«Gli stage gratuiti andrebbero aboliti per legge»: parla Luca Vettorato, ex stagista e oggi dipendente di A&G

Annalisa Di Palo

Annalisa Di Palo

Scritto il 09 Ago 2011 in Storie

Per raccontare «dal di dentro» l'iniziativa Bollino OK Stage, attraverso cui la Repubblica degli Stagisti incentiva le imprese a garantire ai giovani percorsi "protetti" e di qualità secondo i principi della Carta dei diritti dello stagista, la redazione raccoglie le testimonianze degli ex stagisti delle aziende che hanno aderito al Bollino. Di seguito quella di  Luca Vettorato, oggi nel settore commerciale di A&G consulenti di direzione.

Mi chiamo Luca, ho 25 anni e abito in provincia di Torino. Dopo il diploma di ragioneria nel 2004 mi sono iscritto ad Economia aziendale all’università di Torino, dove poi ho proseguito con la specialistica. La scelta di studiare discipline economiche non è mai stata in discussione, sia per continuità con gli studi superiori che per interesse; l'unico punto interrogativo era lo specifico percorso formativo: optare per uno "improntato sui numeri" oppure scegliere un approccio più umanistico? Alla fine mi sono orientato su una via di mezzo, che non precludesse l’acquisizione di competenze economico-finanziarie ma focalizzato sulla gestione strategica aziendale. Nel passaggio alla magistrale ho valutato anche la possibilità di studiare fuori Torino, non necessariamente all’estero, ma alcuni esami non mi sarebbero stati riconosciuti e ho lasciato perdere, iscrivendomi a Economia e direzione delle Imprese presso lo stesso ateneo.
Durante gli anni universitari, e fino a quando non ho trovato lavoro, ho svolto attività di promozione e merchandising per un’importante azienda produttrice di periferiche per pc. Il compenso era di circa 50 euro a giornata più eventuali rimborsi spese e, considerando la saltuarietà del lavoro, bastava a garantirmi giusto qualche piccolo sfizio, non di più. Il secondo approccio con il mondo del lavoro è avvenuto invece durante l'ultimo anno di università con uno stage, trovato tramite il sito di job placement della mia facoltà. Da dicembre 2009 per sei mesi ho fatto parte di una piccolissima realtà torinese del settore metalmeccanico, svolgendo attività di supporto commerciale: contatti diretti con i clienti, visite commerciali, predisposizione di una nuova brochure aziendale, di un nuovo sito web... Il rimborso spese era molto basso, praticamente simbolico: 100 euro al mese; ma tenuto conto delle ridotte dimensioni aziendali l'ho ritenuto accettabile, anche perché sembravano intenzionati a tenermi. Alla fine però, a poche settimane dalla laurea - ho discusso la tesi ad aprile 2010 - mi hanno comunicato che non avevano le possibilità economiche per farlo. E ho iniziato a cercare altro.
Mentre vagliavo delle proposte ho ricevuto una chiamata da A&G, una società
di consulenza organizzativa e direzionale di Torino, che aveva attinto il mio nominativo dalla mia ex facoltà [sotto, la sezione "Career" del sito]. Ho svolto il primo colloquio a metà maggio 2010 e il secondo dopo tre settimane; mi venivano prospettato uno stage semestrale nel settore commerciale pagato 500 euro per i primi tre mesi e 1000 per i rimanenti tre [attualmente l'azienda prevede stage di nove mesi, offrendo 500 euro per il primo trimestre, 800 dal quarto al sesto mese e mille fino al nono, ndr] . Non ho fatto neanche in tempo ad arrivare a casa che è arrivato il sì definitivo. E ho iniziato il giorno dopo!
Da giugno quindi ho affiancato una collega esperta in un progetto di change management. Si trattava di supportare una società fiorentina nel corso di una riorganizzazione aziendale: analisi dei processi esistenti, mappatura della gestione futura, implementazione di un nuovo sistema informativo. Fino a  febbraio 2011 mi sono spostato settimanalmente tra Firenze e Torino, dove tornavo tutti i weekend. L'azienda mi pagava la stanza in un albergo e tutti i viaggi; pranzi e cene li anticipavo di tasca mia, ma  ricevevo un rimborso totale entro il mese successivo.
Finito lo stage, a dicembre 2010 mi è stato proposto un contratto di inserimento di diciotto mesi finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato e con una retribuzione annuale lorda di 19mila euro, che diventeranno 22mila da settembre. Lavoro ancora in terra toscana, a Montepulciano, anche se riesco a svolgere parte del lavoro da Torino e mi sposto ogni 2-3 settimane. Sono molto contento di quello che faccio e percepisco buone possibilità di crescita in A&G. Conosco storie di lavoro molto diverse: gente che non ha fatto l'università eppure ha un bel posto in banca, altri assunti definitivamente dopo anni di contratti a termine; amici che sono ancora alla ricerca, magari dopo esperienze di tirocinio finite con un "arrivederci e grazie". A questo proposito approvo in ogni punto la Carta dei diritti dello Stagista, che la mia azienda ha ufficialmente sottoscritto, ma sono ancora più radicale: alzerei la soglia minima di assunzioni garantite al termine dello stage dal 30 al 50%. E eliminerei del tutto gli stage gratuiti: ogni attività lavorativa deve essere pagata. La questione non è tanto "Perché le aziende italiane sfruttano gli stage per risparmiare sul costo del personale?", bensì: “Perché la normativa italiana lo permette?". Bisogna iniziare da lì.

Testo raccolto da Annalisa Di Palo

Leggi qui tutte le altre testimonianze degli Stagisti col Bollino

Scopri a questo link quali sono le aziende che hanno aderito al Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello Stagista


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