Stage, nuove norme regionali: sì all'obbligo di rimborso in Toscana e Abruzzo, no in Lombardia

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 04 Apr 2012 in Approfondimenti

Alcune Regioni italiane dicono stop agli stage gratuiti, mentre in altre questa pratica continua ad essere legale. stageÈ la conseguenza paradossale della competenza regionale in materia di formazione, e quindi di tirocini formativi: a seconda della città dove un giovane fa il suo stage, già oggi può godere di differenti diritti. Primo tra tutti quello, importantissimo, di poter contare - o non contare - su un compenso per la sua prestazione. D'ora in poi dunque ci saranno stagisti di serie A, toscani o abruzzesi, che vedranno riconosciuto il valore del proprio tempo e impegno nell'ambito del tirocinio attraverso una gratificazione economica non più a discrezione del soggetto ospitante, ma garantita dalla legge; e stagisti di serie B, in Lombardia e altrove, che invece non potranno rivendicare nulla.
Ad aprire la pista è stata la Regione Toscana [nella foto, il presidente Enrico Rossi], che già nel 2011 ha dato avvio all'iter per l'approvazione di una legge regionale che, tra le altre cose, introducesse per la prima volta in Italia, sul modello francese, l'obbligo di erogare un rimborso spese agli stagisti. Non a tutti a dir la verità: restano fuori i tirocini curriculari, quelli cioè svolti dagli studenti durante un percorso di studi (università, master, corsi di formazione). Ma la norma vale per tutti i tirocini extracurriculari. Dopo l'approvazione
a fine gennaio della legge regionale che prescriveva «l’obbligo a carico dei soggetti ospitanti di erogare un importo forfetario a titolo di rimborso spese», in Toscana si è aperta la fase di redazione del regolamento che supporta questa legge dettagliando alcuni aspetti, tra cui appunto l'ammontare minimo del rimborso spese. «Per assicurare una adeguata tutela ai tirocinanti sono disciplinati gli obblighi e i compiti dei vari soggetti coinvolti nel rapporto di tirocinio, i diritti e gli obblighi dei tirocinanti, nonché i contenuti della convenzione stipulata fra il soggetto promotore e il soggetto ospitante» si legge nel testo, messo a punto nel corso del mese di marzo «ed è determinato l’importo forfetario a titolo di rimborso spese a carico dei soggetti ospitanti nella misura di 500,00 euro mensili lordi». Il 30 marzo il regolamento è stato pubblicato sul Burt (il Bollettino ufficiale della Regione Toscana), entrando in vigore il giorno successivo.
E la Toscana ha già un emulo: anche la giunta regionale abruzzese ha recentemente emanato un documento con nuove «Linee guida per l'attuazione dei tirocini nella Regione Abruzzo». Il 12 marzo infatti, con la deliberazione n. 154, il presidente Gianni Chiodi (PdL) ha approvato oltre alle linee guida un allegato in cui al punto 1.16 («Facilitazioni benefici e rimborsi spese») è previsto che «Il soggetto ospitante deve garantire al tirocinante un rimborso spese il cui ammontare non può essere, in ogni caso, inferiore ad euro 600,00 mensili». Con una ulteriore aggiunta: «L'ammontare di tale rimborso deve essere comunque idoneo a coprire tutti i costi di trasporto sostenuti con mezzi pubblici per raggiungere la sede del tirocinio nonché il costo sostenuto dal tirocinante per il vitto, l'alloggio ed altre spese varie connesse al tirocinio».  
stageMa la regione che in assoluto ha più stagisti di tutta Italia è la Lombardia: da sola nel solo 2011 ne ha ospitati più o meno 90mila, sommando i 65mila "certi" delle imprese private - censiti ogni anno da Unioncamere Excelsior - a una stima di 10-20mila negli enti pubblici e di almeno 7mila nelle associazioni non profit. Un sesto degli stagisti di tutta Italia sono dunque in questa Regione, eppure la giunta guidata da Roberto Formigoni [nella foto insieme all'assessore al lavoro Gianni Rossoni] non ha ritenuto di doverli proteggere dallo sfruttamento. Approvando proprio nei giorni scorsi (il 20 marzo) un regolamento che, oltre a riportare a ben 12 mesi la durata massima dei tirocini extracurriculari (che invece il governo Berlusconi ad agosto, con l'art. 11 del decreto legge 138, aveva ridotto a 6) e a riparametrare la proporzione tra stagisti e dipendenti comprendendo tra questi non solo gli assunti a tempo indeterminato ma anche  i lavoratori «a tempo determinato o con contratto di collaborazione non occasionale della durata di almeno 12 mesi, i soci lavoratori o liberi professionisti associati», ignora completamente la questione della sostenibilità economica degli stage per i giovani. Tanto che c'è un solo riferimento al rimborso spese, nella parte dedicata alle convenzioni, dove si dice che esse che devono «prevedere obbligatoriamente le regole di svolgimento del tirocinio nonché i diritti e i doveri di ciascuna delle parti coinvolte, ivi compresa la previsione del valore del rimborso spese o indennità di partecipazione eventualmente spettante al tirocinante». Eventualmente.
«I suggerimenti che i sindacati avevano formulato in via unitaria per migliorare il testo sono stati ignorati» si rammarica Fulvia Colombini, segretaria Cgil Lombardia, al telefono con la Repubblica degli Stagisti: «E non si pensi che il fatto di non aver previsto un compenso obbligatorio a favore degli stagisti, come invece è stato fatto in altre regioni, sia stata una dimenticanza: si tratta di una precisa scelta politica». Una scelta che condanna quindi le decine di migliaia di stagisti che svolgono periodi formativi in Lombardia a restare alla mercé dei soggetti ospitanti (aziende private, enti pubblici, organizzazioni non profit), che potranno continuare a decidere autonomamente se erogare un compenso oppure no.
stagePer evitare questa leopardizzazione dei diritti, specialmente in una fase delicata come quella della transizione dalla formazione al lavoro, la Repubblica degli Stagisti si appella ancora una volta al ministro Fornero e al viceministro Martone. È più che mai necessaria e urgente una definizione di standard minimi nazionali per la gestione dei tirocini, a cominciare dall'introduzione di un rimborso spese obbligatorio (e non solo per i tirocini extracurriculari, ma anche per quelli curriculari). Nel testo-bozza di riforma, che in questi giorni il governo sta trasformando in un vero e proprio ddl su cui poi Camera e Senato saranno chiamati a pronunciarsi, si legge che il governo Monti ha intenzione di elaborare «misure rivolte a delineare un quadro più razionale ed efficiente dei tirocini formativi e di  orientamento, al fine di valorizzarne le potenzialità in termini di occupabilità dei giovani e prevenire gli abusi, nonché l’utilizzo distorto dell’istituto, in concorrenza con il contratto di apprendistato. Ciò tramite la previsione di linee guida per la definizione di standard minimi di uniformità della disciplina sul territorio nazionale». Ma bisogna dire al più presto in cosa il governo pensa di far consistere queste linee guida, se pensa per esempio di includere anche l'obbligatorietà di un rimborso spese minimo a favore degli stagisti, o il divieto di fare stage extracurriculari. Altrimenti le Regioni continueranno a legiferare ognuna per conto proprio, come già hanno iniziato a fare, condannando i giovani alla pessima prospettiva del "città che vai, diritti che trovi".

Eleonora Voltolina

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