Nuove normative sui tirocini, la Corte costituzionale non si pronuncerà prima del 2023

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 14 Ago 2022 in Notizie

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Entro lo scorso 30 giugno la Conferenza delle Regioni avrebbe dovuto approvare nuove linee guida per i tirocini extracurriculari. Il testo ad oggi non è ancora arrivato: il dibattito si è praticamente interrotto quando è caduto il governo. Ma già prima c’era stato un intoppo di non poco conto: il ricorso della Regione Veneto per illegittimità costituzionale presentato contro la decisione del governo Draghi, di indicare nella legge di Bilancio 2022 alla Conferenza Stato-Regioni in quale senso legiferare su un tema di competenza “residuale” delle Regioni, i tirocini, con relativa scadenza appunto al 30 giugno.

Il ricorso della Regione guidata da Luca Zaia era stato depositato in cancelleria il 1 marzo di quest'anno e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 31 dello stesso mese.  Ad oggi però il ricorso 18 - questo il numero per identificarlo - non risulta ancora fissato e sarà calendarizzato solo nei primi mesi del 2023: questa è la risposta ufficiale che la Repubblica degli Stagisti è riuscita a ottenere da Francesco Bianco dell’ufficio stampa della Corte Costituzionale.

Eppure sono passati già cinque mesi. La Repubblica degli Stagisti ha cercato di capire se questi tempi dilatati siano la norma o meno. La conferma, purtroppo, della consuetudine nei tempi lunghi arriva da Marco Betzu, professore associato di diritto costituzionale all’università di Cagliari: «La tempistica di fissazione dell’udienza pubblica dinnanzi alla Corte è in media di circa 10/11 mesi dal deposito del ricorso. Si tratta di un periodo che può apparire lungo, e senz’altro lo è rispetto a un ideale di efficienza, ma è determinato dall’alta conflittualità Stato-Regioni indotta dal Titolo V. La riforma costituzionale del 2001» precisa Betzu, «ha, infatti, consegnato un testo confuso, costruito senza tenere adeguatamente conto gli interessi sottostanti all’attribuzione delle competenze». Visti i tempi della Corte, quindi, «il caso in oggetto rientra nelle tempistiche consuete» è la conclusione del docente.

E, infatti, come risulta dall'ultima relazione annuale sull’attività della Corte, nei giudizi in via principale, quelli tra Stato e Regioni, i tempi della decisione - calcolati sull'intervallo tra la pubblicazione del ricorso in Gazzetta Ufficiale e la trattazione della causa - nel 2021 sono stati di 351 giorni. (Da notare che nel 2020 erano stati
372: una riduzione dei tempi di giudizio nell’ultimo anno, anche se contenuta, esiste).

Anche per il precedente quesito sui tirocini portato davanti alla Corte costituzionale, quello inerente il decreto legge 138 del 2011 - in quel caso fu la Toscana tra le prime regioni a far ricorso nel novembre 2011 - i tempi furono più o meno gli stessi: ricorso depositato a novembre 2011, sentenza pubblicata a dicembre 2012.

Sul ritardo accumulato Betzu, però, non ravvisa problemi. Il comma 721 della legge di bilancio per il 2022 prevede il termine di centottanta giorni affinché il Governo e le regioni concludano, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, un accordo per la definizione di linee-guida. «Tale termine non è assistito da alcuna previsione in caso di suo superamento, e quindi può essere considerato ordinatorio. La conseguenza» aggiunge Betzu è che «in assenza di nuove linee guida continuerà ad applicarsi la disciplina previgente, in attesa che la Conferenza provveda. E quindi le Regioni continueranno ad applicare le regole adottate sulla base delle precedenti linee guida». Anche perché le nuove Linee guida potrebbero farsi attendere ancora per un bel pezzo: «Certo, la situazione politica attuale con un Governo dimissionario ed elezioni politiche a settembre deve far ritenere che non vi sia spazio per una soluzione in tempi brevi» concorda il professore.

Dunque in attesa di nuove linee guida le Regioni dovranno applicare ai tirocini extracurriculari le regole attualmente esistenti.

«L’irresponsabile ricorso della Regione Veneto, che verte sulle norme della legge di bilancio in materia, e la crisi politica nazionale hanno bloccato il lavoro della Conferenza Stato-Regioni» dice alla Repubblica degli Stagisti Eleonora Mattia, Presidente della Commissione lavoro del Consiglio regionale del Lazio: “Lazio e Toscana hanno tentato di proseguire i lavori, ma la maggioranza si è espressa in maniera opposta e con tutta probabilità si tornerà a lavorare alle linee guida con il nuovo governo».

L’obiettivo, aggiunge la presidente, è quello di arrivare presto a un testo definitivo. Ma fino a quel momento non ci dovrebbero essere problemi nell’applicare le norme vigenti: «Nel frattempo, però, non si riscontrano particolari criticità sia con i tirocini in corso che con le nuove attivazioni, essendo vigente la normativa precedente. Quando sarà il momento saremo pronti ad adeguarci e confido ci sarà modo di avviare un proficuo confronto con le altre Regioni e tutte le parti interessate per rendere la nuova disciplina sostenibile ed efficiente».

Non resta che aspettare quindi il nuovo anno per vedere come la Corte costituzionale si pronuncerà, e poi come le Regioni si accorderanno sul nuovo testo di Linee guida, se in maniera fortemente restrittiva o meno.

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