal termine dello stage mi hanno comunicato che avrei proseguito con un contratto di apprendistato di tre anni. E infatti il primo febbraio 2016 ho cominciato questo nuovo percorso in Ferrero. In questo caso con una retribuzione lorda annuale di 29mila euro per i primi 18 mesi, salita a 35mila euro per i rimanenti 18. Oltre ai benefit: pc aziendale e mensa. Certo, i feedback ricevuti durante lo stage sono sempre stati positivi, ma non ho mai dato nulla per scontato, quindi quando ho ricevuto la notizia della conferma è stata veramente una sorpresa. Poi finito l'apprendistato sono stato confermato con un contratto a tempo indeterminato e una Ral di 35mila euro l'anno. Oggi lavoro nel dipartimento marketing della Ferrero, tra un’analisi di mercato e un morso a un Kinder Pinguì!

Ricordo il mio primo giorno di stage: ero terrorizzato!
In pochi giorni avevo lasciato Napoli, la famiglia, gli amici e stavo per affrontare il mio primo giorno assoluto in azienda. Per giunta il 31 agosto! Il primo impatto è stato con le risorse umane, poi con il mio tutor, infine con il primo collega che oggi è diventato uno dei miei più cari amici. A quattro anni e mezzo dal mio ingresso in azienda non è cambiato il lavoro che svolgo. Sono cambiate le responsabilità e la consapevolezza dei processi. Quello che mi hanno insegnato durante lo stage è alla base del mio lavoro: senza il supporto dei miei tutor e colleghi adesso non avrei la solidità che mi riconosco. Oggi mi occupo di analizzare dati di vendita di sell in e sell out, realizzare la comunicazione per social, radio, digital e punti vendita. Il tutto interfacciandomi con le funzioni interne e i fornitori esterni.

La cosa che più mi piace del mio lavoro e vedere realizzati i progetti. Passo ore e giornate dietro la scrivania a seguire un progetto dalle basi ma la soddisfazione più grande è vedere il tuo materiale in esposizione al supermercato o i bambini per strada che mangiano i “tuoi” prodotti. Il settore in cui lavoro oggi, quello del Fast Moving Consumer Goods è sicuramente quello in cui mi sento a mio agio. I consumatori cambiano continuamente e capire il loro punto di vista, il motivo per cui decidono di spendere per un prodotto o un altro ti mette in sfida continua. Il mio obiettivo futuro è continuare a imparare e magari provare a insegnare a qualcun altro le basi di questo mestiere.

Non ho ancora mai inviato il mio curriculum all’estero ma ho indicato nel mio percorso di carriera la mobilità internazionale. Questo vuol dire che se ci sono posizioni in altri paesi posso candidarmi per la posizione. Il fine è acquisire competenze ed esperienze diverse. Non c’è nulla di più importante all’interno di una multinazionale di aprire i propri confini di apprendimento.

Con il mio unico stage in Ferrero sono stato fortunato. Ma il problema dei tirocini in Italia, oggi, è che il tessuto economico del nostro Paese è spezzato in due. Un nord che funziona grazie alla presenza di aziende e servizi e un centro sud dove non funziona. Sembra banale, ma il problema non è lo stage in senso stretto, ma è un problema di possibilità.


Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

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