Piemonte e Lazio fanno dietrofront: ora lo stage da casa è permesso

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 15 Apr 2020 in Notizie

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Dietrofront di Lazio e Piemonte in merito ai tirocini: adesso si potranno proseguire anche da casa, in modalità “agile”. Le due Regioni scelgono dunque di tornare indietro sui propri passi, e permettere ciò che a metà marzo avevano deciso di vietare: lo “smart internshipping”. Vediamo i due casi nel dettaglio.

La Regione Piemonte il 9 marzo
, all'indomani del lockdown in tutta Italia, aveva scelto di vietare la possibilità di continuare gli stage da casa: l'aveva messo nero su bianco rispondendo alla sollecitazione di alcune università che chiedevano come comportarsi, specie sul fronte recupero ore. Con una comunicazione datata 9 marzo la Direzione Istruzione, Formazione e Lavoro aveva formalizzato come fosse «possibile procedere alla sospensione delle attività del tirocinante», precisando che non poteva essere applicato lo smart internshipping perché lo stagista non è un lavoratore. Poco più di una settimana fa la Regione era ancora su questa strada, con 6mila tirocini sospesi a inizio marzo. Nel giro di pochi giorni, però, la situazione è cambiata.

È stata, infatti, pubblicata venerdì 3 aprile una nuova determinazione dirigenziale, la n. 127, con oggetto «disposizioni straordinarie in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro», in cui si permette lo smart internshipping, quindi il tirocinio da casa, anche in Piemonte. Nel paragrafo dedicato proprio ai tirocini extracurricolari, dopo la solita – ormai pleonastica…
precisazione che «il tirocinio non è un rapporto di lavoro» si legge che «laddove le specificità del soggetto ospitante – sia dal punto di vista della disponibilità di tecnologie telematiche, sia dal punto di vista dei contenuti del progetto formativo e, quindi, delle attività oggetto del tirocinio – consentano una modalità di svolgimento dello stesso mediante forme alternative alla presenza in azienda, si ritiene ammissibile, in via del tutto eccezionale ed esclusivamente per i tirocini attualmente in corso e per il periodo di emergenza sanitaria, la possibilità di valorizzare la sperimentazione di tali modalità».

La Regione ha, dunque, cambiato idea visto il momento “eccezionale”. Dall’ufficio comunicazione della Direzione istruzione, formazione e lavoro ripetono che «il lavoro agile è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato e il tirocinio non è un rapporto di lavoro. Ma visto il prolungamento dell’emergenza, si è ritenuto di permettere in via eccezionale lo svolgimento in tale modalità esclusivamente per i tirocini attualmente sospesi, al fine di consentire il proseguimento e la conclusione dei percorsi già avviati».

Non c’è, però, un’estensione totale di questa modalità di svolgimento del tirocinio. Lo smart internshipping, infatti, «è ammesso solo per i tirocini in corso e attualmente sospesi, e ove sia possibile, fino al loro termine naturale, proroghe comprese», spiega alla Repubblica degli Stagisti Silvia Cotto dalla Direzione istruzione, formazione e lavoro. «Le nuove attivazioni sono sospese fino al perdurare dell’emergenza sanitaria». Perché quelli attivati prima sì e quelli nuovi no? La Repubblica degli Stagisti non ha ricevuto risposta a questa domanda dalla Regione Piemonte.

In ogni caso, per riprendere gli stage sospesi causa emergenza Covid-19 bisogna comunque rispettare le indicazioni presenti nella determinazione. Quindi il soggetto ospitante interessato a riattivare lo stage in modalità smart internshipping «deve farne richiesta scritta al soggetto promotore
» e poi «il soggetto ospitante dovrà acquisire il parere relativo allo svolgimento del tirocinio, sia del tirocinante che del soggetto promotore». Il che significa, come precisa Cotto, che «non è prevista alcuna attivazione d’ufficio, in quanto occorre valutare la fattibilità del tirocinio in modalità agile da parte del soggetto promotore». Per questo motivo non sono prevedibili i tempi di riattivazione dello stage che «dipendono dall’organizzazione dei due soggetti coinvolti, promotore e ospitante».

In pratica quindi non è automatico che tutti gli stage extracurricolari possano ricominciare e comunque non si tratta di una procedura immediata, visto che c’è una documentazione da produrre e deve esserci accordo non solo tra stagista e azienda ma anche tra ente ospitante e promotore. Come indicato dalla determina dirigenziale ci devono essere dei requisiti fondamentali per proseguire da casa l’attività: «la disponibilità di tecnologie telematiche, la specificità delle attività oggetto del tirocinio, contenute nel progetto formativo del tirocinante, che devono essere dichiaratamente svolgibili in modalità alternative alla presenza in azienda».  Il soggetto ospitante, quindi, deve fare richiesta scritta al soggetto promotore con relazione delle attività oggetto del progetto formativo individuale da svolgere a distanza, è necessario descrivere gli strumenti e le modalità che devono essere adottate per il proseguimento del tirocinio in modalità agile, deve essere assicurata costante disponibilità del tutor aziendale tramite adeguata tecnologia e il soggetto ospitante è tenuto a prestare idonea copertura assicurativa e a informare il tirocinante sulla sicurezza nel lavoro agile. In pratica lo stagista non deve essere abbandonato a se stesso una volta autorizzata la modalità di svolgimento dei compiti da casa, ma deve continuare ad essere seguito e tutelato, proprio come se fosse ancora in azienda. Ad oggi, quindi, in Piemonte è permesso lo smart internshipping, contrariamente a quanto stabilito fino a 15 giorni fa.

Anche il Lazio cambia idea sulle modalità di svolgimento dei tirocini extracurricolari. È stata una regione che all’inizio dell’emergenza Coronavirus ha fatto da apripista, dando indicazioni su come comportarsi già il 6 marzo, sospendendo gli stage attraverso la circolare 207548. Sospensione confermata fino al 3 aprile con la circolare 218523 del 12 marzo in cui si ribadiva che lo stage non è un rapporto di lavoro e per questo «non è prevista la possibilità di condurre il tirocinio in remoto».

A fine marzo «sul sistema regionale di monitoraggio risultano registrate 5.320 sospensioni», spiegava Carlo Caprari della Direzione regionale istruzione, formazione, ricerca e lavoro della Regione Lazio, a cui andavano aggiunti altri 648 stage interrotti definitivamente. Poiché a inizio dello stesso mese risultavano attivi, però, oltre 13mila tirocini e verso fine mese non risultavano sul sistema regionale tutti sospesi, non avendo ricevuto spiegazione dalla Regione sulla non uniformità dei dati, l’unica interpretazione è che le aziende abbiano tardato a comunicare l’effettiva sospensione – oppure che abbiano proseguito i tirocini, in barba ai dettami della Regione.

Dagli stessi uffici regionali, però, già a fine marzo confermavano alla Repubblica degli Stagisti che la Regione stava «valutando ulteriori disposizioni che consentano la ripresa dei tirocini sospesi». E, infatti, il 30 marzo è arrivata una nuova circolare la n. 0255844, con nuove disposizioni sui tirocini in riferimento ai progetti formativi individuali attuati con tecnologie digitali.

Il testo ribadisce che il tirocinio «non costituisce rapporto di lavoro e non può essere praticato quale alternativo al lavoro subordinato», ma anche che «durante la vigente fase di emergenza sociosanitaria, nel caso in cui i contenuti del progetto formativo individuale si prestino alla loro attuazione mediante tecnologie digitali (…) il tirocinio potrà essere attuato e gestito attraverso tali modalità». In pratica si autorizza lo smart internshipping.

Anche qui l’opzione deve essere concordata tra soggetto ospitante, promotore e tirocinante ed inserita nel progetto formativo individuale. Si precisa che i «tutor dovranno adottare idonee modalità di monitoraggio dell’attuazione del progetto formativo e garantire adeguato supporto al tirocinante», che deve essere dotato di adeguati strumenti tecnologici per raggiungere gli obiettivi fissati. Per passare, quindi, dalla sospensione alla riattivazione del progetto formativo individuale già avviato, «il soggetto promotore, in accordo con il soggetto ospitante e il tirocinante, dovrà riportare sull’applicativo Tirocini online le opportune integrazioni nella sezione relativa a Modalità di svolgimento del tirocinio». Integrazioni che devono anche costituire un addendum al piano formativo, sottoscritto e conservato dalle parti per eventuali verifiche della Regione o degli ispettori del lavoro.

La circolare precisa anche che la modalità di tirocinio a distanza, attraverso strumentazioni ict, «rimane correlata al perdurare dell’emergenza sanitaria per COVID-19 attualmente in corso, salvo diverse disposizioni della Regione Lazio». Il che significa che una volta terminata questa epidemia lo stage da casa non sarà più permesso.

Ci sono, però, alcuni tirocini per cui il Lazio non permette la modalità a distanza,
almeno non ancora. Sono quelli a valere sul programma Garanzia Giovani, per cui, però, «sono in corso le dovute interlocuzioni con l’Autorità di gestione nazionale del Pon Iog».  Anche in questo caso, quindi, la situazione è in costante aggiornamento.

Per quanto riguarda l’attivazione di nuovi tirocini, nella circolare non si dice nulla di specifico sulla questione e purtroppo la Repubblica degli Stagisti non è riuscita a ricevere risposte dalla Regione. Ma è bene ricordare che già nella circolare del 12 marzo si affermava che «le attività inerenti ai tirocini progettati ma non ancora avviati, riprenderanno successivamente alla data di sospensione, salvo ulteriori aggiornamenti», che per ora non ci sono stati.

Con la riapertura differenziata di attività e comportamenti permessi a seconda della posizione geografica, non meraviglia che anche in ambito di tutela del tirocinante ogni regione si comporti in maniera diversa. Per questo nelle prossime settimane sono probabili nuovi aggiornamenti della disciplina anche in altri territori. È auspicabile che lì dove sia possibile l’attività del tirocinio continui anche da casa: per consentire continuità di rimborso spese per i giovani, una continua formazione e aggiornamento e la possibilità di impegnare il tempo in qualcosa di utile per poter uscire da questa emergenza con qualche competenza in più. Prima fra tutte, la resilienza.

Marianna Lepore

Foto a sinistra: di Nenad Stojkovic in modalità Creative commons

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