Ufficio per il processo, 8mila posti da 1.800 euro al mese: quattro punti in più per i tirocinanti degli uffici giudiziari

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 19 Ago 2021 in Notizie

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Annunciato, alla fine è arrivato il bando più cospicuo della rimessa a nuovo del settore giudiziario, quello che assegna la metà dei posti totali a disposizione. La ministra Marta Cartabia l’ha definito «un cantiere, da cui immagino la giustizia italiana possa uscire rivitalizzata».  Protagonisti assoluti sono le oltre 16mila nuove assunzioni, che saranno impiegate nel costituendo Ufficio per il processo, una struttura che fa squadra e supporta il giudice nell’amministrazione della giustizia.

Ora è il momento del bando per il reclutamento a tempo determinato di 8.171
unità di personale non dirigenziale, in fascia economica F1 dell’area funzionale terza, con il profilo di addetto all’Ufficio per il processo, da inquadrare tra il personale del Ministero della giustizia. Data ultima per fare domanda: le ore 14 del 23 settembre 2021.

Si conosce già la distribuzione territoriale dei posti messi a bando che è di 200 unità presso la Corte di Cassazione a Roma e il restante numero suddiviso nei distretti della Corte di Appello diffusi in tutto il territorio italiano. La richiesta maggiore di personale arriva da Napoli, con 956 unità, seguita da Roma, 843, e Milano, 680. A seguire ci sono Firenze, con 446 posti a bando, Bologna, 422, Palermo con 410 posti e Torino con 401. A Venezia la richiesta è per 388 addetti, seguita da Catania con 331 e da Bari, Catanzaro e Lecce con, rispettivamente, 306, 304 e 303 posti vacanti. Genova cerca 251 unità, mentre Brescia e Cagliari 248, a cui segue Salerno con 218 e Reggio Calabria con 208. Per la Corte di Appello dell’Aquila il bando cerca 190 addetti, seguita da Messina con 148 e da Trieste e Ancona con 141 e 140. Seguono Potenza con 125, Perugia e Caltanissetta, rispettivamente con 107 e 106 unità, e Campobasso con 51 posti.

Il primo stipendio per chi vincerà il concorso sarà di circa 1.770 euro al mese  per tredici mensilità. Gli 8mila vincitori di concorso saranno assunti a tempo determinato con un contratto individuale di lavoro a tempo pieno della durata di due anni e sette mesi,  sulla base della preferenza di sede espressa dai vincitori secondo l’ordine delle singole graduatorie finali di merito.  

Per partecipare sono richiesti gli stessi requisiti del bando per 168 posti distribuiti tra Consiglio di Stato e Tribunali amministrativi regionali di varie città, scaduto il 5 agosto, ovvero la cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione europea, la maggiore età, il godimento dei diritti civili e politici e il titolo di studio previsto dal bando all’articolo due: dalla laurea in Giurisprudenza a quella in Scienze economiche o in Relazioni internazionali. L’elenco tra discipline e tipologie di vecchio o nuovo ordinamento è lungo e conviene leggere nel dettaglio il bando. Ai candidati in possesso della laurea in economia e commercio o in scienze politiche è, inoltre, riservata una specifica quota di posti.

Ogni candidato può presentare domanda di partecipazione per un solo ufficio giudiziario tra quelli indicati. La domanda di partecipazione va inviata esclusivamente per via telematica attraverso il portale Step One 2019 raggiungibile all’indirizzo ripam.cloud. Per attivare la funzione “candidati” è necessario accedere con lo Spid: a quel punto si vedrà l’elenco di tutti i concorsi a cui si può partecipare e le relative scadenze. A disposizione, sul sito Formez, anche l’elenco di tutte le faq relative alla selezione. Per la partecipazione al concorso deve essere effettuato, a pena di esclusione, il versamento della quota di 10 euro entro le ore 23 del giorno di scadenza mediante il pagamento del bollettino postale precompilato scaricabile online nella prima pagina del form di candidatura o attraverso il sistema di pagamento online, tramite carta di credito o PostePay.

Anche questo bando, come quello di luglio, potrebbe essere una soluzione, solo temporanea, per alcuni dei tanti tirocinanti della giustizia – spesso persone over 30 ma anche over 40 e 50 – distribuiti negli uffici giudiziari di mezza Italia, che da dieci anni continuano a vedere rinnovato il proprio tirocinio in questi enti pubblici contro tutte le leggi che disciplinano gli stage e ne vietano la reiterazione nel tempo. All’articolo 6 del bando di concorso, infatti, si specifica la valutazione dei titoli fatta, secondo l’ultima riforma Brunetta, prima della prova scritta con relativo punteggio determinante per accedervi. I punti totali attribuibili sono 15, di cui fino a sei per il voto di laurea (3 punti per la votazione massima di 110 e lode e via via a scendere, ma raddoppiati se è stata conseguita non oltre sette anni prima), fino a 5 punti per eventuali ulteriori titoli universitari in ambiti attinenti al profilo a concorso (come master o diplomi di specializzazione), 3 punti per l’abilitazione alla professione di avvocato e per l’abilitazione di esperto contabile o commercialista. Infine 4 punti attribuiti a chi abbia svolto, con esito positivo, il tirocinio presso gli uffici giudiziari.

Una volta fatta la graduatoria in base ai punteggi dei singoli candidati, Formez PA trasmetterà alla commissione esaminatrice gli elenchi dei candidati in ordine decrescente di punteggio e suddivisi per codice di concorso. Saranno ammessi a svolgere la prova scritta un numero di candidati per ciascun distretto pari a venti volte il numero dei posti messi a bando oltre a eventuali ex aequo. A quel punto sul sito del Ministero della giustizia e sul sistema Step-One 2019 sarà pubblicato, almeno dieci giorni prima, il diario delle prove scritte, con sede e ora, le modalità di svolgimento, il numero dei quesiti, la durata della prova e i criteri di attribuzione dei punteggi. Oltre a tutte le misure a tutela della salute pubblica vista la situazione epidemiologica. Non è prevista la pubblicazione di una banca dati da cui estrarre le domande prima della prova

All’articolo 7 del bando si specifica che il test «consiste in quaranta quesiti a risposta multipla da risolvere nell’arco di sessanta minuti con un punteggio massimo attribuibile di trenta punti». E viene ritenuta superata con un minimo di 21/30. La prova sarà svolta mediante strumentazione informatica e piattaforme digitali anche presso sedi decentrate che saranno comunicate con il diario del concorso.

Dopo la prova scritta sarà stilata una graduatoria definitiva di merito ed è qui che, a punteggio  pari, sarà preferito chi è più giovane. L’aver partecipato a uno degli stage negli uffici giudiziari, però, potrebbe fare la differenza anche in quest’ultima fase. Il bando, infatti, prevede all’articolo 9 comma 2 che costituiscano titoli di preferenza l’aver svolto l’ulteriore periodo di perfezionamento nell’ufficio per il processo, lo stage presso gli uffici giudiziari, e aver completato il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari. Nomi diversi e riferimenti a leggi diverse che in realtà richiamano sempre gli stessi soggetti che da oltre dieci anni affollano tribunali e corti di appello svolgendo un lavoro con contratti di tirocinio rinnovati nel tempo.

Per i vincitori ci sarà alla fine la firma di un contratto a tempo determinato di trenta mesi, possibile solo grazie ai fondi del Recovery Plan. La ministra Cartabia ha già dichiarato però che la «proficua partecipazione all’Ufficio per il processo attribuirà benefici agli assistenti di giustizia, in termini di titoli, posti riservati e punteggi aggiuntivi per futuri concorsi, a cominciare da quello in magistratura, nelle pubbliche amministrazioni, nell’accesso alla professione forense o a quella notarile, nella scuola di specializzazione o alla magistratura onoraria».

Insomma, per trenta mesi si avrà il brivido di avere un vero contratto e un vero stipendio e in seguito si potrebbe sfruttare questa nuova competenza con relativo punteggio per accedere a nuove assunzioni. Non resta che munirsi di Spid e fare domanda e cercare di rientrare in questa rivoluzione del sistema giustizia che dovrebbe, secondo le previsioni, finalmente velocizzare i processi portando ad abbattere la durata del quaranta per cento in quelli civili e di un quarto in quelli penali.

Marianna Lepore

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