Emilia Romagna, quasi 300 indennizzi Covid mai arrivati agli stagisti: decine di enti promotori “non collaborano”

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 08 Ott 2020 in Notizie

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Sono quasi trecento gli stagisti dell'Emilia Romagna a cui sono state negate – almeno per il momento – le indennità Covid stanziate per gli stage extracurriculari sospesi a causa della pandemia. Piccole somme, dai 450 ai 900 euro, ma comunque una boccata d'ossigeno per quanti si sono visti di punto in bianco sospendere l'attività, perdendo qualunque tipo di entrata economica. La doccia fredda dei mancati bonifici è arrivata con il rifiuto da parte di alcuni enti promotori di seguire il protocollo indicato dalla Regione per i rimborsi. La procedura prevedeva che fossero appunto tali enti non solo a contattare i tirocinanti impegnati negli stage da loro attivati, ma anche – in sintesi – a anticipare gli importi dei sussidi.

C'è una buona notizia però: la Regione ha incaricato l'Agenzia regionale per il
Lavoro di fare da tramite per erogare le indennità finora non pervenute. Per capire nel dettaglio la vicenda occorre fare qualche passo indietro e ripercorrere i diversi passaggi.

È aprile 2020, in piena emergenza sanitaria, quando l'Emilia Romagna per prima, poi seguita da diverse altre Regioni italiane, prende la virtuosa decisione di sostenere economicamente una delle categorie più colpite dalla crisi, quella degli stagisti rimasti a casa a causa del Covid. Firmata la delibera a fine mese, scatta la procedura che consente di attingere a fondi regionali pari a 9 milioni e 384mila euro di cui andranno a beneficiare circa 15mila tirocinanti.

Ma nella provvedimento si stabilisce un passaggio chiave: a provvedere all'esecuzione della misura devono essere gli stessi soggetti promotori, gli enti cioè incaricati di sbrigare tutte quelle pratiche necessarie all'attivazione degli stage: devono contattare gli stagisti e a fare i bonifici pagando di tasca propria i bonus, per poi essere rimborsati in un secondo momento dalla Regione. In alternativa possono chiedere una garanzia fideiussoria con un'azienda terza che faccia da garante (ma di fatto sempre anticipando i soldi).

A convincere i soggetti promotori a partecipare non bastano i 100 euro previsti dalla Regione come “incentivo” per ogni stagista preso in carico a cui far arrivare l'indennizzo: alcuni declinano
l'invito. Alla Repubblica degli Stagisti arrivano diverse segnalazioni che qualcosa non va. Una è della lettrice Marilù Conte: «Sono una stagista dell'Emilia Romagna e ho accolto con gioia la notizia che prevedeva l'erogazione di un bonus di 450 euro dalla Regione» scrive. Peccato che «pur avendo tutti i requisiti elencati nel decreto regionale, l'ente promotore del mio stage ha comunicato di non avere intenzione di aderire al progetto regionale». L'ente in questione è Actl, il primo della lista per numero di tirocini assegnati e risorse da distribuire per un totale di circa 52mila euro: «Il nostro ente non ha partecipato al bando» conferma alla Repubblica degli Stagisti la segreteria: «Non siamo in grado, a causa anche delle limitazioni delle attività in emergenza Covid 19, di gestire attività di erogazione in anticipazione di sussidi di competenza dell'amministrazione regionale».

Actl non è il solo. A fine giugno «su un totale di 224 soggetti promotori, risultano aver aderito in 168 per un totale di circa 14mila tirocinanti», come conferma alla Repubblica degli Stagisti l'addetto stampa della Regione Emilia Romagna Giovanni Masala. Un 25%, cioè 56 di questi, non accetta, lasciando a bocca asciutta circa trecento tirocinanti. Nel frattempo, con il passare delle settimane e la proroga delle scadenze nelle delibere che si succedono per la presentazione delle candidature (l'ultima viene fissata per il 15 luglio), qualche ente si convince e arrivato fine settembre il fronte del no risulta sceso a quota 40, «per un totale di 265 tirocinanti» precisa Claudia Gusmani, responsabile alla Direzione generale Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa della Regione.

Fortunatamente la Regione Emilia Romagna ha deciso di correre ai ripari. Con delibera della Giunta del 3 agosto (la dgr numero 1033) «sono state trasferite risorse all’Agenzia regionale per il lavoro per garantire ai tirocinanti i cui promotori non hanno aderito alla procedura, l’erogazione del bonus». Tradotto: i 154mila euro ancora inevasi sono finiti nelle casse di tale agenzia per procedere con la verifica dei requisiti dei potenziali beneficiari e l'esecuzione dei bonifici. Nel documento sono indicati tutti i quaranta che che si sono rifiutati di collaborare. I nomi sono tanti, solo per citarne alcuni compaiono ad esempio gli atenei Federico II di Napoli, le università di Padova e di Palermo. Ma anche cooperative e agenzie per il lavoro come Generazione vincente spa. L'elenco completo è nell'allegato della delibera, scaricabile qui

Si riaprono quindi le speranze per i 265 esclusi dai bonus. Ma non mancano gli intoppi: «Attualmente l’agenzia sta verificando i requisiti dei tirocini e cercando di contattare i tirocinanti» 
spiega alla RdS Paola Cicognani, direttore dell’agenzia. «Trattandosi di tirocinanti per noi sconosciuti, il reperimento dei riferimenti e degli elementi di svolgimento del tirocinio presenta delle difficoltà» riconosce. Tanto che in alcuni casi «è necessario contattare anche i soggetti ospitanti». C'è però una scadenza a rassicurare, ed è il 31 novembre prossimo. Le operazioni saranno eseguite «entro quella data, come richiesto dalla dgr, almeno ai tirocinanti che saremo riusciti a raggiungere per ricevere i riferimenti bancari su cui accreditare l’importo».

Ilaria Mariotti

 

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