Reddito di cittadinanza, domande e risposte

Antonio Piemontese

Antonio Piemontese

Scritto il 17 Mag 2019 in Interviste

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Chi ha diritto al reddito di cittadinanza? E quali sono i requisiti per accedere a questa misura, che a fine aprile - secondo quanto comunicato dall'Inps - è stata richiesta da oltre un milione di italiani? La Repubblica degli Stagisti ha chiesto all'avvocato Andrea Brunelli, 34 anni, che dal 2013 si occupa di diritto del lavoro nel proprio studio di Genova, di ripercorrere le "regole di ingaggio" della nuova norma voluta dal governo. 

Avvocato, quali sono i requisiti per richiedere il reddito di cittadinanza?

Andiamo a riprendere il testo normativo, cioè il decreto legge 4/2019. Per presentare richiesta di reddito di cittadinanza è necessario essere cittadini italiani, di un paese comunitario o straniero con un permesso di soggiorno di lungo periodo; la residenza da non meno di dieci anni, di cui gli ultimi due continuativamente; non avere la disponibilità di beni mobili di valore superiore ai 6mila euro.

Quindi un expat appena rientrato in Italia non avrebbe diritto alla misura?

In teoria no. Su questo punto esistono delle riserve e nei prossimi mesi potrebbero essere sollevate delle eccezioni di costituzionalità da parte di gruppi di cittadini interessati alla tematica: lederebbe il principio di uguaglianza.


Quali sono le soglie di reddito?

È necessario avere un Isee non superiore ai 9.360 euro annui e avere un reddito familiare complessivo inferiore a 6mila euro; si sale a 9.630 per chi vive in affitto. Naturalmente, nessun componente del nucleo familiare deve possedere auto o moto di grossa cilindrata, navi e imbarcazioni da diporto. Questo a grandi linee: per essere sicuri di rientrare nei parametri è importante controllare i requisiti sul sito governativo dedicato al reddito di cittadinanza.

Cosa si intende per nucleo familiare?

Il nucleo familiare è lo stesso che viene considerato per l'Isee. E' composto innazitutto dal dichiarante e dai componenti della famiglia anagrafica, cioè coloro che risiedono sotto lo stesso tetto. Si considerano però parte del nucleo familiare anche i soggetti a carico non conviventi, ad esempio un figlio minorenne che viva dai nonni per motivi di studio o un figlio maggiorenne, sotto i 24 anni e i 4mila euro di reddito annuo: è il caso di tanti studenti che vivono fuori casa per l'università ma si mantengono le piccole spese con un lavoretto part time.


E nessuno dei componenti del nucleo deve essersi licenziato volontariamente di recente. 
Si, nessun deve aver presentato le dimissioni senza giusta causa nei 12 mesi precedenti alla richiesta: la ratio è che lo stato di disoccupazione deve essere “incolpevole”. Sono escluse, ovviamente, le dimissioni per giusta causa. Qualche esempio? Chi  non veniva pagato, chi subiva discriminazioni su base etnica o religiosa oppure pesanti forme di mobbing. Questi soggetti possono accedere alla disoccupazione e anche al reddito.

E per le donne che hanno appena avuto un figlio?

Se hanno un lavoro ci sono già le tutele previste per la maternità. Se sono disoccupate e rientrano nei requisiti, possono invece accedere alla misura. Ricordo che le dimissioni entro l'anno di vita del neonato sono considerate aventi giusta causa, ma devono essere convalidate dall'ispettorato del lavoro per evitare abusi, che purtroppo in Italia sono frequenti. Il licenziamento entro i 12 mesi di vita del bambino è, invece, sempre impugnabile.


Quali sono le modalità attraverso cui è possibile richiedere il reddito di cittadinanza?

Il reddito di cittadinanza può essere chiesto autonomamente collegandosi al sito del ministero del Lavoro.  Ma naturalmente è possibile anche richiederlo presentando di persona la domanda ai Centri di Assistenza Fiscale (CAF) oppure agli uffici postali, dopo il quinto giorno di ciascun mese.

Dove si trovano i moduli per presentare la domanda? 
I link si trovano sul sito dedicato: la domanda va stampata, compilata e presentata negli uffici postali o al CAF. In alternativa, è possibile compilare la  domanda direttamente dal proprio computer; in questo caso sono necessarie le credenziali SPID2 per verificare l'identità del richiedente.


Alcuni sostengono che il reddito di cittadinanza potrebbe scoraggiare la ricerca di lavoro.

Ma chi chiede il reddito di cittadinanza deve dichiararsi immediatamente disponibile al lavoro e impegnarsi a effettuare un percorso di inclusione sociale e lavorativa. È necessario impegnarsi a terminare gli studi, a mettersi al servizio della comunità, a riqualificarsi professionalmente, e naturalmente, bisogna attivarsi per cercare un impiego.

A quanto ammonta il reddito di cittadinanza, e per quanto tempo si percepisce l’assegno? 
Gli importi possono arrivare fino a 780 euro, per chi vive in affitto. L’assegno si può percepire per un massimo di 18 mesi rinnovabili una volta. Ma negli ultimi giorni si è verificato un fatto sorprendente: data la modularità della misura e i controlli che portava con sé, ai CAF hanno cominciato ad arrivare molte rinunce.

È possibile la sospensione?
Si, certamente. Avviene in caso di rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, ma anche di accettazione di una proposta di lavoro con un reddito che supera i parametri.

Cosa si intende per "offerta congrua?

Per offerta congrua si intende una proposta coerente con le esperienze lavorative precedenti del soggetto percettore del reddito e con le sue competenze professionali. Il problema vero è quello delle distanze: la norma prevede che la prima proposta di lavoro sia ritenuta congrua se entro i 100 km dal luogo di residenza, la seconda entro i 250, mentre per la terza il requisito è che sia sul territorio nazionale.


Veniamo ora allo stage. È possibile richiedere, percepire o continuare a percepire il reddito di cittadinanza se si sta effettuando un tirocinio extracurriculare?

A mio avviso sì. Il reddito di cittadinanza è compatibile, in generale, con eventuali redditi da lavoro o indennità, ovviamente molto bassi, altrimenti si sforerebbero i limiti per poter accedere alla misura.

E nel caso di un tirocinio curriculare?

Si guarda sempre all'indennità. Se si effettua uno stage si ha diritto al reddito, a meno che il nucleo familiare superi le soglie di cui sopra.

Il reddito di cittadinanza è cumulabile con la Naspi, cioè il sussidio comunemente detto “di disoccupazione”?
Sì, viene espressamente previsto da una norma del cosiddetto “Decretone”. Ovviamente la percezione della Naspi determina una rimodulazione del reddito di cittadinanza il cui importo sarà, conseguentemente, più basso.

Si ha già notizia di escamotage per ottenere il reddito di cittadinanza indebitamente? 
Gli escamotages più “semplici” sono quello di ottenere una separazione solo formale da parte dei coniugi – con uno dei due che cambia contestualmente residenza – e cambiamenti strategici di residenza, specie per le famiglie che possono godere della proprietà di un immobile in qualche comune rurale, magari quello d’origine delle famiglie. È stata inserita una norma che, però, subordina l’efficacia della separazione ai fini della percezione del reddito di cittadinanza alla presentazione di una dichiarazione della Polizia Municipale che attesta che, effettivamente, i coniugi separati non vivano realmente più nello stesso immobile.

Esiste la possibilità che un ragazzo di buona famiglia "esca" dal nucleo familiare per percepire indebitamente il reddito?

In teoria sì, ma a mio avviso si tratta di un falso problema: uscendo dallo stato di famiglia il genitore non scarica la sua posizione dalle tasse, annullando quasi il beneficio. Se invece il figlio vuole veramente rendersi autonomo, è giusto che lo percepisca.

intervista a cura di Antonio Piemontese

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