Tirocini alla World Bank, aperte le candidature: compenso probabilmente buono ma ignoto

Giada Scotto

Giada Scotto

Scritto il 05 Gen 2018 in Notizie

#banca mondiale #buone opportunità #esperienza all'estero #stage

Curriculum alla mano, è tempo di invii per tutti coloro che sognano di poter fare un tirocinio alla World Bank, l’organizzazione internazionale delle Nazioni Unite per il sostegno allo sviluppo e la riduzione della povertà. C’è infatti tempo fino al 31 gennaio per inviare la propria candidatura in vista della sessione estiva di tirocini, che avranno una durata minima di quattro settimane e si svolgeranno nel periodo compreso tra giugno e settembre di quest’anno appena iniziato.

Per candidarsi però non è sufficiente, come avviene invece per gli stage nelle istituzioni europee, avere un diploma di laurea triennale:
gli aspiranti tirocinanti devono infatti «essere iscritti a tempo pieno a un master post-laurea o a un dottorato», si legge sul sito, «e avere dunque intenzione di riprenderlo a tempo pieno alla fine del tirocinio».

Necessario è poi avere una conoscenza fluente dell’inglese, e può avvantaggiare nella fase di selezione «la conoscenza di altre lingue come il francese, lo spagnolo, il russo, l’arabo, il portoghese e il cinese» nonché avere competenze informatiche. Un punto in più, poi, è senz’altro «dimostrare familiarità con le problematiche della Banca per ciò che riguarda il proprio ambito di interesse, ed incrementare la propria visibilità e quella dei propri studi/lavoro attraverso contatti diretti, non finalizzati all’internship ma per ingaggio professionale» spiega alla Repubblica degli Stagisti Roberto Amorosino, responsabile risorse umane alla World Bank. Se le competenze fanno da padrone, dunque, anche la cosiddetta capacità di “far rete” ha il suo buon peso.

Nessuna restrizione, quindi, per quanto riguarda l’età dei candidati, né specifiche richieste per ciò che attiene invece alle aree di specializzazione: le più quotate spaziano infatti dall’economia alla finanza, dallo sviluppo umano (educazione, nutrizione, salute pubblica) alle scienze sociali (antropologia, sociologia), ma anche all’agricoltura e all’ambiente.

Meno chiare e un po’ meno incoraggianti sono invece le condizioni economiche. Il compenso previsto è infatti orario e «varia a seconda delle responsabilità previste e dell’esperienza posseduta dal candidato selezionato» spiega Amorosino, «cosicché non è possibile, vista appunto la flessibilità della remunerazione, indicare già da prima le rispettive fasce di retribuzione». Se nel 2015 si parlava dunque di un compenso che variava da un minimo di 11 a un massimo di 30 dollari l’ora (quindi dai 9 ai 25 euro), per un importo medio di circa 2mila dollari (circa 1700 euro) al mese, adesso gli aspiranti tirocinanti sono chiamati a candidarsi “al buio”, lasciando all’immaginazione – e alla speranza – l’ammontare del rimborso. L’unica certezza è che, mentre i tirocinanti statunitensi riceveranno una borsa lorda soggetta a tassazione, gli stagisti stranieri percepiranno un compenso già al netto dei tributi.

A guardar bene, però, un’altra certezza c’è: le spese di alloggio sono lasciate al tirocinante, così come quelle di trasporto da e verso la meta dove si svolgerà lo stage. Se infatti sul sito si legge che «la Banca provvede, ove possibile, a un’indennità per le spese di viaggio», Amorosino smentisce chiarendo che non è così, «essendo previsto solamente il compenso».

Ma dove lavora e soprattutto che tipo di lavoro fa solitamente un tirocinante alla World Bank? Avendo la sua sede principale a Washington, è evidente che la maggior parte delle posizioni per gli stagisti sia concentrata lì, benché non possano escludersi altre mete, contando la Banca ben 120 sedi distaccate, tra cui anche una piccola sede a Roma. I compiti che possono essere svolti dai tirocinanti sono vari: «alcuni svolgono ricerche per particolari progetti» viene specificato nelle faq «mentre altri aiutano nell’elaborazione di progetti e partecipano talvolta alle missioni della Banca».

Per coloro che volessero candidarsi, la domanda va fatta online (qui alcuni consigli per facilitare la procedura), creando un account tramite il quale sarà poi possibile inviare il proprio curriculum, una lettera di presentazione/motivazione e un documento che attesti l’iscrizione a un corso di studi post-laurea. Ad essere contattati saranno solamente i candidati vincitori, che però, stando ai dati, saranno un numero decisamente ristretto rispetto alle candidature: «Riceviamo circa 5mila applications all’anno per la sessione estiva e 2-3mila per quella invernale» si legge sempre nelle faq, ma i posti, che variano «a seconda delle necessità della Banca e della disponibilità economica», sono solo «12-15 per la sessione invernale e 70-100 per la sessione estiva» dice alla Repubblica degli Stagisti Amorosino, a cui si aggiungono anche «soluzioni a breve durata non percorribili però attraverso questo programma, bensì tramite contatti diretti».

Anche per quanto riguarda le possibilità post-tirocinio le speranze sono poche, essendo un programma pensato per studenti impegnati a terminare il loro percorso di studi a conclusione dello stage ma, assicurano sul sito, «questo offre a persone valide e fortemente motivate un’opportunità per migliorare le proprie capacità tramite il lavoro in un ambiente diversificato», e infatti la maggior parte dei tirocinanti valuta l’esperienza «interessante e gratificante».

Giada Scotto

 

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