Il patto per lo stage 2018 punto per punto

Scritto il 09 Feb 2018 in Notizie

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COSA PREVEDE IL “PATTO PER LO STAGE 2018”

Per i candidati al Parlamento


1. Lavorare all'approvazione di un nuovo provvedimento normativo sui tirocini curriculari che vada finalmente a sostituire l'obsoleto decreto ministeriale 142/1998 e che sancisca diritti precisi anche per coloro che svolgono stage all'interno di un percorso di studio, a cominciare da un'indennità minima  (es. 250 euro al mese) per tutti i tirocini di durata superiore alle 400 ore.

2. Lavorare per la modifica delle norme riguardanti i tirocini per l'accesso alle professioni regolamentate, in modo che siano eliminati i cavilli che rendono difficile (talvolta impossibile) la sostenibilità economica di tali periodi di formazione-lavoro per i giovani (equo compenso solo teorico, casi-limite in cui il compenso ai tirocinanti è addirittura scoraggiato o vietato).

stage lavoro3. Impegnarsi a monitorare ogni genere di iniziativa riguardante l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro (es. Garanzia Giovani), in primis la qualità dei tirocini, con l'obiettivo di evitare che essi diventino conveniente manodopera o “cervellodopera” a costo basso o quasi nullo per le imprese e gli enti pubblici, producendo interrogazioni parlamentari e proposte di legge sul tema.

4. Monitorare le modalità di raccolta dei dati pubblici in materia di stage in modo che essi siano il più possibile aderenti alla realtà, confrontabili e comunicati chiaramente ai cittadini; in particolare, non dovrebbe essere più possibile che i tirocini curriculari (quantomeno quelli di durata superiore a 400 ore) siano esentati - come ora accade - dall'obbligo della comunicazione obbligatoria di avvio (COL).

5. Poiché gli enti pubblici dovrebbero essere i primi a “dare il buon esempio” rispetto a come si trattano gli stagisti, sollecitare il ministero della Funzione pubblica a pubblicare un report annuale sugli stage attivati all'interno delle pubbliche amministrazioni di ogni livello. Gli enti pubblici, a partire dalle amministrazioni centrali dello Stato, dovrebbero prevedere buone policy per quanto riguarda i programmi di tirocinio al proprio interno (a cominciare dal prevedere nei propri bilanci gli stanziamenti per dignitose indennità mensili a favore degli stagisti).

6. Lavorare a una valorizzazione delle esperienze on the job all'interno della alternanza scuola lavoro con l'obiettivo di: coinvolgere molte più aziende nell'ospitalità agli studenti (ma non attraverso il pagamento delle aziende
“per il disturbo”!); distinguere anche dal punto di vista della denominazione i periodi di alternanza svolti in azienda (es. chiamandoli “work experience”) per evitare sovrapposizioni e confusione rispetto agli stage-tirocini propriamente detti; potenziare le modalità di monitoraggio della qualità delle esperienze di alternanza scuola lavoro.

Per i candidati alle elezioni Regionali


1. Lavorare alla modifica della normativa regionale sugli stage della propria Regione, entro la fine del 2018, in caso preveda condizioni peggiorative rispetto a questo standard:


1.a) indennità minima non inferiore ad almeno 600 euro al mese che dovrà essere corrisposta agli stagisti da tutti i soggetti ospitanti – sia che siano imprese private, sia che siano enti pubblici

1.b) limite massimo di 6 mesi, proroghe comprese, come durata per tutti gli stage: sia quelli “formativi e di orientamento” sia quelli “di inserimento/reinserimento lavorativo” (ad eccezione di quelli per disabili e categorie svantaggiate, che comunque devono essere normati scoraggiando il più possibile le sacche di potenziale abuso).

1.c) Divieto di attivare stage per mansioni di basso profilo (e/o ripetitive e/o meramente esecutive) e comunque non di concetto, o stabilirne la durata massima a un limite di 2 mesi (basta con gli stage di 6 mesi o più per commesse, operai, benzinai, baristi...), utilizzando ove possibile i valori EQF del Quadro regionale degli standard professionali.

1.d) Ridurre drasticamente i soggetti abilitati ad agire da soggetti promotori di stage, in modo che essi si limitino a: scuole, università ed enti riconosciuti (abilitati al rilascio di titoli di studio), centri per l’impiego, agenzie per il lavoro. La proliferazione di soggetti promotori rende il fenomeno incontrollabile. Inoltre responsabilizzare i soggetti promotori, attribuendo loro esplicitamente il compito di garantire la qualità formativa dello stage e la coerenza della durata dello stage con le mansioni da apprendere, prevedendo anche la possibilità di sanzionarli, sospendendo temporaneamente la loro autorizzazione a promuovere stage, in caso emerga che hanno promosso stage impropri (sostitutivi di contratti di lavoro).

2. Lavorare per la massima trasparenza del
“sistema stage”, affinché i previsti monitoraggi annuali siano stilati e pubblicati in tempo e con analisi dettagliate dell'utilizzo dello strumento sul territorio regionale; promuovere contemporaneamente la realizzazione di un database su base regionale, una “anagrafe degli stage” che registri ogni attivazione, svolgimento ed esito di ogni tirocinio svolto sul territorio (sia curriculare sia extracurriculare) in modo da ottenere un monitoraggio pubblico e trasparente rispetto all’utilizzo di tale strumento.

3. Vigilare su tutti i programmi di stage finanziati dalla propria Regione con l'obiettivo primario di impedire che siano utilizzati come ammortizzatori sociali impropri, e/o per favorire determinate imprese e/o per coprire buchi di organico in enti pubblici fornendo alle une e agli altri stagisti a costo basso o nullo.

4. Richiedere che ogni progetto che preveda l’utilizzo di soldi regionali per pagare indennità agli stagisti sia obbligatoriamente vincolato a che il soggetto ospitante eroghi allo stagista una cifra almeno analoga (secondo il principio 50-50)

5. Contrastare ogni utilizzo di fondi pubblici in progetti di tirocinio che prevedano una ricompensa monetaria ai soggetti ospitanti per la formazione impartita agli stagisti. Le aziende e gli enti pubblici non devono mai guadagnare dal fatto di ospitare stagisti.


6. Lavorare a nuove modalità di promozione-incentivazione (non solo economica!) del contratto di apprendistato, anche con l'ipotesi di collegare e vincolare il numero massimo di stage attivabili all’interno di imprese private al numero di apprendistati attivi in quella data azienda, in modo da favorire e incentivare l’apprendistato come forma contrattuale privilegiata di inserimento lavorativo, con l'obiettivo che lo stage non
“cannibalizzi” l'apprendistato come è spesso successo negli ultimi anni.

7. Promuovere l'erogazione di incentivi economici da parte della Regione per la stabilizzazione degli stagisti, con premi o sgravi per ogni stagista assunto con contratto di lavoro subordinato non breve (es. di durata superiore a 6 mesi) al termine dell'esperienza formativa

8. Sostenere i soggetti promotori pubblici sul territorio regionale che attivano più stage (in primis gli uffici placement delle università pubbliche) in modo che possano farlo con un personale congruo e qualificato sia dal punto di vista numerico sia dal punto di vista delle competenze; in modo tale che tali soggetti possano davvero essere punti di riferimento per gli stagisti e garanti della qualità di ogni singolo percorso di stage

9. Concordare con scuole, università ed enti di formazione del territorio un accordo - in attesa di una nuova normativa statale - che assicuri
anche agli stagisti curriculari garanzie minime (a cominciare da un'indennità minima, es. 250 euro al mese, per gli stage di durata superiore alle 400 ore).

10. Lavorare per l'istituzione di un tavolo permanente in Regione, che comprenda rappresentanti dei sindacati, delle università, dei centri per l'impiego, degli ispettorati del lavoro, nonché le realtà non istituzionali più rappresentative, per monitorare l'utilizzo dello stage in Regione, focalizzare i settori maggiormente a rischio abuso, orientare le politiche regionali in questo senso.

Infine, ogni firmatario si rende disponibile a:

- promuovere iniziative, convegni, dibattiti sulla tematica dello stage e del lavoro per i giovani

- rispondere e aggiornare regolarmente la Repubblica degli Stagisti rispetto al proprio operato nel raggiungimento degli obiettivi.



COSA OFFRE IL PATTO PER LO STAGE

La Repubblica degli Stagisti nella sua sezione «Patto per lo stage» offrirà visibilità a tutti quei candidati deputati/senatori e candidati governatori/consiglieri che avranno sottoscritto il documento, valorizzando il loro impegno.

CHI HA IDEATO E PROMUOVE IL PATTO PER LO STAGE

La testata giornalistica online Repubblica degli Stagisti e la sua direttrice, la giornalista Eleonora Voltolina.

TRASPARENZA

L'elenco dei sottoscrittori del Patto verrà pubblicato e costantemente aggiornato sul sito www.repubblicadeglistagisti.it


Per informazioni e per sottoscrivere il patto scrivere a:

direzione@repubblicadeglistagisti.it

Specificando il proprio nome e cognome, la Regione dove si è candidati e/o già eletti, il partito o lista civica di riferimento, e una breve dichiarazione sulle motivazioni dell'adesione

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