Sostegno per i tirocinanti, da un mese c'è una proposta ma la Regione Campania non la discute

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 27 Mag 2020 in Notizie

Regione Campania sostegno al reddito tirocinio extracurricolare

Grande assente degli ultimi mesi, in questa crisi causata dal Coronavirus, è una misura a sostegno degli stagisti. Il Governo nemmeno con il decreto Rilancio ha pensato ai tirocinanti, nonostante i ripetuti appelli arrivati da più parti, in primo luogo proprio dalla Repubblica degli Stagisti.

Così per ora sono le regioni a cercare una soluzione adottando dei provvedimenti a favore degli stagisti, come hanno fatto l’Emilia Romagna, il Lazio, la Calabria, la Toscana.
O in alcuni casi solo con delle proposte, come l'Umbria o il Piemonte. Moltissimi tirocinanti, però, restano ancora senza aiuti, con stage senza nemmeno sapere nella maggior parte dei casi quando e se riprenderanno il loro percorso formativo. In questo contesto nasce la nota presentata a inizio maggio da Gianpiero Zinzi, avvocato e consigliere regionale della Campania al Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per chiedere l’adozione di misure di sostegno a favore degli stagisti.

«Durante questa emergenza ho potenziato i canali di comunicazione già attivi per accogliere le richieste di intervento che arrivavano da diversi settori e categorie. Gli stagisti sono stati una di queste», spiega Zinzi alla Repubblica degli Stagisti: «Tanti ragazzi mi hanno scritto illustrandomi la loro situazione e manifestandomi l’insoddisfazione per essere stati dimenticati a livello nazionale e regionale».

La Campania infatti è tra le tante Regioni che non ha ancora preso in considerazione un sostegno a favore dei tirocinanti che hanno visto sospeso il proprio stage extracurriculare a partire dall’11 marzo, sospensione poi prolungata fino al 18 maggio.

Con l'ordinanza 48/2020, datata 17 maggio, si è permessa la riattivazione in presenza dei tirocini sospesi, ma solo per quelli per cui lo smart internshipping non era possibile e comunque sempre nel rispetto delle medesime prescrizioni di sicurezza applicate ai lavoratori dipendenti. Requisito che in alcuni casi continua a posticipare la ripresa del tirocinio.

In Campania si svolgono in media 22mila tirocini all’anno. Molte migliaia di tirocini erano dunque attivi a marzo, e le persone che li stavano svolgendo sono da oltre due mesi in attesa di un segnale di interessamento da parte dei propri rappresentanti politici. In questo solco si cala la nota di Zinzi che racconta: «In questa fase molto particolare, come rappresentante dell’opposizione di centrodestra, ho assunto con i miei colleghi un atteggiamento di collaborazione istituzionale, nell’esclusivo interesse della Campania. E in questa direzione mi sono mosso protocollando questa nota indirizzata al Presidente della Giunta e sottoposta direttamente al suo vaglio. Mi aspetto, quindi, che come ogni proposta di buon senso venga discussa in Consiglio, magari migliorata e infine adottata».


Una precisazione va fatta: la nota non ha un obbligo di discussione o risposta come ad esempio l'interrogazione. Di fatto, quindi, nonostante le buone intenzioni, proposte di questo tipo finiscono per rimanere nel cassetto e non attirare l'interesse di Consiglio o Giunta regionale. Non sembrerebbe quindi la migliore arma per convincere una Regione ad adottare un provvedimento di questo tipo. Perché, quindi, non procedere in maniera diversa?
«Nessuno degli strumenti normalmente utilizzati dai consiglieri regionali, mozioni, interrogazioni e proposte di legge, era utile al caso specifico» è la spiegazione di Zinzi: «Il presidente De Luca ha chiesto la collaborazione dei consiglieri regionali nell'elaborare proposte utili ad affrontare questa Fase due. Proposte splicitate in una lettera che è stata protocollata e posta tra gli atti all'attenzione diretta di De Luca». Al momento non è arrivata alcuna risposta; il consigliere rimarca che «a molte [altre] nostre proposte è stato dato seguito direttamente in queste settimane».

La proposta di Zinzi è quella di adottare misure di sostegno simili a quelle dell’Emilia Romagna, dove è stata prevista un’indennità una tantum di 450 euro agli stagisti extracurriculari e un’indennità pari al doppio per i disabili, per ripagarli dell’investimento in un percorso di tirocinio bruscamente
interrotto. Una spesa che il consigliere del gruppo Misto inizialmente eletto con Forza Italia che ha poi lasciato nel settembre 2018 dichiarandosi indipendente – pensa potrebbe essere sostenuta dalla Regione senza problemi. «Le risorse ci sono: i fondi si possono trovare nelle pieghe del bilancio regionale. Solo una piccola percentuale del Piano Socio economico Campano è finanziato con il bilancio regionale. Si tratta nella stragrande maggioranza di soldi che arrivano dal Fondo sociale europeo, dai fondi Fesr e dal Fondo di sviluppo e coesione».

Il riferimento è al Piano per l’Emergenza Socio economica varato dalla Regione Campania, che contiene specifiche misure di sostegno a famiglie e imprese per affrontare le conseguenze del fermo dell’attività sociale e lavorativa. L’investimento è stato di 908 milioni di euro per provvedimenti che mirano ad aiutare microimprese, professionisti, famiglie, casa e migranti. Uno sforzo di risorse notevole che non ha visto, però, ad oggi alcun intervento a favore di stagisti. E su cui Zinzi è abbastanza critico: «Si è pensato solo a macro categorie, senza fare alcuna valutazione né del reale fabbisogno dei cittadini campani né delle esigenze di tutte le categorie, vedi l’esempio degli stagisti ad oggi esclusi».

L’avvocato resta però ottimista, e confida che la sua nota venga presa in considerazione e discussa in Consiglio per portare nel breve periodo a un aiuto concreto per gli stagisti. Esclude, però, provvedimenti che prendano in considerazione il clickday e, quindi, che siano diretti a una platea ampia con l’unica selezione affidata alla velocità di connessione e “clic”. «Trovo mortificante pensare che i miei concittadini trascorrano la giornata davanti al pc nel tentativo di collegarsi prima di altri ad una piattaforma che nella maggioranza dei casi va in tilt». Per questo motivo è convinto che vadano valutati i singoli casi e prese in considerazione, per esempio, le casistiche particolari come quelle di chi ha sostenuto anche le spese di alloggio e oltre ad aver perso un’indennità si è trovato a dover far fronte anche a dei costi non più necessari.

Certo parlare di modalità al momento è quasi velleitario, quantomeno fino a quando dal restante mondo politico regionale non arriverà un segnale di interessamento al tema. Certo, da alcuni giorni è stata permessa la ripresa in azienda dei tirocini, ma come in altre regioni spesso l'ordinanza regionale non basta perché non tutte le aziende riescono a coprire le spese per le adeguate misure di sicurezza anche per gli stagisti. Resta la possibilità di proseguire i percorsi formativi on the job a distanza, e del resto anche secondo Zinzi «lo smart internshipping è al momento la soluzione migliore». Da parte sua però resta il rammarico per il silenzio e il ritardo che il mondo politico regionale ha impiegato nel trovare una soluzione per gli stagisti: «Il lungo periodo di serrata totale avrebbe dovuto essere utilizzato proprio per elaborare una strategia di ripartenza per tutti: anche per i tirocinanti».

Marianna Lepore

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