Covid, che succede se lo stagista risulta positivo?

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 20 Mar 2021 in Notizie

Coronavirus Inail stagista positivo al Covid tirocinanti

A un anno dallo scoppio della pandemia l'Italia sembra vivere un secondo semi-lockdown, ma per fortuna è anche in atto una campagna di vaccinazione. A questo punto vale la pena chiedersi: quali sono le tutele per gli stagisti in caso di contagio da Covid?

Per prima cosa un chiarimento: il contagio da Coronavirus è considerato e quindi trattato come infortunio sul lavoro e non come malattia. La Repubblica degli Stagisti ha interpellato l’Inail per avere chiarimenti sulla situazione contagio da Coronavirus sul luogo di lavoro per quanto riguarda la categoria dei tirocinanti, ma è bene chiarire subito che le risposte – arrivate dopo
quasi un mese e mezzo di attesa – si riferiscono quasi sempre al “lavoratore” e non al caso specifico degli stagisti.

Anche i numeri a disposizione, utili per farsi un'idea generale della diffusione del fenomeno, sono relativi esclusivamente ai lavoratori. Secondo gli ultimi dati, riferiti fino al 31 gennaio 2021, i contagi sul lavoro da Covid denunciati all’Inail sono stati poco meno di 150mila (per la precisione 147.875), pari a circa un quarto delle denunce complessive di infortunio pervenute all’Inail dall’inizio del 2020. Quasi sette su dieci provenivano, come intuibile, dal settore della sanità e assistenza sociale. Secondo per numero di contagi il settore della pubblica amministrazione – ovvero Asl, amministrazioni regionali, provinciali e comunali – con poco più del nove per cento di denunce.
Nessun dato disponibile, invece, sulla casistica dei tirocinanti contagiati. Leggendo i numeri si sa solo che i
soggetti fino a 34 anni hanno denunciato un infortunio da Covid sul lavoro all’Inail sono stati 28.429, di cui cinque sono morti. Sono, però, tutti giovani lavoratori: il dato sugli stagisti, come detto, manca.

A questo punto, vediamo nel dettaglio cosa succede in caso di positività al Covid sui luoghi di lavoro. Se un dipendente fa un test e risulta positivo, viene messo in quarantena e vengono attivate misure di contenimento, procedendo all’isolamento di tutte le altre persone che lavorano negli stessi locali. Ma se a risultare positivo è uno stagista?

Innanzi tutto è bene ricordare che ogni volta che si firma una convenzione di stage c’è sempre l’obbligo assicurativo presso l’Inail, a carico del soggetto ospitante o del soggetto promotore, proprio per tutelare il tirocinante in caso di infortuni. E questo vale sia per i tirocini curriculari, previsti all’interno di un percorso di studi, sia per quelli extracurriculari, svolti per l’inserimento nel mondo del lavoro grazie a un periodo di formazione in un’azienda o studio professionale. Per entrambe le tipologie «sussiste l’obbligo assicurativo presso l’Inail e, di conseguenza, la relativa tutela, inquadrando per l’aspetto assicurativo il contagio da Covid 19 avvenuto in occasione di lavoro nella categoria degli infortuni sul lavoro, in quanto in questi casi la causa virulenta è equiparata a quella violenta», spiega alla Repubblica degli Stagisti Fausta Savone dell’ufficio stampa Inail.

C’è però una differenza tra i due tipi di stage in fatto di assicurazione, che esisteva già prima della pandemia. Se infatti per i tirocinanti extracurriculari «è prevista la copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro di tutte le attività rientranti nel progetto formativo, comprese quelle eventualmente svolte al di fuori dell’azienda, e quindi anche gli infortuni in itinere, lo stesso non può dirsi per i tirocinanti curriculari, per i quali quest’ultima tutela è da ritenersi esclusa». Questo significa che se all’interno dello stesso ufficio ci sono due stagisti, uno extracurriculare e uno curriculare, ed entrambi dovessero avere un infortunioo, nel caso specifico della pandemia in atto, venire a contatto con un soggetto positivo al Coronavirus nel tragitto verso l’azienda solo il tirocinante extracurriculare avrebbe diritto alla copertura assicurativa. Questo perché la tutela in itinere è esclusa per i tirocini curriculari visto che, si legge anche dal sito Inail, «gli infortuni devono essere ammessi a tutela nei limiti e alle condizioni previste per gli alunni e gli allievi dei corsi professionali e cioè quando si verifichino in occasione delle esperienze tecnico scientifiche, pratiche e di lavoro». In ogni caso, stabilire se il contagio sia avvenuto nel tragitto casa – ufficio o a contatto con altri lavoratori in ufficio è pressoché impossibile.  E infatti la risposta dell'Inail è sibillina: «l’accertamento del nesso causale viene effettuato caso per caso esaminando le cause e le circostanze dell’evento denunciato dal datore di lavoro, ricorrendo nei casi più complessi anche ad indagine ispettiva», il tutto secondo «orientamenti consolidati dalla scienza medico legale».

La circolare Inail del 3 aprile 2020 fa un po' di chiarezza: vi si legge che «sono tutelati dall’Istituto anche i casi di contagio da nuovo Coronavirus avvenuti nel percorso di andata e ritorno dal luogo di lavoro, che si configurano come infortuni in itinere». Su questo punto l’Istituto ha fatto anche un’ulteriore precisazione scrivendo che «poiché il rischio di contagio è molto più probabile a bordo di mezzi pubblici affollati, per tutti i lavoratori addetti allo svolgimento di prestazioni da rendere in presenza è considerato necessitato l’uso del mezzo privato fino al termine dell’emergenza epidemiologica». Non solo, «la tutela assicurativa si estende anche ai casi in cui l’identificazione delle precise cause e modalità lavorative del contagio si presenti più difficoltosa. In tali casi la circolare spiega che si dovrà fare ricorso agli elementi epidemiologici, clinici, anamnestici e circostanziali, al fine di garantire la piena tutela». Ma si parla comunque solo di lavoratori.

Bisogna poi vedere cosa succede se lo stagista è positivo al Coronavirus o sia entrato in contatto con un soggetto positivo e di conseguenza sia obbligato alla quarantena. L’ufficio stampa precisa che «la tutela Inail nei casi accertati di infezione da coronavirus in occasione di lavoro presuppone una inabilità temporanea assoluta al lavoro fino alla guarigione clinica» e che, come stabilito dalla circolare 13 del 2020, «nei casi accertati di infezione da Coronavirus in occasione di lavoro il medico certificatore redige il certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’Inail». Inoltre il datore di lavoro «una volta appreso dell’infortunio deve avvertire l’Inail mediante la comunicazione di infortunio attraverso il servizio denuncia/comunicazione d’infortunio, entro due giorni da quando il lavoratore gli ha fornito notizia dell’evento assieme agli estremi del certificato medico, con l’eventuale documentazione sanitaria allegata».

L
e prestazioni Inail nel caso accertato di infezione da Coronavirus sono erogate anche per il periodo di quarantena o permanenza domiciliare fiduciaria con conseguente astensione dal lavoro. Savone precisa che «la tutela assicurativa Inail spettante nei casi di contrazione di malattie infettive e parassitarie negli ambienti di lavoro e/o nell’esercizio delle attività lavorative, opera anche nei casi di infezione da nuovo coronavirus contratta in occasione di lavoro per tutti i lavoratori assicurati all’Inail, compresi tirocinanti e stagisti». Tutela che decorre dal primo giorno di astensione dal lavoro attestato dal certificato medico di avvenuto contagio o coincidente con l’inizio della quarantena sempre a causa di Coronavirus.

In caso accertato di infezione da Covid in occasione di lavoro l'Inail prevede l’inabilità temporanea assoluta al lavoro fino alla guarigione clinica. All’Istituto deve quindi arrivare la documentazione utile per l’apertura del caso di malattia – infortunio che è indispensabile per la verifica della regolarità sanitaria e l’ammissione del caso alla tutela Inail.

A quel punto, una volta accertata la malattia e la conseguente inabilità al lavoro, chi paga il lavoratore? «Nel caso di soggetti assicurati che hanno contratto il contagio da Covid 19 in occasione di lavoro, la tutela assicurativa è a carico dell’Inail che provvede a erogare le relative indennità per il periodo di astensione dal lavoro». Se quindi, come l'Inail afferma, «la tutela assicurativa opera per tutti i lavoratori assicurati, compresi tirocinanti e stagisti» allora anche questi soggetti dovrebbero di fatto ricevere l'indennità a carico dell'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro durante l'astensione dal tirocinio. Ma la Repubblica degli Stagisti non ha ancora dati a supporto.

Cosa fare invece per tornare in ufficio a svolgere lo stage una volta guariti? «Per il rientro/reintegro al tirocinio è necessario che si presenti al datore di lavoro il certificato di avvenuta negativizzazione e in caso di stagisti che siano stati ricoverati, che vi sia stata la visita del medico competente per verificare l’idonetà alla mansione specifica», spiega Savone, come stabilito anche dalla circolare ministeriale del 12 ottobre 2020.

Fin qui le risposte dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. A queste va aggiunto quanto stabilito nel Dpcm del 3 novembre 2020 all’articolo 1 comma nn in riferimento alle attività professionali per cui si raccomanda «che siano attuate mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza» e che «siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio». Questo significa che ai tirocini che si svolgono in presenza o in modalità mista è necessario applicare i protocolli di sicurezza anti contagio e che l’ente ospitante deve dichiarare all’università di assicurare anche nei confronti del tirocinante l’applicazione del Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e la prevenzione dal Covid 19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 24 aprile dello scorso anno tra Governo e parti sociali.

Come già detto, le risposte arrivate dall’Inail fanno quasi sempre riferimento al “lavoratore” e non al caso specifico dello stagista. E infatti, nella pratica, ad oggi in ambito di tirocinio si sta optando per altre modalità piuttosto che per la sospensione assoluta dal lavoro. Per quanto lo stagista sia equiparato al lavoratore e venga nei suoi confronti applicato il protocollo, fin quando possibile si continua con lo svolgimento dello stage in modalità a distanza.

Prendendo, infatti, ad esempio le indicazioni dell’università Bocconi, se il tirocinante è risultato positivo al Covid durante lo svolgimento dello stage e questo si sta svolgendo in presenza o in modalità mista e le condizioni di salute del giovane lo consentono, allora «è possibile proseguire senza interruzioni in modalità a distanza durante il periodo di isolamento del tirocinante». Stessa cosa se lo stagista è in quarantena in attesa di tampone o perché contatto stretto di un positivo.

Se, invece, le condizioni di salute non lo permettono «è possibile sospendere lo stage per il tempo necessario, con facoltà dell’azienda di recuperare la sospensione alla guarigione del tirocinante». Se, invece, il tirocinante «è entrato in contatto con persone dell’azienda si deve fare riferimento al Protocollo aziendale prevenzione Covid19». Sospensioni e modifiche devono sempre essere confermate dallo stagista e approvate dall’Università.

Tenendo presente quindi le indicazioni Inail, conviene sempre farsi dare copia del Protocollo aziendale prevenzione Covid e allo stesso tempo dare un’occhiata alle indicazioni della propria università – o altro soggetto promotore – e a quelle adottate dalle singole Regioni. Nel Lazio, per esempio, il tirocinio va sospeso in caso di quarantena o isolamento, adottando la causale della sospensione per malattia lunga. La tutela Inail resta la stessa ovunque, ma la possibilità eventualmente di procedere con il tirocinio a distanza – soprattutto se asintomatici – dipende dalle singole situazioni.

Ad oggi però, come detto, non è dato conoscere il numero degli stagisti infortunati Covid e i dettagli sul trattamento economico che hanno ricevuto e stanno ricevendo dall’Inail come indennizzo. Non appena l'Inail ce li fornirà, torneremo a occuparci di stagisti con il Coronavirus sulle pagine della Repubblica degli Stagisti.

 Marianna Lepore

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