Praticanti Inps non pagati, il caso sollevato dalla Repubblica degli Stagisti diventa un'interrogazione parlamentare

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 27 Ott 2010 in Notizie

Il caso dei praticanti avvocati dell'Inps che non prendono un soldo, sollevato la scorsa settimana dalla Repubblica degli Stagisti, approda oggi in Parlamento grazie all'impegno del gruppo parlamentare Fli e dell'associazione Libertiamo. Il deputato finiano Enzo Raisi [nella foto a destra], rimasto colpito dalla vicenda, ha infatti preparato un'interrogazione per il ministro del Lavoro – citando la Repubblica degli Stagisti che ha dato la notizia e il Fatto Quotidiano che l'ha subito ripresa come «fonti di stampa» – e la presenterà oggi nel corso del question time della Camera. Si tratta di un'interrogazione a risposta immediata, quindi Sacconi sarà tenuto a rispondere alle due domande centrali: e cioè se non ritenga opportuno «intervenire, nelle sue funzioni di vigilanza dell’attività dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, affinchè l’Istituto rispetti l’articolo 26 del Codice deontologico forense, in ordine al compenso da riconoscere ai praticanti» e «ritirare il bando per l’ammissione alla pratica forense presso la sua avvocatura pubblicato il 25 ottobre scorso,  provvedendo a disciplinare diversamente lo svolgimento della pratica forense, eventualmente attraverso la previsione di un fondo compensi». Se Sacconi risponderà di sì a queste due domande, qualcosa si muoverà all'interno dell'Inps e non solo. Perché nell'interrogazione si fa esplicito riferimento anche all'Avvocatura dello Stato e ad altri enti pubblici che, in barba al Codice deontologico, non pagano i propri praticanti.
Il comportamento anti-deontologico dell'Inps è scoppiato grazie a un'inchiesta della Repubblica degli Stagisti, che attraverso la sua rubrica «Help» dello scorso 19 ottobre ha raccolto l'appello di una ex praticante pugliese - Francesca Esposito - indignata per il trattamento ricevuto e tanto coraggiosa da inviare una «istanza scritta di rimborso/compenso» al coordinatore regionale dell'Inps, per chiedere il rispetto del Codice deontologico. Istanza purtroppo caduta nel vuoto.
La circostanza è particolarmente significativa anche perché, come la Repubblica degli Stagisti aveva anticipato, l'Inps proprio l'altroieri ha pubblicato un bando per trovare altri 419 praticanti avvocati da aggiungere ai 75 attualmente in servizio, specificando fin da subito che lo svolgimento della pratica avverrà «a titolo gratuito senza oneri retributivi o contributivi a carico dell’Inps». Ma, obietta Raisi nell'interrogazione, «la gratuità della pratica è in palese contraddizione con quanto previsto dal Codice deontologico forense, che all’articolo 26 dispone che l’avvocato riconosca al praticante ‘dopo un periodo iniziale, un compenso proporzionato all’apporto professionale ricevuto’» e «l’articolo 1 del richiamato Codice deontologico prevede che ‘le norme deontologiche si applicano a tutti gli avvocati e praticanti nella loro attività, nei loro reciproci rapporti e nei confronti dei terzi”». E conclude riflettendo sulla pericolosità di un comportamento anti-deontologico da parte di un ente pubblico: «La violazione delle norme deontologiche forensi da parte di un’amministrazione pubblica come l’Inps, così come da parte dell’Avvocatura dello Stato e degli altri enti pubblici, contribuisce a dequalificare il praticantato e a consolidare la convinzione – purtroppo molto diffusa nel mondo forense italiano – che la gratuità del praticantato sia una prassi ormai comunemente accettata».
Come risponderà il ministro del Lavoro a questa interrogazione? La risposta oggi pomeriggio alle 15 durante il question time, trasmesso in diretta su RaiDue.

Eleonora Voltolina

Per saperne di più su questo argomento:
- L'Inps viola il codice deontologico forense, non paga i suoi 75 praticanti avvocati e ne cerca altri 400. Ed è in buona compagnia
- La testimonianza di Francesca Esposito: «Ho interrotto il mio praticantato presso l'Inps perchè non mi davano un euro»

Community