Valentina Crippa, praticante consulente del lavoro: «Sin dal liceo tra buste paga e lettere di assunzione»

Andrea Curiat

Andrea Curiat

Scritto il 07 Feb 2010 in Storie

«Quando frequentavo il quarto anno del liceo ho deciso quale sarebbe stata la mia strada: mi sarei iscritta alla facoltà di economia con specializzazione in servizi professionali per l’impresa. Mio zio è consulente del lavoro e ho voluto seguire le sue orme. Quello stesso anno ho effettuato uno stage presso uno studio di consulenza a Nervano [in provincia di Milano, ndr], la mia città: mi sono trovata molto bene e subito dopo il diploma sono andata a lavorare lì con un contratto da dipendente part-time. Per metà giornata frequentavo l’università Cattolica, e per l’altra metà svolgevo la mia attività nello studio.  Il praticantato vero e proprio, però, l’ho iniziato soltanto dopo la laurea».
Valentina Crippa ha 25 anni: il suo ingresso nel mondo della consulenza del lavoro è stato decisamente precoce. La passione che ha per il mestiere, confessa, è pari soltanto a quella per l’Inter, la sua squadra del cuore - di cui non perde una partita. Ama anche la giurisprudenza: «ho scelto la mia specializzazione anche perchè aveva molti esami in più rispetto a una normale facoltà di economia». Adesso Valentina è in attesa di poter dare l’esame di abilitazione all’albo, non prima del novembre dell’anno prossimo.
Di cosa si occupa nello studio?

Seguiamo sia la contabilità sia la gestione delle paghe per conto delle aziende clienti. Dopo i tanti anni di lavoro, ci sono alcuni compiti che svolgo in piena autonomia, salvo la revisione finale dei miei capi: elaboro i cedolini paga, preparo le lettere di assunzione per i dipendenti e altro ancora. Ci sono poi delle attività più delicate, per le quali invece assisto i professionisti. In tempi di crisi, dobbiamo spesso seguire le procedure per la cassa integrazione, dalla richiesta alla compilazione dei documenti necessari. Mi reputo fortunata, perché in studio mi hanno sempre spiegato tutto dall’inizio alla fine, e ho avuto modo di vedere ogni tipo di lavoro.

L’attività del praticantato si somma a quella da dipendente? E lo stipendio?

No, sto svolgendo il praticantato approfittando proprio del contratto da dipendente. Non ho ore aggiuntive, e prendo in tutto mille euro al mese.

Quali sono i suoi piani per il futuro? Ha intenzione di aprire uno studio in proprio?
Per ora penso solo a superare l’esame. Non ho fatto piani precisi per il futuro, ma in questo studio mi trovo molto bene e spero di restare qui anche negli anni successivi. Come professionista, ovvio.

 

Andrea Curiat


Per saperne di più su questo argomento, leggi anche:

- Consulenti del lavoro: in arrivo un «patto formativo» tra praticanti e tutor - Pianeta praticanti: inchiesta della Repubblica degli Stagisti / quinta puntata

- Giorgia Dattilo, praticante consulente del lavoro: «Un lavoro scelto per passione e curiosità»

Community