«Praticanti, ora la retribuzione è obbligatoria: ma è giusto non fissare un minimo» - Intervista al presidente dei giovani avvocati

Fabrizio Patti

Fabrizio Patti

Scritto il 24 Giu 2009 in Interviste

Tra i problemi dei praticanti avvocati ci sono la retribuzione ridotta, se non nulla, e la lotteria dell’esame di abilitazione alla professione, con percentuali di superamento estremamente variabili da provincia a provincia. Ne parliamo con Giuseppe Sileci, 41 anni, presidente nazionale di Aiga, Associazione italiana giovani avvocati.

Presidente, la proposta di riforma della professione elaborata dalle associazioni dell’avvocatura e ora in discussione al Senato prevede l’obbligo della retribuzione per i praticanti. Non è però fissato un salario minimo. Come mai?

Innanzitutto è importante che sia stato introdotto l’obbligo di retribuzione, che scatta dopo il primo anno di pratica. C’era già un’indicazione in questo senso nel Codice deontologico, ma era disattesa. La mancata indicazione di un minimo salariale si deve al fatto che la retribuzione dipende da fattori come la dimensione dello studio e l’apporto dato dal praticante. Detto questo, così come il compenso per un avvocato deve essere dignitoso e decoroso, lo stesso principio deve valere per i praticanti.

Come andrebbe cambiato il percorso per diventare avvocati?

Una cosa che cambierà con la riforma è l’obbligo di frequentare delle scuole, oltre a svolgere la pratica negli studi. In questo contesto, l’attuale incognita dell’esame di abilitazione sarebbe sostituita da verifiche durante i due anni di scuola. L’esame rimarrebbe ma sarebbe semplificato. Ci sarebbe però da cambiare molto anche per quanto riguarda gli stage.

Che cosa in particolare?

Attualmente gli studenti di Giurisprudenza hanno la minore percentuale di frequenza di stage. Si dovrebbe mettere gli studenti nelle condizioni di frequentare stage formativi all’ultimo anno. Questo permetterebbe loro di avere più consapevolezza, prima della laurea, di cosa significhi lavorare in uno studio. Molto spesso chi consegue la laurea ha un bagaglio di nozioni enorme, ma uno scarsissimo senso pratico e ben poche competenze tecniche per avviarsi a una professione liberale.

Da quando le prove d’esame sono corrette in città diverse da quelle dove si svolge l’esame, si sono ridotti i casi Catanzaro”, cioè le disparità di trattamento dei candidati e il conseguente  “turismo  forense”. Che giudizio dà dell’esame attuale e che cosa cambierebbe?

La riforma Castelli voleva risolvere due problemi: il turismo forense, permetteva di fare l’esame in una provincia dove le promozioni erano alte spostando la propria sede di tirocinio nell’ultimo semestre. Su questo aspetto un risultato è stato conseguito. Invece sul secondo obiettivo della legge, quello di garantire una valutazione omogenea in tutta Italia, il risultato non è stato ancora raggiunto [si veda anche questa analisi sul tema realizzata dal Sole 24 Ore, ndr]. Le percentuali di ammessi agli orali sono o troppo basse o troppo alte. La nostra proposta era che gli elaborati venissero portati a Roma, mescolati e ridistribuiti in maniera casuale alle varie commissioni distrettuali.

A proposito di turismo forense, impazzano sui siti che trattano di avvocatura e su quelli di società come Cepu le offerte che aiutano  a ottenere l’abilitazione in Spagna.  Omologando la laurea italiana e ottenendo una laurea spagnola, infatti, si diventa avvocati in Spagna e ci si può iscrivere all’albo italiano degli avvocati come avvocato stabilito”. Dopo tre anni, si viene integrati nell’albo italiano come avvocato a tutti gli effetti. Non le sembra scandaloso? È un fenomeno diffuso?

Ho difficoltà a confermare che sia diffuso,  di certo è una pratica che contesto. Si tratta di una falla nel sistema, oggi la Spagna è un’anomalia in Europa. Non c’è troppo da preoccuparsi, tuttavia, perché la falla sarà turata nel 2011, quando anche in Spagna chi vorrà abilitarsi dovrà sostenere un esame.

Fabrizio Patti

Per saperne di più su questo argomento, vedi anche l'articolo «Da grande voglio fare l'avvocato - Pianeta praticanti: inchiesta della Repubblica degli Stagisti / prima puntata»

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