Servizio civile, il nuovo bando: 52mila posti, l'indennità mensile aumenta del 15%

Ilaria Mariotti

Ilaria Mariotti

Scritto il 26 Gen 2024 in Notizie

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Sarà online fino alle ore 14 del 15 febbraio il bando per partecipare alla nuova edizione del programma di Servizio civile universale. È aperto a chiunque tra i 18 e i 28 anni, non abbia precedenti penali e voglia cimentarsi in una iniziativa a beneficio della collettività. Alcuni posti sono riservati a chi è in difficoltà, quindi con bassa scolarizzazione, problemi economici o fragilità personale. 

A saltare all’occhio c’è subito una novità, e cioè l’aumento dell’indennità riconosciuta ai partecipanti, che dallo scorso maggio è passata da 443,30 euro mensili a 507,30 euro. «Si tratta di un adeguamento Istat legato al costo della vita» sottolinea alla Repubblica degli Stagisti Enrico Maria Borrelli, fresco di nomina come presidente della Consulta nazionale per il Servizio civile universale: «Per chi accede al bando si apre una collaborazione con lo Stato, quindi è nelle cose che ci sia un aumento del rimborso».

Accade ad esempio anche alle pensioni corrisposte dall’Inps. Non cresce però l’impegno richiesto. I progetti continuano a avere una durata tra gli otto e i dodici mesi, con turni di 25 ore settimanali. Ma non è detto che si debba rispettare una scaletta settimanale perché per alcuni progetti il calcolo delle ore è su base annuale, «con un monte ore che varia, in maniera commisurata, tra le 1145 ore per i progetti di 12 mesi e le 765 ore per i progetti di otto mesi, articolati su cinque o sei giorni a settimana» specifica il sito.

L’altro aspetto nuovo introdotto da quest’anno è il canale preferenziale per i concorsi pubblici. Una riserva per i volontari che terminano il percorso civile «senza demerito» puntualizza il bando, pari a una quota del 15 per cento di posti nei concorsi pubblici per l’assunzione di personale non dirigenziale.

Una regola che però non vale per ogni ente della pubblica amministrazione, ma solo quelli indicati nel bando appena uscito. Vi rientrano, per fare qualche esempio, Province, Comuni, Regioni, istituzioni educative e universitarie. «Una bella notizia considerando che negli ultimi tempi la cronaca ci ricorda come non di rado i bandi pubblici vadano deserti – perché tra i giovani il posto fisso, specie nel pubblico, non è più un traguardo» conferma Borrelli. Un interesse in discesa che si riscontra un po’ ovunque in ambito lavorativo tra le nuove generazioni, come il fenomeno delle grandi dimissioni post pandemia ha messo in luce.

E il servizio civile non fa eccezione, anche se «non ci sono flessioni importanti nelle domande degli ultimi anni» riflette Borrelli: «C'è stata una piccola contrazione, ma la richiesta oscilla sempre tra le 100 e le 120mila domande, con una media pari a 106mila». C’è sempre quindi una richiesta sovrabbondante rispetto ai posti messi a bando, che sono quest’anno 51.132, per 2.023 progetti. A cui vanno aggiunti 1.104 volontari da inserire nei 160 programmi che si svolgeranno all’estero.

Una tendenza in crescita è però «quella delle rinunce, quindi a non portare a termine il percorso, che si verifica circa nel 13 per cento dei casi». La spiegazione potrebbe trovare le sue radici nella pandemia, «che ha segnato un cambio di passo, perché il pensiero comune è diventato quello di vivere il presente, perché la vita è solo una».

C'è un po' meno voglia di mettersi in gioco, «e lo vediamo soprattutto dalla tipologia di iniziative più in voga tra i ragazzi».Se una volta infatti ci si candidava con entusiasmo anche ai progetti in cui l’obiettivo era aiutare il prossimo, «come per esempio nell’assistenza agli anziani, adesso i ragazzi fanno scelte più autoreferenziali». Vanno per la maggiore percorsi come la promozione culturale, i progetti dedicati all’ambiente, e soprattutto quelli sulla trasformazione digitale. «Da qualche anno abbiamo avviato una sperimentazione in ambito digitale, i progetti sono al momento un paio e interessano un migliaio di giovani» dice Borrelli, e stanno avendo grande successo: «Riguardano mansioni relative alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione come può essere l’assistenza agli anziani nell’utilizzo dello Spid».

Va detto che pure per il servizio nazionale vale il problema del mismatch: non è sempre facile incrociare il candidato giusto e il percorso giusto. «Capita anche per alcuni progetti di solito molto in voga, come quelli per la promozione culturale: è accaduto ad esempio in più casi su Roma, dove non c'erano candidature» adeguate. Non se lo spiega Borrelli, se non attribuendo la causa a una mancanza di comunicazione. «Il servizio civile» denuncia, «continua a essere un fatto di nicchia, la gente non lo conosce». Andrebbe pubblicizzato, «e su scala nazionale, non solo sui territori». Una difficoltà «che è nota ai governi, che però non agiscono per cambiare le cose». Dovrebbe invece diventare una scuola di cittadinanza a disposizione della società, e l’auspicio di Borrelli per i suoi tre anni di mandato alla presidenza della Consulta va in tal senso. «Il mio tentativo sarà far sì che il servizio civile si normalizzi, entri finalmente a regime e non sia in costante sperimentazione con continue riforme». E che questa esperienza possa essere conosciuta da tutti i giovani italiani.

Ilaria Mariotti

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