Fare un tirocinio a cinquant’anni serve per trovare lavoro?

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 11 Ott 2021 in Approfondimenti

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Nei documenti pubblici del ministero del Lavoro che forniscono annualmente dati sull’esito dei tirocini – praticamente solo le poche paginette del capitolo “Le esperienze di lavoro: i tirocini extracurriculari” nel Rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie – vi è solo una traccia di informazioni su quanto serva effettivamente un tirocinio a trovare lavoro. La percentuale di assunzione post stage, insomma, è “occultata”, molto spesso con l'obliqua, implicita giustificazione che la finalità primaria dello stage non è l’inserimento lavorativo bensì la formazione.

Ma c’è una classe di stagisti per cui questo discorso davvero non ha senso. Si tratta degli stagisti adulti, quelli che fanno uno stage dopo i 35-40 anni. In questo caso è impossibile negare che la finalità principale è proprio quella: fornire a queste persone adulte, rimaste disoccupate, delle nuove competenze in modo da permettere loro di ritrovare il più velocemente possibile un posto di lavoro, una retribuzione, e di non avere troppi buchi nella propria posizione previdenziale.

Il Rapporto sui tirocini extracurricolari realizzato da Anpal in collaborazione con Inapp, pubblicato nel 2021, attesta che il 10,5% dei quasi 2 milioni di tirocini (1.968.828) avviati in Italia nei sei anni tra il 2014 e il 2019 ha coinvolto persone con più di 40 anni. Significa che quasi 207mila ultraquarantenni in quei sei anni – per la precisione: 206.727 – hanno fatto almeno un tirocinio. L’Anpal specifica anche che questi 207mila sono prevalentemente (54,3%) uomini, e solo nel 45,7% dei casi donne, motivando che “la diversa intensità di partecipazione al mercato del lavoro nelle fasce della popolazione più matura» determina una prevalenza della componente maschile nella “classe estrema” «delle persone con almeno 40 anni».

Se si aggiunge il 3,8% di 35-39enni coinvolti in tirocinio nei sei anni presi in esame da Anpal, che equivale a poco meno di 75mila persone, si raggiunge la cifra di 281.542 stagisti over 35 nel periodo 2014-2019: in media 47mila all'anno.

stage lavoro assunzione post tirocinioE gli stagisti adulti-quasi-anziani sono di anno in anno più numerosi. Secondo i dati del Rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, che a differenza del Rapporto Anpal fornisce i numeri anno per anno, in particolare nel 2019 54.128 persone al di sopra dei 35 anni hanno fatto uno stage in Italia: oltre 45mila tra i 35 e i 54 anni e quasi 9mila con oltre 55 anni. Il 16% del totale delle 334.595 persone avviate in stage nel corso del 2019 ha riguardato dunque persone over 35.

Il Covid ha ridotto questi numeri, ma di poco: nel 2020 gli stagisti 35-54enni sono stati oltre 31mila, e gli over 55 più di 7mila (per un totale di 38.269). Facendo la proporzione si scopre che gli stagisti  “adulti-quasi-anziani” sono relativamente addirittura aumentati, tra il 2019 e il 2020: non in numeri assoluti ovviamente, ma in rapporto con le altre classi di età,  rappresentando oltre il 17,5% di tutti i 222.475 stagisti di quell’anno (il numero degli stagisti è ogni anno un po' inferiore al numero totale degli stage attivati, che per esempio come visto in altri articoli per il 2020 è 234.513, perché capita che una stessa persona ne faccia più di uno nello stesso anno).

Dunque abbiamo un esercito di 40-50mila persone adulte, alcune quasi anziane, che ogni anno vengono coinvolte in percorsi di tirocinio extracurricolare. E attraverso questo strumento puntano a un solo obiettivo: trovare lavoro.

Come accennato, dati ufficiali non ce ne sono. Ma la Repubblica degli Stagisti ha ottenuto dal ministero del Lavoro dei numeri inediti su una particolare tipologia di assunzioni. Si tratta di persone “fortunate” che hanno realizzato una doppietta stage+assunzione nello stesso anno: cioè che hanno “avuto”
(cioè avviato, svolto e cessato) un tirocinio  in un dato anno e poi sfociato in quello stesso anno in un’assunzione. Tutto non solo nello stesso anno solare ma anche tutto nello stesso posto di lavoro – cioè, con la terminologia del ministero, “presso stesso datore”.

Si tratta di una fattispecie ovviamente piuttosto infrequente, di cui abbiamo già parlato in un altro articolo di questo corposo approfondimento sull'efficacia occupazionale dei tirocini. Ma qui vogliamo spulciare la tabella inedita del ministero del Lavoro focalizzando l’attenzione sulle classi di età, e in particolare su quanto questa doppietta capiti agli stagisti adulti.

Vi sono 51.232 assunzioni nel 2019 che sono legate a una “precedente esperienza di tirocinio avuta nello stesso anno” e nello stesso posto. Per il 2020 lo stesso dato è pari a  24.645: la drastica diminuzione – un dimezzamento in pratica – è senz'altro da ascrivere al Covid, da un lato per la riduzione generale del numero di attivazioni di tirocini, dall’altro lato per la minore propensione all’assunzione da parte delle aziende.

Delle 51.232 assunzioni “in doppietta” del 2019, 4.363 hanno riguardato persone tra i 35 e i 54 anni, pari all’8,5% del totale. Delle 24.645 del 2020, 2.225 hanno riguardato persone tra i 35 e i 54 anni: il 9%.

Non è un risultato ottimale. Lo si può dedurre semplicemente dal fatto che non è proporzionato alla quota di 35-54enni avviati in tirocinio sul totale di quegli anni: tale quota sfiora il 14%, con 45.324 persone di quella fascia di età sui 334.595 tirocinanti complessivi del 2019, e 31.044 sui 222.475 del 2020.

Se abbiamo il 14% di stagisti di quell’età sul totale degli avviamenti in stage di un certo anno, sarebbe buono avere almeno la stessa percentuale di stagisti poi assunti sul totale delle assunzioni in doppietta di quel dato anno. Se la percentuale è più alta, vuol dire che quella classe di età performa bene come inserimento lavorativo post stage (quantomeno nella formula speciale della doppietta). Se la percentuale è più o meno simile, vuol dire che performa in maniera media. Ma se la percentuale degli assunti è più bassa, vuol dire che qualcosa è andato storto.
 
Per quanto riguarda l’efficacia occupazionale dei tirocini per gli stagisti “supersenior”: 502 assunzioni (l’1% del totale) hanno coinvolto nel 2019 persone ultra 55enni: ma la quota di stagisti con 55 anni e oltre quell’anno era stata di oltre il 2,5% (8.804 su 334.595). Dunque le occorrenze di assunzione sono nettamente inferiori alle occorrenze di stage.
Nel 2020 ci sono state 256 assunzioni in doppietta (di nuovo, l’1% del totale) per persone ultra 55enni: e anche qui la proporzione non è buona, perché in realtà la quota di stagisti con 55 anni e oltre nel 2020 è stata di oltre il 3% (7.225 su 222.475).

Questo tipo di assunzione in doppietta, per la cronaca, ha il suo massimo successo per la classe di stagisti tra i 25 e i 34 anni. In questo caso la probabilità di ottenere stage+assunzione nello stesso anno è decisamente più alta se confrontata alla quota di persone 25-34enni complessivamente avviate in stage in un dato anno, che sono in media il 36% del totale (nel 2019 ci sono stati 120.372 tirocinanti in quella fascia di età, pari appunto al 36% dei tirocinanti di quell’anno; nel 2020 il numero era 81.194, il 36,5% del totale).

Guardando alla tabella del “Numero dei rapporti di lavoro attivati nel 2019 e nel 2020 a seguito di una precedente esperienza di tirocinio avuta nello stesso anno” si scopre che questa fascia di età è super-rappresentata nella circostanza delle assunzioni “in doppietta”: nel 2019 sono stati 23.016 le assunzioni post stage di questo tipo che hanno riguardato 25-34enni, addirittura il 50% delle 51.232 totali. E nel 2020 non è andata molto diversamente: sono state 11.281 le “doppiette” che hanno riguardato 25-34enni, quasi il 46% delle 24.645 totali.

Secondo questo particolare scenario – che, ricordiamolo, non è esaustivo di tutti gli esiti di tutti i tirocini del 2019 o del 2020: si limita a fotografare il buon esito di quelli che sono partiti, si sono svolti, si sono conclusi e si sono trasformati in assunzione nello stesso anno e nello stesso posto –  fare un tirocinio extracurricolare non è poi così utile agli adulti per essere assunti.

Ovviamente per poter dire con certezza se il tirocinio è davvero poco utile per trovare lavoro bisognerebbe che il ministero rendesse pubblici dati più precisi (di cui dispone, attraverso il sistema delle Comunicazioni obbligatorie): innanzitutto prendendo in considerazione anno per anno tutti i tirocini trasformati in contratto, non solo quelli in cui anno di inizio del tirocinio, anno di fine del tirocinio e anno di assunzione coincidono. Poi, fornendo anche il numero delle assunzioni “presso datore diverso”. E infine, fornendo dettagli sulla tipologia contrattuale utilizzata per assumere gli stagisti senior.

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