Il paradosso: aziende pronte a dare opportunità e soldi ai giovani, le Regioni mettono il veto

Scritto il 08 Apr 2020 in Notizie

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“Siamo lieti di informarla che ha superato brillantemente la selezione, e che desideriamo offrirle un tirocinio extracurricolare presso la nostra azienda; se accetterà, il tirocinio avrà inizio lunedì 6 aprile”. E invece… no. Perché la Regione Lombardia ha bloccato, a partire dal 30 marzo, tutte le attivazioni di nuovi stage. Dunque le opportunità che erano sulla griglia di partenza sono state sospese. Rimandate a data da destinarsi, nella migliore delle ipotesi. Ma per gli “stagisti mancati” si tratta di opportunità andate (per ora) in fumo: di poter impiegare proficuamente questo tempo di lockdown per acquisire nuove competenze, di poter guadagnare dei soldi. Anche solo, semplicemente, di avere qualcosa da fare dentro casa.
 
Che succede? Diverse delle virtuose del network della Repubblica degli Stagisti ci hanno contattato, negli ultimi giorni, per raccontarci tante versioni della stessa storia: avevamo dei tirocini in partenza, la Regione ci ha bloccato tutto. Ma come, la Regione Lombardia non aveva autorizzato già a fine febbraio la possibilità di svolgere i tirocini da casa, in modalità “smart internshipping”? Certo. Ma era un’autorizzazione prevista sopratutto per poter far proseguire gli stage già in essere: quelli cioè attivati in precedenza. Anziché sospenderli tout-court (come hanno fatto altre Regioni come il Lazio e il Piemonte, per intenderci), la Lombardia aveva espressamente previsto fin dall'inizio questa modalità.
 
E muovendosi per analogia, alcuni soggetti promotori in Lombardia avevano, nel corso del mese di marzo (a partire dal 10 marzo e fino al 30), attivato qualche nuovo tirocinio direttamente in modalità smart: «Nelle ultime settimane abbiamo effettuato otto attivazioni di nuovi stage, tutti in Lombardia» aveva per esempio raccontato all'inizio di aprile alla Repubblica degli Stagisti Adriana Zerboni, direttrice della Divisione Politiche Attive del Lavoro dello Studio Santagostino, specificando di aver gestito «le nuove attivazioni da remoto, con tutte le attenzioni della modalità di svolgimento in smart working».

stage lavoro everis«A marzo abbiamo attivato uno stage in ambito dati per un progetto bancario» conferma Francesca Muscillo del dipartimento People di everis, società di consulenza di matrice spagnola con uffici a Roma, Milano e Torino: «Questo stage è partito in modalità smartworking: il ragazzo ha firmato l’addendum fornito dall’ente promotore. Abbiamo creato una pagina web ad hoc con tutti i documenti e le informazioni necessarie per lo svolgimento della sua attività lavorativa e avviato i colloqui di monitoraggio con l’ufficio HR in modo da verificare strada facendo l’andamento dello stage e la qualità della formazione a distanza». Il neostagista quindi riceve fin dal primo giorno il supporto e l’attenzione del tutor direttamente da casa: attraverso efficienti strumenti tecnologici può essere costantemente in contatto con gli altri membri del team, fare domande, essere guidato nel suo percorso. Come fosse in ufficio? Non proprio. Ma quasi.
 
E a fronte di questo, il ragazzo sta avendo una opportunità di imparare, e contemporaneamente riceve 1000 euro al mese. Eh sì, perché everis è un’azienda virtuosa: fa parte dell’RdS network da oltre un decennio, e ai suoi stagisti offre condizioni ottime. Tra cui una percentuale di assunzione post stage superiore al 90% e una indennità mensile tra le più alte sul mercato.
 
Peccato che quello accolto a marzo sarà, per non si sa quanto, l’ultimo stagista di everis. Perché a molti ragazzi questa esperienza – e questo trattamento economico di tutto rispetto, specialmente considerando la situazione attuale! – è stata preclusa. A causa di una decisione della Regione Lombardia: «Le Regioni hanno concordato di sospendere lo svolgimento dei tirocini extracurriculari. E quindi non possono esserne attivati di nuovi fino al permanere delle attuali restrizioni» si legge in un comunicato datato 30 marzo.
 
«Prevedevamo di attivare sei stage, tutti extracurricolari, tra la prima e la seconda settimana di aprile, per attività di sviluppo software e per attività di application maintenance per progetti in ambito bancario e delle telecomunicazioni» dice ancora Muscillo: «Sembrava tutto a posto, anche perché il soggetto promotore che utilizziamo per attivare i nostri tirocini era tranquillo: dopo un passaggio col loro ufficio legale e addirittura un consulto con un soggetto promotore competitor, erano giunti alla conclusione che si potessero ancora attivare tirocini, direttamente in modalità smart working».
 
Questa interpretazione derivava dall’avverbio “tuttavia”
con cui comincia il secondo paragrafo del comunicato del 30 marzo della Regione Lombardia. Che recita: «Tuttavia, laddove le specificità del soggetto ospitante […] consentano una modalità di svolgimento dello stesso mediante forme alternative alla presenza in azienda, le Regioni concordano sulla possibilità di valorizzare la sperimentazione di tali modalità».
 
Quel “tuttavia” aveva creato un po’ di confusione e non poche aspettative, sia nelle fila delle aziende sia nelle fila dei ragazzi: il 2 aprile, per esempio, il lettore Mnl aveva scritto sul Forum della Repubblica degli Stagisti “dal comunicato della Regione Lombardia sembra che vi sia possibilità di attivare nuovi tirocini in smart working”, citando proprio quel famoso secondo paragrafo del comunicato.
 
Ma non è così. La parte che fa fede, all’interno di quel documento, sta inequivocabilmente nel primo paragrafo: «non possono esserne attivati di nuovi».
 
«La referente del nostro soggetto promotore ha chiesto un riscontro diretto da parte della Regione Lombardia, che purtroppo ha confermato l’impossibilità di attivare nuovi tirocini fino al permanere delle attuali restrizioni» prosegue ancora Muscillo di everis. E quindi, dato questo stop, tre ragazzi e tre ragazze – tutti tra i ventidue e i ventinove anni laureati chi in Matematica, chi in Informatica, chi Editoria e Comunicazione, più un diplomato in ambito informatico, si sono trovati dall’oggi al domani privati della prospettiva di poter iniziare uno stage. «Addirittura due di loro stavano già svolgendo un tirocinio in altre società, e l’hanno interrotto per poter intraprendere il nuovo percorso in everis». La decisione della Regione ha dunque addirittura danneggiato doppiamente queste persone, che avevano lasciato precedenti attività proprio per poter cogliere questa opportunità. Che è... svanita.
 
In realtà non proprio svanita, sia ben chiaro: «Li abbiamo contattati telefonicamente in questi giorni spiegando loro la situazione» dice Muscillo: «I ragazzi erano dispiaciuti, però consci del fatto che non è una responsabilità di everis e che è grande il desiderio di inserirli al più presto nella nostra azienda. Attendono con ansia nostre nuove e incoraggianti disposizioni».
 
Come i sei stagisti mancati di everis ce ne sono tanti altri. E non solo in Lombardia: il Lazio già in una circolare del 12 marzo aveva disposto «la sospensione di tutte le attività di tirocinio attualmente in corso, per causa di forza maggiore» specificando che «le attività inerenti ai tirocini progettati, ma non ancora avviati, riprenderanno successivamente alla data di sospensione». Una posizione rigida basata sull’assunto che «in qualità di istituto formativo, il tirocinio non configura un rapporto di lavoro» e che quindi «non è prevista la possibilità di condurre il tirocinio in remoto (es. FAD) o in modalità “agile”, ossia tramite la configurazione organizzativa tipica del telelavoro e dello smartworking». Interpretazione condivisa, purtroppo, anche da altre regioni: invece la Regione Lombardia aveva preso la strada giusta – non vietare i tirocini a distanza. Ma poi ha sterzato bruscamente, fino a fare quasi dietrofront. I tirocini da remoto già in essere possono proseguire, ma niente nuove attivazioni.
 
In generale la domanda da porsi è solo una: è davvero questo il momento giusto per bloccare delle opportunità per i giovani di avere una attività e di poter portare un po’ di soldi a casa ogni mese? Vietando la prosecuzione dei tirocini già in corso, oppure bloccando l’attivazione di nuovi tirocini, quando sarebbe possibile svolgerli da remoto? E anche la risposta secondo noi della Repubblica degli Stagisti è solo una: no.



[L'immagine a corredo di questo articolo è di SupportPDX tratta da Flickr in modalità CreativeCommons]

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