Andare dallo psicologo? Niente di più normale: Unobravo abbatte lo stigma con la terapia online

Scritto il 16 Ott 2023 in Interviste

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C’era una volta una neolaureata in psicologia che era andata nel Regno Unito a fare una prima esperienza di lavoro in una clinica psichiatrica. A un certo punto aveva sentito lei stessa il bisogno di parlare con uno psicologo, possibilmente in italiano; e accorgendosi di quanto fosse difficile trovarlo, aveva avuto un'idea: e se esistesse il modo di fare sedute di terapia online, bypassando l’ostacolo geografico, attraverso una piattaforma web che possa mettere in contatto psicologi e potenziali pazienti, e fornire anche lo spazio online per svolgere queste sedute?

È questo il punto di partenza di Unobravo, start-up nata solo quattro anni fa per appunto fornire un servizio di psicologia online, con il proposito di abbattere anche lo stigma sui temi di salute mentale e normalizzare l’accesso alla terapia attraverso prezzi accessibili. Insomma, l’obiettivo di quella giovane psicologa expat, Danila De Stefano, era – ed è  di creare un mondo in cui andare dallo psicologo sia considerato normale.

In questa puntata del podcast della Repubblica degli Stagisti, registrata live all'università Cattolica di Milano, l'ospite è
 Corena Pezzella, in Unobravo fin dal primissimo momento accanto a De Stefano – che peraltro è anche una delle sue più care amiche  con il ruolo di HR manager.

Pezzella, napoletana, laureata in psicologia, dopo una tesi di laurea dedicata al delicato tema dei disturbi dell’alimentazione, ha nel suo percorso due master e un diploma di psicotepeuta cognitivo-comportamentale.

Unobravo si inserisce in un vero e proprio trend. Ben 27 delle 127 piattaforme di welfare mappate dalla ricerca "WePlat – Welfare Systems in the Age of Platforms", guidata dalla professoressa Ivana Pais dell'università Cattolica (ospite dell'episodio precedente del podcast), sono specializzate nell’erogazione di servizi di supporto psicologico online.

Dal 2019 a oggi il team clinico di Unobravo è passato da dieci a circa 4mila terapeuti, che rappresentano il 3% di tutti i professionisti iscritti all’Ordine degli Psicologi in Italia. Gli utenti, cioè i pazienti, erano 40 nel 2019  e ora sono oltre 150mila; i dipendenti diretti di Unobravo sono ormai ben 200.

Il primo target di Unobravo era quello dei giovani italiani espatriati, «che vivono difficoltà come per esempio la lingua, non avere amicizie solide, la lontananza dalla famiglia, una cultura diversa» spiega Pezzella: la terapia online in questi casi è «perfetta» perché permette di interfacciarsi con un terapeuta che parla italiano e «a un costo accessibile»  in effetti quando si parla di cose profonde, di pancia, è sempre meglio farlo nella propria lingua.

Però ad oggi, anche grazie alla pandemia che ha normalizzato tutte le attività online  comprese le sedute dallo psicologo – in realtà «gli expat rappresentano il 7% dei nostri utenti»: il restante 93% è in Italia. E il servizio attira anche molti giovani: «L
'età media di chi fa terapia faccia a faccia è circa quarant'anni, mentre con noi è di 33 anni» conferma Pezzella: insomma, «grazie all'online le persone si rendono conto prima di poter entrare in terapia».

Unobravo lascia naturalmente anche una «scelta ai pazienti» rispetto al terapeuta: «Ci sta che un giovane preferisca parlare con una persona più o meno nella sua stessa fascia di età! All'interno del questionario, prima di essere abbinati al terapeuta più adatto, c'è la possibilità di esprimere una preferenza». Non solo rispetto all'età, ma anche al genere.

C'è poi il grande tema delle politiche pubbliche sulla salute mentale. Pezzella affida agli ascoltatori del podcast una riflessione su come in Italia bisognebbe aumentare le figure esperte di psicologia «all'interno degli ambienti pubblici» in modo che questi punti di riferimento diventassero «accessibili a tutti» e «permanenti». Far entrare dunque gli psicologi «nelle scuole, nelle Asl, nei Comuni: un po' già ci si è mossi verso questo obiettivo, ma sicuramente c'è ancora tanto da fare».

Per il libro del cuore di Corena Pezzella bisogna arrivare in fondo all'episodio: noi come indizio diciamo solo che è un libro molto breve e poco conosciuto, un'autentica chicca che unisce e intreccia molte storie, ciascuna delle quali ha un finale molto particolare. 

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