Campania, l'ex assessore al lavoro: «A 16 anni si è troppo giovani per fare stage»

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 31 Mag 2012 in Interviste

La Regione Campania a fine aprile ha presentato il progetto “Tirocini in azienda”: un'iniziativa che prevede lo stanziamento di diversi milioni di euro per finanziare brevi periodi di stage per gli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, con l'obiettivo di aiutarli a scegliere se proseguire gli studi o entrare direttamente nel mondo del lavoro. Unica voce contraria al provvedimento, che in effetti presenta alcuni aspetti poco chiari, è stata quella di Corrado Gabriele, ex assessore al lavoro, oggi consigliere regionale e componente delle Commissioni lavoro e istruzione.  

Quali sono i punti deboli del progetto?
La Giunta si sta caratterizzando per interventi sul mercato del lavoro assai anomali. Mentre si propone a ragazzi di 16 anni di andare a fare un’esperienza in azienda, poi si presenta una legge sull’apprendistato che aumenta l’età a 32 anni. Due interventi - uno sulla fascia di obbligo scolastico, l’altro in una fascia forse universitaria - che sono una presa in giro per l’inserimento lavorativo. A 16 anni i ragazzi devono maturare e migliorare le competenze a scuola.
E a 32 forse dovrebbero avere un contratto di lavoro vero, non un apprendistato. Tornando a
Tirocini in Azienda, è vero che la giunta regionale ha approvato il progetto senza un decreto di impegno di spesa?
Questo è davvero un mistero. Non abbiamo rintracciato nessun atto di impegno di spesa che potesse far risalire a una delibera di giunta. E in genere - lo impone il manuale del Fondo sociale europeo - c’è sempre bisogno di indicare a quale impegno di spesa fa riferimento il bando, e specificare l’entità di base che è quella alla base dei calcoli di imputazione dei capitoli. Noi abbiamo guardato in tutti i bollettini ufficiali della Campania e non c’è nessun impegno di spesa preso dalla Regione né tra i decreti né tra le delibere. Se poi è stato fatto ma non è stato pubblicato, sarebbe assai grave: e comunque nel bando non viene indicata la delibera né tantomeno il decreto.
Lei aveva annunciato un’interrogazione urgente al governatore Caldoro per il mancato rispetto dei termini relativi all’evidenza pubblica del bando e alle regole del manuale del Fse: l’ha già fatta?
Sì, abbiamo già inoltrato l’interrogazione a risposta scritta al presidente Caldoro, ma i tempi medi di risposta della giunta sono di quattro mesi. A volte arriva quando i casi sono risolti.
Quindi al momento non è arrivata ancora nessuna risposta?

No, al momento no.
Lei si è dichiarato contrario allo stanziamento di questi finanziamenti per le aziende. Poi però ha detto anche che le imprese hanno avuto, prima che venissero prolungate le scadenze, troppi pochi giorni per dare la propria adesione. Ma quindi lei è favorevole o contrario al fatto che le imprese possano ricevere somme ingenti semplicemente ospitando dei tirocinanti?

Dall’avviso risulta che alle aziende verrà riconosciuta una somma per i tutor, e lo stesso a favore delle scuole che invieranno i propri allievi in tirocinio. Entrambe, scuole e imprese, sceglieranno i tutor con un’alta discrezionalità. Quella per i tutor è insomma l'unica voce di costo, ma in effetti è abbastanza alta. Io non penso sia giusto che alle aziende vadano risorse per ospitare stagisti, anche perché il tirocinio è già troppo spesso utilizzato per mascherare un contratto di lavoro parasubordinato. E comunque ripeto, sono contrario a che si usino i tirocini formativi per ragazzi così giovani: l’idea che siano dei bamboccioni fino a trent’anni è sbagliata, ma poi abbassare la soglia di ingresso nel mondo del lavoro a 16 anni mi sembra davvero assurdo.
Pensa sia congruo che un dipendente di un’azienda, già retribuito, riceva dalla Regione oltre 3mila euro per seguire 4/5 ragazzi per tre settimane e quasi 10mila euro per seguirli per due mesi?
Certo monitorare l’attività di ragazzi così giovani non è cosa secondaria. Bisogna essere preparati dal punto di vista dell’approccio sociologico e psicologico, non è che un operaio qualunque può spiegare, per esempio nei processi formativi che riguardano anche la sicurezza nei luoghi di lavoro, le tecniche a un ragazzo di 16 anni. Ma credo sia una sovrapposizione retributiva che non fa giustizia dei salari bassi che ci sono in circolazione e del mondo del precariato che gira intorno alle aziende, specie in Campania, dove per precariato si intende il lavoro nero diffuso e quasi istituzionalizzato. Tirocini e apprendistato diventano un sistema “furbo” per non affrontare il lavoro come si deve: cioè con un contratto. Ci sono tante formule contrattuali a disposizione delle imprese, non vedo perché dobbiamo tutti diventare o tirocinanti o apprendisti e poi tornare tutti quanti a essere disoccupati. Questa è la dinamica che ho osservato nel corso degli anni nel mercato del lavoro in Campania.
Che cosa ne pensa dell’uso, spesso smodato, fatto in Italia dei tirocini?
Credo sia un modo non per avvicinare i ragazzi al mondo occupazionale ma per permettere al datore di lavoro di avere costi più bassi e di utilizzare forme di lavoro non retribuite. Il tirocinio è qualcosa di nobile, ma solo se usato in circostanze precise e dopo un percorso formativo che porti alle soglie del mondo del lavoro. Quando avviene a 16 anni penso sia un abuso. Se poi, come si è difeso l’attuale assessore, è solo un modo per spendere soldi che comunque sarebbero stati indirizzati ad altre regioni - e così invece sono stati girati alla Campania - allora non mi pare un buon modo di affrontare le tematiche del mondo del lavoro.
In Campania nel 2010 sono stati attivati quasi 12mila stage solo nelle imprese private: ma secondo il rapporto Unioncamere Excelsior la percentuale di successiva assunzione è pari solo al 13,2%: il tirocinio è un metodo valido per l’accesso al mondo del lavoro?
I numeri evidenziano che il sistema non funziona. Sono stato per cinque anni assessore al lavoro e ho proposto delle attività di stage, ma attraverso il mondo universitario e nelle professioni, non certamente in botteghe artigiane o aziende qualsiasi. Lo stage può essere uno strumento per rinforzare le competenze, ma non per accedere più facilmente al mondo del lavoro. Le imprese, da questo punto di vista, non rispondono.
In che modo ritiene che i 100 milioni di euro disponibili per il progetto sarebbero dovuti essere investiti?

Bisogna innanzitutto vedere la natura di questi finanziamenti: è inutile ragionare in astratto su come utilizzare al meglio le risorse se non si sa da dove provengono. Se sono risorse destinate al potenziamento dell’offerta formativa, credo che sarebbe stato più opportuno utilizzarle per potenziare l’offerta scolastica anziché mandare dei 16enni in giro a fare un tour delle aziende. Proprio in Campania, poi, dove vi è il più alto tasso di mortalità delle imprese degli ultimi 10 anni. La Regione ha già un piano che ha messo a disposizione delle aziende circa 60 milioni di euro per l’incentivo alle assunzioni, in qualunque formula, quindi un nuovo sostegno non serve.


Marianna Lepore


Per saperne di più su questo argomento leggi anche:
- 100 milioni di euro per finanziare stage in Campania: ma a guadagnarci sono i tutor aziendali
- Apprendistato, in Campania l'età massima passerà da 29 a 35 anni: la legge regionale è quasi pronta
- Tirocini, in Campania i centri per l'impiego ignorano la circolare e li attivano solo entro 12 mesi dal diploma o dalla laurea

E anche:
- Tirocinio: una parola, tanti significati
- In Italia un giovane su tre è senza lavoro. Ma è davvero così?

Community