Apprendistato, in Campania l'età massima passerà da 29 a 35 anni: la legge regionale è quasi pronta

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 26 Apr 2012 in Notizie

Un mese, massimo due, e la Campania avrà la sua legge sull’apprendistato. Il 10 aprile, infatti, è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della regione la delibera della giunta n.158 con cui si è approvato il testo unico dell’apprendistato. La prima fase è quindi terminata e ora si aspetta la seconda approvazione, quella del consiglio regionale, che l’assessore al lavoro Severino Nappi (nella foto) spera arrivi in tempi rapidi «consentendoci così di essere la prima realtà italiana ad avere un simile strumento». Un testo che vorrebbe far ripartire l’occupazione in un territorio in cui sono andati in fumo, solo nel 2011, 17mila posti di lavoro, e con un tasso di occupazione che è all’ultimo posto in Italia - gli indicatori statistici diffusi dall’Istat a inizio mese certificano che nel IV trimestre 2011 in Campania la disoccupazione è arrivata al 16,8%: praticamente il doppio della media nazionale.
La politica regionale ha deciso quindi di puntare proprio sull’apprendistato, fino a oggi utilizzato poco e male (con un totale di apprendisti assunti in Campania nel biennio 2008-2010 di 21.480 contro i 592.767 nazionali e 1.196 formati contro i 147.246 nazionali) per cercare di arginare la disoccupazione giovanile e provare a reinserire nel mondo occupazionale i lavoratori in mobilità.
Il testo, composto da tre titoli e sette articoli, identifica quattro tipologie di apprendistato: per la qualifica e per il diploma professionale, professionalizzante o contratto di mestiere, di alta formazione e ricerca e per i lavoratori in mobilità. 
Il contratto di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale può essere stipulato con i soggetti tra i 15 e i 25 anni (non compiuti), anche con il fine del recupero della dispersione scolastica. Il monte ore annuo di formazione non potrà essere inferiore a 400 ore, ma per gli apprendisti di età superiore a 18 anni potrà essere ridotto nel caso di riconoscimento del possesso dei crediti formativi. Sarà la Regione, con un proprio atto amministrativo - ancora da approvare - a individuare le modalità per questo riconoscimento.
Il contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere riguarda invece soggetti dai 18 ai 29 anni, e l’età è innalzata in via sperimentale fino ai 32 anni anche per i disoccupati di lunga durata che hanno accesso ai benefici all’assunzione previsti dalla legge. Attraverso questo tipo di apprendistato, poi, si riconosce il titolo di maestro artigiano o di mestiere «finalizzato all’istituzione della Bottega Scuola per diffondere e per sostenere l’interesse dei giovani che hanno adempiuto alla scuola dell’obbligo all’esercizio delle attività artigianali.» 
Il contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca «può essere stipulato per tutti i settori di attività, pubblici e privati, per attività di ricerca, per il conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore, di titoli di studio universitari e dell’alta formazione, compresi i dottorati di ricerca, per la specializzazione tecnica superiore», nonché per il praticantato per l’accesso alle professioni ordinistiche. Con questa forma contrattuale possono essere assunti i soggetti tra i 18 e i 29 anni, ma in via sperimentale la Campania ha deciso di ampliare l'accesso a tutti giovani, anche disoccupati di lunga durata, che non abbiano compiuto i 35 anni.
Ultima tipologia di apprendistato contemplata dalla legislazione regionale è quella per i lavoratori in mobilità per cui non c’è alcun limite di età. La Regione, in questo caso, si impegna a stanziare specifici incentivi all’assunzione con contratti di apprendistato anche attraverso intese con le associazioni datoriali.
La prima e più evidente novità della legge è l’estensione del contratto dai 29 ai 32 anni (in alcuni casi 35). Una scelta che l’assessore Nappi e il presidente della regione Stefano Caldoro hanno motivato ricordando l’età media d’ingresso nel mercato del lavoro per i giovani campani, spesso oltre i 30 anni. Lo scopo del testo è integrare il decreto legislativo 167/2011 e favorire l’incremento dell’occupazione di qualità rendendo l’apprendistato uno strumento privilegiato per l’accesso al mondo del lavoro da parte dei giovani e dei disoccupati. Così, oltre a richiamare tre forme di apprendistato già conosciute, si identifica una tipologia totalmente nuova: quella per i lavoratori in mobilità. C’è poi un’altra novità: al titolo III, articolo 7, è infatti istituito presso l’Agenzia per il lavoro e l’istruzione (Arlas) un Osservatorio sull’apprendistato della regione Campania, presieduto dall’assessore al lavoro, con funzioni di informazione, gestione delle banche dati, monitoraggio, valutazione, promozione dell’istituto dell’apprendistato e delle attività connesse.
Il testo ha ottenuto fino a questo momento il sostegno di Mario Guida, direttore dell’associazione imprenditoriale regionale Piccole e medie imprese (Pmi Campania), soprattutto per l’estensione del contratto
ai lavoratori in mobilità, e quella della Cisl Campania che attraverso una dichiarazione congiunta del segretario regionale Lina Nucci (nella foto a destra) e di quello della provincia di Avellino, Mario Melchionna, hanno definito il testo «un risultato straordinario che anticipa i contenuti della discussione in atto a livello nazionale sulla riforma del mercato del lavoro, costituendo un’esperienza pilota su come affrontare in maniera strutturata le carenze del sistema produttivo della Campania».
L’ultimo passaggio spetta quindi ora al consiglio regionale che dovrà dare il suo ultimo sì alla legge. Il primo incontro per la discussione era previsto per venerdì 20 aprile, ma la commissione Attività produttive ha rinviato l’esame del testo, facendo sfumare la possibilità che il testo venisse approvato
entro il 25 aprile 2012, in attuazione della riforma Sacconi, come auspicato dall'assessore Nappi. La discussione in Commissione Lavoro è quindi slittata al pomeriggio di oggi, giovedì 26 aprile.
La Campania dunque per poco non è riuscita a rispettare la data ultima prevista dal vecchio governo: ma cosa stanno facendo le altre regioni su questa materia? Sembrava che nessuna fosse in grado di rispettare questa deadline, ma poi a cavallo di Pasqua le parti sociali hanno risposto alle sollecitazioni del ministero e hanno sottoscritto accordi o intese per recepire la riforma dell’anno scorso.
Il Piemonte ha sottoscritto un accordo con i sindacati sull’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale a inizio aprile e qualche giorno dopo ha siglato un protocollo d’intesa per l’apprendistato in alta formazione per far conseguire all’interno delle aziende una laurea o master a 734 giovani. Anche il Veneto è riuscito a siglare un accordo sia per la qualifica e il diploma professionale sia per l’apprendistato professionalizzante così come ha fatto il Trentino Alto Adige. La giunta regionale dell’Abruzzo ha approvato, invece, a metà aprile i documenti attuativi del Testo unico dell’apprendistato dando quindi il via alle tre tipologie di apprendistato: per la qualifica e il diploma professionale, professionalizzante e di alta formazione e ricerca. Anche il Friuli Venezia Giulia, (dove sono anche in corso incontri per modificare il regolamento regionale), la Toscana e l’Umbria recepiscono il testo unico 167/2011. Così come hanno fatto il Molise con la legge regionale 2/2012, la Liguria, con l’approvazione da parte del consiglio regionale del disegno di legge che modifica la legge regionale 30/2008 (che affronta anche il tema dell’apprendistato) e le Marche, con il via libera alla proposta di modifica  della legge regionale 2/2005 sulle norme per l’occupazione.
La Valle d’Aosta è stata, invece, tra le prime regioni a sottoscrivere a dicembre 2011 un’intesa per l’apprendistato professionalizzante, mentre il Lazio con deliberazione n. 41 del 3 febbraio 2012 si è occupata del problema con le “Disposizioni in materia di formazione nell’ambito del contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere” ma nel testo manca la parte procedurale che serve per attivare un contratto di apprendistato.  La Regione aveva peraltro abrogato la legislazione in materia di apprendistato con la conseguenza che dal 26 aprile, salvo proroghe, non si potranno stipulare altri contratti - eccetto per i mestieri a vocazione artigianale per cui l’assessore al lavoro Mariella Zezza ha firmato un accordo con ItaliaLavoro. La Sicilia ha pubblicato il ddg n. 46  e anche il primo avviso pubblico per il finanziamento di voucher formativi apprendistato professionalizzante. La Lombardia, invece, ha approvato a inizio aprile la legge “Misure per la crescita, lo sviluppo, l’occupazione”  che all’articolo 20 parla di apprendistato - ma in modo generico e senza individuare le diverse tipologie.
L’Emilia Romagna ha varato un piano straordinario per l'occupazione giovanile, destinando 20 milioni di euro al Fondo per l’apprendistato per promuovere questo tipo di contratto e la Puglia ha siglato un’intesa per la disciplina dell’apprendistato per le professioni turistiche e ha presentato una proposta di legge per promuovere l’apprendistato nelle botteghe scuola. La giunta regionale della Basilicata ha, invece, firmato un Protocollo d'intesa con le associazioni di categoria per i primi provvedimenti attuativi del testo unico dell'apprendistato.
Calabria e Sardegna non hanno ancora approvato i regolamenti relativi all’apprendistato nonostante l’assessore calabrese Francescantonio Stillitani abbia annunciato di essere pronto anche per un testo di legge regionale.
Le regioni si avviano, quindi, ad avere provvedimenti molto diversi tra loro. Il che ribadisce ancora una volta la necessità di avere una legge quadro nazionale, un «testo unico del welfare in materia di lavoro, istruzione e politiche sociali», come ha detto l’assessore abruzzese Paolo Gatti. L’obiettivo dovrebbe essere quello di trovare una sintesi tra le diverse politiche regionali in materia di lavoro che riesca a considerare le competenze e l’età dei soggetti allo stesso modo evitando di avere situazioni, come nel caso della legge regionale campana, in cui un contratto di apprendistato può essere esteso fino ai 35 anni. Perchè alla fine la domanda è una: l'apprendistato è un contratto per tutti, o dev'essere limitato a chi non ha esperienza e deve appunto «apprendere»?

 Marianna Lepore


 Per saperne di più su questo argomento leggi anche:
- Apprendistato: contratto a tempo indeterminato oppure no?
- Regioni e riforma del lavoro, è guerra al governo sull'articolo sui tirocini
- Apprendistato: coinvolge pochissimi laureati e spesso non garantisce vera formazione


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