Progetto GoTraining, le voci degli «ex»: Elena Bovolenta e la biblioteca della Venice International University

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 12 Lug 2009 in Storie

Ho preso la laurea triennale in Lettere a Bologna nel 2007. Come molti, ho fatto tantissimi lavori per potermi mantenere all’università: cameriera, telefonista,  hostess ai congressi, educatrice ai centri estivi. Appena laureata ho cominciato uno stage di sei mesi in una piccola emittente radiofonica locale, dove scrivevo testi per pubblicità. Fortunatamente era retribuito con un rimborso spese di 700 euro al mese… Ma intendiamoci: io lavoravo otto ore al giorno, non mancavo mai e per me era un lavoro vero e proprio. Anzi, a dire il vero inizialmente mi era stato proposto come lavoro, non come tirocinio: poi si sa come vanno le cose, parlando con il proprio commercialista a volte un'azienda scopre delle possibili modalità di "assunzione esentasse" – poco importa se il riciclo del personale (anche bravo, può succedere!) deve poi essere continuo…
E comunque, il lavoro alla radio non realizzava pienamente le mie attitudini. Per una serie di circostanze fortunate, esattamente alla fine di quello stage ricevetti una proposta da Veneto Lavoro, a cui avevo inviato un cv seguendo il link dal sito della Regione Veneto. Venni contattata per uno stage di sei mesi alla Venice International University, un consorzio di università straniere situato su una piccolissima isola della laguna, San Servolo. Ero entusiasta, ma anche spaventata: accettare avrebbe significato, per me che provengo da un paesino della provincia di Rovigo, un trasferimento (affitto, spese, ecc.) con un sostegno di 400 euro mensili. Decisione difficile da prendere, ma l’istinto diceva che era l’occasione giusta, così accettai – grazie anche all’ennesimo sacrificio di una famiglia fantastica che ha sempre scelto di appoggiarmi e aiutarmi in questi mesi.
Venezia è una città difficile, io non la conoscevo per nulla, non sapevo come muovermi e arrivare in pieno inverno con acqua alta, freddo, pioggia e tutto grigio non aiutò di certo... Poi pian piano tutto iniziò ad avere un senso. VIU è un ambiente giovane, coi colleghi ho instaurato un bellissimo rapporto, le mie idee per migliorare la biblioteca sono state accolte con entusiasmo e a poco a poco ho iniziato ad abituarmi ai vaporetti, ai labirinti, all’acqua alta e rilassandomi ho imparato a provare la magia che solo  questa città riesce a trasmettere.
Lo stage è durato sei mesi, dal gennaio al luglio del 2008. Le mie mansioni erano gestire la biblioteca e affiancare la responsabile del front office. Ho imparato molte cose indispensabili per qualsiasi lavoro impiegatizio di amministrazione: gestione di documenti, utilizzo del pc, ma soprattutto opportunità di migliorare la conoscenza dell’inglese, lingua franca in un ente che ospita in media duecento studenti all’anno, provenienti da varie parti del mondo. Per quanto riguarda la biblioteca, ho potuto avvicinarmi per la prima volta in maniera pratica alla catalogazione di libri e di materiale multimediale, alla gestione del prestito e soprattutto ho potuto sviluppare un progetto ideato proprio durante il periodo di stage. VIU mi ha dato infatti la possibilità di cercare un software più adeguato alle esigenze della sua piccola biblioteca che però possiede un particolarissimo patrimonio di libri –
circa 4mila volumi – tutti in lingua inglese. Da questa idea è scaturito un contratto a progetto di un anno. Un’occasione per mettermi in gioco e per avere il tempo di realizzare qualcosa a cui tengo: al giorno d’oggi è forse quanto di meglio una giovane laureata in lettere possa aspettarsi come inizio, no? Devi abbassare il tiro, essere umile, crearti aspettative che durino il tempo di un contratto e prendere tutto ciò che questa condizione ti può offrire, il buono e il meno buono.  Ovviamente lo stipendio è appena sufficiente a coprire le spese, soprattutto in una città come Venezia dove tutto ha prezzi alti. Non ce la faccio da sola: i miei genitori mi coprono le spalle” perché alcuni mesi me la cavo, altri devo chiedere “l’aiuto a casa” ma sono convinta di voler arrivare fino in fondo.
È difficile descrivere in breve i sogni, le speranze, le delusioni, le prospettive di una normale ragazza di ventott'anni. Il tirocinio è stata un’esperienza positiva e mi ha anche cambiato la vita: trasferirsi in una città nuova, iniziare un nuovo lavoro, riuscire a vivere con uno stipendio che non arriva ai mille euro non è sfida da poco! A parte questo però sono molto felice e mi ritengo fortunata. Ora, oltre a seguire il mio progetto, sono iscritta alla laurea magistrale in biblioteconomia.
Il mio contratto scadrà alla fine di questo mese; da settembre dovrei averne un altro, di circa 11 mesi. Non durerà per sempre: io userò questo anno per guardarmi intorno, di sicuro però più forte di due anni fa e molto più sicura di me stessa e delle mie capacità.
La mia è una di quelle storie che non vengono mai raccontate perché non ci sono particolari drammatici o episodi miracolosi, ma sono sicura che in molti si ritroveranno e capiranno cosa io abbia voluto trasmettere: semplicemente la voglia di una straordinaria quotidiana normalità, fatta di un lavoro che ti piace e per cui hai sudato, e tutto ciò che questo di conseguenza ti permette di realizzare.

Testimonianza raccolta da Eleonora Voltolina

Per saperne di più su questo argomento, vedi anche gli articoli:
-
«GoStage e GoTraining, le opportunità di stage promosse da Fondazione di Venezia e Veneto Lavoro»
- «Progetto GoTraining, le voci degli «ex»: Aureliano Mostini, lo stage mi ha aperto la strada del lavoro»
- «Progetto GoTraining, le voci degli «ex»: Claudia Girolametto, alla Corte dei conti tra magistrati e udienze»

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