«In Commissione europea la mia passione per il video è diventata un lavoro»: la storia di Maddalena Monge

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 24 Ago 2011 in Storie

Dal 1° luglio al 1° settembre è aperto il bando per candidarsi agli stage da mille euro al mese presso la Commissione europea. La Repubblica degli Stagisti raccoglie le testimonianze di chi ha già fatto questa esperienza: ecco quella di Maddalena Monge.

Ho quasi 29 anni e sono di Rovigo. Nel 2001 dopo il liceo scientifico mi sono iscritta a Scienze della comunicazione a Ferrara, svolgendo metà del secondo anno
a Barcellona con un Erasmus. Per la specialistica invece mi sono trasferita a Milano per studiare Televisione, cinema e produzione multimediale alla Iulm. Il primo anno ho usufruito del pensionato universitario, molto economico - pagavo meno di 200 euro per una doppia - e ottimo per conoscere nuova gente; poi ho preso di nuovo una doppia a 300 euro, un prezzo comunque basso per gli standard milanesi. Già la retta era abbastanza cara: 4.500 euro all'anno!
Negli ultimi sei mesi della biennale, che ho finito a febbraio 2006, ho fatto anche il mio primo stage in un'agenzia di comunicazione: si trattava di documentare con video e foto alcuni eventi milanesi - la settimana del design ad esempio - dando spazio agli artisti minori o con scarsa visibilità e alla street culture. Il tutto con un contributo di 10 euro al giorno. Come volontaria invece ho collaborato con Esterni.org, realizzando ad esempio il backstage del Miff, il Milano International Film Festival. Io e i miei colleghi universitari compravano da soli le videocassette, ma poi andavamo gratis al cinema e alle serate; allora era più che sufficiente: quello che ci interessava era praticare la teoria che spiegavano a lezione. E poi ho partecipato a mostre fotografiche, creazioni video, loghi pubblicitari; tutto gratis o con piccoli contribuiti.
Finita l'università ho iniziato un master in Ideazione e progettazione di audiovisivi alla Cattolica, pagando 5 mila euro per un anno. Alla fine era previsto uno stage di quattro mesi, che io ho svolto a Roma presso la società di produzione audiovisiva Wilder per la trasmissione Tetris di La 7, a partire da settembre 2007. A Tetris svolgevo ricerche, preparavo scalette, schede degli ospiti, interviste; e svolgevo assistenza per i servizi su Roma e in studio il venerdì. Il clima in redazione era informale e amichevole: oltre a me e un altro stagista, c'erano tre giornalisti, un caporedattore, tre autori e tre produttori. Si lavorava tanto ma eravamo motivati. Per quei quattro mesi, fino a dicembre, ho ricevuto dall'università un contributo di 400 euro mensili - una borsa di studio in sostanza. Poi finito lo stage a febbraio sono stata assunta con un contratto co.co.co da 750 euro mensili per le ultime dieci puntate della stagione. Alla fine, causa tagli, non si sapeva se il programma sarebbe stato confermato e io nel frattempo mi ero preparata un "piano B" facendo domanda per uno stage alla Commissione europea. Quando gli autori di La7 hanno avuto l'ok io ero già in partenza per Bruxelles.
Avevo saputo di questa opportunità tramite una newsletter, e ci ho voluto provare. In ambito internazionale avevo già all'attivo il Servizio civile internazionale a Reykjavik, in Islanda, durante l’estate 2008: un progetto di sensibilizzazione ambientale tramite la fotografia scoperto tramite la Scuola romana di fotografia dove avevo fatto un corso serale. Per candidarsi agli stage in Commissione è sufficiente sapere bene un'altra lingua Ue - anche se poi la competività è molto alta - quindi mi sono fatta avanti. Ed ecco a giugno 2009 la risposta positiva della Commissione. A settembre mi sono trasferita a Bruxelles, dove ho trovato uno studio per me sola - io lo chiamavo corridoio, viste le dimensioni - a 400 euro al mese; vista la zona carina, Chatelain, erano anche pochi. Il rimborso era di 1030 euro, quindi senza grosse spese extra riuscivo a cavarmela. Sono stata assegnata al Direttorato di informazione e società e lavoravo per
Media, il programma europeo in appoggio dell’audiovisivo [a fianco, uno screenshot della homepage del sito], occupandomi di alfabetizzazione ai media. La mia tesi specialistica era stata appunto uno studio sui cambiamenti del giornalismo ai tempi di internet, quindi l’argomento mi era familiare e mi interessava. Gli altri stagiaire che ho conosciuto venivano soprattutto da scienze politiche, giurisprudenza, studi europei, ma il mio background universitario atipico non è mai stato un problema. All'inizio facevo molte domande per "entrare nel meccanismo" e non mi mai stata negata una risposta; potevo partecipare a ogni riunione o briefing ufficiale e mi è stato anche concesso un corso di formazione di due giorni intitolato “Mastering your communication skills”. Il contesto multiculturale è fantastico: pian piano parlare quotidianamente più lingue, che soddisfazione! Credo che se non fossi stata a Bruxelles non mi sarebbe mai capitato di lavorare con una ragazza norvegese o di preparare una moussaka con un greco, che era poi il mio vicino di casa. Ho partecipato anche all'organizzazione di due stage committee:  lo stagiaire journal and il cineclub. E ho incontrato persone che ancora oggi dopo due anni sono mie amiche, anche più di prima; con alcune abbiamo formato un gruppo di cucina e ci troviamo per delle gran mangiate almeno una volta al mese.
Dopo lo stage sono rimasta un mese in più a Bruxelles alla ricerca di lavoro, incoraggiata soprattutto da una funzionaria francese di Media - lì da quando il programma è stato creato, venti anni fa, una che conosce tutto e tutti! Al tempo stesso cercavo anche a Roma Barcellona, le altre due città che conoscevo. Qui però nessuno ha mai risposto alle mie candidature. A Bruxelles sì, ma è un po’ difficile per un non francofono: serve una buona conoscenza del francese, a volte anche del fiammingo, mentre l’inglese fluente ed eccelso lo danno per scontato. E i colloqui sono seri. Ho mandato parecchi cv, ogni volta riadattandoli in base al profilo richiesto, con lettera di motivazione ad hoc. E qualcuno ha richiamato. Non ne è venuto un lavoro ma un altro stage: sei mesi al segretariato dell'European Schoolnet, un consorzio di ministeri della cultura europei, pagato 750 euro mensili. Mi occupavo della parte video del sito e nonostante i ritmi serrati il clima era amichevole.  Un'altra bella esperienza, ma al quarto mese ho lasciato perché dalla Commissione Ue è arrivata un'offerta di lavoro come assistente esecutiva di Media! Sono stata assunta con un contratto quadro tramite l'agenzia belga Cecoforma, che con il programma aveva vinto un appalto di quattro anni. Da agosto ad ottobre quindi ho seguito l’organizzazione dei mercati cinematografici europei dove Media ha uno stand e organizza attività o conferenze. Facevo un po’ di tutto, tante mail e telefonate organizzative, ma la parte migliore era l'assistenza allo stand durante le missioni. Per ogni mercato firmavo un contratto specifico a seconda del lavoro previsto  quindi a inizio 2010 ho aperto la partita Iva, e da allora lavoro come indipendente.
Dopo una missione a Cannes, ho ricevuto dal mio attuale capo la proposta di lavorare per EbS, il canale televisivo satellitare ufficiale delle istituzioni europee, e da un anno sono il loro webmaster. Essendo freelance è difficile quantificare il mio stipendio, dipende dai giorni di lavoro effettivo; non navigo certo nell'oro ma mi mantengo autonomamente. Vivo con un ragazzo croato in un appartamento da 550 euro al mese, semplice ma con tutti i confort. Sono contenta. A fine mese se rimane qualcosa lo risparmio o lo uso perviaggiare e per andare alla ricerca di festival cinematografici, che sono tuttora la mia passione. Tornare in Italia? Per il momento solo per qualche weekend.

Testo raccolto da Annalisa Di Palo


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