Stage sospesi e indennità negate in tempi di Covid, cosa possono fare i giovani: il caso degli “Stagisti in sospeso”

Scritto il 18 Mag 2020 in Notizie

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Sono uno stagista, l'emergenza Coronavirus mi sta mettendo in difficoltà. Il mio stage è stato interrotto, oppure sospeso. Non ricevo più l'indennità mensile, eppure le spese per il mio affitto non si sono interrotte. La condizione di inattività mi pesa. Cosa posso fare?

È una domanda che è arrivata spessissimo alla Repubblica degli Stagisti nelle ultime settimane. I nostri lettori, sul Forum o sulle nostre pagine sui social network, non vanno solo in cerca di informazioni: cercano anche di fare rete e di smuovere le acque, sensibilizzando politici e amministratori pubblici.

In particolare un gruppo di ragazzi intraprendenti ha avviato un mail bombing efficace. I cinque hanno scritto una lettera, indirizzandola singolarmente a politici regionali, citando anche le proposte/richieste della Repubblica degli Stagisti apparse il 28 aprile nell’articolo “Covid, le quattro priorità per gli stage: urgono interventi della politica”).

In questa fase è importante farsi sentire; riverberare e far conoscere il più possibile ciò che altre Regioni stanno facendo, in modo da creare un effetto positivo di “emulazione” delle best practice; e contemporaneamente valorizzare e condividere le informazioni su chi, a livello regionale (sopratutto a consiglieri regionali o parlamentari singoli), si sta impegnando per portare a casa qualcosa per gli stagisti.

I giovani
la ligure Chiara Collarà, la campana Ilaria Esposito e i piemontesi Gianluca Ruggiero, Kudra Andrée e Flavia Giardina, tutti tra i 26 e i 29 anni – hanno anche coniato per loro un nome collettivo: si sono autodefiniti “gli stagisti in sospeso”. Noi li consideriamo  “ambassadors” della RdS, e speriamo che altri si aggiungano a loro: i giovani in tutta Italia possono muoversi e attivarsi affinché siano tutelati gli stagisti e la qualità degli stage, mettendosi a fianco della nostra testata che da oltre dieci anni opera in questo campo.

Pubblichiamo quindi volentieri la email che gli “stagisti in sospeso” stanno inviando ai presidenti delle Regioni, alle giunte regionali e ai consiglieri regionali, in modo che possano fungere da ispirazione per altri che volessero cimentarsi in azioni simili.

Molto importante fare attenzione, in questi casi, al linguaggio. Se nella propria “richiesta” per esempio si parla di stagisti come “lavoratori", se ci si riferisce allo stage come a un “contratto", o all’indennità come a una “retribuzione", ci si mette automaticamente in una posizione di debolezza. I detrattori hanno a quel punto gioco facile, infatti, a derubricare la proposta asserendo che arrivi da persone ingenue e non consapevoli – del fatto che lo stage non è un contratto di lavoro, che gli stagisti non sono lavoratori, che l’indennità non è una retribuzione… e così via. Per questo bisogna fare particolare attenzione a essere “inattaccabili” nella formulazione delle richieste; e per questo il “template” degli “stagisti sospesi” risulta particolarmente efficace.

Va ovviamente rimodellato e “costumizzato” per adattarsi a ogni singola realtà regionale.



TEMPLATE A CUI ISPIRARSI

Alla cortese attenzione del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Gentile Presidente Cirio,

Siamo Chiara Collarà, Ilaria Esposito, Gianluca Ruggiero, Kudra Andrée e Flavia Giardina. Siamo al momento impiegati come tirocinanti in ambito Risorse Umane/formazione in organizzazioni attive in Piemonte e scriviamo alla sua attenzione per esporle la nostra situazione attuale.

Ormai da due mesi i nostri tirocini sono stati sospesi in linea con le indicazioni della Regione Piemonte per tutelare la salute e la sicurezza dei tirocinanti durante l’emergenza Coronavirus.

La possibilità, prevista intelligentemente e previdentemente dalla Regione, di lavorare in “smart- internshipping” non è stata resa operativa al momento in nessuno dei nostri casi e per alcuni di noi non sarebbe comunque applicabile. A oggi tutti noi, come molti dei nostri colleghi tirocinanti in Piemonte (circa 6mila a fine Marzo) e in tutta Italia, siamo a casa in attesa di poter riprendere i tirocini presso le nostre aziende.

Contestualmente alla sospensione del nostro tirocinio, come previsto dalla normativa, anche le nostre indennità sono state sospese.

Siamo consapevoli che il tirocinio non costituisce formalmente un rapporto di lavoro. Tuttavia, data la nostra giovane età, questo strumento è stato per noi un mezzo efficace per fare un primo passo nel mondo del lavoro.

Iniziare come tirocinanti ci ha permesso di dare avvio alla carriera dei nostri sogni, in aziende con la "A" maiuscola. Vederci corrisposto un rimborso per i nostri tirocini ha dato la possibilità ad alcuni di noi di trasferirsi dalla propria Regione di nascita e mantenersi autonomamente qui in Piemonte e ad altri di non gravare più economicamente sulla propria famiglia. Il nostro entusiasmo e la nostra voglia di dare un contributo ci hanno reso forti in questi mesi (per alcuni di noi, anni) di tirocinio. Questi sarebbero stati per noi i primi passi verso l’indipendenza professionale e economica, indipendenza che ora vediamo inevitabilmente rimandata a data da definirsi.

Alcuni di noi, infatti, sono stati costretti, in questi mesi, a tornare a chiedere aiuti economici ai propri genitori e parenti per pagare l’affitto e comprare generi alimentari. Altri stanno valutando se dover lasciare il proprio tirocinio per potersi sostentare momentaneamente con prestazioni occasionali di baby-sitting o altro, rinunciando così all’avvio delle proprie carriere.

È dunque in queste circostanze e con questi pensieri che abbiamo deciso di rivolgerci a lei e alla giunta della Regione Piemonte per chiedere di rompere insieme il silenzio sulla categoria dei tirocinanti e per sottoporvi i seguenti punti, che abbiamo deciso di portare avanti insieme alla testata “La Repubblica degli Stagisti”, e riteniamo fondamentali:

1. Sostegno economico agli stagisti. È indispensabile prevedere un sussidio a favore di tutti coloro che si sono visti interrompere o sospendere il tirocinio causa Coronavirus e per i quali non è stato possibile proseguire da casa. La maggior parte dei tirocini e relativi rimborsi è stata sospesa a Marzo e perciò è necessario muoversi al più presto per sostenere economicamente questa categoria, soprattutto pensando ai tanti tirocinanti “fuori sede” e a coloro che pagano un affitto. La nostra proposta è che il sussidio debba essere garantito per tutti coloro che stessero svolgendo un tirocinio con indennità di durata superiore alle 160 ore (un mese), indipendentemente dalla natura curricolare o extracurricolare del tirocinio. Su questo punto confidiamo in un vostro riscontro viste anche le azioni già intraprese in merito da altre regioni quali Emilia Romagna, Toscana e Lazio.

2. Chiarire le tempistiche di ripresa dei tirocini. È importante decidere e comunicare con chiarezza quando i tirocini (sia curricolari sia extracurricolari) sospesi causa Coronavirus, potranno ricominciare e a quali condizioni: potranno ricominciare contestualmente alla riapertura delle attività e dei negozi? Se l’ufficio è aperto questo comporterà che potremo riprendere il nostro tirocinio? Sappiamo che è difficile prevedere il futuro anche prossimo in queste circostanze, ma è fondamentale per noi dare un orizzonte certo agli stagisti sospesi.

Sentiamo forte, soprattutto in questo momento, la responsabilità di essere la futura generazione di lavoratori italiani e desideriamo, più di ogni altra cosa, di poter tornare a dare un contributo in presenza o in modalità smart e dare il massimo per far ripartire la nostra Regione Piemonte e la nostra Italia. In attesa che questo sia di nuovo possibile vogliamo evitare che le energie di questa fresca generazione di futuri lavoratori si disperdano e che i giovani tirocinanti perdano il proprio scopo, la speranza e la motivazione.

Ci appelliamo a voi, alle Regioni, soprattutto ora, che nemmeno il tanto atteso “Decreto Rilancio” include la nostra categoria tra quelle che verranno sostenute economicamente dallo Stato nei prossimi mesi aumentando tra i tirocinanti una diffusa percezione di “invisibilità sociale”.

Siamo certi che il nostro appello sarà accolto da lei e dalla giunta, che questo “silenzio degli innocenti” sarà spezzato e che smetteremo di essere invisibili, nel frattempo la ringraziamo di cuore per il tempo che ci ha dedicato e rimaniamo in attesa di un suo cordiale riscontro.

Distinti Saluti,

Chiara, Ilaria, Gianluca, Kudra e Flavia (Stagisti in Sospeso – Piemonte)

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