Stage, l'importante è trovare aziende disposte a credere nei giovani: è capitato a Nicola in Magneti Marelli

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 17 Apr 2016 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa del Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito all'RdS network. Di seguito quella di Nicola Pibi, 27 anni, oggi assunto a tempo indeterminato all'interno di Magneti Marelli.

Sono di Cagliari, ho 27 anni e il mio percorso formativo è sempre stato puramente tecnico-scientifico. Dopo il diploma nel 2007 al liceo scientifico Alberti di Cagliari, mi sono iscritto al corso di laurea triennale in Ingegneria meccanica, sempre nella mia città, e laureato nel 2011. Come mai questo indirizzo? Sin da bambino sono sempre stato affascinato dalle automobili: addirittura giocavo a riconoscere le vetture in base alla visione dei fari nelle ore notturne! Ingegneria è stata una semplicissima conseguenza di questa passione.

La tesi di laurea triennale l’ho svolta in collaborazione con
un’azienda italiana, Centro Sviluppo Materiali (CSM) che ha una sede anche in Sardegna. È stata un’esperienza che mi ha permesso di avvicinarmi ad una realtà aziendale. Poi ho continuato con la laurea magistrale, sempre con lo stesso indirizzo, e a marzo 2016 ho discusso la mia tesi dal titolo “Il fenomeno del downsizing motoristico applicato a tre diverse motorizzazioni. L’analisi di Magneti Marelli After Market”.

Dura
nte la specialistica, dalla fine dell’agosto 2013 a metà gennaio 2014, ho partecipato al programma Erasmus e ho vissuto cinque mesi in Svezia dove ho frequentato la scuola ESES (European Solar Engineering School), un master mondiale sull’ingegneria solare. Ero coperto da una piccola borsa di studio, che ammontava all’incirca a 400 euro mensili.

Che dire? L’Erasmus è stata un’esperienza altamente formativa sia dal punto di vista umano che accademico. Mi ha dato la possibilità di conoscere persone con abitudini culturali completamente diverse dalle mie e mi sono confrontato con il sistema accademico svedese, diametralmente opposto alla realtà italiana. Lì ci sono molte più attività di laboratorio a scapito del nostro studio puramente cartaceo.

E poi questa esperienza è stata in un certo senso propedeutica al trasferimento in Lombardia per lavoro. Senza i mesi in Svezia probabilmente trasferirsi sarebbe stato molto più sentito a livello emotivo. Grazie all’Erasmus mi ero già abituato a vivere lontano da casa!

Lo stage in Magneti Marelli è stato il mio primo approccio con il mondo del lavoro. Precedentemente infatti non avevo fatto altri stage. Certo, per togliermi qualche sfizio avevo sempre svolto dei lavoretti estivi, come l’assistente a persone con invalidità o il fotografo, ma nulla che avesse a che fare con il mio lavoro!

Nel settembre del 2014 ho mandato la mia candidatura online per uno stage in Magneti Marelli: mi attirava la possibilità di lavorare in un’azienda leader nel settore automotive. Poi dopo due colloqui tecnico attitudinali e uno in inglese sono stato scelto per lo stage extracurriculare: sei mesi con un rimborso spese di 1000 euro lordi al mese più mensa aziendale inclusa. Ho cominciato ai primi di gennaio 2015 occupandomi della stesura dei manuali di aggiornamento automobilistico alle officine appartenenti alla rete Checkstar.

Diciamo che il mio stage è stato caratterizzato da due fasi: la prima di continuo affiancamento ai colleghi e al mio responsabile, in cui sono cresciuto tantissimo da un punto di vista tecnico e professionale; la seconda in cui, raggiunto un adeguato sapere e conquistata la fiducia del reparto, ho avuto più libertà e indipendenza.

Verso la fine dello stage, nel giugno 2015, mi è stato offerto un contratto a tempo determinato di un anno, con una retribuzione annua lorda di 28.200 euro. Ho subito accettato e il 6 luglio 2015 ho cominciato non più da stagista ma da dipendente! La vera sorpresa è arrivata qualche mese dopo, quando l’azienda ha deciso di confermare molto prima della scadenza il mio contratto. Da dicembre 2015 sono passato da un determinato a un tempo indeterminato con la stessa retribuzione.

Mi occupo sempre della stesura dei manuali di aggiornamento
automotive. Nell’anno solare progettiamo tre monografie, ognuna prevede l’aggiornamento tecnico di tutti i componenti di una o più autovetture: dal motore ai vari sistemi di bordo di cui sono equipaggiate. Alterno giornate dedicate alla scrittura del manuale ad altre di attività puramente da officina, quindi rilievi con gli strumenti di diagnosi, montaggi e smontaggi di componenti e simulazioni di malfunzionamenti sulle vetture.

Ho poco più di un anno di esperienza lavorativa, quindi ho moltissimo da imparare, specie nell’ambito riparativo delle vetture. E infatti le giornate dedicate alle attività da officine mi aiutano tantissimo. Nel futuro spero di lavorare nel settore automotive e magari riuscire anche a gestire un reparto!

Quanto al tornare nella mia terra, nel medio e lungo termine non lo prevedo: lì nel mio settore non c’è molta occupazione. Vorrei però, senza fretta, fare un’esperienza lavorativa all’estero; ma non ho mai mandato il mio curriculum per questo fine, anche perché ho il vantaggio di lavorare in una multinazionale, quindi potrebbe essere semplicemente il normale evolversi del mio lavoro.

Riguardo alla Carta dei diritti dello stagista della Repubblica degli Stagisti, ne sottoscriverei tutti i punti... In particolare il rimborso spese adeguato! Credo, infatti, che il principale problema oggi degli stage sia l’entità del rimborso spese, soprattutto per chi deve trasferirsi lontano da casa. E la non certezza di essere assunti. Molte aziende, purtroppo, usano i tirocini per coprire posti vacanti. Non è stato il mio caso, anzi: in Magneti Marelli mi hanno addirittura supportato a continuare gli studi e portare a termine la laurea specialistica!

Ai giovani consiglio di non aver paura di mettersi in gioco e di farsi conoscere per quello che si è. E poi bisogna essere disposti a un po’ di sacrificio. Certo i rimborsi spese non permettono di fare la “bella vita”, ma affrontato con lo spirito giusto, uno stage è il primo step per un posto di lavoro. Poi è ovvio, non è un’esperienza unilaterale e bisogna anche trovare un’azienda disposta a credere nei giovani. Ma in aiuto c’è sempre la Repubblica degli Stagisti che fa un po’ di “selezione” delle aziende... evidenziando quelle che offrono condizioni migliori ai tirocinanti!

Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

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