Assunzioni post stage, che contratti vengono fatti agli stagisti?

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 15 Ott 2021 in Approfondimenti

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Esistono ben pochi dati pubblici rispetto alle assunzioni post stage, e nessuna rilevazione puntuale anno dopo anno su questo aspetto che determina l'efficacia dello strumento dal punto di vista occupazionale. Dunque degli stage attivati in un dato anno – poniamo, quello appena passato: il 2020 – non si conosce ad oggi il numero di quelli che hanno avuto come esito una assunzione, e tantomeno si hanno dettagli sulle tipologie contrattuali utilizzate più frequentemente. Invece si tratta di informazioni importanti per poter capire la reale efficacia dello strumento dello stage dal punto di vista dell’occupazione (giovanile e non solo).

La Repubblica degli Stagisti ha posto questa domanda al ministero del Lavoro.

La prima risposta che ha ricevuto è contenuta in una tabella, datata marzo 2021, intitolata “Rapporti di lavoro attivati entro i sei mesi dalla fine del tirocinio ed entro il 31/12/2020”. La tabella riporta i dati suddivisi per anno, affiancando il 2019 e il 2020; ma poiché la rilevazione dei dati si ferma alla fine del 2020, di fatto i dati relativi a quell’anno non sono utilizzabili (perché non registrano tutti i contratti attivati entro sei mesi dalla fine dei tirocini attivati nel 2020, che possono aver scavallato il limite del 31 dicembre 2020 ovviamente, ed essere stati stipulati nel 2021).

Dunque, iniziamo questo articolo fornendo i dati inediti relativi alle tipologie contrattuali utilizzate per assumere gli stagisti del 2019.

Nel 2019 risultano essere partiti 355.863 tirocini extracurricolari. Secondo i dati del ministero, il 43% delle persone impegnate in questi tirocini ha ottenuto un contratto entro i 6 mesi dalla conclusione dell’esperienza formativa on the job: circa 154mila contratti (in una tabella il ministero riporta 154.255, in un’altra 154.308; la discrepanza potrebbe essere un semplice refuso), 154mila dicevamo contratti stipulati – grossolamente tra i primi di gennaio del 2019 e il dicembre del 2020 – a seguito di stage attivati nel corso del 2019.

stage lavoroIn questo caso il ministero ha considerato sia le assunzioni “presso stesso datore” sia le assunzioni “presso datore differente”.

Ma la domanda è: con che tipo di contratto vengono assunti questi stagisti?

Raramente con contratto a tempo indeterminato – ma questo non dovrebbe sorprendere nessuno. Dei poco più di 154mila ex stagisti 2019 assunti entro 6 mesi dalla fine del tirocinio, infatti, solo 18.497 hanno ottenuto direttamente il tempo indeterminato: si tratta del 12% del totale degli stagisti assunti. E non sorprende nemmeno la leggera prevalenza (52,5%) di maschi “beneficiari” di questo tipo di contratto.

La maggioranza degli stagisti viene assunta a tempo determinato (44% dei casi) o con contratto di apprendistato (39%). In particolare, sono 67.445 le persone che hanno fatto uno stage nel 2019 e che sono state assunte a tempo determinato (sempre nei primi sei mesi dopo lo stage): in questo caso quasi il 54% di questi contratti riguarda ex stagiste, mentre solo poco più del 46% riguarda ex stagisti.

Purtroppo nella tabella fornita dal ministero è impossibile suddividere questi 67.445 contratti a tempo determinato per durata: dunque sono conteggiati insieme i contratti di tutte le durate, da quelli di poche settimane allo “standard” dei 12 mesi.

L’apprendistato invece è stato utilizzato in quasi 60mila casi – per la precisione 59.815, il 39% del totale di queste 154mila assunzioni – e qui i maschi invece sono in prevalenza (53% contro 47%).

Vi sono poi 2.255 “contratti di collaborazione” (1,5%), per la maggioranza offerti a donne (oltre 6 persone su 10 assunte così sono appunto ex stagiste) e infine 6.296 assunti che ricadono nella categoria “altro”, quindi senza che il ministero specifichi la tipologia contrattuale post tirocinio.

Il ministero ha poi inviato a giugno 2021 alla Repubblica degli Stagisti un’altra tabella, sempre su questo tema, fornendo dati inediti sul “Numero dei rapporti di lavoro attivati nel 2019 e nel 2020 a seguito di una precedente esperienza di tirocinio avuta nei tre anni precedenti” con dettagli relativi al genere, alla classe di età, e anche alla distanza tra lo stage e il contratto.

In questo caso, attenzione, si parla di contratti di lavoro stipulati nel 2019 solo “presso stesso datore” a qualsiasi distanza temporale dalla fine del tirocinio, prendendo in considerazione i tirocini fatti non solo nel 2019, ma anche nel 2018 e nel 2017 (a patto che rappresentino il primo contratto di lavoro dopo il tirocinio).  E allo stesso modo, di contratti di lavoro stipulati nel 2020 “presso stesso datore” a qualsiasi distanza temporale dalla fine del tirocinio, prendendo in considerazione i tirocini fatti non solo nel 2020, ma anche nel 2019 e nel 2018.  

Il ministero riporta nel 2019 129.600 assunti a seguito di uno stage. Noi calcoliamo quindi che ciò voglia dire che nel 2019 la percentuale di assunzione post stage “presso stesso datore” sia quantificabile in 15,6%, e che nel 2020 tale percentuale risulti scesa a 13,5% (in questo articolo abbiamo spiegato nel dettaglio gli incroci di dati e i calcoli che ci hanno portato alle due percentuali).

Secondo questi calcoli, il Covid ha dunque diminuito di due punti percentuali a livello assoluto, e del 14% circa a livello relativo, la probabilità di vedersi offrire un contratto dopo il tirocinio.

Va evidenziato che il tasso di assunzione post stage calcolato da noi della Repubblica degli Stagisti, malgrado non possa essere confrontato in maniera diretta perché basato su dati non omogenei, differisce drammaticamente da quello riportato nei due Rapporti sui tirocini
che l’Anpal ha pubblicato nel 2019 e nel 2020. Nel primo, che contiene dati aggregati dei tirocini extracurricolari del quadriennio 2014-2017, tale dato è quantificato in 33,6%. Nel secondo rapporto, pubblicato pochi mesi fa coi dati sempre aggregati dei sei anni tra il 2014 e il 2019, la percentuale post stage “presso stesso datore” è indicata in 29,9%. In entrambi i casi Anpal ha tenuto conto delle CO pervenute al ministero del lavoro entro sei mesi dalla fine di un tirocinio durato oltre 13 giorni e terminato da almeno sei mesi.
(Il tasso riportato da Anpal è anche simile a quello attestato dal Rapporto Excelsior di Unioncamere – riferito ai soli tirocini svolti in imprese private, sebbene in questo caso anche curricolari – che risulta 33,1% per il 2017, 34% per il 2018 e addirittura 36% per il 2019
).

Ma secondo Grazia Strano, alla guida dell
a Direzione generale dei sistemi informativi, dell’innovazione tecnologica, del monitoraggio dati e della comunicazione del ministero del Lavoro, questa non omogeneità è inevitabile – e anzi sarebbe perfino inopportuno uno dei passaggi che la Repubblica degli Stagisti ha utilizzato per il suo calcolo (e cioè la “sottrazione” delle assunzioni effettuate negli anni precedenti al denominatore totale), passaggio che ha l'effetto di rendere un po' più vicino il dato a quello di Anpal.

Tornando alla tabella inedita fornita
a giugno 2021 alla Repubblica degli Stagisti dal ministero del Lavoro, delle assunzioni di entrambi gli anni presi in esame, la maggioranza – pari al 46% del totale nel 2019, 44% nel 2020 – è stata formalizzata attraverso un contratto di apprendistato.
46% dunque nel 2019, con 59.919 apprendistati attivati complessivamente di cui 32.151 giovani uomini (qui sì che possiamo dire “giovani”, dato che questa tipologia contrattuale può essere utilizzata solo su persone che non hanno ancora compiuto 30 anni) che, dopo aver fatto (di recente o anni prima) uno stage sono diventati nel 2019 apprendisti; 27.768 le giovani donne divenute apprendiste (54% dei contratti di apprendistato post stage a favore di uomini, 46% a favore di donne).
La percentuale di utilizzo dell’apprendistato sul totale delle assunzioni effettuate risulta 44% invece nel 2020, con 40.845 apprendistati, di cui il 55% (22.488) uomini.

A breve distanza dal contratto di apprendistato, come contratto più utilizzato per assumere gli ex stagisti c’è il tempo determinato. Il 37% (47.938) delle 129.600 assunzioni 2019 risulta a tempo determinato, con i maschi qui in minoranza (44%) e 56% di beneficiari femmine; percentuale quasi identica l’anno successivo, con 35.562 delle 92.285 assunzioni 2020 formalizzate attraverso questo tipo di contratto, pari al 38,5%, e anche qui femmine in maggioranza (54%).

Solo il 13,5% (17.541 in numeri assoluti) risulta essere a tempo indeterminato nel 2019, e il 14% nel 2020 (12.648 in numeri assoluti), curiosamente con la stessa identica percentuale di distribuzione per genere – 53% di beneficiari maschi e 47% femmine – in entrambi gli anni.

Le collaborazioni risultano pressoché irrilevanti (nemmeno l’1% nel 2019, giusto l’1% nel 2020), e i contratti di cui non viene specificata la tipologia (e che ricadono quindi nella definizione “altro” nella tabella del ministero) sono per entrambi gli anni il 2% circa.

Tutti questi numeri e percentuali ci dicono che i contratti più usati per assumere persone che hanno fatto, di recente o fino a tre anni prima, uno stage nella stessa realtà dell’assunzione sono l’apprendistato (tra il 39% e il 46% dei casi) e il tempo determinato (tra il 37 e il 44%). Gli ex stagisti assunti a tempo indeterminato sono pochi, tra il 12 e il 14%. Le altre tipologie contrattuali sono residuali.

Fin qui i numeri inediti. Ma qualcosa rispetto alle tipologie contrattuali più utilizzate per assumere gli stagisti era contenuto anche nei due Rapporti sui tirocini pubblicati dall'Anpal nel 2019 e 2021. Prendendo quello più recente, che contiene i dati sull'esito dei tirocini attivati nei sei anni tra il 2014 e il 2019, si trova una tabella che riporta i dati sulle “Tipologie contrattuali della prima occupazione trovata entro 3 mesi dalla fine del tirocinio”. In questa tabella il tempo determinato si attesta in prima posizione a 38,8% seguito dall'apprendistato (31%), dal tempo indeterminato (14,9%) e la somministrazione al 9,7%. Le collaborazioni sono ferme al 2%, e infine c'è un 3,5% di “altri contratti”.


Cosa emerge da tutti questi dati? Probabilmente che il tempo determinato è ancora troppo frequente – e ciò non va bene, specialmente se da dati più precisi
(che attualmente non sono disponibili) dovesse emergere una grande quantità di contratti a tempo determinato molto corti, di pochi mesi.
E in secondo luogo, che per valutare in maniera veloce e tempestiva il grande tema dell’efficacia occupazionale dei tirocini i dati sulle assunzioni post stage dovrebbero essere elaborati e pubblicati ogni anno.

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