Passa il blocco dei contributi per i freelance, ora le associazioni chiedono a Renzi un tavolo di confronto

Eleonora Voltolina

Eleonora Voltolina

Scritto il 24 Feb 2015 in Interviste

Al popolo delle partite Iva quel che sta facendo il governo Renzi in materia di lavoro non piace molto. I lavoratori autonomi, i cosiddetti "freelance", si lamentano sopratutto per la forte pressione fiscale e contributiva e contrastano ogni tentativo - avviato, a dir la verità, anche dai governi precedenti a quello in carica - di innalzare l'aliquota a carico degli iscritti alla Gestione separata dell'Inps. Per sabato a Milano è in programma un evento organizzato da Alta partecipazione, che riunisce molte associazioni attive su questi temi, il cui titolo è una sorta di gioco di parole: "Riapriamo la partita". Quattro gruppi di lavoro si riuniranno ad altrettanti tavoli (diritti e tutele per i professionisti per legge e per contratto; compensi minimi e previdenza, formazione e fisco) mettendo uno di fronte all'altro esponenti della società civile e parlamentari. Nel pomeriggio è previsto un dibattito cui parteciperanno tra gli altri Cesare Damiano, già ministro del lavoro e oggi presidente della Commissione lavoro della Camera, il sottosegretario al ministero dell'Economia Paola de Micheli, il presidente di Confassociazioni Angelo Deiana e Anna Soru, presidente di Acta. La Repubblica degli Stagisti ha fatto il punto della situazione con Giorgia D'Errico, tra i coordinatori di Alta Partecipazione. Trentaquattro anni, piemontese, sui social network la D'Errico si autodefinisce «mamma, assistente parlamentare, coordinatrice della sezione Giovani di LavoroWelfare» aggiungendo di fare «della conciliazione dei tempi una missione di vita».

Per i lavoratori autonomi non ci sarà un aumento dei contributi: l'emendamento passato la settimana scorsa prevede che almeno per quest'anno restino al 27,72%. Un risultato che Alta partecipazione porta a casa con soddisfazione, ve lo aspettavate?
É un risultato ottenuto, oltre che da Alta Partecipazione, dai lavoratori, dai parlamentari dei diversi gruppi e dalle associazioni. Lo speravamo ma fino all’ultimo temevamo che l’esecutivo  si tirasse indietro. Da un lato il premier si era molto speso su una possibile retromarcia da parte del governo rispetto alla possibilità di bloccare l'aliquota previdenziale, ma dall'altro sembrava non ci fosse la volontà di trovare la copertura finanziaria per poterlo fare. Ora  siamo contenti, ma consapevoli che su questi temi la strada è ancora lunga.

Però d'altra parte versare meno contributi oggi equivale a ricevere una pensione minore domani.
Per questo diciamo che la strada è ancora lunga. Tant’è che  l'emendamento approvato nel Milleproroghe mantiene al 27% la contribuzione Inps per il 2015, ma prevede che passi al 28% per l'anno 2016 e al 29% per l'anno 2017, garantendo così una certa gradualità.

Il sistema contributivo è meno vantaggioso per chi va in pensione, perché prevede assegni pensionistici direttamente proporzionali a quanto versato durante il periodo lavorativo. Considerando che per i lavoratori dipendenti i contributi sono molto alti - oltre il 40% - e quasi interamente versati dall'azienda, mentre i lavoratori autonomi si devono pagare tutto di tasca loro, Alta partecipazione ritiene che il contributivo puro sia accettabile o propone qualche correttivo?
Il sistema contributivo di per sé potrebbe anche non essere un problema, anzi, là dove le retribuzioni sono alte risulterebbe anche più vantaggioso. Il problema infatti sta proprio nei bassi compensi e la soluzione sta nel rivedere le retribuzioni che, come si può immaginare, non sono solo una mera questione di sopravvivenza. Anche il mondo delle partite iva e del lavoro autonomo è un mondo diseguale.

La prossima battaglia su cui vi concentrerete è la tutela della maternità per le lavoratrici autonome. Cosa proponete?
Assolutamente: cambia il lavoro e necessariamente vanno riviste le tutele, soprattutto per le lavoratrici donne nei periodi di maternità. Va  garantita e sostenuta la facoltà di astensione totale o parziale dal lavoro delle lavoratrici iscritte alla gestione separata dell’Inps alle stesse condizioni previste per le altre lavoratrici autonome e per le libere professioniste.

La differenza con la maggior parte delle lavoratrici private è che un'autonoma quasi mai stacca completamente, nemmeno appena dopo aver partorito. Come focalizzate questo aspetto peculiare della conciliazione maternità / lavoro per le lavoratrici autonome?
Le tutele per la maternità vanno ripensate. Riteniamo che su questi temi il nostro Paese, in passato, abbia avuto molto da insegnare; ma ora la società dei lavori è assolutamente cambiata e con lei dovrebbero essere riadattate anche le tutele. Personalmente ritengo che il periodo che una donna dedica alla cura del proprio figlio, in una società giusta ed equa, non dovrebbe essere oggetto di trattativa. Lo Stato dovrebbe “farsi carico” per un certo tempo di mamma e figlio rispondendo alle esigenze di entrambi. Sappiamo che non è così. Siamo consapevoli del fatto che una professionista non può permettersi di rimanere lontana dal lavoro per tre mesi consecutivi e che il suo modo di organizzare il lavoro sarà sicuramente diverso da una lavoratrice dipendente quindi va garantita alla prima un sostegno al reddito senza l’obbligo di astensione dall’attività professionale.

Per quanto riguarda la malattia, Acta sta da tempo sostenendo lo sciopero contributivo di una freelance malata di cancro, per portare avanti una campagna per permettere ai lavoratori autonomi di sospendere il pagamento dei contributi in caso di gravi malattie. Voi su questo punto cosa proponete?
Conosciamo bene la realtà di Acta perché molte della battaglie che hanno portato i risultati dei quali abbiamo discusso sono state condotte insieme. Alta partecipazione propone di definire la costituzione e la vigilanza di un fondo bilaterale interprofessionale a contribuzione volontaria con finalità di tutela sanitaria, di sostegno al reddito, formative e in generale di sostegno all’attività professionale.

In ultima analisi, il governo Renzi ha cambiato rotta e sta dimostrando una attenzione maggiore al mondo dei lavoratori autonomi?
Il presidente Renzi ha iniziato a parlare di lavoratori autonomi fin dai primissimi giorni di  insediamento del suo governo. È stata una boccata di ossigeno che però ci ha fatto tornare in apnea molto presto. Nella battaglia che in questi mesi abbiamo sostenuto ferocemente con Acta e Confprofessioni non possiamo assolutamente negare la vicinanza di molti parlamentari: e ora è evidente lo sforzo che il governo ha fatto per trovare una soluzione al blocco dell’aliquota stanziando 120 milioni. Adesso però chiederemmo all’esecutivo un ulteriore passo in avanti: ci era stato promesso che presto sarebbe stato convocato un tavolo con le associazioni dei lavoratori autonomi e dei professionisti per valutare insieme le priorità e condividere le soluzioni. Ecco, i tempi sono maturi perché questo avvenga.

Intervista di Eleonora Voltolina

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