Andrea Pellegrino, sviluppatore in SIC: dallo stage all'apprendistato con un diploma in tasca

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 13 Mar 2011 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di Andrea Pellegrino, oggi apprendista sviluppatore presso la SIC Servizi Integrati & Consulenze di Milano.

Ho 23 anni e sono nato a Milano, ma vivo in provincia di Monza. Qui ho frequentato l'istituto tecnico professionale con indirizzo informatico e dopo il diploma nel 2009 ho deciso di non proseguire oltre i miei studi: avevo voglia di iniziare subito a lavorare.
Già negli ultimi due anni di scuola superiore il pomeriggio avevo lavorato in un call center vicino casa con contratto a progetto e retribuzione a cottimo e per quindici ore settimanali: circa 300 euro al mese. Su indicazione di un mio amico nel novembre del 2009 poi ho iniziato uno stage semestrale in una web agency di Cologno Monzese come web developer. Mi occupavo dello sviluppo e della gestione di siti web, di quella delle caselle di posta elettronica dei clienti e in più svolgevo qualche lavoro da sistemista - riparazione e manutenzione di apparati hardware e software. Il rimborso era di 300 euro mensili più buoni pasto e a fine mese racimolavo più o meno, in totale, 450 euro. Stando a casa con i miei e dovendo sostenere solo le spese da pendolare - metropolitana più autobus - almeno di mio non ci rimettevo. E l'esperienza è stata piuttosto positiva, complice il buon rapporto con il mio tutor. Per gli stagisti il rischio di incappare in aziende non virtuose è reale e spesso lo stage diventa sfruttamento, oppure si rivela del tutto inutile, non essendoci alcun valore formativo, ma non è stato il mio caso.
Comunque, nonostante mi trovassi bene, a marzo 2010 ho interrotto il mio percorso - ero al mio quarto mese e ne mancavano due -  perché nel frattempo mi era stata offerta un'opportunità migliore dalla SIC Servizi integrati e Consulenze, società milanese che offre prodotti applicativi software e consulenza nel settore dei prodotti energetici. Avevano trovato il mio contatto tra gli elenchi dei diplomati della mia scuola superiore e mi avevano chiamato proponendomi un tirocinio semestrale full-time, da aprile a ottobre, nella sede di piazzale Loreto, con la mansione di tecnico sviluppatore: il mio compito sarebbe stato creare, gestire e tenere la manutenzione di sistemi applicativi software. Il rimborso era più del doppio rispetto a quello che percepivo prima: 600 euro netti al mese più buoni pasto "ricchi" da 7,50 euro l'uno - in tutto circa 800 euro mensili.
A ottobre 2010, finito lo stage, è arrivato il contratto di apprendistato professionalizzante di quattro anni. Ricevo mille euro netti al mese e stando con i miei a Caponago, in provincia di Monza, ho poche spese e posso gestire lo stipendio come preferisco; sono molto soddisfatto del mio tenore di vita. Certo aspiro a un posto di lavoro a tempo indeterminato che mi garantisca una retribuzione più alta. E sempre nel settore informatico, perché la soddisfazione economica è importante, ma lo è altrettanto quella personale: voglio fare un lavoro che mi piaccia. Sono appena entrato seriamente nel mondo del lavoro, sento di stare crescendo e fra quattro anni potrò far valere meglio la mie competenze. Senza dimenticare però che il mondo dell'informatica è in continuo cambiamento e per essere competitivi è importante tenersi aggiornati e non adagiarsi mai su quello che già si sa o si sa fare. Per il momento voglio rimanere in Italia, anche se l'estero è una possibilità che considero. Non so cosa troverei fuori dal mio Paese, ma la situazione lavorativa qui è pessima. Io mi ritengo fortunato: il settore che ho scelto per passione è uno di quelli per cui c'è ancora una certa domanda e ho iniziato a guadagnare subito. A tanti miei amici è andata peggio e qualcuno ha deciso di continuare a studiare più per mancanza di lavoro che per vera convinzione. Per quel che mi riguarda ora non ho intenzione di iscrivermi all'università: avendo iniziato a lavorare a 19 anni credo di aver acquisito delle competenze che adesso posso sfruttare e un titolo di studio più alto non aggiungerebbe molto a questo.

Testo raccolto da Annalisa Di Palo


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