Politiche 2013: tre giovani deputati di centrodestra (ricandidati) alla prova dei fatti

Andrea Curiat

Andrea Curiat

Scritto il 18 Feb 2013 in Interviste

Hanno già acquisito una notevole esperienza in Parlamento nella legislatura in corso. Ma non sono gli anziani e navigati professionisti della politica italiana. I deputati Gabriella Giammanco e Nino Minardo (Pdl), e Massimiliano Fedriga (Lega Nord), hanno meno di 35 anni. Sono tra i più giovani parlamentari del centro-destra, ricandidati alla prossima tornata elettorale e dunque pronti a tornare alla Camera per un nuovo round. E giurano che faranno sentire la propria voce, sia che provenga dalle file della maggioranza sia che si levi invece dall’opposizione. Impossibile essere più giovani di così senza essere davvero alle prime armi: la Costituzione fissa infatti a 25 anni l’età minima per essere eletti alla Camera e quindi non possono esserci under 30 tra le fila di chi ha già una legislatura piena (o quasi) alle spalle.

Gabriella Giammanco, dal Tg4 al Parlamento. 
Classe 1977, originaria di Palermo, Giammanco proviene dal mondo del giornalismo. Si è laureata in Scienze della comunicazione per poi svolgere il praticantato professionale presso l’Ansa della sua città. Dal 2004 al 2008 ha lavorato come redattrice per il Tg4, prima di accettare la candidatura per il Popolo delle Libertà nella circoscrizione della Sicilia occidentale. Nei suoi anni di attività parlamentare è stata componente della Commissione Cultura e della Commissione Lavoro della Camera, con un tasso di presenze del 92%. «Un grande traguardo, per m
e, è stato contribuire a far sì che l’Imu venisse estesa a tutti gli immobili delle Fondazioni bancarie» dice alla Repubblica degli Stagisti. Giammanco infatti ha presentato al governo Monti l’ordine del giorno, approvato alla Camera, che è diventato al Senato un emendamento al decreto Salva-Italia. «Sarebbe stata un’ingiustizia far pagare l’Imu agli anziani, ai pensionati che vivono nelle case di riposo e a chi non è ancora padrone di casa perchè sta pagando il mutuo, e non prevederla anche per l'immenso patrimonio delle Fondazioni che sono azioniste di maggioranza dei grandi gruppi bancari italiani. Ho sollevato con forza anche il problema dell’Imu per gli immobili commerciali della chiesa». Nella prossima legislatura Giammanco conta di impegnarsi ancora sul fronte del lavoro. «Io sono siciliana, vedo tutti i giorni la portata dell’emergenza occupazionale. Col governo Monti la disoccupazione è passata dall'8 all'11% e la disoccupazione giovanile ha toccato il picco storico del 37 per cento. Per questo il Pdl vuole introdurre crediti di imposta per le aziende che assumono giovani a tempo indeterminato e agevolazioni fiscali per gli imprenditori under 35 nei primi tre anni di attività dello loro azienda, gli anni più importanti e difficili per dare avvio con successo a un'attività imprenditoriale». Parlando di giovani, Giammanco ritiene che il Parlamento debba rispecchiare la composizione della società italiana:«È giusto che ci siano deputati anziani e meno anziani. I primi contribuiscono con l’esperienza, i secondi con l’entusiasmo e la voglia di fare. Io stessa, comunque, ho uno staff di ragazzi giovanissimi tra i 25 e i 26 anni». Ma i collaboratori sono ben pagati? «Li pago il giusto, uno stipendio dignitoso per dei ragazzi. Credo che il lavoro debba sempre essere riconosciuto», risponde Giammanco, senza però specificare con precisione l'inquadramento contrattuale e la retribuzione che assicura ai membri del suo staff. E il salario da parlamentare? «È sicuramente un buono stipendio, ma non posso dire che mi abbia cambiato la vita. Ci sono molte spese che i parlamentari devono sostenere e che non sono coperte dall'indennità. In passato abbiamo già ridotto le indennità e abolito il vitalizio. Come candidati del Pdl abbiamo anche firmato un impegno per la prossima legislatura a dimezzare gli emolumenti dei parlamentari e a votare una legge che azzeri il finanziamento pubblico ai partiti».

Nino Minardo, deputato a Roma con salde radici in Sicilia.
  Sposato e già padre di tre bambine, Minardo è nato a Modica nel 1978. Si è laureato in Scienze politiche a Catania e ha perseguito con decisione la carriera politica, dapprima come assessore provinciale allo sport (nel 2004), quindi come commissario di Forza Italia a Modica e, nel 2007, come presidente del Consorzio per le autostrade siciliane. [A questo ruolo è peraltro legata una vicenda giudiziaria che l'anno scorso l'ha visto subire una condanna in primo grado a 12 mesi per abuso d'ufficio e rifiuto d'atti d'ufficio, in un procedimento relativo a una nomina illegittima al Consorzio. La Corte d'Appello ha ridotto la condanna a otto mesi assolvendolo dal reato di rifiuto d'atti d'ufficio. Al momento Minardo è in attesa dell'esito del ricorso in Cassazione]. Dal 2008 è deputato nazionale del Pdl, nel collegio Sicilia 2, è componente della Commissione lavoro e della Commissione sugli errori in campo sanitario e ha un tasso di presenze dell'82,6%. Come Giammanco, anche Minardo non ritiene che lo stipendio da parlamentare gli abbia cambiato in meglio la vita. Ma, come spiega alla Repubblica degli Stagisti, c’è una ragione ben precisa: «Ho la fortuna di provenire da una famiglia di imprenditori, non ho mai fatto politica per denaro: ringraziando il cielo non ne ho bisogno. Anzi, si potrebbe dire che la vita del politico sia decisamente più complicata di quella che facevo prima». Il Gruppo Minardo, infatti, è attivo nel settore petrolifero e controlla una fitta rete di aree di servizio nel Sud Italia. Nel 2009 la società Giap del gruppo era in tredicesima posizione nella classifica delle prime 50 aziende siciliane per fatturato. «Credo che in tempi di crisi ci sia bisogno di dare il buon esempio, quindi sono più che favorevole ai tagli agli stipendi dei parlamentari», aggiunge il giovane deputato. L’impegno di Minardo è saldamente radicato sul territorio. «La mia attività si è concentrata sulla provincia di Ragusa. Ovviamente in epoca di tagli pubblici non ho potuto realizzare tutto ciò che speravo, però ci sono dei risultati di cui vado fiero, soprattutto nello stanziamento di fondi per la realizzazione di infrastrutture locali e il recupero dei centri storici in stato di degrado: un milione e mezzo di euro per il completamento del parcheggio interrato in Piazza del Popolo a Ragusa, 1,3 milioni per l’arredo urbano del centro storico di Acate, 1,2 milioni di euro per la strada Carcanella di Monterosso Almo. E poi ancora altri finanziamenti per la provincia, come i cinque milioni per l’ampliamento del cimitero di Scicli e gli 1,7 milioni per l’impiantistica sportiva. Per non parlare dei piccoli finanziamenti per le scuole della mia provincia, gli interventi di manutenzione straordinaria necessari, la realizzazione per 800mila euro della biblioteca comunale di Santa Croce Camerina, le proposte di legge in favore dei comuni costieri siciliani, i 600mila euro di fondi destinati al comune di Pozzallo per adeguare l’immobile ex-dogana all’accoglienza dei clandestini. In particolare, poi, abbiamo fatto dei passi avanti per l’apertura dell’aeroporto di Comiso, uno scalo in grado di portare sviluppo turistico e commerciale per il territorio, soprattutto se si considera che i prodotti ortofruttiferi locali vengono ancora trasportati su strada». In effetti l'aeroporto di Comiso, costato più di 45 milioni di euro, è rimasto a lungo bloccato a causa della carenza di risorse per i servizi di assistenza ai voli. Per la legislatura a venire, Minardo conta di «completare i lavori già iniziati nella precedente, in modo che non restino fermi in un libro dei sogni, e favorire lo sviluppo occupazionale locale nel mondo dell’artigianato, dell’agricoltura e in altri settori che possono offrire sbocchi ai giovani».

Le preferenze elettorali? Strumento della malavita. Massimilano Fedriga è diventato parlamentare a soli 28 anni e vanta un tasso di presenze alle votazioni pari al 97%. Nato a Verona nel 1980, dopo la laurea in Scienze della comunicazione e un master ha iniziato a lavorare nel settore del marketing. «Sono stato stagista presso un’agenzia pubblicitaria, poi analista di mercato a Treviso e poi ancora responsabile di marketing per un’azienda di Trieste specializzata in servizi alle imprese. Mi sono iscritto alla Lega nel ’95, a quindici anni: non pensavo di diventare parlamentare, ma di certo credevo, e credo ancora, nella possibilità di cambiare il Paese. Penso che i giovani deputati si distinguano proprio per l’entusiasmo e per la voglia di migliorare le cose», racconta il parlamentare alla Repubblica degli Stagisti. Fedriga va fiero dei propri risultati: «La battaglia che ho portato avanti insieme a tutta la Lega, e che mi dà più orgoglio, è sicuramente quella per l’emendamento alla legge Fornero che taglia le pensioni e le indennità di disoccupazione ai condannati per mafia e terrorismo. Un successo economico, certo, ma soprattutto morale. E poi ho lavorato a una norma, passata nel Collegato lavoro, che permette ai residenti di avere la precedenza nei concorsi pubblici. E le nostre misure nel Milleproroghe e nei decreti successivi hanno salvaguardato complessivamente più di 130mila esodati su 400mila». Proprio su questo punto Fedriga ha intenzione di insistere nel corso della prossima legislatura. «Prima di tutto bisogna salvare anche i 260mila esodati restanti. Questa è una battaglia che porteremo avanti sia dalla maggioranza sia dall’opposizione. Una misura in cui credo molto, inoltre, è lo sgravio fiscale e contributivo per chi assume giovani a tempo indeterminato. Condivido, inoltre, la proposta di lasciare il 75% delle tasse ai territori d’orgine». Da dove recuperare le risorse necessarie? «L’introduzione di un reale federalismo fiscale permetterà di risparmiare, ad esempio, più di cinque miliardi dalla sanità pubblica. Bisogna poi recuperare i 92,5 miliardi di evasione nel settore delle slot machine. Gli evasori sono già stati individuati ma sinora hanno pagato solo 2,5 miliardi di euro. E poi bisogna dire basta agli aiuti a pioggia alle imprese, che non sono efficaci: meglio i finanziamenti mirati». Infine, Fedriga commenta così le liste bloccate e la questione degli elevati stipendi dei parlamentari: «Il sistema elettorale perfetto non esiste. Ma le preferenze erano utilizzato dalla malavita come fonte di potere, di scambi di favori, anche per indirizzare le elezioni. E questo lo dicevano i magistrati. Per quanto riguarda lo stipendio, penso che sarebbe meglio portare a 200 il numero dei parlamentari, introducendo un Senato federale. Così si avrebbe un Parlamento più efficiente e meno costoso».

di Andrea Curiat


Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:
- Politiche 2013: tre candidate PD under 35 più votate alle primarie
- Politiche 2013: tre candidate Sel più votate alle primarie

E anche:
- Riforma del lavoro: rilanciare l'apprendistato non basta
- Garantiamo il futuro dei giovani

Community