«Lo stage al Consiglio dell’Unione europea, una delle esperienze più belle che abbia mai fatto»

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 13 Set 2020 in Storie

buone opportunità Consiglio Unione Europea lingua inglese stage all'estero Stage in istituzioni europee studiare all'estero

Il Consiglio dell'Unione europea offre ogni anno un centinaio di posti per tirocinanti europei con almeno la laurea di primo livello, con un buon rimborso spese: più di 1000 euro mensili. E mette a disposizione anche alcuni posti per studenti senza rimborso spese ma con assicurazione medica e rimborso spese di viaggio. L'avvio degli stage per chi farà domanda entro il 28 settembre, e verrà selezionato, è previsto per febbraio 2021. Matteo Casalboni, 25 anni, ha partecipato al progetto per studenti universitari da settembre 2017 a gennaio 2018 e ha raccontato alla Repubblica degli Stagisti la sua esperienza a Bruxelles.

La mia esperienza al Consiglio dell’Unione europea non è stata né il primo impatto con il mondo del lavoro né la mia prima volta all’estero. Durante l’estate del secondo e terzo anno di liceo, infatti, ho svolto lavori di volontariato aderendo ad un programma proposto dal comune della mia città, Cesena, facendo l’animatore presso un centro estivo. E nell’estate fra il quarto e quinto anno di liceo, nel 2013, sono andato a Los Angeles per imparare l’inglese. Non ho partecipato a un programma di scambio, ma sono andato per conto mio e ho frequentato l’EC English School a Santa Monica, un quartiere di LA, seguendo un corso di inglese per due mesi.

Tornato in Italia ho preso il diploma al liceo scientifico e mi sono iscritto al corso di informatica presso l’università di Bologna. Dopo un mese ho capito che non faceva per me e deciso di ritirarmi. Ho preso un gap year per potenziare la lingua inglese e sono andato in Inghilterra, a Salisbury, per quattro mesi, da gennaio ad aprile 2015, durante i quali ho frequentato una scuola locale di lingua inglese.

Finita l'esperienza in Inghilterra ho frequentato un po’ di lezioni presso varie facoltà dell’università di Bologna per capire cosa studiare l’anno successivo. E ho scoperto che economia era la facoltà adatta a me! Dopo aver superato il test d’ingresso, nel settembre di quell’anno, ho iniziato il corso Business and Economics da studente fuorisede. Avevo preso in affitto un bilocale con un amico, anche lui al primo anno. Ovviamente, non lavorando, le spese erano sostenute dalle nostre famiglie. Ci siamo subito integrati bene, anche frequentando seminari organizzati dall’università. L’affitto non era troppo alto, pagavamo trecento euro a testa tutto compreso, mentre oggi i costi a Bologna sono quasi raddoppiati. Durante l’estate fra primo e secondo anno di università ho lavorato presso una famiglia facendo il babysitter per mettere da parte qualche soldo e iniziare ad approcciarmi al mondo lavorativo.

Durante il secondo anno di studi dovevo inserire un tirocinio come attività curricolare e ho iniziato a informarmi per stage all’estero. Così ho scoperto l’application form sul sito del Consiglio dell’Unione Europea e ho subito mandato la domanda. Dopo circa tre mesi, a metà maggio del 2017, mi è arrivata la comunicazione che ero stato preso per uno stage da settembre a gennaio e pochi giorni dopo mi è stato inviato il contratto da firmare. Ho quindi cominciato a cercare casa a Bruxelles attraverso vari siti internet e affittato una camera singola nel quartiere di Ixelles per quattro mesi al costo di 500 euro al mese tutto compreso.

Gli affitti sono molto costosi ed è stato difficile trovare una sistemazione. Ma in Belgio non è caro solo l’affitto, costa tutto di più: la spesa, i ristoranti, i mezzi di trasporto. La mia camera era in un appartamento dove ho vissuto con altri nove ragazzi e senza l’aiuto dei miei genitori non sarei stato capace di sostenere le spese. Mi sono trasferito a Bruxelles e ho cominciato il tirocinio presso il Segretariato generale del Consiglio dell'Unione europea il primo settembre 2017 fino al 31 dicembre.

Ricordo molto bene il primo giorno: arrivato al Consiglio dopo i controlli ci hanno portato in una sala per farci conoscere tutti e spiegato le cose generali da sapere e le attività organizzate dal traineeships office. Poi ci hanno accompagnato nelle nostre unità per presentarci i responsabili e colleghi. Durante lo stage ho cercato di apprendere il più possibile e partecipare a quante più riunioni, workshop e attività.

Il mio tirocinio era per studenti universitari, quindi senza il classico rimborso spese mensile. Il Consiglio, però, ci garantiva ugualmente dei benefit: ho ricevuto un rimborso spese di 450 euro per gli spostamenti, cifra che cambia in base alla distanza della propria residenza da Bruxelles, e un buono da 120 euro al mese per la mensa. Certo, per mantenermi ho dovuto attingere ai miei risparmi e chiedere aiuto ai miei genitori. A parte il rimborso spese, comunque, non c’era differenza con gli altri stagisti: ci ritrovavamo tutti insieme e svolgevamo le stesse attività e compiti.

Sono stato assegnato a due unità, la DGG2A Budget and Financial Regulations e la DGG1A Economic policy. Con la prima unità ho seguito i lavori del processo di budget relativi all’approvazione del bilancio dell’Unione Europea dell’anno passato e alla stesura del budget dell’anno successivo. Seguivo la mia responsabile aiutandola con i verbali e la preparazione dei power point per le varie riunioni. Ho partecipato in qualità di assistente alle riunioni ECON, BUDG e CONT committees tenute presso il Parlamento europeo. Aiutavo la mia unità a preparare le riunioni, cercando di seguire il loro lavoro e apprendere il più possibile. Ho imparato a fare verbali, a capire il procedimento per l’assegnazione del budget, ho assistito a negoziazioni fra i vari Member States. Il lavoro con l’unità di Economia politica era meno analitico. Ho partecipato a molte più riunioni, al Consiglio, in Commissione e al Parlamento dell’Unione Europea. Aiutavo il mio responsabile in molte ricerche e a preparare le riunioni cercando di apprendere i procedimenti di politica economica.

Sono stato seguito da tutti i componenti delle due unità e ho appreso delle skills che vanno al di là del puro lavoro, come rapportarmi con gente con una cultura diversa dalla mia e interagire con gli altri in ambito lavorativo. Per gli stagisti una parte fondamentale dell’integrazione all’interno dell’ambiente del Consiglio è stato svolto dal traineeships office. Sono state organizzate varie attività: riunioni, visite ad altre istituzioni europee e momenti di gruppo dove poter interagire. Ho stretto molte amicizie e sono in contatto con gli altri tirocinanti: ogni anno organizziamo un ritrovo a Bruxelles per rivederci tutti. Certamente questo tirocinio mi ha creato una rete di contatti con persone di molti Paesi diversi che sono sempre disponibili a darmi dei consigli professionali.

Grazie a questo stage ho consolidato la mia padronanza dell’inglese e imparato altre lingue, tra cui lo spagnolo che di lì a poco mi sarebbe stato molto utile in Argentina. Nello stesso periodo in cui avevo fatto domanda per il tirocinio al Consiglio, infatti, avevo anche fatto richiesta di andare in overseas durante il secondo semestre del terzo anno universitario in Argentina, a Buenos Aires: un’opportunità offerta dal mio corso di studi.

Finito lo stage al Consiglio sono tornato in Italia un paio di settimane, il tempo di ripartire alla volta del Sud America per sei mesi. Il mio corso di studi, infatti, dà la possibilità a sessanta studenti del terzo anno (trenta ogni sei mesi) di frequentare un semestre a Buenos Aires presso il campus Unibo in collaborazione con l’università locale UADE. L’università non dà alcun sostegno economico quindi ho dovuto coprire interamente i costi. Gli affitti in Argentina costano circa 300 euro al mese e la vita non è cara, spendevo circa 150-200 euro al mese. A parte però c’è il viaggio aereo tra 600 e mille euro.

A Buenos Aires mi sono trasferito ai primi di febbraio del 2018 e ho seguito lezioni di spagnolo, imparato a Bruxelles, e partecipato a progetti con altre università locali: il più lungo durava tre mesi e abbiamo fatto un Business Plan per il lancio di una nuova azienda. All'inizio di luglio anche quel programma è finito e sono rientrato in Italia. Senza dimenticare i bellissimi luoghi come la Patagonia e le cascate Iquazu che sono riuscito a visitare anche grazie all’economicità del Paese. Tornato a Bologna ho dato gli ultimi esami e mi sono laureato. Subito dopo mi sono iscritto alla laurea magistrale in Business and Administration. Quest’ultimo semestre, causa Coronavirus, ho seguito tutti i corsi online e ho trovato molto comoda questa modalità, che credo dovrebbe rimanere anche post emergenza Covid. Il prossimo anno mi piacerebbe fare un altro stage all’estero per poi continuare a lavorare lì, e penso proprio che utilizzerò la Repubblica degli Stagisti per le prossime possibilità di tirocinio!

Credo che il problema principale dello stage in Italia sia che viene ancora percepito dai datori di lavoro come un’occasione per far svolgere mansioni basilari a un bassissimo costo, senza insegnare nulla.
All’estero, invece, hanno tutti voglia di insegnare e spiegare come svolgere il lavoro. Qui le aziende pensano che i tirocinanti debbano già saper fare il lavoro, dimenticando che sono lì per impararlo.

L’esperienza di stage al Consiglio dell’Unione europea è stata una delle esperienze più belle che abbia mai fatto. Non è possibile, però, improvvisarsi ma è necessario prepararsi perché c’è tanta concorrenza. Per questo bisogna prima cercare di fare altre esperienze sia all’estero sia in Italia in ambito lavorativo, di volontariato, formativo. Quante più possibili per cercare di arricchire il proprio curriculum. Oltre ad avere una buona conoscenza dell’inglese.

Testimonianza raccolta da Marianna Lepore

Community