Stage in Commissione europea: dall'ex Virginia Palmieri ecco una dritta per i candidati che supereranno la prima selezione

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 29 Ago 2011 in Storie

Fino al 1° settembre è aperto il bando per candidarsi agli stage da mille euro al mese presso la Commissione europea. La Repubblica degli Stagisti raccoglie le testimonianze di chi ha già fatto questa esperienza: ecco quella di Virginia Palmieri.

Mi chiamo Virginia e ho quasi 27 anni. Sono italiana ma sono nata e cresciuta a Strasburgo, dove i miei genitori - entrambi italiani - si erano trasferiti. Qui sono rimasta fino al
2002, anno di conseguimento del diploma di maturità, che in Francia si chiama Bac, abbreviazione di Baccalauréat; ho frequentato la scuola internazionale, quindi ho sostenuto l'esame in entrambe le lingue.
Poi ho deciso di iscrivermi a Giurisprudenza in Italia, a Trieste, città natale di mio padre e dove ho tuttora parte della famiglia - infatti in quel periodo alloggiavo da mia nonna. Il terzo anno però l'ho svolto all'università di Liegi, in Belgio, con una borsa di studio Erasmus, che comunque ha coperto solo parte dei costi - nonostante vitto e alloggio fossero molto abbordabili: per un monolocale in centro pagavo solo 350 euro! Quello è stato un anno che mi ha fatto crescere molto, da cui ho anche tratto la conclusione che il sistema universitario belga, molto simile a quello francese, fosse più adatto  al mio modo di affrontare lo studio. Così ho chiesto l'equivalenza con l’université de Strasbourg: era il primo anno che la Francia adottava il cosiddetto "sistema di Bologna", con cui si applicava la riforma internazionale dell'istruzione superiore, e i crediti maturati a Trieste e a Liegi mi sono stati tutti riconosciuti a Strasburgo, dove ho finito la triennale. Non prima però di aver fatto il mio primo stage, nell'estate 2005: un mese presso un notaio amico di famiglia, associato nello studio più importante dell’est della Francia. Era un tirocinio del tutto volontario, com'è frequente che succeda tra gli studenti francesi già dal secondo anno di università. L’accordo non prevedeva retribuzione, ma alla fine mi hanno versato 900 euro, comunque una somma significativa per un mese di stage.
Poi a giugno 2006, ottenuta la licence, ho esaudito un mio vecchio sogno, studiare in Inghilterra: ero stata accettata al King’s College di Londra per seguire un corso annuale di inglese, studi europei e diritto. L’iscrizione è costata circa 5mila sterline e ho alloggiato in centro pagando l'equivalente di mille euro al mese per un appartamento abbastanza grande. Senza l’aiuto dei miei genitori non avrei certo potuto fare questa esperienza. Alla fine ho conseguito il diploma con il massimo dei voti e questo mi ha permesso di iscrivermi ad un master in Diritto della proprietà intellettuale alla Queen Mary University, sempre a Londra, che ho finito a giugno 2008. Anche lì i costi sono stati molto elevati - 7mila sterline solo di retta - ma è stato un anno bellissimo, sia sotto il profilo accademico che sotto quello delle relazioni umane.
Durante l'ultimo periodo londinese, consapevole della necessità di trovare qualcosa per il dopo master, ho provato a candidarmi per un tirocinio alla Commissione europea. E durante l'estate ecco la notizia che ero stata ammessa nel blue book! A quel punto ho seguito il consiglio tutti quelli che avevano già fatto un tirocinio lì mi avevano dato: ho mandato una mail con il mio curriculum direttamente ai capi delle unità presso le quali avrei voluto lavorare. E qualche settimana dopo ho ricevuto due chiamate: la prima proveniva dalla direzione proprietà intellettuale, che mi proponeva uno stage "atipico", non remunerato [il contributo previsto è invece di circa mille euro mensili, ndr], lasciandomi indecisa sul da farsi, sia per la mancanza di rimborso che per il minore interesse verso il lavoro di quell'ufficio. Però dovevo dare una risposta in fretta! Per fortuna la sorte ha deciso per me: qualche minuto dopo sono stata chiamata dall’unità di proprietà industriale, la mia prima scelta, e ho accettato senza esitare [sotto, uno screenshot della homepage del sito] .
A fine estate 2008 quindi ho lasciato Londra e sono tornata a casa a
Strasburgo, e da lì sono andata per un paio di giorni a cercare un appartamento a Bruxelles. Conoscevo già un po' la città e avevo un'idea abbastanza precisa di dove volevo trovare casa. In un paio di giorni ho visitato sette appartamenti e alla fine ne ho preso uno di 50 metri quadri per 700 euro al mese. Il primo ottobre ho incominciato ed è stata un’esperienza indimenticabile: avevo un ufficio tutto per me, colleghi simpatici e premurosi, e una tutor italiana con cui ho legato molto. Sono stata invitata a partecipare a tutte le attività e le riunioni dell’unità, specialmente a quelle del Consiglio sul brevetto europeo. Un'esperienza bellissima, circondata da persone di Paesi diversi, con culture idee e aspirazioni diverse.
Come tantissimi stagisti, dopo mi sarebbe piaciuto restare in
Commissione ma non è stato possibile. E sono passata ad un altro stage, nove mesi in uno studio legale di Parigi, utilizzando come ente promotore l'università di Enna, che tra quelle che ho contattato è stata la prima a rispondermi favorevolmente per una iscrizione tardiva; in Francia infatti è necessario lo status di studente per poter fare uno stage. Chi lo svolge nel settore  privato ha diritto per legge a un contributo minimo e io ho percepito 398 euro mensili [attualmente la quota è fissata al 12,5% del plafond horaire, 22 euro per il 2011, e viene erogato per i tirocini in azienda di almeno due mesi; uno stage full time di 35 ore settimanali ad esempio dà diritto a 417 euro mensili]. Comunque poco, soprattutto per una città come Parigi. Solo di affitto spendevo 800 euro al mese per un appartamento vicino allo studio. È stato abbastanza difficile adattarmi al settore privato francese, ma l'esperienza è stata formativa. E soprattutto necessaria: la Francia è un Paese poco flessibile in fatto di lavoro, ero cosciente di dovermi reinserire nel mercato del lavoro tramite vari tirocini prima di poter aspirare ad avere un contratto di vero e proprio. Finito questo stage a gennaio 2010, due mesi dopo ne ho cominciato un altro - l'ultimo - nel dipartimento giuridico di un agenzia pubblicitaria, ancora a Parigi. La paga era sempre la minima legale, ma quel periodo è stato eccezionale e mi ha permesso di capire che il settore della pubblicità era  esattamente quello in cui volevo lavorare.
Finiti anche questi sei mesi ho incominciato a cercare lavoro e dopo un po' ho finalmente trovato un posto di giurista junior nella filiale parigina dell’agenzia pubblicitaria americana Ogilvy. Ed è qui che lavoro tuttora, con uno stipendio lordo annuo di 30mila euro e un contratto a tempo determinato di sei mesi, che scadranno il prossimo dicembre, dopo i quali spero di essere assunta definitivamente. Per adesso vorrei restare a Parigi, anche perché essendomi spostata così tanto nel passato adesso ho voglia di stabilità. Continuo però ad interessarmi a possibili opportunità di lavoro alla Commissione europea e ho intenzione di provare i concorsi nel futuro. Quell'esperienza di stage mi è davvero rimasta nel cuore.

Testo raccolto da Annalisa Di Palo

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