Bando per 50 tirocini al Consiglio dell’Unione europea: il rimborso spese supera i mille euro

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 22 Feb 2019 in Notizie

Consiglio Unione Europea Stage in istituzioni europee tirocinio

Gli italiani continuano ad essere tra i più numerosi nel fare domanda per gli stage al Consiglio dell’Unione europea e, infatti, sono stati al primo posto tra i richiedenti fin dall’avvio del programma nel 2007. Per i tirocini partiti questo mese, su 4.430 domande totali di partecipazione, ben 1.426 erano italiane, esattamente un terzo del totale (a seguire, molto distanziati, i candidati spagnoli e greci). Il picco in assoluto si era registrato nel 2014 quando ben 2.558 delle 5.265 candidature arrivate erano italiane, quindi un candidato su due proveniva dal nostro Paese.

A un numero alto di domande non corrisponde però un altrettanto numero di stagisti, anche in base alla necessità di distribuzione omogenea dei posti tra i vari paesi europei. Per esempio, a fronte delle 1.474 domande italiane pervenute per la tornata di tirocini partita lo scorso settembre (su 4.611 candidature totali), alla fine gli italiani selezionati erano stati soltanto sei. Questo perché i tirocinanti sono selezionati principalmente in base al merito, senza alcuna quota fissa nell’assegnazione dei posti per nazionalità. Solo in caso di parità di requisiti, infatti, l’ufficio tirocini si impegna a garantire prima l'equilibrio di genere e, dopo, la presenza di quanti più paesi possibili rappresentati tra i tirocinanti selezionati.

Tra i fattori chiave nella selezione degli stagisti c’è la conoscenza approfondita dell’inglese o del francese, meglio se entrambi; il merito; la provenienza da nazioni scarsamente rappresentate e il genere. E infatti, spiega alla Repubblica degli stagisti Eva-Lotta Axelsson, assistant – administration dell’ufficio tirocini del Consiglio dell’Unione europea, «negli ultimi tirocini sono rappresentate venti nazionalità diverse. Tra queste, quelle con il maggior numero di soggetti sono la Spagna, seguita ex aequo da Italia, Francia e Germania». Non solo, la buona notizia per quello che in molti considerano ancora il sesso debole, è che su cinquanta stagisti, ben 39 sono donne.

Per quanti siano interessati a prendere parte a questa opportunità, non bisogna allora lasciarsi scappare il nuovo appuntamento per gli stage presso il Segretariato generale del Consiglio dell’Unione europea, organismo che conta 2800 dipendenti provenienti da tutta Europa e contribuisce a organizzare i lavori del Consiglio, assicurandone la coerenza, e ad attuare il suo programma di diciotto mesi.

Fino al primo aprile è, infatti, possibile fare online l’application e mandare la propria candidatura per un tirocinio che prenderà il via il primo settembre e si concluderà a fine gennaio 2020. I posti disponibili, anche questa volta, sono 50. Al più tardi nel mese di maggio saranno contattati i candidati selezionati per lo stage e invitati a presentare alcuni documenti a sostegno delle informazioni indicate nel modulo della candidatura. Ma anche gli esclusi riceveranno entro la fine di giugno una comunicazione e, se interessati, potranno sempre ricandidarsi per la sessione di febbraio 2020.

Gli stagisti, che per partecipare devono aver completato almeno il primo ciclo di studi universitari, riceveranno un rimborso mensile di 1.177 euro, un importo pari a un quarto dello stipendio base mensile di un funzionario di grado AD 5. Obbligatoria per gli stagisti è la stipula di un’assicurazione sanitaria: se il tirocinante già ne dispone una deve solo dimostrare la sua copertura anche all’estero, se invece ne è sprovvisto può attivarne una attraverso il Segretariato generale del Consiglio. In questo caso dovrà contribuire per circa un terzo al premio assicurativo, circa 13 euro al mese, che saranno sottratti dal rimborso spese mensile. In aggiunta, il Consiglio mette a disposizione anche un’indennità di viaggio per le spese sostenute all’inizio e alla fine del tirocinio, per chi proviene da una città a più di 50 chilometri da Bruxelles.

A parte questi stage, anche questa volta ci saranno altri dieci posti per tirocinanti che non prevedono alcun compenso, anche se sono coperti da assicurazione sanitaria interamente a carico del Consiglio e da tessera mensa prepagata di 125 euro. Sono i tirocini obbligatori per gli studenti universitari dal terzo anno in poi che prevedano questo tipo di stage nel proprio percorso di studi o per quelli che devono fare ricerca per la tesi o per il dottorato. Per tutti il consiglio è di non aspettare gli ultimi giorni per candidarsi per evitare di sovraccaricare il sistema di registrazione.

La maggior parte delle domande arriva da candidati laureati in giurisprudenza, scienze politiche, relazioni internazionali, studi economici, ma il Segretariato cerca anche tirocinanti in settori diversi come traduzione, comunicazione, informatica, ingegneria biochimica, scienze della formazione, salute e sicurezza alimentare, solo per citarne alcuni.

E chi venisse selezionato, in pratica, quali compiti dovrà svolgere? Anche in questo caso sul sito ci sono ampi dettagli sul tema: «L’attività quotidiana equivale generalmente a quella dei giovani funzionari agli inizi della carriera». In pratica «preparare riunioni e redigere processi verbali, partecipare a riunioni degli organi preparatori del Consiglio e del Coreper, tradurre documenti, effettuare ricerche su determinati progetti, redigere relazioni». I tirocinanti sono poi invitati a partecipare a un programma di studio che prevede visite e conferenze presso le altre istituzioni a Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo.

Agli stagisti spettano anche dei giorni di ferie, come specificato nella Decisione 40/17 del Segretariato generale del Consiglio entrata in vigore il 1 settembre 2017 e in cui si illustrano tutti i particolari riguardanti lo stage. Tra questi, all’articolo 7.3 si specifica che «il tirocinante ha diritto a due giorni di ferie al mese, calcolati a decorrere dal primo giorno del mese». Ma le domande devono essere approvate dal consigliere del tirocinio e sopratutto tenere conto delle esigenze del servizio a cui si è assegnati. In ogni caso il loro non utilizzo non dà luogo a pagamenti extra.

Chi volesse candidarsi deve per prima cosa creare un traineeship account e poi fare l’application, seguendo tutte le indicazioni e le faq presenti sul sito. Solo una volta contattati – per un colloquio telefonico o online – fare le eventuali proprie richieste di chiarimento.

Certo, il tirocinio non dà alcuna possibilità di assunzione finale, e il Consiglio è chiaro nello specificarlo e nel puntualizzare che non si assume nemmeno la qualifica di funzionario o agente dell’Unione europea. Ma allo stesso tempo non si esclude che gli ex tirocinanti possano essere selezionati mediante una procedura di gara d’appalto o un invito a manifestare interesse organizzato dal Segretariato. Insomma vedere da vicino come funziona l’Unione europea, capirne meglio i processi, lavorare in un ambiente multiculturale e multietnico e condividire nuovi punti di vista, uniti al buon rimborso spese e all’esperienza in una città straniera continua a fare gola a molti. Negli ultimi cinque anni i tirocinanti italiani sono stati 68, a cui ne vanno aggiunti altri otto che hanno usufruito della modalità di stage “di serie B”, senza rimborso spese.

Marianna Lepore

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