Splitit, la startup che ha reso possibile la colletta digitale

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 08 Ago 2016 in Approfondimenti

StagistiRaccogliere fondi per una causa benefica o anche solo per un regalo ad un amico? Oggi si può fare in Rete grazie a Splitit, start-up fondata a Catania dal 33enne Carlo Graziano. Un ex expat, un cervello di ritorno: partito per l'Australia subito dopo la laurea in Economia per lavorare e proseguire la sua carriera di giocatore professionista di pallanuoto, che anche oggi gli permette di mantenersi in attesa di essere stipendiato dalla sua azienda.

Proprio in Australia è nata l'idea per Splitit: «Nei Paesi anglosassoni si usano molto queste cene per raccogliere fondi, eventi cui partecipano anche 400 persone», racconta alla Repubblica degli Stagisti: «Con il fatto che ero italiano risultavo simpatico a tutti, e dunque ero sempre io a dovermi occupare di invitare le persone e di raccogliere i soldi: mi capitava poi di trovarmi con 40mila dollari in contanti nel cassetto!».

Problema che non avrebbe avuto se fosse esistita una piattaforma sulla quale versare il denaro. Un sito per le collette digitali, che è esattamente quello che Graziano ha cominciato a progettare quando nel 2012 motivi familiari lo hanno riportato in Sicilia. Il meccanismo alla base di Splitit è molto semplice: si crea una raccolta fondi, che può essere pubblica se si tratta di beneficenza o privata se l'obiettivo è una lista nozze oppure un regalo di compleanno: da quel momento in poi è possibile effettuare le donazioni.Stagisti Niente a che vedere con il crowdfunding, visto che non sono previste ricompense per chi versa denaro e i soldi vengono liquidati anche se non si raggiunge l'obiettivo. Alla somma viene solo applicata una commissione del 2%, che rappresenta la fonte di guadagno per la startup.

Fondata nel 2013, operativa on line dal febbraio 2014, la creazione di Splitit ha richiesto un investimento iniziale di 20mila euro, soldi che Graziano ha messo di tasca sua. A novembre dello scorso anno è stata rilasciata una nuova versione del sito realizzata grazie ad un finanziamento bancario da 100mila euro. «Si tratta di fondi per startupper under 35 per i quali il Mise fa da garante [attraverso il Fondo centrale di garanzia, ndr] e che vengono erogati dopo una valutazione del business plan da parte dell'istituto di credito». Queste risorse hanno permesso, oltre ad avere due grafici che collaborano con la start-up, anche di assumere una community manager.

Si tratta di Giulia Tumminelli, 26enne laureata, entrata in azienda grazie al programma Garanzia Giovani. «In generale, secondo me, GG non ha funzionato», spiega la diretta interessata, «ci sono tanti che ancora aspettano mesi di rimborsi, io stessa sono in attesa di due mensilità. Diciamo che però nonostante tutto io sono stata fortunata: ho avuto una bella esperienza e sono stata assunta, ma il mio è purtroppo un caso isolato e raro». Perché però ha deciso di percorrere questa strada? «Ero da poco reduce da un'altra esperienza lavorativa, anche quella molto interessante, ed ero in cerca di una nuova occupazione. Mi è sembrata un'ottima opportunità quella di svolgere un tirocinio di sei mesi per poi probabilmente essere assunta». Una possibilità che per Tumminelli si è trasformata in un contratto a tempo indeterminato.

StagistiÈ anche su di lei che fa affidamento Graziano per lo sviluppo futuro di Splitit. Al momento l'azienda sta cercando un finanziamento da 150mila euro per un piano promozionale della durata di due anni. Fino ad oggi questa start-up si è fatta conoscere investendo in pubblicità su Google e Facebook e scambiando banner, ad esempio, con siti di wedding planner. Proponendosi, cioè, come la piattaforma sulla quale gestire la raccolta fondi per una lista nozze o una lista viaggio. Finora funziona: «L'anno scorso abbiamo gestito campagne per un totale di 70mila euro: da quando a novembre è andata online la nuova versione del sito ad oggi siamo passati a 220mila. Di cui 100mila solo negli ultimi tre mesi».

I numeri crescono, ma per arrivare al pareggio di bilancio ci vorranno ancora dai dodici ai diciotto mesi. Anche per questo si lavora già all'internazionalizzazione: «A novembre tornerò in Australia per vedere se c'è la possibilità di lanciare Splitit anche da quelle parti».

Riccardo Saporiti

startupper@repubblicadeglistagisti.it 

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