«Siamo diventati il più grande professional network italiano»: Jobyourlife festeggia i suoi primi quattro anni

Marianna Lepore

Marianna Lepore

Scritto il 18 Giu 2016 in Notizie

professional network Risorse umane Startup

Un milione di utenti iscritti alla piattaforma, 2milioni e 200mila euro raccolti da parte di angel investor, 900mila iscritti al professional network, oltre 100mila colloqui di lavoro e due sedi, una a Milano e una a Cagliari, con 25 dipendenti di età media sui 26 anni: è il bilancio dei primi quattro anni di Jobyourlife, la start up fondata dal 27enne Andrea De Spirt che ha applicato la geolocalizzazione dei curricula per aiutare le aziende a trovare il candidato ideale.

La Repubblica degli Stagisti aveva raccontato la storia di questa start up quando era nata da pochissimo e torna a parlarne oggi per raccontare i traguardi che ha raggiunto. «In quattro anni siamo diventati il più grande professional network fatto in Italia con finanziamenti italiani» dice orgoglioso De Spirt, Ceo di Jobyourlife. «La Francia ha Viadeo, la Germania Xing, e ora anche noi ne abbiamo uno. Questo non vuol dire che siamo meglio di Linkedin, ma credo sia qualcosa di cui andare fieri». Tanto da aver fatto proprio recentemente un nuovo aumento di capitale, all’interno della stessa compagine societaria, di 600mila euro.

Un investimento che si prospetta più che positivo, visto che il fatturato 2015 si è chiuso a quota 100mila euro e il trend 2016 è in linea con il business plan che prevede 800mila euro di fatturato. E a parte i guadagni c’è il feedback delle aziende: al momento sono 3.800 quelle iscritte al portale, di cui 1.500 utilizzano costantemente il sito per la ricerca del personale.

Un successo che De Spirt spiega nel tipo di approccio al mondo della ricerca di un lavoro: «Quello di Jobyourlife è assolutamente diverso. Tanto che abbiamo avuto spesso il problema di far capire ad alcuni addetti come si utilizzava. Si aspettavano i classici annunci a cui doversi candidare, mentre l’esperienza con il nostro portale è un’altra cosa». Il normale meccanismo di ricerca di un lavoro è invertito: sono le aziende che
attraverso la geolocalizzazione dei curricula unita ad annunci mirati riescono a trovare il candidato ideale e a contattare i potenziali dipendenti. Così gli utenti, per cui l’iscrizione è gratuita, ricevono solo gli annunci giusti. «Fondamentalmente anche se si ha un lavoro bellissimo, conviene iscriversi perché si potrebbe ricevere una proposta interessante. E se si accetta si ha un colloquio di lavoro che potrebbe cambiare le carte in gioco nella vita professionale».

Oggi Jobyourlife, nominata anche tra le 14 start up più promettenti nel campo del recruiting a livello europeo selezionate da Mind the Bridge per Openjobmetis, festeggia i 100mila colloqui di lavoro. «Vuol dire che abbiamo mandato più di 100mila persone a fare un primo incontro con le aziende» spiega
alla Repubblica degli Stagisti De Spirt [nella foto a sinistra] «e per noi è stato un grandissimo obiettivo. Purtroppo non riusciamo ad avere il dato preciso di quanti siano stati poi assunti, ma essendo persone particolarmente standardizzate la possibilità che questo accada è molto alta».

L’età media degli iscritti in cerca di lavoro si aggira tra i 28 e i 30 anni anche se proprio perché non è un portale verticale, ma orizzontale, i candidati sono anche ultra trentenni. «Abbiamo però constatato che quelli maggiormente contattati sono tra i 25 e i 35 anni. Comunque quello che ci fa più piacere è ricevere ogni giorno tantissimi ringraziamenti da parte di chi si è iscritto ed è riuscito a trovare un lavoro». Richiestissimi in questo senso sono i programmatori, seguiti dai marketing specialist, dai commerciali e webmaster.


Su cosa abbia fatto il successo della start up, De Spirt non ha dubbi: «Sicuramente il software innovativo che noi forniamo alle aziende. Ancora oggi, ogni volta che lo presentiamo sono estremamente contenti di trovare qualcosa di diverso. Sono abituati al solito sito di jobposting, con la pubblicazione dell'annuncio e la speranza che prima o poi arrivi il candidato ideale. Con noi, invece, riescono a individuare in pochi secondi le persone che servono nella zona desiderata, grazie a un software che utilizza la ricerca semantica e la geolocalizzazione dei curricula». Mentre dal lato dei candidati c’è la novità di ricevere delle proposte di lavoro personali, di sapere chi ha visionato il proprio profilo e ne è rimasto talmente colpito da contattarlo per un colloquio. «Non c’è nulla di impersonale: non sono i software ma le aziende ad essere interessate a quel candidato».

Oggi, raggiunte le prime soddisfazioni, Jobyourlife pensa ai progetti per il futuro e in particolare ad aprire sul mercato russo. «Siamo stati contattati da un investitore di quel paese, così abbiamo cominciato a studiare il mercato e scoperto che lì ci sono pochi portali come il nostro e c’è un’alta richiesta di manodopera. Ci è sembrata una situazione molto interessante che stiamo portando avanti. Probabilmente sarà lo stesso portale ma solo per russi, per intenderci un jobyourlife.ru. Perciò assumeremo nuovo personale solo da quel Paese». La data fissata per l’apertura è la fine del 2016 e sarà il primo vero banco di prova di Jobyourlife al di fuori dell’Italia. L’esternalizzazione del prodotto è, infatti, uno dei prossimi obiettivi oltre a raggiungere i 2milioni di utenti.

E poi ci sono i nuovi servizi su cui si sta lavorando. «Da pochissimo abbiamo lanciato un nuovo servizio per le aziende: l’applicant agent system, un plug in che va a inserirsi nella sezione lavora con noi della pagina dei siti web aziendali, da dove di solito si inviano i curricula, e aiuta le aziende a gestire tutte le candidature spontanee. Di solito le aziende perdono centinaia di cv interessanti, ma con il nostro plug in questo non succede grazie a un’ottima interfaccia web e a un backend attraverso cui l’azienda riesce a gestire le candidature». Avrà poi la particolarità di avere per l’azienda un costo inversamente proporzionale al suo utilizzo: più si usa meno costa. «Per noi sarà un modo per fare marketing e l’azienda avrà interesse a usarlo visto che più candidati avrà più il prezzo per lei scenderà fino a diventare fondamentalmente gratis».

De Spirt non dimentica però la fatica fatta per arrivare ai successi di oggi: «Ci sono stati tanti momenti difficili, quasi tutti i giorni». Così Jobyourlife sta pensando di andare incontro alle altre start up innovative dando gratuitamente questo plug in di gestione delle candidature. «All’inizio può sembrare che non sia necessario, ma avere una pagina lavora con noi fatta bene è incentivante e aiuta ad attirare talenti. Così visto che una start up vede questa spesa come superflua, mentre noi siamo consci della sua importanza, glielo daremo gratuitamente», con il vantaggio per Jobyourlife di acquisire comunque nuovi utenti. 

Ma nonostante le difficoltà incontrate, Andrea De Spirt è più che sicuro nel suggerire ai giovani di avviare una start up: «Se l’obiettivo è quello di essere indipendenti e non lavorare per altri, assolutamente sì. Ma ricordandosi tre punti fondamentali: concentrarsi benissimo sul team al momento della sua creazione, perché è il team che fa funzionare la start up; l’idea è importante ma non basta perché è solo il 5% del progetto e ha bisogno di un equipe di persone che la porti avanti; interiorizzare la “cultura del fallimento”. Nelle start up la possibilità in percentuale di fallire è molto alta. Può succedere anche a me da un giorno all’altro. Perciò bisogna capire che è qualcosa che può accadere e non deve bloccarci. Al massimo sfidarci ad andare avanti!»

Marianna Lepore

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