Far ripartire il Sulcis dalle startup, un 25enne sardo ci prova con complementi d'arredo di lusso

Riccardo Saporiti

Riccardo Saporiti

Scritto il 02 Nov 2015 in Approfondimenti

sardegna Startup

StagistiDalla Sardegna alla conquista del mercato del lusso internazionale: questo l'obiettivo di Boutique Sardinia Design 1850, start-up che produce complementi d'arredo utilizzando materie prime che si trovano sull'isola. «I nostri sono tutti pezzi unici», assicura alla Repubblica degli Stagisti Daniele Casti, il 25enne ideatore del progetto. E diversamente non potrebbe essere, visto che uno dei materiali impiegati è rappresentato dai legni di mare, ovvero dal legname che viene trasportato sulla spiaggia durante le mareggiate.

Un diploma da perito elettronico in tasca, dopo averlo conseguito Casti ha smesso di studiare ed ha iniziato a lavorare in un settore completamente diverso da quello del scuo corso di studi. Per anni si è infatti occupato di marketing e pubbliche relazioni. «Ho lavorato, sempre da free lance, sia in Italia che all'estero». Fino a che scelte non è tornato a casa, nel Sulcis. Una terra molto povera, dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto addirittura l'incredibile tasso del 74%: praticamente il doppio della - già altissima - media nazionale. «A scuola c'era un professore che diceva che i ragazzi che nascono qui sono svantaggiati, perché è come se nell'aria ci fosse una nebbia che impedisce di conoscere la vita e vedere cosa c'è intorno», spiega il giovane imprenditore. Che, tornato in Sardegna per ragioni di natura personale, si è messo in testa di provare a diradare questa nebbia.

È infatti proprio partendo dalle materie prime del territorio che Casti ha deciso di sviluppare la sua idea imprenditoriale. Oltre ai legni di mare, vengono utilizzate pietre originarie della Sardegna. Anche le lavorazioni sono tutte a chilometro zero: un modo per conciliare l'amore per la propria terra con «il design e l'arte contemporanea, due monti che mi sono sempre piaciuti. Il nostro desiderio era quello di contribuire all'evoluzione del design e siamo andati a cercare uno spazio dove non ci fosse la concorrenza dei grandi marchi e che non fosse saturo». Una nicchia di mercato, insomma, che permetta a Boutique Sardinia Design 1850 di crescere.

Al momento Casti ha coinvolto altre sei persone nel suo progetto. Si tratta di suoi familiari, artigiani che per hobby realizzavano complementi d'arredo, fino a che Casti non li ha convinti a fare della loro passione una professione vera e propria, progettando e realizzando mobili e complementi d'arredo utilizzando materie prime della Sardegna, con l'obiettivo di conquistare il mercato internazionale del lusso.

L'iniziativa imprenditoriale in realtà non Stagistiha ancora una forma giuridica precisa: «Siamo partiti a marzo di quest'anno, pensavamo che avremmo impiegato molto più tempo per ottenere visibilità. Invece è nato un grande fermento, specie negli ultimi tre mesi, e stiamo vedendo di organizzarci di conseguenza». A cominciare dalla creazione dell'azienda vera e propria. «L'ipotesi è quella di dar vita ad una srl. Un paio di anni fa ho conosciuto ad un convegno diversi membri di Confindustria Giovani, mi sto confrontando anche con loro per capire quale possa essere l'inquadramento più adeguato».

Intanto, però, la start-up ha cominciato a lavorare. Sia per la produzione che per la fatturazione, per il momento si appoggia ad un'altra azienda che la sta letteralmente “incubando”. I primi ordini sono già arrivati e i primi prodotti sono già stati consegnati: merito di un'esposizione organizzata durante l'estate a Porto Cervo, alla ricerca di facoltosi clienti internazionali.

«Per il momento io e i sei artigiani coinvolti ci siamo autofinanziati, investendo circa 50mila euro». Fondi che hanno coperto le spese per i primi prototipi e per il catalogo, oltre al sito internet che ha sia una versione in inglese che una in russo. Casti è alla ricerca di un finanziamento seed di altri 50mila euro, soldi che serviranno per aprire un laboratorio e per lanciare una nuova campagna di marketing, «che calibreremo sulla base dei fondi che saremo in grado di raccogliere». Non si pensa però soltanto ai soldi: «cerchiamo un partner che sia anche in grado di garantirci una mentorship. Sarebbe inutile avere chi ti finanzia senza capire cosa stai facendo e quindi senza contribuire alla realizzazione del progetto».

StagistiIntanto il giovane startupper si gode i primi successi. «In estate abbiamo avuto un buon feedback di mercato da clienti sia europei che asiatici, così come originari dei Paesi arabi. Non posso dire di più rispetto alle quantità, ma posso affermare che stiamo raggiungendo il nostro obiettivo di raggiungere un mercato internazionale». E mentre si smaltiscono i primi ordini, si lavora al nuovo catalogo: «Presenteremo i nuovi prodotti durante l'inverno». Senza perdere di vista gli obiettivi più generali contenuti nel business plan, che prevedono «di raggiungere il pareggio entro il prossimo anno». E chissà che da qui ad allora Casti non sia davvero riuscito a disperdere quella nebbia che avvolge chi, come lui, è nato nel Sulcis.

Riccardo Saporiti
startupper@repubblicadeglistagisti.it 

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