Gli stagisti sono una priorità per la politica? Pare di no: due proposte di legge non sono mai state calendarizzate

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 22 Mag 2024 in Notizie

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Oltre un anno e mezzo dopo l'insediamento del nuovo Governo, viene da chiedersi: cosa sta facendo la politica italiana per i giovani? Nonostante le ultime elezioni abbiano spazzato via dal Parlamento gran parte dei paladini degli stagisti, il tema non è stato totalmente cancellato, ma ad oggi le proposte presentate – una al Senato e una alla Camera – per normare meglio lo strumento dello stage, ancora troppo spesso male utilizzato, non riescono ancora a trovare una calendarizzazione per iniziare la discussione.  

L'ultima in ordine di tempo è quella di Orfeo Mazzella, senatore del Movimento 5 stelle, che a febbraio di quest'anno ha presentato in Senato un disegno di legge per riformare i tirocini curriculari. A metà marzo il ddl numero 1018 è stato assegnato alle commissioni riunite 7ma e 10ma, rispettivamente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica e Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale. Eppure a distanza di due mesi non è stata ancora prevista la  calendarizzazione. E peraltro il percorso si prospetta molto lungo, visto che dovrà ricevere il parere di ben sei commissioni.

Il ddl presentato dal pentastellato prevede una durata massima di sei mesi per gli stage curriculari e un'indennità obbligatoria mensile di 600 euro. Non solo, propone che questo periodo valga anche ai fini pensionistici con il riconoscimento dei contributi figurativi e, nel caso il tirocinio venga prorogato, si trasformi automaticamente in contratto di apprendistato.  

Dieci gli articoli da cui è composta la legge: i più interessanti sono il 2, il 3, il 6 e l'8. All'articolo due si prescrivono le modalità, i doveri e gli obblighi dei soggetti coinvolti e la durata massima dello stage: sei mesi entro i quali devono ricadere anche le eventuali proroghe. Qualora il tirocinio dovesse prolungarsi oltre questo limite, lo stage si trasforma in contratto di apprendistato.  

Altro punto centrale del progetto di legge è l'obbligo per il soggetto ospitante di effettuare la “co”, la comunicazione obbligatoria: vale a dire comunicare all'ispettorato territoriale del lavoro, entro il giorno precedente l'inizio dello stage, l'attivazione, la durata e l'oggetto del tirocinio, oltre al trattamento economico riconosciuto. Non è un'informazione di poco conto: ad oggi, infatti, non essendoci alcun obbligo di comunicazione, non si ha un dato certo sul numero di stage curriculari e quindi anche di giovani coinvolti, ma solo delle stime.  

Fin qui la proposta è molto simile a quella della passata legislatura, a prima firma Massimo Ungaro, poi confluita in un testo unico il cui iter legislativo era partito troppo tardi ed era stato interrotto dalla caduta del governo Draghi. Ma la nuova proposta dei Cinque Stelle contiene anche delle idee nuove. Innanzitutto l’impegno settimanale degli stagisti curricolari viene molto limitato. L'articolo 3 stabilisce, infatti, anche il numero settimanale di ore destinate a questo tipo di stage: 14 ore di formazione a tempo parziale e 26 a tempo pieno, ma di queste possono essere dedicate alla formazione tecnica a distanza rispettivamente sei e dieci ore.  

L'articolo 8 prevede quello che sta più a cuore agli stagisti, ovvero l'obbligo del rimborso spese mensile per un importo minimo di 600 euro, cifra che dovrà ogni tre anni essere adeguata all'indice dei prezzi di consumo. L'articolo 6 introduce infine una vera novità: i sei mesi di stage consentirebbero, infatti, l'acquisizione di venti crediti formativi universitari e l'Inps provvederebbe al riconoscimento di questi crediti come contributi figurativi, a condizione però che lo stagista abbia per almeno cinque anni versato contributi previdenziali per lavoro subordinato.  

Prima del Movimento 5 stelle c'è stata già un'altra proposta di legge per disciplinare i tirocini depositata, questa volta alla Camera, all'inizio della legislatura corrente, a novembre 2022: è la numero 572 "Disposizioni in materia di tirocinio curricolare ed extracurricolare per l’orientamento e la formazione dei giovani",  prima firmataria Chiara Gribaudo, deputata e  vice presidente del Partito democratico.  

Nonostante sia stata presentata più di un anno e mezzo fa, nemmeno questa proposta ad oggi è stata calendarizzata. Per questo motivo, pochi giorni fa, durante una diretta Instagram la deputata Pd ha voluto ripercorrere l'iter di scrittura e presentazione del testo invitando tutti a «Farsi sentire perché si calendarizzi molto presto l'inizio della discussione: ci sono le proposte, noi vogliamo discuterle ma la destra no», ha così concluso il suo intervento. 

Insieme a Gribaudo hanno partecipato alla diretta anche Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, Arianna Curti, vice segretaria Pd  Milano e Pietro Galeone, responsabile lavoro del Pd in Lombardia. L'obiettivo è «rilanciare un'idea diversa di lavoro», spiega Gribaudo, ripercorrendo il lungo percorso partito nel 2021 che ha portato alla scrittura della proposta di legge. «In questo Paese ci sono circa 500mila 25enni per un milione di 65enni. Se i secondi vanno in pensione, i primi entrano nel mercato del lavoro senza versare contributi e pagando zero tasse: come si fanno a garantire pensioni, sanità, servizi pubblici?», si interroga.

Per questo motivo «ho ripresentato la proposta di legge 572 in questa legislatura». L'obiettivo è anche quello di provare a raccogliere maggiori dati sull'uso dello stage e sopratutto sul suo sbocco lavorativo, perché «se a sei mesi dal termine di un tirocinio extracurriculare solo il 30 per cento degli stagisti ha un contratto stabile, allora sarebbe meglio usare l'apprendistato».  

La proposta di legge si compone di 13 articoli e ha due obiettivi principali: «introdurre l'obbligo del rimborso spese per i tirocini curricolari a cui aggiungere anche il rimborso di vitto e trasporto» riassume la deputata «e l'abolizione degli stage extracurriculari, salvo quelli attivati entro 12 mesi dalla fine di un percorso di studi». In questo caso il testo presentato si occupa, quindi, di tutta la disciplina dei tirocini, normando quelli durante il percorso di studi e puntando a eliminare quelli attivati al di fuori di tali percorsi: l’articolo 4, infatti, prevede la definizione di nuove linee guida sui tirocini extracurriculari entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge.  

(Con la caduta del governo, nel 2022, si era infatti interrotto non solo l’iter legislativo della proposta di legge sui curricolari, ma anche la messa a punto in sede di Conferenza Stato Regioni – gli extracurricolari sono infatti di competenza regionale – di un nuovo testo di Linee Guida che avrebbe ristretto la platea dei tirocini extracurriculari introducendo anche controlli più stringenti).  

Anche la proposta di legge di Gribaudo prevede una durata massima per i tirocini curricolari di sei mesi, compresi rinnovi e proroghe, l'obbligo di comunicazione dell'attivazione dello stage da parte del soggetto ospitante e dell'assicurazione all'Inail contro gli infortuni sul lavoro. E anche in questa proposta è presente il rimborso spese obbligatorio per i tirocini curriculari, anche se solo a partire dal secondo mese e con un'indennità minima di 300 euro, cui però si aggiunge il rimborso delle spese di trasporto e strumentazione.  

Il disegno di legge introduce anche delle premialità per le aziende che facciano un uso virtuoso dello stage, come la possibilità di attivare ulteriori tirocini curricolari in deroga ai limiti previsti in caso negli ultimi 24 mesi siano stati assunti in apprendistato o con contratto di lavoro subordinato almeno un quarto degli studenti che hanno svolto lo stage durante il percorso di studi, e l'esonero dal versamento del 50 per cento dei contributi previdenziali per il primo anno di assunzione, qualora lo stagista sia assunto con contratto a tempo indeterminato o per un periodo non inferiore ai 12 mesi.  

La battaglia per abolire del tutto gli stage gratuiti e garantire che i tirocini extracurriculari non siano adoperati al posto di contratti più adeguati ha ripreso il via anche in questa legislatura. Gioca un ruolo centrale anche in in Europa, dove è stata presentata in Commissione europea dal Commissario all'occupazione e politiche sociali Nicolas Schmit una proposta per mettere al bando gli stage privi di qualità formativa e di indennità.   

C'è da augurarsi che questa volta il Parlamento italiano, nonostante il silenzio sul tema nell'ultimo anno e mezzo, decida di affrontare nuovamente la questione cercando questa volta di arrivare a concludere qualcosa entro il termine della legislatura.

Marianna Lepore

Foto di apertura: di Camera dei deputati da Flickr in modalità creative commons

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