Cinque mesi a Bruxelles al Consiglio UE, 50 posti disponibili e quasi 1200 euro di indennità mensile

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 30 Ago 2018 in Notizie

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Agosto e settembre sono mesi ricchi di opportunità per i tanti giovani che vogliono fare uno stage presso un’istituzione europea. Non solo gli oltre 600 stage in Commissione UE:  questo, infatti, è il periodo anche per fare domanda per un tirocinio presso il Consiglio dell’Unione europea.

C’è tempo, infatti, fino a mezzogiorno del 28 settembre per mandare la propria candidatura per un tirocinio che prenderà il via il primo febbraio 2019 e durerà fino al 30 giugno. I posti disponibili sono 50. Stesso numero anche per gli stage che cominceranno nel settembre 2019 e per cui, invece, si potrà fare domanda a partire dal primo febbraio del prossimo anno.

Gli stagisti, che devono aver completato almeno il primo ciclo di studi universitari, riceveranno un rimborso mensile di 1.177 euro,  a cui si aggiunge un’assicurazione contro gli infortuni, una carta riduzione da usare nella mensa del Consiglio pari a 38 euro al mese e un’indennità di viaggio per chi proviene da una città a più di 50 chilometri da Bruxelles – che viene calcolata in base alla distanza e che può arrivare fino a un massimo di 800 euro. È poi obbligatorio sottoscrivere un’assicurazione medica e nel caso non se ne abbia una si può attivarne una attraverso il Consiglio. In questo caso al rimborso spese mensile del tirocinante saranno sottratti circa 13 euro al mese, pari a un terzo del premio mensile dell’assicurazione, mentre la cifra rimanente è coperta dal Consiglio europeo.

Attenzione perché esiste anche un altro tipo di tirocini presso il Consiglio dell'Ue: dieci posti che non prevedono alcun compenso, se non la tessera mensa (di importo un po' superiore: 125 euro...) e l'assicurazione sanitaria interamente a carico del Consiglio europeo, che si svolgono nello stesso periodo degli altri: la finestra temporale per fare domanda, in questo caso, si apre il 3 settembre e va avanti fino al 15 ottobre. Questi tirocini sono diretti agli studenti a partire dal terzo anno universitario che abbiano l’obbligo di uno stage durante gli studi e a quelli che devono fare ricerca per la tesi o per il dottorato.

In entrambi i casi, tirocinanti con rimborso spese e senza, coloro che saranno selezionati riceveranno il primo contatto nel mese di novembre. Per entrambi i tirocini è necessaria una conoscenza approfondita dell’inglese o del francese. Sul sito del Consiglio dell’Unione europea si avvisa anche che, visto l’elevato numero di candidature, «si prega di non aspettare l’ultimo giorno per presentare la propria domanda per evitare di sovraccaricare il sistema». È quindi consigliabile cercare di fare tutto con largo anticipo rispetto alla data ultima.

Gli italiani sono tra quelli che più fanno domanda per questi stage: fin dall’avvio del programma nel 2007 sono stati al primo posto tra i richiedenti stage. Il picco si è registrato nel 2014 quando ben 2.558 delle 5.265 candidature arrivate erano italiane. Vuol dire il 49%: un candidato su due quell’anno proveniva dall’Italia! Ma numeri alti, pari al 43% delle richieste, ci sono stati anche nel 2016 con 892 domande su 2.056 totali. Come accade per le altre istituzioni europee, quindi, anche per il Consiglio dell'Unione europea l'Italia supera tutti gli altri Paesi per numero di application: in particolare, per le ultime due tornate, il maggior numero di domande è arrivato dagli italiani, seguiti da Spagna e Grecia. Per i tirocini che prenderanno il via a brevissimo, nel mese di settembre, su 4.611 candidature ricevute ben 1.474 erano italiane, poco meno di un terzo del totale.

«Negli ultimi cinque anni» spiega alla Repubblica degli Stagisti Eva-Lotta Axelsson, assistant – administration dell’ufficio tirocini del Consiglio dell’Unione europea «gli italiani che hanno partecipato a questi tirocini sono stati in totale 89, distribuiti in tutti gli uffici del Consiglio». Non molti dunque, se si considera che nello stesso lasso di tempo le candidature solo italiane sono state più di 8mila.

I posti, però, non sono assegnati ai singoli Paesi con una proporzione in base al numero di candidature ricevute o in base alla popolazione. «I tirocinanti sono selezionati in base al merito» e solo «in caso di parità l'ufficio tirocini si impegna a garantire l'equilibrio di genere e la presenza di quante più nazionalità rappresentate tra i tirocinanti selezionati», specifica alla Repubblica degli Stagisti Alina Nistor, anche lei assistant – administration dell’ufficio tirocini. 

Per partecipare è necessario essere cittadini europei, avere una laurea, un
a conoscenza molto buona della lingua inglese o del francese e avere delle forti motivazioni nei confronti di questa esperienza. «La maggior parte delle domande» si legge dal sito, «arriva da candidati in possesso di qualifiche in giurisprudenza, scienze politiche, relazioni internazionali, studi europei. Ma sono ricercati anche tirocinanti con specializzazioni in altri settori, come risorse umane, comunicazione, traduzione, ingegneria biochimica e aerospaziale, informatica, scienze della formazione, graphic design», solo per citarne alcuni. Le candidature che, invece, non saranno proprio accettate sono quelle di chi ha già beneficiato di qualsiasi tipo di formazione, con o senza rimborso spese, o di occupazione di durata superiore a sei settimane in un’istituzione, agenzia o ufficio dell’Unione europea.

Come fare quindi per candidarsi? Bisogna innanzitutto creare un account e, dopo, fare l’application. Sul sito, molto utile, anche la sezione con tutte le faq in cui si ricorda che non è necessario inviare nessun documento
solo se selezionati l’ufficio tirocini ne chiederà copia. A quel punto le candidature saranno esaminate, nel mese di ottobre, e al più tardi a dicembre saranno contattati i candidati selezionati, con l’indicazione del periodo di tirocinio e del dipartimento assegnato. La procedura di selezione come detto è principalmente basata sul merito: solo in caso di parità è prioritaria la distribuzione geografica e l’uguaglianza di genere. I candidati, fanno sapere dal portale del Consiglio, «potrebbero essere invitati a un colloquio telefonico o online». È proprio in questa fase che verrano chiariti i compiti dello stage e, se si hanno domande di qualsiasi tipo, è opportuno formularle.

Il Consiglio ogni anno riceve tra le 2.500 e le 5mila candidature per i tirocini con rimborso spese per soli cento posti, suddivisi in due bandi: la competizione è altissima. Tutti i candidati però possono almeno contare su un feedback – anche gli esclusi riceveranno tramite posta elettronica o sul proprio account EPSO alla fine di gennaio, per i tirocini con inizio a febbraio, e alla fine di giugno, per quelli con inizio settembre, una comunicazione.

Ma di cosa si occupa uno stagista al Segretariato? Nonostante il ruolo «dipenda dalla necessità del servizio», come si apprende dal sito, il lavoro quotidiano del tirocinante è «equivalente a quello svolto dai giovani funzionari amministrativi all’inizio della loro carriera». Si tratta, quindi, di «organizzare e partecipare a riunioni del Coreper e del Consiglio, scrivere verbali, tradurre documenti, cercare e compilare documentazioni, scrivere report». Lo stagista partecipa anche a programmi di formazione che includono visite e conferenze in altre istituzioni europee a Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo.

Insomma, avere la fortuna di essere selezionati per il tirocinio non garantisce poi un eventuale lavoro all’interno dell’Unione europea. Ma l’alta preparazione dei dipendenti, il clima internazionale, il rimborso spese e soprattutto l’esperienza che in curriculum fa sempre bella mostra di sé, inducono ancora tantissimi a tentare la domanda per questo stage.

Marianna Lepore

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