Normativa sugli stage, la Repubblica degli Stagisti vigila: un caso di illegalità «sventato» grazie alla segnalazione di un lettore

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 16 Lug 2010 in Help

Nella giungla degli stage uno degli aspetti più importanti è il rispetto della normativa. E la Repubblica degli Stagisti è sempre all'erta. L'ultimo caso sventato è quello di una piccola impresa che stava per prendere due stagisti dall'università Bicocca di Milano, senza però avere nessun dipendente a tempo indeterminato. E questo, secondo il decreto ministeriale 142/1998 che regola la materia, non è consentito.

Ma facciamo un passo indietro e raccontiamo la storia dal principio. Un paio di settimane fa il lettore Marquis, sempre molto attivo sul Forum di questo sito, pubblica un post dal titolo «Zoover, 100 euro al mese... ma vi sembra possibile???», riportando il testo di un annuncio trovato sul web. L'offerta: due stage di sei mesi
con un rimborso di 100 euro al mese, a partire da settembre, per fare esperienza come content marketing executive in un sito di recensioni di viaggi. Marquis è – giustamente – scandalizzato dall'esiguità dell'emolumento, anche se purtroppo non c'è molto di nuovo: gli stage gratuiti in Italia sono perfettamente legali.

Ma se sul fronte del rimborso spese nulla si può rimproverare all'azienda, l'occhio attento della Repubblica degli Stagisti cade su un altro particolare
dell'annuncio: la frase «Zoover Italia srl è una start-up lanciata a settembre 2008 con sede a Monza». E la domanda nasce spontanea: sarà possibile che una start-up nata da meno di due anni abbia già i sei dipendenti a tempo indeterminato che sono necessari per poter ospitare due stagisti contemporaneamente? E decide di chiederlo direttamente all'azienda
[nell'immagine a sinistra, l'homepage del sito]. A rispondere con prontezza e – bisogna dirlo – grande disponibilità è il country manager di Zoover, Michele Aggiato, che subito ammette: «Non abbiamo nessun dipendente a tempo indeterminato». E specifica: «Non sapevamo che ci fosse questo paletto: abbiamo stabilito da poco una convenzione con l'università Bicocca, compilando tutta una serie di moduli e dichiarando il fatto di avere zero dipendenti, e nessuno ci ha mai detto che fintanto che non ne avessimo avuti non avremmo potuto ospitare stagisti. Tra l'altro in risposta al nostro annuncio abbiamo già ricevuto proprio in questi giorni i primi cinque-sei cv». E per confermare la propria buona fede, chiede di inviargli il testo della normativa e assicura: «Se le cose stanno davvero così, annulleremo questi stage». Poche ore dopo Aggiato interviene direttamente sul Forum della Repubblica degli Stagisti: «Abbiamo cancellato lo stage in quanto non soddisfiamo i criteri stabiliti dal decreto ministeriale del 25/3/98 n. 142».

A questo punto la Repubblica degli Stagisti si rivolge alla Bicocca, chiedendo quale sia la posizione rispetto agli stage in aziende senza dipendenti e come sia potuto succedere che sul portale di ateneo sia apparso un annuncio per ben due posizioni
di stage presso un'azienda di questo tipo. Mara Bonaldo, responsabile dell'ufficio Stage e tutoraggio dell'università, risponde così: «Non abbiamo adottato un criterio di selezione di aziende per numero di dipendenti, cioè non è mai stato messo in atto un controllo su questo dato, fermo restando che comunque abbiamo sempre  informato aziende e stagisti dell'esistenza di questo vincolo legislativo». In sostanza, spiega Bonaldo, dato che il decreto è citato nelle convenzioni sottoscritte con le aziende, è implicito che i vincoli che esso pone debbano essere rispettati: ignorantia non excusat. E conclude ricordando che i soggetti che promuovono gli stage, tra cui appunto le università, non hanno obblighi o responsabilità in merito al fatto che questi vengano svolti nel rispetto della normativa: «È stato chiarito più volte, su più tavoli istituzionali, che le università non devono avere funzioni di controllo, che sono di pertinenza della Direzione provinciale del lavoro. Il compito degli atenei è quello di comunicare l'avvio di ogni stage agli enti competenti».

Insomma, nessun controllo a monte, ma solo a valle… tranne quando la Repubblica degli Stagisti si arrampica sulla montagna per vedere se tutto è a posto. E riesce a farlo con l'aiuto delle preziose segnalazioni dei lettori, per esempio questa di Marquis: quindi è anche grazie a lui che in questo caso si è sventato l'avvio di due stage illegali.

Eleonora Voltolina

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